Blu Notte Misteri italiani - St 9 Ep 3. Mafia e politica 2a parte (Carlo Lucarelli)

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Trascrizione
00:00La prima avviene nella borgata di Altarello di Baida, nell'estate del 1979.
00:25Parlano di una cosa molto grave, parlano di un omicidio.
00:31C'è un uomo che si chiama Piersanti Mattarella.
00:34È un democristiano ed è il presidente della regione Sicilia.
00:39Piersanti Mattarella ha idee nuove per quanto riguarda la vita politica siciliana,
00:44sia quella dell'ADC che quella del Parlamento regionale.
00:47La Sicilia deve avere le carte in regola, dice il presidente Mattarella.
00:51Il governo regionale deve controllare gli abbalti, la loro trasparenza
00:55e, se necessario, bloccarli, come fa lui in qualche occasione.
00:59In Sicilia purtroppo la violenza si è colorata e si colora di tinte inquietanti
01:05ed ha consumato una tragica e preoccupante serie di delitti.
01:09Occorre fare un appello alla coscienza individuale,
01:12oltre che ovviamente a tutti gli strumenti del pubblico potere,
01:16per affrontare questa dura battaglia.
01:18Sono idee di rinnovamento, di pulizia,
01:21molto diverse da quelle che hanno personaggi come Salvo Lima e Vito Ciancimini.
01:29Queste idee, naturalmente, non piacciono a Cosa Nostra
01:32e non piacciono a Stefano Bontade che se ne lamenta con Giulio Andreotti
01:36e gli annuncia l'intenzione di ammazzare Piersanti Mattarella.
01:39Andreotti naturalmente è contrario e lo dice Stefano Bontade.
01:43Giulio Andreotti, dice la sentenza, è un uomo dello Stato
01:46ma non avverte le forze dell'ordine, non fa arrestare Stefano Bontade,
01:49non fa mettere sotto protezione Piersanti Mattarella,
01:52non lo avverte neanche del pericolo che sta correndo.
01:55Ne parla col boss Stefano Bontade e cerca di fargli cambiare idea.
02:02Il 6 gennaio 1980 Piersanti Mattarella esce di casa in Via della Libertà a Palermo
02:08assieme alla moglie e i figli per andare a messa.
02:11Non la scorta, non la vuole nei giorni festivi e quella è l'epifania.
02:15È appena entrato in macchina che si avvicina un uomo
02:18che gli spara addosso tre colpi calibro 38.
02:28Andreotti incontra di nuovo Stefano Bontade.
02:31Scende in Sicilia nella primavera del 1980
02:34e nella tenuta di caccia di un grosso imprenditore incontra Bontade e altri boss
02:38per chiedergli il conto di quello che è successo
02:41e per ricucire i rapporti con Cosa Nostra, così dice la sentenza.
02:46Insomma, fino alla primavera del 1980 il senatore Andreotti
02:50ha chiesto e fatto favori alla mafia, ha incontrato mafiosi,
02:54li ha consigliati, ha mostrato disponibilità,
02:57ha parlato con loro di fatti estremamente gravi
03:00come l'omicidio di un presidente della regione
03:03e ha fatti sentire protetti ai massimi livelli.
03:06Tutto questo però, nonostante per la sentenza sia accaduto e sia stato provato,
03:10non ha rilevanza processuale perché è stato commesso prima della fine del 1980
03:15e quindi è caduto in prescrizione.
03:18Per il resto non ci sono prove, per cui il senatore Andreotti è assolto,
03:22articolo 530,2 del codice di procedura penale.
03:27Parlando di assoluzione è come se cancellassi, sbianchettassi
03:30i fatti gravissimi che sono scritti nella sentenza.
03:34Ma cancellando, sbianchettando questi fatti gravissimi
03:39di fatto, al di là delle intenzioni, di fatto
03:42è come se io legittimassi un certo modo di fare politica
03:47che contempla anche i rapporti organici
03:51con organizzazioni criminali.
03:55E questa legittimazione rischia di valere non soltanto per il passato,
04:00anche per il presente e magari persino per il futuro.
04:04Nel frattempo, il patto di scambio che ha legato Cosa Nostra
04:07a parte della politica italiana è entrato in crisi.
04:10Dalla metà degli anni Ottanta la mafia che fa politica
04:13ha capito che deve cambiare perché le cose sono cambiate.
04:16Lo Stato sembra essersi messo sul serio a fare la lotta alla mafia,
04:20anche quella parte della politica che fino a quel momento
04:23aveva convissuto con la mafia e che adesso invece
04:26sembra sentirne all'improvviso la pericolosità.
04:28Le protezioni di cui aveva goduto Cosa Nostra
04:31fino a quel momento non bastano più.
04:34Quella parte della politica che a Cosa Nostra
04:37aveva fatto e chiesto favori si spaventa e reagisce
04:40assieme a quell'altra parte della politica e dello Stato
04:43che invece nella lotta alla mafia di compromessi non aveva accettati mai.
04:51Il congresso che mette in chiaro un po' le posizioni
04:56è il congresso di Agrigento.
04:58Questo grande congresso che viene fuori all'indomani
05:02dal diritto della Chiesa.
05:04Da quel momento in poi Ciancimino non sarà più
05:07tra i quadri dirigenti della democrazia cristiana.
05:11Lima accetterà molto male tutto questo.
05:14Infatti dal congresso di Agrigento uscirà una soluzione importante,
05:21lo dice anche Civiltà Cattolica, viene scritto nei libri sulla mafia,
05:26è il primo congresso in cui la DC prende una netta posizione antimafia,
05:31si pone il problema della meritorietà del consenso,
05:35pone il problema di un'analisi storica dei suoi rapporti,
05:41anche quelli più opachi.
05:43Cerca di venire fuori da questa prigionia complessiva
05:47che nasceva da sottovalutazioni ma anche da compromissioni reali
05:51che però venivano tasciute in uno spirito di generale omertà
05:57e che comunque era la DC vincente di quegli anni.
06:00Chi protesta, chi parla, chi denuncia una situazione
06:03fino a quel momento da molti sopportata,
06:05come il Presidente della Regione Giuseppe Campione
06:08o il Sindaco di Palermo Elda Pucci,
06:10resta isolato e se insiste troppo muore,
06:13come Pier Santi Matarella o come Giuseppe Insalaco.
06:16Chi sono i suoi amici?
06:19I miei amici sono tutti gli iscritti alla democrazia cristiana,
06:22tutti gli aderenti agli altri partiti,
06:24purché abbiano idee chiare e siano disponibili assieme a me
06:27ad operare per i beni di questa città.
06:29I maligni dicono che sono troppi?
06:32Saranno troppi amici, avrò anche troppi nemici,
06:35è nelle regole del gioco.
06:37Giuseppe Insalaco diventa Sindaco di Palermo nel 1984.
06:41Dopo tre mesi si dimette
06:43e denuncia la commissione antimafia
06:45alle collusioni tra cosa nostra e politica.
06:50Il 12 ottobre del 1988 nel centro di Palermo
06:54viene avvicinato da due killer di cosa nostra in moto
06:57che lo uccidono a colpi di pistola.
07:02Nonostante tutto, le cose vanno avanti.
07:08Arrivano nuove leggi,
07:10il reato di associazione ai delinquere di stampo mafioso,
07:13il sequestro dei beni, la procura antimafia,
07:15il carcere duro del 41 bis.
07:18Arrivano le sentenze del maxiprocesso
07:20che spediscono definitivamente in galera decine di boss
07:24che invece si aspettavano che sarebbe arrivata la politica,
07:27quella politica, ad annullare tutto.
07:35Cosa nostra comincia a mandare dei segnali,
07:38intanto dal punto di vista militare
07:40che per cosa nostra significa morti ammazzate.
07:49Anche tra gli ex amici, come Ignazio Salvo,
07:52che il 17 settembre del 1992
07:54viene ucciso sul vialetto della sua villa di Casteldaccia
07:57da un gruppo di fuoco di cui fa parte Leoluca Bagarella.
08:03O come Salvo Liman, ucciso pochi mesi prima
08:06da un killer che ne blocca la macchina
08:08e lo insegue mentre fugge a piedi per le strade di Mondello.
08:11Una cosa che mi diceva mio padre,
08:13perché mio padre mi ricorda molto,
08:17secondo lui tra tutte queste persone
08:20quello che aveva fatto la fine più terribile
08:22era l'onorevole Lima.
08:24Perché l'onorevole Lima era stato forse l'unico
08:27che ha vissuto quel minuto
08:29che stava capendo di essere ammazzato.
08:31Dice sempre mio padre che doveva essere una cosa terribile,
08:34al limite se deve proprio capitare
08:36è meglio che capiti così velocemente.
08:39Ma no, quel minuto che deve aver passato l'onorevole Lima
08:42a correre per virare le palme,
08:44mio padre solo il pensiero lo rapprevediva.
08:48E poi lancia segnali dal punto di vista politico.
09:16Nel 1987, in occasione delle elezioni del 16 giugno,
09:20Cosa Nostra manda un avvertimento elettorale
09:23alla democrazia cristiana,
09:25spostando i propri voti della Sicilia occidentale
09:28sul Partito Socialista italiano
09:30e in parte anche sul Partito Radicale,
09:32allora impegnato in una serie di riforme di tipo garantista.
09:35A Palermo città il Partito Socialista
09:38prende il 16% dei voti,
09:40mentre nelle borgate ad alta densità mafiosa
09:42arriva anche fino al 20%.
09:44La controprova si ha nel voto del Luciardone.
09:47In quelle elezioni, per la prima volta nella storia
09:51dell'istituzione carceraria,
09:53vanno a votare 120 detenuti.
09:56Come è noto, al detenuto non arriva il certificato elettorale a casa.
10:00E' lui a doverlo chiedere.
10:02E' lui che chiede di votare.
10:04Come mai quella volta 120 detenuti chiese ai voti?
10:07Io che ho avuto una modesta esperienza in materia
10:10so bene che là dentro nulla avviene per caso.
10:14Se qualcosa avviene, avviene perché qualcuno dà l'input.
10:17Quindi hanno avuto un input.
10:19Se andiamo a guardare i voti del seggio numero 127,
10:22che è quello cui ha aggregato Luciardone,
10:25lì il Partito Socialista raggiunge il 40% dei voti.
10:28In tutto il resto del circondario si ferma al 18%.
10:32E' chiaro che sono stati quei 120 voti
10:35a far cambiare l'ago della bilancia.
10:38Ma non funziona.
10:40Il segnale, se arriva, non cambia le cose.
10:42I mafiosi vorrebbero per loro leggi adeguate
10:45e una campagna d'opinione come quella che venne fatta per Enzo Tortora,
10:48il presentatore della televisione
10:50ingiustamente accusato di far parte della Camorra.
10:56E invece il candidato del Partito Socialista per la Sicilia Occidentale,
10:59Claudio Martelli, quando diventa Ministro della Giustizia,
11:02porta a Roma proprio Giovanni Falcone
11:05e accoglie tutte le sue proposte per la lotta alla mafia.
11:08Cosa nostra, il mostro mutante, è in difficoltà.
11:11Modello Lima, modello Ciancimino, quell'Italia sta cambiando
11:14e anche la mafia deve cambiare aspetto, mutare,
11:17per sopravvivere e rafforzarsi.
11:21Sono tante le strategie che la mafia che fa politica adotta in quegli anni,
11:25tante e contraddittorie, almeno apparentemente.
11:28Da una parte c'è la trattativa,
11:30il tentativo di mettersi d'accordo con parte dello Stato,
11:33trattare.
11:34E siccome al potere, in cosa nostra, ci sono i corleonesi
11:37che hanno metodi piuttosto rudi,
11:39la trattativa passa attraverso momenti molto drammatici.
11:50Quelli, infatti, sono gli anni delle stragi,
11:53delle bombe di mafia a Milano, a Roma e a Firenze.
12:03Fare la guerra per fare la pace, diceva Totò Riina.
12:06Ci sono tentativi di contatto tra uomini dello Stato
12:09e uomini vicino alla mafia.
12:11L'hanno chiamata la trattativa e ha avuto come protagonisti
12:14l'allora comandante del Ros dei Carabinieri,
12:16colonnello Mario Mori, e dall'altra parte Vito Ciancimino,
12:20in rappresentanza dei corleonesi di Totò Riina.
12:24L'intenzione del colonnello Mori è quella di arrivare alla cattura
12:27di alcuni latitanti, quella dei corleonesi è di ottenere vantaggi.
12:31Nessuno dei due raggiunge il suo scopo.
12:34Erano delle bombe che svolgevano anche una funzione
12:39di comunicazione politica.
12:42Si stava facendo un discorso a qualcuno con quelle bombe.
12:48Ed è un discorso che si muove contemporaneamente su due piani.
12:53Da una parte la trattativa, per alcuni,
12:57e cioè indurre lo Stato a capitolare dinanzi alle richieste
13:02dei vertici di Cosa Nostra e quindi la revisione dei processi,
13:07la revoca di alcuni provvedimenti di legge come quello del 41bis,
13:11benefici penitenziari per i boss che erano stati condannati.
13:16Ma contemporaneamente quelle stragi si iscrivono
13:21in una strategia politica molto più complessa
13:24che è quella di accelerare la destabilizzazione di un paese,
13:31qual era l'Italia che in quel momento era falcidiata da Tancentopoli,
13:35determinare una situazione di crisi,
13:38arrivare alle elezioni in una situazione di panico collettivo.
13:43Cambiare aspetto per sopravvivere, diventare un'altra cosa,
13:46come un vero e proprio partito politico.
13:48Cosa Nostra ce l'ha sempre avuto il sogno di fare da sola in Sicilia,
13:52di diventare la Singapore del Sud fino ai tempi del separatismo.
13:55Adesso il momento sembra buono perché sono gli anni 90
13:59e nel dibattito politico l'idea di dividere l'Italia c'è.
14:04Il professor Gianfranco Miglio, uno dei fondatori della Lega Nord,
14:08ha questo progetto di separare l'Italia in tre macro-regioni,
14:11una al nord, una al centro e una al sud.
14:14Per il sud il professor Miglio ha idee molto precise.
14:18In una intervista rilasciata al giornale nel marzo del 1999,
14:22dice «Io sono per il mantenimento anche della mafia e dell'andrangheta.
14:26Il sud deve darsi uno statuto appoggiante sulle personalità del comando.
14:30Che cos'è la mafia? Potere personale spinto fino al delitto».
14:36Insomma, dice il professor Miglio, bisogna partire dal concetto
14:39che alcune espressioni tipiche del sud hanno bisogno di essere istituzionalizzate.
14:48Più o meno nello stesso periodo diceva cose simili anche Licio Gelli.
14:55E questo è sicuramente anche il pensiero della mafia.
14:58Questo progetto, ci dicono diversi collaboratori,
15:01viene discusso per diverse settimane in riunioni di vertice
15:08a cui partecipano i capi regionali della mafia nelle campagne di Enna.
15:13C'è un nuovo soggetto politico che si chiama Lega Meridionale
15:16e che grazie all'apporto di tutta la mafia meridionale,
15:20e quindi alla Camorra, all'andrangheta, alla Sicilia,
15:23riesce a ottenere un numero significativo di voti.
15:27A quel punto, come ci riferisce un collaboratore, Tullio Cannella,
15:34hanno ragione in capi di cose nostre a dire,
15:36ma se abbiamo un nostro Presidente della Regione come Presidente della Repubblica,
15:41se abbiamo la nostra Cassazione, se abbiamo la nostra Polizia, che altro ci serve?
15:46Ci separiamo dal resto dell'Italia e concentriamo i nostri interessi
15:52in un ambito territoriale più ristretto.
15:54Il progetto però non funziona.
15:56Con l'aiuto di Vito Ciancimino e con l'approvazione di Bernardo Provenzano,
16:00l'Euluca Bagarella fa fondare un movimento che si chiama Sicilia Libera
16:04e che si inserisce, assieme ad altri movimenti, nel gruppo delle Leghe Meridionali.
16:11Ma il movimento non decolla. L'Italia sta cambiando.
16:15Ci sono altre forze politiche, altri partiti,
16:18nuovi personaggi politici che stanno scendendo in campo.
16:23È il 1994 e quell'anno le elezioni le vincono Forza Italia e Silvio Berlusconi.
16:29Qualcuno mi ha detto, se non vieni, tradisci?
16:34E se c'è una cosa che non ci appartiene e che non sappiamo fare è tradire.
16:43Berlusconi scende in campo in politica e si prepara alle elezioni
16:47quando comprende che c'è uno sbando assoluto nel campo dei moderati,
16:52le forze del pentapartito che aveva governato il paese,
16:55che aveva governato l'Italia.
16:57Sono letteralmente squarciate da Tangentopoli.
17:00Si accorge che c'è una fuga dalle responsabilità
17:03e contemporaneamente guarda un Parlamento che sta studiando una legge elettorale,
17:09il Mattarellum, come sarà chiamato poi,
17:12che può consentire, in assenza di una coalizione dei moderati,
17:16alla sinistra, con il 30% dei voti, di ottenere l'80%.
17:21E qui l'idea di Berlusconi è di scendere in campo
17:24per ricostituire un'area dei moderati che possa contrastare la sinistra.
17:28C'è un uomo che si chiama Marcello Dell'Utri.
17:34Marcello Dell'Utri nasce a Palermo,
17:36studia dai salesiani, poi dai gesuiti,
17:38e poi va a fare l'università a Milano,
17:40dove incontra Berlusconi.
17:42E' un uomo che si chiama Marcello Dell'Utri.
17:45Marcello Dell'Utri nasce a Palermo,
17:47e poi va a fare l'università a Milano,
17:49dove incontra un altro studente di 5 anni più grande di lui,
17:52che si chiama Silvio Berlusconi.
17:58Marcello Dell'Utri fa parte dell'Opus Dei.
18:00Lavora in banca, ma ha due grandi passioni.
18:02Una è per i libri antichi,
18:04che lo porterà a diventare uno dei più grandi bibliofili italiani.
18:07L'altra è per il calcio.
18:09A Palermo, dove è tornato alla fine degli anni 60,
18:11dirige una squadra di calcio,
18:13l'Athletic Club Bacigalupo.
18:16Marcello Dell'Utri, però, ha anche alcune conoscenze.
18:19Una di queste si chiama Gaetano Cinà.
18:24Gli amici lo chiamano Tanino, anche gli amici degli amici,
18:27perché Tanino Cinà viene indicato come un mafioso,
18:30esponente della famiglia di Malaspina,
18:32imparentato con boss come Mimmo Terenzi e Giuseppe Contorno,
18:35e vicino a quello che in quel momento è il capo di Cosa Nostra, Stefano Bontade.
18:40Tanino Cinà e Marcello Dell'Utri si sono conosciuti
18:43perché Cinà ha un figlio che gioca a calcio nella squadra
18:45e sono diventati amici.
18:47Dico subito, è altra cosa che voglio sfatare una volta per tutte,
18:51se ci riesco, certamente.
18:53Gaetano Cinà è un mio amico,
18:56è il papà di un ragazzo della Bacigalupo.
19:00Era un ragazzo veramente straordinario come giocatore.
19:03Tanto è vero che la Bacigalupo l'ho cedette al Varese.
19:07Quando io nel 74,
19:09nel 1973-74 venne a lavorare a Milano dal dottor Berlusconi,
19:13questo ragazzo fu acquistato dal Varese presso la Bacigalupo,
19:17che era un vivaio di giocatori molto noto.
19:21Ma c'è anche un'altra persona,
19:23un amico di Cinà che passa dalla Bacigalupo,
19:26come tanti altri tifosi della squadra, naturalmente.
19:29Lui però è un tipo particolare, si chiama Vittorio Mangano.
19:35Vittorio Mangano è un tipo particolare,
19:38indicato da molti collaboratori di giustizia
19:41e da alcune inchieste della procura di Palermo
19:44come un boss di una certa importanza.
19:47Insomma, Vittorio Mangano è Vittorio Mangano.
19:50Io Mangano l'ho conosciuto a Palermo negli anni 70,
19:54quando avevo una società di calcio molto nota a Palermo,
19:58il dottor Lodato lo può testimoniare,
20:01che era a Bacigalupo,
20:03dove hanno giocato migliaia di ragazzi della Palermo,
20:07dai più sociali, dal più alto ai più piccoli.
20:10Avevo anche tutta una serie di genitori,
20:13di ragazzi che frequentavano,
20:15di persone, di aficionados,
20:17di persone che davano una mano.
20:19Perché in una società dilettantistica,
20:22dove c'erano 11 squadre,
20:24c'erano persone che venivano per accompagnare i ragazzi,
20:28aiutavano a preparare la partita,
20:30a segnare il campo, a gonfiare i palloni.
20:33Insomma, tutto quello che si fa in una società dilettantistica.
20:36Una persona assolutamente tranquilla,
20:38assolutamente normale,
20:40che seguiva le partite di calcio,
20:42non tutte, veniva comunque abbastanza spesso,
20:45e che avevo conosciuto e apprezzato sui campi di calcio.
20:48Nel 1974, Marcello Dell'Utri lascia il lavoro in banca a Palermo
20:52e va a Milano a lavorare per Silvio Berlusconi.
20:55Silvio Berlusconi sta passando in barca per Palermo,
20:58racconta Dell'Utri.
20:59Quando lo chiama, gli dice di venire a Milano,
21:01perché sta facendo grandi cose.
21:03Sta costruendo una città.
21:05Sta costruendo Milano 2, la città dei numeri 1,
21:08come dice la pubblicità.
21:11Sono anni intensi per Milano, i primi anni 70.
21:14Anni di affari, di lavoro, di imprese.
21:16Ma non c'è soltanto il capitale pulito a Milano.
21:19Non ci sono soltanto imprenditori onesti
21:21con la voglia di costruire e lavorare al nord.
21:26Da un po' di tempo al nord è arrivata anche la mafia,
21:29che si è infiltrata nel tessuto economico
21:31attraverso insospettabili colletti bianchi,
21:33come hanno dimostrato le inchieste
21:35seguite al cosiddetto blitz di San Valentino.
21:39C'è un ufficio proprio nel centro di Milano, per esempio,
21:42in Via Larga, vicino al Duomo,
21:44che è frequentato da strani personaggi,
21:46come i fratelli fidanzati, i fratelli Bono
21:48e Gerlando Alberti, detto Upacare.
21:51Da Cosa Nostra, insomma.
21:58Ma cosa fa Cosa Nostra al nord?
22:00Fa i soldi, con lo spaccio di droga
22:02e con i sequesti di persona,
22:04e poi li ricicla e li reinveste a Milano
22:06assieme a quelli che ha fatto al sud.
22:08Milano, però, lo abbiamo visto, non è soltanto questo.
22:11Milano è una città che lavora,
22:13in cui girano gli affari, in cui si fanno le città.
22:31Marcello Dell'Utri va a Milano
22:33a lavorare per Silvio Berlusconi,
22:35che gli ha riservato un alloggio, un ufficio,
22:37nella villa che ha appena acquistato
22:39dalla Marchesa Casati Stampa,
22:41in Via San Martino 42, ad Arcore.
22:43Però non ci va da solo.
22:48Berlusconi ha bisogno di un fattore di più,
22:50di uno stagliere, per un allevamento di cavalli
22:53che avrebbe intenzione di costruire.
22:55Marcello Dell'Utri ha la persona giusta
22:57gliela consiglia e gliela fa assumere.
22:59Questa persona si chiama Vittorio Mangaro.
23:04Quando arriviamo alla Villa San Martino
23:07all'inizio del 1974
23:09e c'è da assumere tanto personale,
23:12del quale mi occupavo io
23:14in qualità di assistente segretario
23:16del dottor Berlusconi,
23:18non abbiamo trovato in Brianza
23:20una persona adatta.
23:22Una volta io andai a Palermo
23:24mi ricordai di Berlusconi
23:26e mi ricordai di Mangaro.
23:28L'avevamo conosciuto nei campi di calcio.
23:30Gli ho detto, ma lei conosce qualcuno
23:32che sia in grado così?
23:34Perché io lavoro a Milano
23:36e mi farebbe piacere di portare qualche persona.
23:38Lui dall'inizio mi disse, adesso vedo.
23:40Poi dopo un paio di settimane
23:42mi telefonò e mi disse
23:44vengo su a Milano a vedere.
23:46Venne a vedere,
23:48gli piacque il posto, gli piacque l'offerta.
23:50Berlusconi lo vide,
23:52assieme poi vedeva anche altra gente,
23:54disse che poteva andar bene,
23:56anzi, dava un'impressione
23:58di persona molto esperta,
24:00oltre affidabile.
24:02Lui era una persona che si presentava bene,
24:04non era mica uno con la coppola e la lupara,
24:06tanto per essere chiari.
24:08Oltre a fare il fattore
24:10e lo stagliere, Vittorio Mangano
24:12si occupa di portare a scuola
24:14i figli di Silvio Berlusconi.
24:18Sono brutti tempi quelli,
24:20sono gli anni 70,
24:22soltanto in Lombardia,
24:24tra il 1974 e il 1983.
24:30La villa di Arcore è più isolata
24:32rispetto alla casa precedente
24:34che stava a Milano.
24:36Ci sono già stati degli avvertimenti
24:38e c'è già stato anche un brutto episodio
24:40poco dopo l'arrivo di Vittorio Mangano
24:42e il tentativo di sequestro
24:44di un ospite della villa
24:46dopo una cena,
24:48sventato dall'intervento casuale
24:50Mangano resta ad Arcore
24:52a lavorare per Silvio Berlusconi
24:54fino all'ottobre del 1976.
24:56Nel dicembre del 1974,
24:58poco dopo che è arrivato a Milano,
25:00viene arrestato.
25:02Scarcerato in gennaio
25:04per un errore di notifica,
25:06viene arrestato di nuovo nel dicembre del 1975.
25:08Sul registro del carcere,
25:10alla voce domicilio,
25:12scrive
25:14Via Villa di San Martino 42, Arcore.
25:16Qualche tempo dopo
25:18non riuscirà a lavorare per Silvio Berlusconi
25:20ma resta a Milano,
25:22in una camera all'hotel Duca di York
25:24e frequenta spesso gli uffici di Via Larga,
25:26quelli vicino al Duomo,
25:28quelli frequentati da quegli strani personaggi.
25:32Nel febbraio del 1980
25:34viene arrestato nel cosiddetto blitz di San Valentino,
25:36accusato di curare
25:38il traffico di stupefacenti
25:40tra Palermo e Milano.
25:42Finisce nel maxiprocesso,
25:44istruito da Giovanni Falcone
25:46e viene condannato per traffico di stupefacenti
25:48e associazione a delinquere.
25:54Tra il 1999 e il 2000,
25:56Vittorio Mangano viene condannato altre volte.
25:58Tra queste ci sono due ergastoli
26:00per gli omicidi di due mafiosi
26:02avvenuti qualche anno prima a Palermo
26:04e di uno dei quali sarebbe stato
26:06anche l'esecutore materiale.
26:08Le condanne di Vittorio Mangano si fermano tutte
26:10al primo grado di giudizio,
26:12perché Vittorio Mangano,
26:14per gravi motivi di salute,
26:16muore nel luglio del 2000.
26:24Il finale è che i pubblici ministeri
26:26chiedevano ogni volta di dire qualcosa
26:28promettendogli che sarebbe andato a casa subito.
26:30Lui eroicamente
26:32sono in accordo con Dell'Utri
26:34pur essendo così malato
26:36non inventò mai nessuna cosa contro di me
26:38e lo lasciarono andare a casa
26:40il giorno prima della sua morte.
26:42Stava morendo in carcere
26:44e quindi dice Dell'Utri
26:46nel considerare eroico
26:48un comportamento di questo genere.
26:50Anche Marcello Dell'Utri smette di lavorare
26:52per Silvio Berlusconi nel 1976
26:54e va a lavorare per un costruttore siciliano
26:56che ha un piccolo impero immobiliare
26:58a Milano e che si chiama
27:00Filippo Antonio Rapisarda.
27:06Da Rapisarda
27:08Marcello Dell'Utri ci va assieme a Gaetano Cinà.
27:10Anche Rapisarda è un tipo particolare
27:12la procura di Palermo
27:14lo indica vicino a Vito Ciancimino.
27:20Nel 1983
27:22dopo il fallimento del gruppo Rapisarda
27:24Marcello Dell'Utri torna a lavorare per Silvio Berlusconi
27:26che lo assume a Publitalia
27:28l'azienda che si occupa di raccogliere
27:30la pubblicità per le sue reti televisive.
27:34Poi arrivano gli anni 90
27:36il mondo che cambia
27:38l'era di Tangentopoli
27:40i partiti che scompaiono
27:42la gente per bene che cerca nuovi movimenti politici
27:44in cui riconoscersi
27:46e anche la mafia che come abbiamo visto
27:48cerca nuovi sbocchi politici.
27:50Nuovi partiti
27:52nuovi movimenti politici
27:54Marcello Dell'Utri diventa uno dei fondatori
27:56del movimento politico di Silvio Berlusconi.
28:00Dell'Utri è uno dei fondatori
28:02di Forza Italia
28:04non so che ruolo più particolare
28:06da un livello nazionale
28:08le sue origini siciliane
28:10lo portano a dare responsabilità
28:12a Gianfranco Miciche
28:14che per la verità dei fatti
28:16nel momento in cui si creano
28:18questi club
28:20ha anche un'attenzione particolare
28:22per alcuni tentativi di infiltrazione
28:24che partono
28:26nel tentativo di
28:28stare dentro una nuova forza politica
28:30tant'è che alcuni di questi club
28:32vengono sciolti
28:35Forza Italia nasce il 18 gennaio 1994
28:38si presenta alle elezioni
28:40e si afferma come il primo partito italiano
28:42con il 21% dei voti.
28:44Silvio Berlusconi
28:46diventa Presidente del Consiglio
28:48e forma un governo con una maggioranza
28:50sostenuta da Alleanza Nazionale
28:52Unione di Centro e Lega Nord
28:54a cui poi si aggiunge anche il Partito Radicale.
28:58Marcello Dell'Utri resta
29:00nell'organico di Forza Italia
29:02Per le elezioni successive nel 1996
29:04viene eletto deputato
29:06per la circoscrizione di Palermo
29:08poi eurodeputato e alla fine senatore
29:10Intanto però succede qualcosa
29:18Il 2 gennaio del 1996
29:20la procura di Palermo mette sotto inchiesta
29:22Marcello Dell'Utri
29:24e nell'ottobre di quell'anno ne chiede
29:26il rinvio a giudizio per concorso esterno
29:28in associazione mafiosa
29:30Il rinvio a giudizio è stato fatto
29:32con i riscontri del senatore Dell'Utri
29:34e la condanna si è fondata
29:36su dichiarazioni di numerosi collaboratori
29:38di giustizia
29:40fondata anche su riscontri obiettivi
29:42ma non solo su dichiarazioni
29:44di collaboratori di giustizia
29:46perché il processo è fatto anche
29:48di documenti
29:50è fatta di intercettazioni
29:52telefoniche
29:54alcune anche
29:56parecchio risalenti
29:58dal tempo
30:00risalgono agli anni 80
30:02Secondo la procura di Palermo
30:04Marcello Dell'Utri sarebbe stato organico
30:06a Cosa Nostra dalmeno 30 anni
30:08avrebbe fatto da ponte tra Palermo e Milano
30:10nel progetto di Cosa Nostra
30:12di inserirsi nel tessuto economico
30:14e imprenditoriale milanese
30:16Io credo di
30:18potere dire innanzitutto
30:20che in un processo di mafia
30:22proprio
30:24non avrei mai pensato nella mia vita
30:26di cascarci dentro
30:28anche perché
30:30pur essendo palermitano
30:32e quindi avendo
30:34respirato come tutti i palermitani
30:36e tutti i siciliani
30:38il tema o il problema della mafia
30:40l'ho sempre vista come
30:42un'entità lontana
30:44dalla vita mia e dei miei familiari
30:46dall'ambiente che ho frequentato
30:48Marcello Dell'Utri
30:50sempre secondo l'accusa
30:52avrebbe agganciato per conto di Cosa Nostra
30:54Silvio Berlusconi
30:56spaventato dalla minaccia dei sequestri
30:58e avrebbe infiltrato un uomo d'onore come Vittorio Mangano
31:00che avrebbe tenuto i contatti
31:02per conto di Stefano Bontade
31:04che prima avrebbe offerto protezione
31:06e poi avrebbe approfittato del contatto
31:08per reinvestire e riciclare
31:10i soldi di Cosa Nostra
31:12Ma questa dichiarazione
31:14dei miei accusatori
31:16dei guardi miei e di Berlusconi
31:18ha lasciato
31:20di stucco diverse persone
31:22che mi conoscono
31:24perché io sono tornato da Berlusconi
31:26nell'ottanta
31:28nell'ottantuno per la precisione
31:30a fine ottanta
31:32quando finita l'avventura
31:34rapisarda, come ho detto
31:36io per un breve periodo
31:38ho fatto il venditore
31:40di case perché un amico
31:42mi ha offerto questa possibilità
31:44e mi sono scoperto anche abbastanza bravino
31:46nel vendere case, si guadagna bene
31:48riesco bene
31:50quasi quasi
31:52era un mestiere che scoprivo
31:54e che invece
31:56era molto interessante sotto ogni profilo
31:58intanto con Berlusconi ci frequentavamo
32:00sempre ovviamente
32:02un giorno mi dice ma tu
32:04che fai? Vendi le case?
32:06Sì ma sai io adesso ho questa cosa
32:08la televisione, ho capito che può essere
32:10una cosa importante, bisogna mettere in piedi
32:12una squadra di venditori straordinari
32:14perché qui non possiamo fare
32:16affidare la vendita a terze agenzie
32:18di concessionari
32:20ma bisogna che la facciamo noi, tu che fai?
32:22Non solo, sempre secondo la procura
32:24dopo la morte di Stefano Bontade
32:26e la presa del potere in Cosa Nostra da parte
32:28di Totorina, avrebbe spostato
32:30le relazioni milanesi
32:32della vecchia mafia palermitana ormai sterminata
32:34a quella dei corleonesi. La proposta
32:36era stata fatta, io ho dato la disponibilità
32:38accetto e torno da Berlusconi
32:40e inizia la grande avventura della televisione
32:42un'avventura straordinaria
32:44nella quale soprattutto la costruzione
32:46di un'azienda come Publitalio
32:48umanamente e professionalmente
32:50io posso dire senza tema
32:52di smentire che è stata
32:54una delle più grandi cose che si è fatta
32:56nel paese in questi ultimi anni. Avrebbe
32:58fatto da mediatore per risolvere i problemi
33:00tra Silvio Berlusconi, vittima consapevole
33:02così dice la procura naturalmente
33:04e Cosa Nostra, che vuole soldi
33:06per non ostacolare le attività del gruppo
33:08in Sicilia e fa pressione, emette bombe
33:10ne mette una
33:12anche davanti alla sede della Fininvest
33:14di Via Rovani a Milano nel 1986
33:16che sarebbe stato
33:18soltanto un avvertimento e infatti
33:20è piccola e danneggia appena la cancellata
33:22sono i catanesi
33:24di Nitto Santa Paola con l'avvallo di Totorina
33:26secondo la procura
33:28Silvio Berlusconi invece attribuisce quella bomba
33:30a Vittorio Mangano come anche un'altra
33:32molto simile scoppiata nel 1975
33:34adesso però non è possibile
33:36perché Vittorio Mangano si trova in carcere
33:38Silvio Berlusconi ne parla con
33:40Marcello Dell'Utri in una telefonata
33:42registrata dalla procura poche ore dopo
33:44lo scoppio. Una piccola bomba, dice
33:46messa con molto rispetto
33:48quasi con affetto
34:02E inoltre, sempre secondo la procura
34:04naturalmente, attraverso Marcello
34:06Dell'Utri Cosa Nostra avrebbe trovato
34:08in Forza Italia quella sponda politica
34:10che stava cercando
34:12La mia sensazione è che la mafia perde
34:14un punto di riferimento
34:16storico in una classe politica
34:18che scompare con
34:20Tangentopoli
34:22e probabilmente in quel momento
34:24cerca di comprendere se ci sono nuovi interlocutori
34:26ma il sistema
34:28elettorale che viene introdotto
34:30finisce per mutare il rapporto della mafia
34:32con la politica perché
34:34sostanzialmente usciamo
34:36dalla fase stragista per cui sostanzialmente
34:38la mafia si inabbissa
34:40e comincia a far nascere
34:42gli affari
34:44per fare gli affari ha bisogno della pubblica
34:46amministrazione e della classe politica
34:48che vi è dietro
34:50Mirabile la confessione di Giuffre
34:52che dice a un certo punto
34:54la mafia con la politica
34:56è come il pesce con l'acqua, ognuno ha bisogno
34:58dell'altro, ma per fare questo
35:00confessa anche che la mafia cerca
35:02anche nelle elezioni
35:04dei comuni di capire prima
35:06chi può essere il vincitore perché la mafia
35:08non ha un partito storico di riferimento
35:10ma punta ad essere
35:12accanto a chi vince per cercare
35:14di fare gli affari
35:16Il processo a Marcello Dell'Utri inizia a Palermo
35:18nel novembre del 1997
35:20presso la seconda sezione del tribunale
35:22preseduta da Leonardo Guarnotta
35:24L'accusa, rappresentata in aula
35:26dai pubblici ministeri Antonio Ingroia
35:28e Domenico Gozzo, chiede
35:3011 anni di reclusione per Marcello Dell'Utri
35:32per concorso esterno in associazione mafiosa
35:34e 9 per Gaetano Cinan
35:38Un uomo delle istituzioni
35:40che continua a mantenere rapporti
35:42con la mafia, perfino
35:44negli anni più terribili dello stregismo
35:46nessuno possa pensare
35:48che una vecchia impunità
35:50si sia sostituita
35:52una nuova impunità, quella dei potenti
35:54che hanno trescato con la mafia
35:56Si arriva
35:58insomma, un pochettino
36:00scassati perché
36:02non è normale
36:04anche se ho in questi anni
36:06fatto lo stesso, tante cose
36:08certamente
36:10sento il peso di questo processo
36:12lo sento moltissimo
36:14Poi vedo anche che cosa è
36:16l'attività di questi giudici
36:18da cittadino mi domando ma quanti soldi pubblici
36:20stanno sprecando
36:22in processi come quello di Andreotti
36:24in processi come quello per Dell'Utri
36:26e come si possa continuare
36:28in uno stato di diritto
36:30ma portare innanzi ancora la figura
36:32del concorso esterno in associazione mafiosa
36:34un reato che non trova sede
36:36nei nostri codici
36:38Il processo si prolunga fino al 2004
36:40nonostante nel frattempo succedano
36:42molte cose, soprattutto dal punto di vista politico
36:44nuove norme
36:46che cercano di modificare o modificano
36:48i termini e le modalità dei processi
36:50anche di quell'incorso
36:52ma nonostante tutto, quello che avrebbe dovuto essere definito
36:54anche lui, come il processo Giulio Andreotti
36:56uno dei processi del secolo
36:58nonostante ce ne siano altri
37:00che hanno maggiore fortuna mediatica
37:02nonostante tutto, va avanti
37:24Ma lei in questa commedia che ruolo si dà?
37:26Certamente il protagonista
37:28per forza, non è che me l'ho dato io
37:30me l'hanno dato
37:36Nel dicembre del 2004, arriva la sentenza
37:38Visti gli articoli 110, 416
37:40416 visti codice penale
37:42533, 535
37:44codice fissura penale
37:46dichiara Dell'Utri Marcello
37:48e Cina Gaetano colpevoli
37:50dei reati loro rispettivamente contestati
37:52e ritenuta la continuazione
37:54Dell'Utri Marcello
37:56alla pena di 9 anni di reclusione
37:58e Cina Gaetano alla pena di anni 7 di reclusione
38:00Questo Dell'Utri
38:02uomo raffinato di cultura
38:04persona per bene
38:06che improvvisamente stabilisce un filo rosso
38:08con l'imprenditoria
38:10e con la malavita
38:12con la politica e con la malavita
38:14bene, se questo è Dell'Utri
38:16io credo che è un pessimo film
38:18che doveva durare soltanto qualche ora
38:20nelle sale di proiezione
38:22invece un pessimo processo
38:24almeno per la conclusione
38:26Qui non ci troviamo di fronte a un politico
38:28che entra in rapporto con la mafia
38:30ma ci troviamo in presenza di un soggetto
38:32eminentemente diciamo così economico
38:34che ha rapporti con l'organizzazione mafiosa
38:36e che poi
38:38svolge attività politica
38:40quindi
38:42l'ingresso in politica
38:44avviene ad un certo momento
38:46del percorso
38:48e secondo
38:50la postazione appunto della sentenza
38:52di primo grado
38:54il soggetto in questione
38:56l'imputato in questione
38:58rimane portatore
39:00degli interessi di Cosa Nostra
39:02prima fuori dalla politica
39:04nel mondo finanziario
39:06ed economico milanese e poi
39:08anche all'interno della politica
39:10ma è una conseguenza
39:12quindi abbiamo un maggiore
39:14rispetto al modello Lima è chiaro che abbiamo
39:16un maggiore livello di compenetrazione
39:18e che il rapporto con la mafia
39:20preesiste rispetto
39:22all'attività politica
39:24Attenzione però
39:26non dobbiamo dimenticarci di una cosa
39:28questa è una sentenza di primo grado
39:30per accertare definitivamente i fatti
39:32mancano ancora quella d'appello e quella di cassazione
39:42In ogni film dell'orrore ad un certo punto
39:44il protagonista si chiede
39:46se il suo vivendo sia reale
39:48o non sia piuttosto un sogno o meglio un incubo
39:50ecco, spetta la magistratura
39:52e i vari gradi di giudizio
39:54stabilire se tutto quello che è stato raccontato
39:56su Marcello Dell'Utri
39:58tranne i fatti già accertati naturalmente
40:00sia reale o non sia invece un sogno
40:02o meglio un incubo
40:04e quali responsabilità penali comporti
40:06quelle morali e politiche invece possono essere accertate
40:08dal buon senso di tutti
40:10sono stanco
40:12Pecchio?
40:14Stango!
40:16Non lo sopporto più stare in questa Italia
40:18C'è un uomo che si chiama Salvatore Cuffaro
40:20detto Totò
40:28Totò Cuffaro entra in politica
40:30nelle associazioni giovanili dell'ADC
40:32poi entra nel consiglio comunale di Palermo
40:34e poi nell'assemblea regionale siciliana
40:36non è ancora conosciuto da molti
40:38fuori Palermo
40:40e nel 1991 si scaglia
40:42contro Giovanni Falcone, Michele Santoro
40:44e Maurizio Costanzo
40:46che in una puntata speciale
40:48della trasmissione Samarkanda
40:50stanno parlando di mafia
40:52e li accusa di delegittimare
40:54la classe dirigente siciliana
40:56per aver messo sotto accusa
40:58l'onorevole Calogero Mannino
41:00C'è in atto una volgare aggressione
41:02alla classe dirigente migliore
41:04che abbia la democrazia cristiana in Sicilia
41:06Una volgare aggressione
41:08l'avete costruita sapientemente
41:10perché avete bisogno
41:12di delegittimare
41:14le persone migliori che abbiamo
41:16perché questa Sicilia vada sempre più in bondo
41:18perché quello di stasera
41:20il giornalismo mafioso che è stato fatto stasera
41:22fa più male
41:24alla Sicilia di 10 anni di delitti
41:26questo avete fatto stasera
41:28e non ve ne rendete conto
41:30se siete servi di qualcuno
41:32Totò Cuffaro è un allievo di Calogero Mannino
41:34esponente della democrazia cristiana
41:36deputato e più volte ministro
41:38processato per concorso
41:40in associazione mafiosa
41:42l'onorevole Mannino viene prima assolto
41:44poi condannato
41:46poi la Cassazione annulla tutto
41:48e richiede un altro processo
41:50che ancora deve concludersi
41:52Intanto la carriera politica
41:54di Totò Cuffaro va avanti
41:56diventa assessore regionale
41:58all'agricoltura e alle foreste
42:00per 5 mandati consecutivi
42:02prima con il centrodestra
42:05Nel luglio del 2001
42:07diventa presidente della regione siciliana
42:09con più di un milione di voti
42:11successo ripetuto la seconda volta nel 2006
42:13è un successo in gran parte personale
42:19Ha un soprannome Totò Cuffaro
42:21lo chiamano Totò Vasa Vasa, Baccia Baccia
42:23per l'abitudine che ha di baciare cordialmente
42:25tutti quelli che incontra
42:27ma non solo, dicono che sia in grado
42:29di ricordare il nome e anche quello della moglie
42:31e dei figli di più di un migliaio di persone
42:35Cuffarismo
42:51Il cuffarismo è un sistema di governo
42:53che mira ad un'autoriproduzione
42:55ad un'autoriproduzione allargata
42:57attraverso un'accumulazione di consenso
43:01Oggi in Sicilia la politica
43:03segue ogni siciliano
43:05dalla culla alla bara
43:07perfino per fare il capocondomino
43:09probabilmente c'è bisogno
43:11di una intermediazione politica
43:13Un obiettivo è quello
43:15di trasformare in affare
43:17ogni bisogno
43:19dalla sanità
43:21ai rifiuti
43:23dalla formazione ai trasporti
43:25Quando Cuffaro inizia a governare
43:27c'erano 16.000 impiegati
43:29alla regione
43:31Quando Cuffaro finisce di governare
43:33ce ne sono 21.000
43:35La cosa peculiare di questo aumento
43:37è che tutto questo è avvenuto
43:39senza che si svolgesse
43:41un concorso pubblico
43:43Tra le tante persone che Toto Cuffaro conosce
43:45ce ne sono alcune un po' particolari
43:47come Francesco Campanella
43:49col quale divide l'uso di un appartamento a Roma
43:51e al cui matrimonio va
43:53insieme a Clemente Mastella
43:55e ad altri esponenti politici
43:57Però Campanella è vicino alla mafia
43:59alla presenza di Bernardo Provenzano
44:01e diventa un collaboratore di giustizia
44:13Cuffaro nel frattempo
44:15diventa vice segretario nazionale dell'Udc
44:17Poi però succede qualcosa
44:19Toto Cuffaro entra in un'inchiesta
44:21della procura
44:23sui rapporti tra il clan mafioso di Brancaccio
44:25e alcuni esponenti della politica locale
44:27Nel settembre del 2005
44:29la procura chiede il rivio a giudizio di Toto Cuffaro
44:31per favoreggiamento aggravato alla mafia
44:33e rivelazione di atti
44:35coperti da secreto istruttorio
44:37Esco ancora più sereno
44:39perché ho avuto la conferma
44:41che non solo la mia coscienza
44:43era a posto, ma che anche il mio comportamento
44:45dai fatti
44:47che mi sono stati contestati
44:49rileva che è a posto
44:51Toto Cuffaro
44:53finisce sotto processo per due episodi
44:55Il primo
44:57c'è un uomo che si chiama Antonio Borzacchelli
44:59è un carabiniere, è un maresciallo del Ros
45:05Antonio Borzacchelli
45:07decide di candidarsi alle elezioni regionali
45:09in una lista d'appoggio a Toto Cuffaro
45:11che si candida
45:13allora come presidente per la prima volta
45:17Il maresciallo Borzacchelli
45:19parla della sua candidatura
45:21con un altro maresciallo del Ros
45:23Giorriolo
45:25e che gli dice di stare attento
45:27perché sono in corso intercettazioni
45:29in casa del boss mafioso
45:31del quartiere palermitano di Brancaccio
45:37Giuseppe Guttadauro, così si chiama il boss di Brancaccio
45:39nelle intercettazioni parla
45:41con un altro amico di Toto Cuffaro
45:43Domenico Miceli
45:45allora Borzacchelli lo racconta a Cuffaro
45:47che lo racconta a Miceli
45:49che lo racconta ad un amico del boss Guttadauro
45:51per cercare la cimice, la trova e la smonta
45:57Secondo la procura
45:59a provare questo ci sarebbero le ammissioni
46:01del maresciallo Riolo
46:03dell'amico del boss Guttadauro
46:05i tabulati delle telefonate
46:07tra Cuffaro, Riolo e Borzacchelli
46:09e poi anche alcune intercettazioni
46:13che nello studio del boss Guttadauro
46:15c'erano altre microspie
46:17che lo hanno intercettato
46:19Guttadauro veniva informato dall'amico
46:21Aidu Toto Ciudisse
46:23a lui gliel'ha detto Toto
46:25così almeno ritengono di aver sentito
46:27i periti dell'accusa
46:31Poi lo hanno registrato
46:33mentre trovava e smontava la cimice
46:35e mentre la moglie commentava il ritrovamento
46:37ragioni a via Toto
46:39aveva ragione Toto
46:41questo naturalmente
46:43secondo i periti dell'accusa
46:45per la difesa le cose sono andate
46:47la moglie del Guttadauro
46:49pronuncia la seguente frase
46:51allora vero è
46:53aveva ragione Toto Cuffaro
46:55evidentemente aveva ragione Cuffaro
46:57per il fatto che c'erano le microspie
46:59in quella casa
47:01ma questa frase, ripetiamo, processualmente
47:03è anche sostanzialmente
47:05inesistente
47:07chiunque ascolti quelle intercettazioni
47:09sente a occhi nudi che non c'è nessuna frase
47:11e meno che mai una frase così interpretabile
47:13così leggibile
47:15Cuffaro ha sempre negato di avere fornito
47:17notizie riservate a chi che sia
47:19meno che mai a Guttadauro
47:21per il semplice fatto che lui non era
47:23in possesso di notizie riservate
47:25quella frase
47:27aveva ragione
47:29Toto Cuffaro
47:31una frase che per la verità
47:33è esclusa
47:35dalla stessa perizia redatta dai periti
47:37incaricati al tribunale di Parermo
47:39è una frase che non può avere
47:41una consistenza processuale
47:43appunto perché è esclusa
47:45da una perizia
47:47una frase che non si sente
47:49e che i periti non sentono
47:51e stiamo parlando di periti
47:53di un livello altissimo
47:55perché stiamo parlando di periti
47:57individuabili nelle persone che dirigono
47:59la polizia scientifica di Roma
48:01secondo episodio
48:03ottobre 2003
48:05Toto Cuffaro è già presidente della regione
48:07c'è un uomo che si chiama Michele Aiello
48:09L'ingegnere Aiello
48:11è uno dei più importanti imprenditori siciliani
48:13attivo nel settore delle costruzioni
48:15e in quello della sanità
48:17essendo proprietario di cliniche
48:19e servizi convenzionati
48:21con la sanità pubblica della regione
48:27Michele Aiello però
48:29è anche sotto inchiesta
48:31perché è indicato come soggetto
48:33nella disponibilità di Cosa Nostra
48:35soprattutto di Bernardo Provenzano
48:39L'ingegnere Aiello
48:45L'ingegnere Aiello viene arrestato
48:47nel novembre del 2003
48:49prima che questo avvenga
48:51Toto Cuffaro parla con un uomo di fiducia
48:53dell'ingegnere
48:55discutono dei rimborsi tarifari
48:57delle cliniche di Aiello
48:59e poi Toto Cuffaro lo avverte
49:01che c'è un'indagine su di lui
49:03e che è sotto intercettazione
49:05questo naturalmente secondo la procura
49:07che Cuffaro Salvatore è stato un'altra
49:09delle fonti di informazioni riservate
49:11che ha favorito l'Aiello
49:13e i suoi più vicini adepti Riolo e Ciuro
49:15e l'organizzazione mafiosa
49:17in particolar modo la famiglia mafiosa di Brancaccio
49:19attraverso le informazioni
49:21dallo stesso fornite a Guttadauro Giuseppe
49:23capo di quella famiglia
49:25per il tramite o con l'ausilio
49:27di Vincenzo Domenico, Borzacchelli Antonio
49:29e Ragona Salvatore
49:31tutti imputati in processi
49:33attualmente in corso davanti ad altri giudici
49:35di questo tribunale
49:37ostacolando sotto questo secondo profilo
49:39un'indagine che stava ricostruendo
49:41organigramme e dinamiche relative
49:43non solo alla famiglia mafiosa di Brancaccio
49:45ma più in generale all'intera organizzazione
49:47cosa nostra. Come prova
49:49la procura porta i tabulati telefonici
49:51le intercettazioni e il fatto
49:53che alcuni degli accusati abbiano cambiato
49:55telefono tutti nei giorni successivi
49:57L'episodio contestato a Cuffaro
49:59che si riferisce a Michela Aiello
50:01è datato in un momento storico
50:03in cui neanche l'ombra del sospetto
50:05sfiorava Michela Aiello
50:07che era considerato invece una persona
50:09degna della massima considerazione
50:11il primo contribuente siciliano
50:13un imprenditore all'avanguardia
50:15nella storia economica della Sicilia
50:17neanche l'ombra del sospetto su questa persona
50:19come è stato anche accertato
50:21in sede giudiziaria
50:23L'ingegnera Aiello e Totò Cuffaro
50:25invece si incontrano effettivamente
50:27di persona in un negozio di abbigliamento
50:29maschile di Palermo. Di che cosa parlano?
50:31E' l'ingegnera Aiello a raccontarlo
50:33parlano dei rimborsi
50:35delle cliniche dell'ingegnere
50:37e poi, lo dice l'ingegnere Aiello
50:39e lo sostiene la procura, parlano anche
50:41delle intercettazioni e delle indagini
50:43Cuffaro si è incontrato
50:45effettivamente non nell'elettrobottega
50:47ma nella bottega
50:49cita in bagheria per incontrare
50:51Aiello. Un errore
50:53lo ha definito Cuffaro, avrebbe
50:55tranquillamente potuto incontrarlo a casa sua
50:57o anche all'assemblea regionale
50:59ma si è incontrato in quella bottega
51:01non per parlare di notizie segrete
51:03o riservate e neanche
51:05per concordare tariffari
51:07medici, ma si è incontrato in quella
51:09bottega per chiedere
51:11al suo amico Aiello
51:13di accettare
51:15l'ipotesi di un tariffario
51:17che veniva considerato
51:19sfavorevole per Aiello
51:21e che minacciava, se passava
51:23quel tariffario, di chiudere la sua
51:25clinica e di non fornire più l'assistenza
51:27qualificata che forniva. Cuffaro voleva
51:29evitare questo problema politico
51:31che si chiudesse quella clinica
51:33e invitava il suo amico Aiello
51:35ad accettare quel tariffario che
51:37non andava incontro all'aspettativa
51:39e alla volontà dell'Aiello stesso.
51:41Il 18 gennaio del 2008
51:43dopo le richieste dei pubblici ministeri
51:45Pignatone, Prestipino e De Lucia
51:47la terza sezione del Tribunale di Palermo
51:49presieduta dal giudice Vito Alcamo
51:51condanna Totò Cuffaro
51:53a 5 anni di reclusione
51:55per favoreggiamento.
51:59Allora, in nome del popolo italiano
52:03condanna
52:05Aiello Michele alla pena di anni 14
52:07di reclusione
52:09Riolo Giorgio alla pena di anni 7
52:11di reclusione. Cuffaro Salvatore
52:13alla pena di anni 5 di reclusione.
52:15Dichiara Aiello Michele,
52:17Riolo Giorgio e Cuffaro Salvatore
52:19interdetti in perpetuo dai pubblici uffici.
52:21La procura della Repubblica aveva
52:23risposto 8 anni per favoreggiamento
52:25aggravato, ma il Tribunale ha ritenuto
52:27che non ci fosse la prova della volontà
52:29da parte di Totò Cuffaro
52:31di favorire direttamente e consapevolmente
52:33Cosa Nostra.
52:35La differenza tra i due aggravanti è notevolissima
52:37per il nostro ordinamento giuridico.
52:39Residua per i giudici la cosiddetta
52:41aggravante oggettiva.
52:43Cuffaro non ha favorito l'intera
52:45struttura, l'intera associazione Cosa Nostra
52:47ma ha favorito
52:49alcuni soggetti che erano
52:51forse ad insaputa
52:53dello stesso Cuffaro
52:55indagati o sospettati di appartenere
52:57a Cosa Nostra. Una aggravante cosiddetta
52:59oggettiva che esclude
53:01in Cuffaro qualsiasi volontà
53:03di aiutare il mafioso
53:05o la macchia in quanto tale.
53:07Aiutato forse qualche persona
53:09che poi si è
53:11trovata indagata o
53:13accusata di appartenere a Cosa Nostra.
53:15Secondo le 1700 pagine della sentenza
53:17esiste la prova che
53:19il presidente della regione siciliana
53:21Totò Cuffaro sia la fonte della
53:23fuga di notizie sulle indagini,
53:25abbia mentito per nascondere le proprie
53:27responsabilità e abbia cercato
53:29di interferire con l'inchiesta in corso.
53:31Sapevo
53:33di non aver mai favorito la mafia.
53:35La corte,
53:37la giuria che ha fatto la
53:39sentenza riconoscendo
53:41che non ho mai favorito
53:43la mafia, che non sono colluso con la mafia
53:45mi ha certamente
53:47dato un grande
53:49conforto. Che abbia agito insomma
53:51per favorire alcune persone, ma singolarmente
53:53amici o anche sodali
53:55nella realizzazione di un progetto
53:57criminoso, ma senza avere la
53:59consapevolezza di aiutare direttamente
54:01Cosa Nostra. Aiutare Miceli
54:03senza pensare che avrebbe parlato col
54:05boss Cuttadauro. O aiutare
54:07l'ingegnere Aiello, di cui il tribunale
54:09non ammette lo spessore mafioso
54:11ipotizzato dalla procura.
54:17Un aiuto agli amici
54:19quindi, indirettamente arrivato
54:21agli amici degli amici.
54:23Col cuffarismo il rapporto con la
54:25mafia
54:27non è un rapporto di tipo
54:29istituzionale, non è un rapporto di tipo
54:31strutturale. È un rapporto
54:33come dicevo prima liquido.
54:35Si realizza attraverso dei contatti
54:37che durano un breve
54:39spazio di tempo. Si realizza
54:41attraverso dei soggetti che
54:43non sono necessariamente organici
54:45alla politica né alla mafia.
54:47Si realizza su affari che possono
54:49trovare anche un tempo di conclusione
54:51molto rapido.
54:53Attenzione però, ricordiamocelo sempre.
54:55Anche qui, anche per Totò Cuffaro
54:57siamo soltanto al primo grado di giudizio.
54:59Mancano ancora due gradi
55:01di giudizio per poter fare delle affermazioni
55:03certe, almeno dal punto di vista
55:05giudiziario. Quello morale
55:07e quello politico resta comunque,
55:09come sempre, affidato al buon senso di tutti.
55:15Nel frattempo,
55:17Totò Cuffaro si è dimesso da
55:19presidente della regione siciliana
55:21ed è stato eletto senatore
55:23nelle liste dell'Udc.
55:25Cuffaro ha sempre negato di avere commesso
55:27questi reati e continua a negarlo
55:29con decisione e con forza
55:31e per questo faremo l'appello.
55:33Certo, così come prospettati dall'accusa,
55:35sono fatti che sicuramente hanno
55:37un rilievo penale rilevante.
55:39Sicuramente una loro oggettiva
55:41gravità si è provata.
55:43Ma, ripeto, Cuffaro ha costantemente,
55:45tenacemente e con forza affermato
55:47di non avere commesso nessuno
55:49di questi reati.
55:51La mafia che fa politica,
55:53il mostro mutante, ha assunto tanti aspetti
55:55e non solo è riuscito a resistere a tutto
55:57ma è diventato così forte
55:59che sembra invincibile.
56:01Se la mafia è dappertutto,
56:03se è diventata una cosa normale,
56:05se è diventata parte integrante
56:07della vita e della politica,
56:09allora ha vinto.
56:11Come ho detto, che in ogni film dell'orrore
56:13ad un certo punto c'è un momento
56:15in cui il protagonista si pone una domanda
56:17che è sempre la stessa
56:19e adesso come me la cavo?
56:21Se il protagonista si ferma e si arrende,
56:23il mostro lo divora e ha vinto lui.
56:25Ma se il protagonista continua a resistere,
56:27a lottare e a darsi da fare,
56:29allora forse se la cava
56:31e forse riesce a sconfiggere il mostro,
56:33qualunque sia l'aspetto che ha assunto adesso.
56:41Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org
57:11Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org
57:41Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org
58:11Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org

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