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10:01E infatti protezione è un altro dei nomi del sistema assassino,
10:04ma neanche così lo chiama chi lo esercita.
10:06Quando si riferiscono al loro sistema,
10:08quando chiedono i soldi per il racket della protezione,
10:11i mafiosi non dicono così.
10:13La mia disavventura con il pizzo inizia circa 20 anni fa,
10:17quando ho accompagnato quel giorno di venerdì
10:20mio padre a pagare un pizzo di 50 milioni.
10:25Mio padre decide di portare me a pagare questo pizzo
10:29in quanto disabile per dargli un aiuto
10:32e in quanto il figlio più piccolo,
10:35così magari gli potremmo fare un po' di tenerezza
10:39per far sì che ci vogliono far risparmiare qualcosa
10:42sull'ammontare che era 50 milioni.
10:45Mio padre gli riferisce che non aveva tutta la somma con sé,
10:48ma aveva solo 30 milioni.
10:50Loro con modi molto brutali lo buttano fuori,
10:56automaticamente anche a me,
10:58e dicono che i 30 milioni non bastano,
11:00ma se volevamo continuare la nostra attività
11:02gli dovevamo buttare i 50 milioni.
11:04I mafiosi, quelli di Cosa Nostra, dell'Andrangheta e della Camorra,
11:08quelli di tutte le organizzazioni mafiose
11:10che agiscono su tutta l'Italia,
11:12quando dicono quello che fanno quando chiedono i soldi,
11:15dicono un'altra cosa, dicono mettersi a posto.
11:19Vabbè, ecco, adesso contento che c'è.
11:29C'è il senso di farlo giusto, visto tutti i pene che ci sono.
11:32Io mi avanzo, mi prendo un impegno,
11:37mi prendo un impegno peggiore,
11:39e taglio il cuore, il cuore,
11:41per un impegno bellissimo.
11:43Basta.
11:45Mettersi a posto.
11:47È importante questa frase.
11:49Sono importanti le parole in questa storia,
11:51sono simboli, sono segnali che indirizzano
11:53anche inconsciamente, anche istintivamente il comportamento.
12:04Perché dire che quando uno dà i soldi alla mafia si mette a posto
12:07vuol dire che prima a posto non era.
12:09Vuol dire che adesso quando paga il pizzo è regolare,
12:12prima era irregolare.
12:15La mia esperienza in Sicilia, che parte dal 77-78,
12:23si pagava, la richiesta era maggiore,
12:26ma poi si riusciva a pagare tra l'uno e mezzo per cento,
12:29massimo il due, in casi rari.
12:32Alcune volte si riusciva pure a non pagare.
12:36In Calabria ho pagato, sono andato nel 91-92,
12:43la richiesta è stata molto più alta,
12:47credo che ho pagato, per fortuna era un piccolo appalto,
12:50ho pagato il 10%.
12:53Che uno si mette a posto si dice quando paga le tasse
12:56che prima illegalmente non aveva pagato.
12:58Perché le tasse si pagano,
13:00sono richieste legittimamente dallo Stato
13:02per produrre servizi ai cittadini
13:04e se questo a volte non succeda o succeda male
13:06è un altro discorso.
13:13Ma mettersi a posto con la mafia
13:15significa riconoscere che lo Stato che controlla il territorio
13:18ed esige le tasse è quello, è la mafia
13:20e è con lei che il cittadino deve mettersi a posto,
13:23regolarizzarsi.
13:27Sembra un paradosso, ma è così che succede.
13:30Mettersi a posto, quindi.
13:32Attenzione però, perché sono importanti le parole
13:34in questa guerra che stiamo raccontando
13:36e sono importanti i simboli,
13:38ma soprattutto sono importanti le storie.
13:52Per esempio, la storia di Libero Grassi.
13:55Mio marito l'ho conosciuto quando io ero ragazzina
14:00perché era il fidanzatino di un'amica di mia sorella
14:04che è di due anni più grande di me.
14:07Mi faceva molta antipatia perché era un bel ragazzo,
14:09si dava un sacco di aria.
14:13Poi dopo così ci siamo incontrati
14:15quando io ero già adulta e lui più adulto
14:19a casa di amici comuni.
14:22E allora invece non mi ha più fatto antipatia,
14:25anzi mi ha colpito molto favorevolmente.
14:29E così è cominciata la nostra storia.
14:32Libero Grassi è l'autore della seconda lettera
14:34che ci serve per raccontare questa guerra
14:36contro il sistema assassino.
14:38Ma prima di arrivare a quella lettera
14:40dobbiamo conoscerla bene, la storia di Libero Grassi.
14:43Per esempio Libero, antimilitarista,
14:46ha cercato durante la guerra di essere...
14:50ha fatto di tutto per non essere richiamato da nessuno.
14:53Cioè tutti lo richiamavano.
14:55Lui è andato in un convento a Roma, a Santa Maria della Vinerva.
14:58Libero giocava a pallacanestro.
15:01Avevano una squadra che nei tempi di guerra
15:05appunto c'era poco scambio, comunque erano in serie A.
15:08E quindi questo è un pochettino per dare il quadro
15:12di questo giovane uomo pensatore
15:16con la propensione per l'imprenditoria.
15:20Non è un caso se Libero Grassi si chiama proprio così, Libero.
15:23Viene da una famiglia che ha sempre avuto fortissimo
15:26un senso della libertà e dell'onore, ma quello della gente per bene
15:29che non si piega davanti a niente, né alla dittatura dello Stato
15:32quando non è democratico, né a quella dell'antistato
15:35quando è la mafia.
15:37In tutto questo c'era nel sottofondo questa nostra grande solidarietà.
15:43Proprio di fondo, inespressa.
15:46Proprio una solidarietà dovuta alla nostra educazione di fondo.
15:53Libero va bene, perché Libero diceva che il suo nome era un aggettivo
15:58ma non era un nome, ma un aggettivo.
16:01La famiglia di Libero Grassi è una famiglia di imprenditori di Catania.
16:05Lui studia, va a vivere per un certo periodo al nord
16:08e poi, negli anni Cinquanta, torna in Sicilia.
16:24Perché non tornare?
16:26La Sicilia è bellissima, per ogni siciliano che la ama
16:29è quel paradiso che abbiamo già descritto
16:31e non si può non tornarci, non desiderare di tornarci.
16:41Così lui torna, si stabilisce a Palermo e apre uno stabilimento tessile
16:45che si chiama Mima, Manifattura, Maglieria e Affini
16:48che produce biancheria intima e arriva ad occupare fino a 250 operai.
16:55Libero Grassi è un imprenditore intraprendente
16:57che con le mani in mano non ci sa stare.
16:59Per un po' dirige l'azienda del gas
17:01poi apre un'altra attività, la Solange Impiantistica
17:04che si occupa di energia solare.
17:06A volte le cose gli vanno male, a volte bene, a volte benissimo
17:09come per la Sigma, l'azienda di famiglia di biancheria intima
17:12che arriva a fatturare, alla fine degli anni Settanta, 7 miliardi.
17:17Forse la prosperità dell'azienda, i mafiosi cominciavano a mandare gente
17:24così per indagare, vedere un pochino.
17:27C'erano quelli che facevano finta di essere ispettori sanitari
17:31si presentavano lì con la scusa per entrare, per capire un po' come funzionava la cosa
17:36e poi poco a poco cominciavano a fare le richieste.
17:40C'è un episodio che tra l'incosciente e divertente
17:45che una volta mi telefonarono a casa
17:47io ero a casa, avevo appena messo sul fuoco la padella per friggere le patatine
17:52e dall'altra parte del telefono mi dice
17:55«Senta, ce va a dire a suo marito!»
17:58con questa voce tipica, diciamo, da gente del popolo
18:02al che io senza manco farlo finire di parlare gli ho detto
18:06«Senta, non mi stia a rompere la scatola»
18:08e gli ho chiuso il telefono.
18:10Quando poi loro ho cantato il libro, gli ho detto
18:12«è stato un po' imprudente, però se lo meritava».
18:14Poi succede qualcosa.
18:16Che tipo di richieste ha avuto?
18:1950 milioni di pronte consegne.
18:23Da parte di chi? Come si sono denunciati?
18:26Geometra Anzalone.
18:27Il signor Libero riceve una telefonata minatoria
18:30deve pagare, deve mettersi a posto.
18:37A chiamare è un signore che si presenta come geometra Anzalone
18:40ma non è vero.
18:42Il geometra Anzalone non esiste.
18:44Chi sta chiamando è Cosa Nostra.
18:47C'è bisogno di soldi.
18:48Ci sono i poveri amici che sono carcerati,
18:50dice il geometra Anzalone.
18:52Ci sono i picciotti che sono finiti all'uccerdone.
18:55C'è bisogno di soldi e l'azienda di Libero Grassi deve pagare.
18:58Se no, lo ammazzano.
19:00Danno fuoco al suo magazzino.
19:02Uccidono suo figlio.
19:05Tutto molto semplice e molto diretto.
19:07Ma lui è Libero Grassi, è libero
19:10e a pagare non ci pensa neanche.
19:12Fa un'altra cosa.
19:13Denuncia.
19:14Denuncia il fatto alla polizia.
19:16Lo stufo di tutti questi avanzi.
19:20Andò proprio al commissario di attrezzone e disse
19:22guardate, io vi do le chiavi della mia fabbrica.
19:24Così venite a aprire voi, venite a chiudere voi.
19:27Io lavoro, devo lavorare, non posso perdere tempo con questa gente.
19:32E così fece.
19:33Per cui quando loro videro che davanti alla fabbrica
19:37c'era la polizia che andava a venire
19:40un pochettino si tirarono indietro.
19:44Le cose naturalmente non finiscono lì.
19:46Siamo alla fine degli anni Ottanta
19:48e anche se Cosa Nostra non è mai stata soltanto una banda di briganti
19:52forse alla fine dell'Ottocento
19:54un imprenditore deciso come Pete Whittaker
19:56poteva permettersi di dire di no
19:58senza che gli succedesse nulla.
20:00Ma adesso le cose sono cambiate.
20:02Cosa Nostra è diversa, è molto più potente.
20:04È la mafia prima di Stefano Bontade
20:06e poi dei Corleonesi di Totò Riina.
20:08Come si fa a dirle di no?
20:10La sua decisione di non cedere, da cosa deriva?
20:14È inutile cedere perché seguono ulteriori e maggiori richieste.
20:18Lei non ha paura?
20:22Mi sembra inutile avere paura.
20:24Cosa chiede alla società, alle forze dell'ordine, alle istituzioni, alla gente?
20:30Ma io credo che tutti si debbano comportare
20:34in maniera, appunto, perché il fenomeno dell'estorsione
20:37è diventato, se devi dire, a carattere popolare
20:39e trova mercato facile,
20:41io sono un mercante che questo mercato in ogni caso si restringe.
20:45Ritiene di essere particolarmente coraggioso?
20:48No.
20:49Prima Cosa Nostra se la prende con il cane
20:51che fa la guardia allo stabilimento di Libero Grassi.
20:54Lo prende e lo fa ritrovare davanti alla fabbrica in fin di vita.
20:57Poi se la prende con indipendenti, anche se indirettamente.
21:05Due uomini entrano nello stabilimento a volto scoperto
21:08e si fanno consegnare le buste paga dei dipendenti.
21:13E naturalmente il geometra Anzalone continua a telefonare.
21:26Ma Libero è libero e non ci sta.
21:28E allora fa una cosa molto particolare.
21:30Scrive una lettera.
21:32L'indirizzo sulla busta è quello del giornale di Sicilia,
21:34ma è solo per farla pubblicare,
21:36perché la lettera è indirizzata a chi telefona per chiedere i soldi,
21:39all'estortore.
21:41E infatti proprio così comincia la lettera di Libero Grassi,
21:44giornale di Sicilia, 10 gennaio 1991,
21:47caro estortore.
21:56Volevo avvertire il nostro ignoto estortore
21:58di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso
22:01e le spese per l'acquisto di mice, bombe e proiettili,
22:05in quanto non siamo disponibili a dare contributi
22:08e ci siamo messi sotto la protezione della polizia.
22:14Ho costruito questa fabbrica con le mie mani,
22:16lavoro da una vita e non intendo chiudere.
22:22Nella sua lettera, Libero Grassi dice con molta serenità
22:25e molta decisione alcune cose molto semplici.
22:28Volevo avvertire il nostro ignoto estortore
22:30che non siamo disponibili a dare contributi.
22:33Molto semplice.
22:35Perché se loro pagheranno i 50 milioni che gli vengono chiesti,
22:38poi i mafiosi ne chiederanno ancora
22:40e saranno costretti a chiudere la fabbrica.
22:42Molto semplice anche questo.
22:44Se la fabbrica chiude, i 100 dipendenti,
22:4610 donne e 90 uomini perderanno il lavoro.
22:49Molto semplice e molto giusto anche questo.
22:52Una lettera molto semplice, così lo dice il caro estortore.
22:56Ti suggerisco di non fare spacer di mortaretti, bombe e cose varie
23:03perché tanto non conclude niente.
23:06Era una lettera così molto discorsiva.
23:09La lettera di Libero Grassi è la seconda lettera
23:11che ci serve per raccontare la nostra storia.
23:13È diversa da quella di Pip Whittaker
23:15perché il giovane Whittaker si era semplicemente opposto alla mafia
23:18ma senza denunciare, dicendo soltanto non pago
23:21e dicendolo direttamente ai mafiosi.
23:23Libero Grassi invece denuncia e denuncia pubblicamente.
23:31Riesce a far arrestare il geometro Anzalone, che è due persone,
23:34Antonio e Gaetano Abitabile, fratelli gemelli,
23:37mafiosi della famiglia della zona dei Colli di Palermo.
23:46Naturalmente lo mettono sotto scorta, ma lui la rifiuta.
23:49Non la vuole la scorta, vuole un'altra cosa.
23:51Vuole la sicurezza di poter fare il proprio lavoro
23:53che deve offrire lo Stato.
23:55E infatti fa fare quattro copie delle chiavi della sua azienda
23:58e le consegna alla polizia.
24:00Alla polizia la sicurezza dell'azienda, non alla mafia.
24:03A Gela paga il 90% dei cittadini.
24:05A Gela paga il 90% dei cittadini?
24:08Ebbene, io non mi piace pagare
24:11perché la rinunzio è una rinunzio alla mia dignità di imprenditore.
24:16Io divido le mie scelte con il mafioso.
24:21Questo è il vero fatto.
24:23Non è che io non abbia avuto avvicinamenti.
24:25La prima istruzione è sempre un'istruzione di avvicinamento.
24:29Il famoso zio Stefano che mi telefonava.
24:32Il buon amico?
24:33Il buon amico.
24:34Mi offriva questo, la protezione, i tuoi affari miglioreranno.
24:37In fondo non faceva molta pressione per avere subito i soldi.
24:40Posso entrare in società?
24:42Sì, no, no, no.
24:44Quello non è arrivato.
24:46Perché lei non ha pagato nemmeno la tangente.
24:50Non pago, esatto.
24:52Preferisco stare nei miei affari.
24:54E se ho fatto questa azione, un pochettino,
24:58è perché credo soprattutto ai mass media.
25:01Libero Grassi diventa subito il simbolo della lotta
25:04al sistema assassino del racket.
25:06Finisce sui giornali e va in televisione.
25:08E se le cose fossero andate come dovrebbero andare,
25:10a quest'ora il racket delle istruzioni non ci sarebbe più
25:13e noi non saremo qui a parlarne così.
25:15Ma i tempi non sono ancora maturi.
25:20Il 30 agosto 1991 il Corriere della Sera
25:23pubblica un'altra lettera di Libero Grassi
25:25che racconta la propria storia.
25:31Anche questa è una lettera serena e decisa,
25:33ma con qualche punta di amarezza.
25:35Perché il Presidente dell'Associazione Industriali
25:37ha detto che le denunce di Libero Grassi
25:39hanno sollevato un gran polverone, una tammuriata,
25:42hanno fatto troppo chiasso, insomma.
25:44O perché un giudice istruttore di Catania
25:46ha assolto alcuni imprenditori
25:48accusati di aver favorito e pagato la mafia,
25:50con la motivazione che, visto che la realtà è quello che è,
25:53non potevano fare altro per evitare guai maggiori.
25:55Non ha letto il direttore dell'Associazione Industriali,
25:59un uomo potente, ricco, colto e professore dell'università.
26:03Ha detto questo riguardo le istruzioni
26:08rappresentano un dettaglio
26:10che probabilmente interessa meno l'industria.
26:14E in questo senso è stata meraviglia,
26:16praticamente paura,
26:18che siano stati notati avvicinamenti.
26:20Questo lo dice il direttore dell'Associazione Industriali.
26:23Sono sempre molto semplici le parole di Libero Grassi.
26:26Un giorno dice un'altra cosa, anche quella molto semplice.
26:29Se tutti collaborassero, se tutti denunciassero,
26:32il racket avrebbe vita breve.
26:34E fa anche un conto da imprenditore,
26:36da uomo d'affari, da persona per bene.
26:38Dal momento che lui, con le sue denunce,
26:40ha mandato in galera otto mafiosi,
26:42se duecento imprenditori denunciassero,
26:44milleseicento mafiosi finirebbero in manette.
26:51Ma i tempi non sono ancora maturi.
26:53La lettera viene pubblicata sul Corriere della Sera
26:56il 30 agosto 1991.
26:58Il giorno prima, il 29 agosto,
27:00sotto casa sua in Via del Fante a Palermo,
27:03Libero Grassi è già stato ammazzato.
27:06È successo che intanto...
27:10Dunque mia figlia era in Spagna
27:13col suo recentissimo marito.
27:15Infatti Alice è stata rintracciata all'Interpol.
27:20E questa è una cosa molto...
27:23che a me mi è rimasta sempre molto...
27:25mi ha colpito molto.
27:27Che dice che appunto è arrivata qui,
27:29ha trovato il...
27:31è ucciso in questa maniera.
27:35E lei e il suo marito dissero che...
27:37Alice ha detto, cioè, questa è una città
27:39che non merita bambini.
28:01Il nostro funerale è stato laico.
28:03C'eravamo noi quattro.
28:05Cioè io con i miei figli relativi,
28:07compagni e compagne.
28:08E dietro c'erano tutte le mie stranze di fabbrica.
28:11E poi dietro c'erano le cosiddette
28:13delle persone che sono andate a saltare.
28:15Poi ci sono andate un po' di persone
28:17e poi c'erano delle persone
28:19che sono andate a saltare.
28:21E poi c'erano delle persone
28:23che sono andate a saltare.
28:25E l'ultima cosa che abbiamo fatto
28:27è che siamo andati a saltare
28:29E poi dietro c'erano le cosiddette persone importanti, lì a me non me ne importava niente.
28:51La prima cosa che ho pensato, con lo sciocco, ho pensato
28:55e ora che faccio? Perché era chiaro che qualche cosa andava fatta.
29:00Io non lo so, è stato questo pensiero che poi dopo, non lo so perché,
29:04che poi dopo tempo mi sono decisa a non fare passare sotto silenzio
29:14o a non inciudermi appunto nel dolore, nell'arrabbia,
29:19perché il sentimento maggiore che ho provato è stata l'arrabbia,
29:23un'arrabbia infinita.
29:54I metodi sono sempre gli stessi,
29:56una serie di intimidazioni che sembrano soltanto atti vandalici.
30:06Uno arriva al lavoro la mattina davanti al negozio,
30:09infila la chiave nella serratura della sara cinesca ma la chiave non entra. Perché?
30:14Perché qualcuno ha versato nella serratura della colla liquida, dell'Attac.
30:18In un altro paese, in un'altra nazione, uno se la prenderebbe soltanto con i ragazzini
30:23che non hanno nient'altro da fare per passare il tempo.
30:25Ma lì no, a Palermo, in Sicilia e tutto il resto dell'Italia
30:29questo significa una cosa ben precisa.
30:31Dopo un po' arriva una telefonata. Bisogna mettersi a posto.
30:34Il commerciante apre il negozio, gli arriva una richiesta per 50.000 euro.
30:38Davanti a una richiesta del genere il commerciante non sa cosa fare, dovrebbe solo chiudere.
30:42Si guarda intorno e sa che in quel quartiere c'è il soggetto che anche se non è direttamente mafioso
30:48è legato alla mafia.
30:49Il commerciante non sa cosa fare, dovrebbe solo chiudere.
30:52Si guarda intorno e sa che in quel quartiere c'è il soggetto che anche se non è direttamente mafioso
30:57è legato alla mafia.
30:58Il soggetto gli si presenta e gli propone aiuto e inizia una mediazione che in realtà è finta
31:04perché la mafia sa dall'inizio che non vorrà 50.000 euro da quel commerciante
31:08ma l'intermediatore si presenterà a un certo punto dicendo
31:11ti ho risolto il problema, pagherai 5.000 euro subito,
31:14pagherai poi una rata mensile di 1.000, 1.500 euro a seconda le tue possibilità.
31:20Nel racconto di questa guerra, lo abbiamo detto, le parole sono importanti.
31:23Nel racconto di questa guerra, lo abbiamo detto, le parole sono importanti, sono importanti
31:28anche le cifre, quelle dei soldi per esempio o i dati statistici, ma soprattutto sono importanti
31:40le storie. Ecco, la storia del signor Conticello e della sua antica focacceria è una storia
31:45emblematica e molto importante. Sono Vincenzo Conticello e insieme a mio fratello
31:50Fabio siamo la quinta generazione della stessa famiglia che gestisce l'antica focacceria San
31:58Francesco, azienda che dal 1834 è nel cuore del centro storico di Palermo e che in qualche
32:07modo è sempre stata nota per la cucina più tradizionale e popolare siciliana. L'antica
32:14focacceria del signor Conticello sta in piazza San Francesco, davanti alla facciata di una
32:18chiesa antica, nel cuore del quartiere della Calza e quindi nel cuore stesso di Palermo.
32:29Il prospetto del negozio lo ha disegnato l'architetto Basile, padre del Liberty
32:33italiano e sul bancone di Ghisa c'è la scritta 1834, anno dell'inaugurazione.
32:41Ci andavano personaggi come lo scrittore Luigi Pirandello o il presidente del consiglio Francesco
32:46Crispi e la leggenda vuole che durante la battaglia di Palermo nel Risorgimento ci sia
32:50andato anche Giuseppe Garibaldi, insomma un pezzo di storia di Palermo e del quartiere Calza.
33:05Alla Calza però non ci sta soltanto la gente per bene, le famiglie in cui sono nate e cresciute
33:10persone come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che sono di quei quartieri e tanti altri cittadini
33:15onesti.
33:21Alla Calza ci stanno anche altre famiglie, quelle mafiose che controllano la zona, come
33:25gli Spadaro, famiglie potenti, Don Masino Spadaro, boss del contrabbando prima e poi
33:31della droga, a Giovanni Falcone che lo interrogava in carcere diceva io sono la Fiat di Palermo.
33:36Ecco, alla Calza non ci sono soltanto le persone per bene e l'antica focacceria del
33:47signor Conticello, c'è anche la mafia.
33:49Nel 90 accade un fatto, riceviamo una telefonata anonima con una richiesta di 50 milioni e
33:59qualche giorno dopo troviamo della colla, dell'attac sui lucchetti della nostra azienda,
34:07ma bastò semplicemente che mio fratello allora facesse una chiara denuncia alla polizia e
34:13quindi in maniera chiara e plateale arrivò la polizia, i vigili del fuoco e tutti videro
34:21che questa era stata la nostra reazione perché da quel momento in poi nessuno continuò a
34:26fare più chiamate né altro.
34:29Prima non c'erano guai, negli anni 70, anni in cui a Palermo certa buona borghesia considerava
34:35un onore andare a caccia a Ciaculli nella tenuta dei Greco, la famiglia mafiosa dei Greco,
34:40quella di Michele Greco, il cosiddetto Papa della mafia, in quegli anni anche i boss della
34:44zona erano clienti della focacceria.
34:46Ma con la mafia non si può convivere, neanche con la borghesia mafiosa, quella che sembra
35:02rispettabile e frequenta i migliori salotti, se vuoi mantenere la libertà, la dignità
35:07e l'onore, prima o poi i guai arrivano.
35:16Il signor Conticello, come tutta Palermo, è costretto a impararlo presto.
35:28Arrivano i segnali, atti di vandalismo sulle auto dei clienti che così sono costretti
35:33a cambiare locale, fornitori che non vengono più o alzano i prezzi, personale che si ammala
35:38all'improvviso o si dimette per le ragioni più strane.
35:41Giovanni, così mi disse di chiamarsi l'uomo che avevo di fronte il 25 novembre del 2005
35:48e che per me impersonava la mafia, mi disse che questo mi avrebbe risolto tutti i miei
35:57problemi e che quindi io avrei dovuto pagare.
36:00Io in quel momento dissi, ma lei mi sta chiedendo il pizzo, lui rimase un attimo interdetto
36:08e mi disse, no io quale pizzo, io le sto dando un aiuto, le do un'opportunità di aiuto.
36:14Al mio no secco, perché io dissi, no guardi io non ho intenzione di pagare, lui mi offrì
36:21la possibilità di assumere una persona in azienda, dice, sa se lei non può pagare basta
36:29che lei assume qualcuno in azienda e gli dà uno stipendio, per noi va bene uguale.
36:33Dice, no guardi non mi sono spiegato, io non intendo pagare in nessuna forma, non è
36:37un problema del come, è un problema che non rientra nei principi miei e della mia azienda,
36:43lei stesso mi dice che non siamo in regola e quindi vuol dire che queste non sono delle
36:47regole a cui la mia azienda e io vogliamo sottostare.
36:51Il signor Conticello non sta zitto e denuncia, i segnali intanto si sono fatti ancora più
36:57decisi e anche le richieste.
36:58Il signor Conticello si trova un foglietto dentro la macchina che aveva parcheggiato
37:05chiusa e che chiusa anche adesso col foglietto dentro, in cui si chiedono 50 mila Euro, poi
37:13la macchina gliela danneggiano, danneggiano casa sua e arrivano anche le minacce personali.
37:17Gli dicono di stare attento, perché i mafiosi che controllano il quartiere adesso sono pazzi
37:26criminali e ce ne sono alcuni che quando vedono che gli altri sono troppo buoni intervengono,
37:31sono feroci e sanguinari, kamikazze li chiamano.
37:56Il signor Conticello giustamente ha paura, ha fatto denuncia, va bene, però quelli stanno
38:01lì nel quartiere, li vede tutti i giorni, è naturale che abbia paura, poi un giorno
38:05arriva un uomo, il marito di una signora che lavora con lui e gli dice che può aiutarlo.
38:10L'uomo conosce il boss della zona che si chiama Franco Spadaro, detto Francolino, basta
38:26parlarci e si mette tutto a posto. Il signor Conticello non ci vorrebbe parlare con Francolino
38:30Spadaro, però ha paura per la sua famiglia e così accetta di incontrarlo. Lo incontra
38:38in una pescheria davanti al mercato itico di Santa Flavia e parla con il boss per una
38:42mezz'ora. Il signor Conticello gli ripete che non vuole guai, ma che lui non ha nessuna
38:49intenzione di pagare. Franco Spadaro ascolta, non dice niente fino alla fine e poi gli dà
38:54un consiglio. Mi disse che l'unica soluzione che lui vedeva era quella di assumere il
39:02sedita come persona di mia fiducia, il quale avrebbe saputo come trattare e come conversare
39:09con chiunque fosse venuto a farmi qualunque tipo di richiesta estortiva. Chiedi disposizioni
39:15di assumere il sedita perché ritenni che quella era la soluzione che poteva finalmente
39:21non mettere più in pericolo la mia vita. Passarono pochi giorni che gli disse che si
39:27erano ripresentate delle persone che erano le stesse che avevano richiesto i 50 mila,
39:33lui aveva trattato per un prezzo più basso ed era riuscito a chiuderlo per 35 mila. Al
39:44mio stupore gli dissi che non voglia pagare neanche un centesimo, lo dissi a quella persona
39:49che quando venga non voglia pagare assolutamente nulla. Lui ribassò a 15 mila dicendo provo
39:56ad arrivare a 15 e gli disse guarda neanche un euro, non pago assolutamente nulla a nessuno.
40:02Allora lì ci fu un momento in cui il sedita mi fece una chiara minaccia e mi disse che
40:08in quel momento lui non sarebbe più stato in condizione di poter, né lui né Franco
40:13Spadaro proteggermi e che il mio atteggiamento rischiava di vedermi impiccato nella piazza
40:21San Francesco. I carabinieri non se ne sono stati con le
40:24mani in mano, dalle denunce del signor Conticello è nata un'indagine che si è tradotta in
40:29pedinamenti, osservazioni, intercettazioni, fotografie. Riprese video fatte anche col
40:37cellulare di un carabiniere una volta che ha dovuto agire in fretta per riprendere una
40:40conversazione, un'indagine che si estende a tutti i racket delle istruzioni della zona,
40:45della famiglia di Porta Nuova e del quartiere della Calsa.
40:48I carabinieri arrestano un sacco di gente, Franco Lino Spadaro, il marito della signora
40:55che lavorava alla focacceria e che aveva fatto da tramite, gli istruzzori che venivano a
40:59chiedere il pizzo, tutti quanti.
41:07Denunciare invece di pagare il pizzo, denunciare invece di mettersi a posto, ma attenzione,
41:15mettersi a posto con la mafia, non con la propria coscienza, perché anche qui nel caso
41:19del signor Conticello, come quello di molti altri, non è soltanto una questione di soldi.
41:23Io dissi no perché per me il dire no era mantenermi un uomo libero, ho avuto subito
41:31in mente sia le parole di mia figlia quando mi chiese se io pagavo o no il pizzo e io
41:38ho detto no, figlia mia non ho mai pagato e se dovesse succedere non pagherei e io vedi
41:44negli occhi di mia figlia una grande soddisfazione e orgoglio perché lei tirò fuori dalla sua
41:51borsa un volantino che diceva un intero popolo che paga un pizzo è un popolo senza dignità
41:58e quindi lo scoprire che suo padre aveva dignità la risollevò.
42:03Il processo di primo grado dura un anno e mezzo e si conclude nel novembre del 2007.
42:08Gli imputati sono stati condannati in primo grado a pene che vanno dai 16 ai 10 anni, hanno
42:14impugnato la sentenza e hanno fatto ricorso in appello che deve ancora essere celebrato.
42:18Durante il processo, come parte civile, assieme al signor Conticello c'erano anche la Conf
42:23dei Desaccenti e alcune associazioni antiracket.
42:25Il punto di riferimento più importante che poter sapere qualche cosa potrebbe essere
42:32il signor Spadaro Francesco, detto Francolino, perché sai lui è la persona giusta con cui
42:38si può parlare e tu puoi parlare con Vito se dita che lui sa come fare per parlare con
42:44lui.
42:46Lo ricordo, è il signore con le stampelle che c'è.
42:55Denunziare per me è sicuramente qualcosa che ho fatto e rifarei non perché se ne ha
43:04una convenienza di qualunque genere materiale, ma perché è qualcosa che si confà con un
43:10senso alto di libertà che uno ha dentro e col senso di onestà.
43:14Non è soltanto una questione di soldi neanche per Cosa Nostra, perché sono tanti, è vero,
43:19i soldi che tutte le mafie ricavano dal pizzo in tutta Italia.
43:23Sono 10 miliardi di euro, secondo l'ultimo rapporto di SOS Impresa, con più di 160 mila
43:29imprenditori e commercianti che si mettono a posto tutti i mesi, ma non è soltanto per
43:33quello che gli estortori girano di strada in strada a chiedere soldi.
43:38Che sono anche pochi, anche soltanto 5 euro dai commercianti che vendono l'aglio al minuto.
43:44Pochi, pochissimi, ma da tutti, dal più piccolo al più grande.
43:48Perché se è vero che in alcune realtà purtroppo dal piccolo commerciante, anche dal gestore
43:55di un banco al mercato, tutti o quasi tutti sono costretti a pagare, è più inquietante,
44:03per non dire imbarazzante, vedere che ci sono grandi multinazionali che si piegano allo
44:08stesso condizionamento quando potrebbero avere un maggior numero di tutele per non farlo.
44:14Perché per esempio cosa fa Francesco Famoso, picciotto della famiglia di Porta Nuova, quando
44:19il boss lo manda in giro per le strade di Palermo Centro?
44:22Lo racconta lui stesso, al magistrato che lo interroga come collaboratore di giustizia.
44:27Cantiere di via Oreto, cercare il proprietario, dirgli di mettersi a posto con il 3% dell'importo
44:33dei lavori, 2000 euro di acconto.
44:45Cantiere in via Volturno, piccola ristrutturazione di un locale, prima 200 euro poi altri 300.
44:51Cantiere in via Sperlinga, il titolare si è già messo a posto.
44:57E poi colla in un negozio di ferramenta, visita ad un distributore di benzina, attacca nella
45:03serratura di un negozio di detersivi.
45:15Francesco Famoso è attraverso di lui la mafia, va dappertutto, entra dappertutto, conosce
45:20tutto di tutti e questo non soltanto per i soldi pochi o tanti che siano.
45:26Attraverso il pizzo l'organizzazione mafiosa costruisce il suo ruolo sociale, nel momento
45:31in cui il mafioso ottiene il pagamento del pizzo da un medio imprenditore, da uno che
45:39ha 50 dipendenti, quello nella testa del mafioso è cosa nostra, ci appartiene e io mafioso
45:50acquisto un potere nella società, perché ho il riconoscimento sociale dei soggetti
45:57che sul territorio producono ricchezza, cioè delle imprese, per questo il pizzo dal punto
46:03di vista delle dinamiche mafiose ha una funzione strategica.
46:08Attraverso la messa a posto la mafia penetra nella società, se la paghi la riconosci,
46:14se la riconosci la devi rispettare, se accetti un suo servizio, anche se è fasullo, come
46:19per esempio proteggerti dai pericoli che lei stessa costituisce, prima o poi devi restituire
46:23il favore. Attraverso la messa a posto la mafia penetra anche nell'economia, impone
46:28fornitori e commercianti, impone subapparizioni, impone venditori, impone venditori, impone
46:34venditori e anche i venditori, e non certo secondo una logica efficiente di libera concorrenza.
46:39Spesso accanto al pizzo c'era la imposizione delle forniture che dovevano essere prese
46:45da particolari fornitori, specialmente il calcestruzzo, specialmente materiale da cava,
46:52c'era spesso l'imposizione di alcuni subappaltatori, quasi sempre quelli del movimento Terra,
46:58quasi sempre quelli del Movimento Terra, alcune volte c'era pure l'imposizione delle assunzioni
47:06di manodopera locale, di gente evidentemente vicina a certi ambienti.
47:12La mafia fattura, la mafia detrae dalle tasse, la mafia ha libri contabili su cui annota tutto,
47:19come il libro Mastro di San Lorenzo, come sono state chiamate due agende,
47:23trovate in uno dei covi del boss Salvatore Lopiccolo dopo la sua cattura.
47:28In una tutti i nomi delle ditte, nell'altra le somme pagate, grossisti di bibite e acqua minerale,
47:41grossisti di mobili e articoli casalinghi, pescherie, bar, pub, supermercati, negozi di abbigliamento,
47:47case di cura, mesate di 6.000 euro, 3.000 euro, 3.600.
47:53Sono in tanti a pagare.
47:55Alcuni non aspettano neanche l'estortore e al primo danneggiamento
47:58cercano subito qualcuno con cui parlare per mettersi a posto.
48:02Altri non aspettano neanche l'avvertimento e appena aprano o appena arrivano,
48:06se sono ditte che vengono da fuori, dal nord per esempio, anche ditte molto grosse,
48:11cercano subito qualcuno con cui parlare per mettersi a posto.
48:14Altri invece non pagano o se lo fanno, appena trovano il coraggio smettono
48:19e non è una questione di soldi.
48:22I soldi, per quanto molto che io davo, nel bene o nel male, non mi sconvolgevano l'azienda,
48:28da questo punto di vista, non è che io fallivo o era un fenomeno di usura,
48:32sono dei soldi che indubbiamente è improprio dare, io sono d'accordo e sono il primo a dirlo,
48:38che però non ti cambiano la gestione dell'azienda, però ti cambiano la percezione dell'azienda,
48:42l'azienda, almeno questa è la mia sensazione, non la senti tua.
48:46Siccome io faccio gran fatica per costruirla, l'ho costruita mattoncino per mattoncino
48:50ancora anzi la sto costruendo perché la cosa è ben lunga,
48:53non sentirsi la sua ti priva di qualunque tipo di libertà.
48:58Nei momenti di crisi poi la mafia alza i prezzi,
49:01quando c'è un'ondata di arresti che mette in crisi l'organizzazione
49:04e c'è bisogno di soldi per rimettere a posto le cose,
49:07o quando c'è una guerra, una guerra di mafia, una mattanza
49:10e allora la mafia deve alzare le tasse per finanziare il conflitto proprio come gli stati
49:14e proprio come per le tasse, gli effetti, si sentono direttamente nelle tasche dei cittadini.
49:21Nel prezzo delle fettine per esempio,
49:24nelle intercettazioni compiute dai carabinieri con l'operazione Michelangelo
49:28si vedono i mafiosi del quartiere della Noce di Palermo
49:31mettersi d'accordo per imporre ai macellai della zona un prezzo più alto per la carne,
49:35le fettine soprattutto, in modo da poter alzare il prezzo del pizzo
49:39e avere più soldi da investire nella droga.
49:51A volte, nei momenti di crisi o di confusione dell'autorità mafiosa,
49:55il pizzo si paga anche due volte, come a Gela, in provincia di Caltanissetta,
50:00dove da una parte c'è Cosa Nostra e dall'altra c'è la Stidda.
50:04La Stidda nasce proprio come un fenomeno di queste zone,
50:08Gela, poi Vittoria, poi Palma di Montechiaro, una serie di zone dell'Argentino,
50:17contro lo strapotere di Cosa Nostra.
50:20Stidda vuol dire stella, è un'altra mafia
50:23che non ha la struttura piramidale a cupola di Cosa Nostra,
50:27ma tante famiglie in una struttura cellulare più vicina a quella dell'Andrangheta.
50:31La guerra che oppone Cosa Nostra alla Stidda per il controllo del territorio di Gela
50:35è una mattanza che tra il 1988 e il 1992 fa più di un centinaio di morti.
50:41Gela, che fino alla metà degli anni 70 è una delle cittadine più tranquille della Sicilia,
50:46si trova presto sui giornali e in televisione come simbolo del degrado mafioso.
50:50Si parla dei cosiddetti baby killer di Gela, ragazzini di 14 anni,
50:54disposti ad uccidere per 200.000 lire e anche a morire,
50:58sciolti nell'acido della lupara bianca.
51:02120 morti in 4 anni.
51:04Tutto è accaduto in soli 20 minuti, dalle 19 alle 19.20, 20 minuti di terrore.
51:09Il primo attentato qui, in questa sala giochi, alle 19 è affollatissima.
51:133 killer hanno sparato all'impazzata tra la gente, 3 morti e 6 feriti.
51:17Dopo circa 6 minuti altri 3 omicidi davanti a questa rivendita di frutta e verdura.
51:21La cittadina di Gela, che non ha la struttura piramidale a cupola di Cosa Nostra,
51:25si trova presto sui giornali e in televisione come simbolo del degrado mafioso.
51:29L'ultimo agguato mortale davanti a questa macelleria contro Francesco Rinzivillo,
51:33un personaggio di spicco del clan dei Madonia.
51:401991, contrada Briga 10.
51:43Un gruppo di fuoco di Cosa Nostra, composto da 30 persone,
51:46sorprende 5 stiddari e li massacra.
51:49Nel 1992 il comune di Gela viene sciolto per mafia.
51:54Poi, l'amartanza finisce.
51:56Ma non è che le cose vadano meglio dal punto di vista del pizzo,
51:59perché la stidda e Cosa Nostra si mettono d'accordo per viverci tutti e due sul territorio
52:04e spartirsi i proventi del racket che adesso,
52:07visto che la cittadina di Gela non è più una cittadina,
52:10non è più una cittadina, non è più una cittadina,
52:13non è più una cittadina, non è più una cittadina,
52:16non è più una cittadina, non è più una cittadina,
52:19non è più una cittadina,
52:22e adesso, visto che la famiglia mafiosa è più numerosa,
52:24devono essere più alti.
52:26Insomma bisogna mettersi d'accordo sì, ma con tutti e due.
52:29All'inizio del secondo anno della vita della cooperativa,
52:32visti i risultati, i buoni risultati,
52:35siamo stati attenzionati dalla mala vita organizzata.
52:38Noi non solo eravamo assoggettati al pizzo,
52:40ma eravamo assoggettati anche al discorso di acquistare altre cose.
52:47C'era questa forma di condizionamento.
52:49Morale della favola? Noi per dieci anni abbiamo pagato il pizzo.

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