Non Ho Sonno (Dario Argento; Thriller; 2001)

  • mese scorso
Regia: Dario Argento
Paese: Italia
Genere: Thriller
Interpreti: Stefano Dionisi: Giacomo Gallo; Max von Sydow: Ulisse Moretti; Chiara Caselli: Gloria; Roberto Zibetti: Lorenzo Betti; Paolo Maria Scalondro: commissario Manni; Gabriele Lavia: avvocato Betti; Roberto Accornero: Fausto; Daniela Fazzolari: Maria Luisa; Rossella Falk: Laura De Fabritiis; Barbara Lerici: Angela; Guido Morbello: detective; Massimo Sarchielli: Leone; Diego Casale: Beppe; Alessandra Comerio: signora Betti; Robert Camerio: Marco; Aldo Massasso: investigatore Casci; Conchita Puglisi: Amanda; Daniele Angius: Giacomo a 13 anni


TRAMA: Un serial killer torna a colpire a Torino dopo diciassette anni di inattività. Giacomo Gallo, la cui madre era stata una delle vittime, cercherà di scoprire il responsabile con l'aiuto dell'ex commissario Ulisse Moretti...


NOTE: La pellicola è stata girata interamente a Torino, città molto amata dal regista. Presenta alcune analogie con un altro film girato nel capoluogo piemontese, Profondo Rosso. Ha ricevuto due candidature ai nastri d'argento: per il miglior montaggio (Anna Rosa Napoli) e per la migliore colonna sonora (Goblin). La Filastrocca Del Fattore usata nel film è stata scritta dalla figlia di Dario, Asia Argento. In questo film il regista torna alle sue origini riprendendo alcuni elementi caratteristici che nel tempo sono diventati un suo marchio di fabbrica. Gira a Torino, sceglie le musiche dei Goblin, sviluppa una storia basata su di un assassino misterioso. Si tratta dell'unica pellicola di Argento in cui le mani guantate dell'omicida non sono le sue, per via del fatto che i guanti usati dall'assassino erano di una taglia troppo grande rispetto alle mani del regista. Il film è stato accolto in maniera discordante dalla critica dell'epoca. C'è chi ha apprezzato come il regista sia riuscito ad offrire nuovamente quelle che sono le sue classiche tematiche usandole sapientemente e in modo tale da incutere spavento in chi osserva. E chi, invece, a momenti di elevato livello stilistico ne vede alternarsi altri molto più imbarazzanti.





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