• 3 mesi fa
Roma, 29 lug. (askanews) - Meno dell'1% dei mari italiani è sottoposto a misure di tutela efficaci e appena lo 0,04% rientra nel computo delle aree in cui è vietata qualsiasi tipo di attività, inclusa la pesca. Siamo quindi ben lontani dall'obiettivo 30x30, che prevede la protezione di almeno il 30% dei nostri mari entro il 2030, di cui il 10% con aree a protezione integrale, che l'Italia si è impegnata a realizzare. Lo rivela un'indagine di Greenpeace Italia che ha identificato le aree protette dei nostri mari, smentendo le stime governative.L'indagine ha mappato le aree marine protette (AMP) italiane , i parchi nazionali che prevedono zone di protezione marina, i SIC (siti di interesse comunitario) e il Santuario Pelagos, analizzando le tipologie di tutela presenti per verificare se la protezione dichiarata corrisponde a una protezione effettiva. Come si vede dalla carta interattiva realizzata da Greenpeace ( greenpeace.it/salviamo-il-mediterraneo/ ) è emerso che solo le AMP e i Parchi Nazionali hanno regolamenti stringenti in grado di tutelare effettivamente la biodiversità marina, mentre il Santuario Pelagos e i SIC rientrano nella categoria dei cosiddetti "parchi di carta", aree individuate e definite importanti per la loro biodiversità ma in cui non vengono messe in atto misure di mitigazione o limitazione degli impatti antropici. Queste aree sono incluse nel conteggio delle aree protette del nostro governo, che sostiene ufficialmente di tutelare l'11,6% dei mari italiani.

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00:00Meno dell'un per cento dei mari italiani è sottoposto a misure di tutela efficaci
00:04e appena lo 0,04 per cento rientra nel computo delle aree in cui è vietata
00:09qualsiasi tipo di attività, inclusa la pesca. Siamo quindi ben lontani
00:14dall'obiettivo 30 per 30 che prevede la protezione di almeno il 30 per cento dei
00:18nostri mari entro il 2030, di cui il 10 per cento con aree a protezione integrale
00:23che l'Italia si è impegnata a realizzare. A rivelarlo un'indagine di Greenpeace Italia
00:28che ha identificato le aree protette dei nostri mari smentendo le stime governative.
00:33L'indagine ha mappato le aree marine protette italiane, i parchi nazionali che
00:38prevedono zone di protezione marina, i siti di interesse comunitario e il
00:41santuario Pelagos, analizzando le tipologie di tutela presenti per
00:45verificare se la protezione dichiarata corrisponde a una protezione effettiva.
00:49Come si vede, la carta interattiva realizzata da Greenpeace è emerso che
00:54solo le aree marine protette e i parchi nazionali hanno regolamenti stringenti
00:58in grado di tutelare effettivamente la biodiversità marina, mentre il santuario
01:02Pelagos e i siti di interesse comunitario rientrano nella categoria dei
01:06cosiddetti parchi di carta, aree individuate e definite importanti per la
01:11loro biodiversità, ma in cui non vengono messe in atto misure di mitigazione o
01:15limitazione degli impatti antropici. Queste aree sono incluse nel conteggio
01:20delle aree protette dal governo che sostiene ufficialmente di tutelare
01:24l'11,6 per cento dei mari italiani.

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