• 6 mesi fa
Donya, la protagonista di Fremont (al cinema dal 27 giugno), è quanto più lontana si possa essere dalle melense frasi motivazionali che scrive per i bigliettini dei biscotti della fortuna. Eppure proprio uno di questi haiku, «Alla disperata ricerca di un sogno - Donya (510) 555 -7625», diventa il personale messaggio in bottiglia che, in modo totalmente inaspettato, darà una svolta alla vita di questa giovane rifugiata afghana, ex traduttrice per le basi militari americane, fuggita negli Stati Uniti su uno degli ultimi voli di evacuazione che hanno salvato i tanti «traditori» che avevano collaborato con gli occidentali prima del ritorno dei talebani. Merito anche di un Jeremy Allen White, irresistibile meccanico solitario...

«In un mondo in cui si sottolineano tanto differenze immaginarie e alterità esagerate, è importante guardare alle somiglianze universali» spiega il regista di origini iraniane (ma cresciuto a Londra) Babak Jalali, che ha scelto di affidare la parte di Donya ad Anaita Wali Zada, presentatrice e giornalista televisiva afghana con una storia molto simile a quella del suo personaggio. «Un immigrato e un non-immigrato condividono le stesse speranze, gli stessi sogni, le stesse ambizioni».

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