Milano, 3 ott. (askanews) - Fondazione ICA Milano presenta fino a sabato 30 novembre 2024 la mostra Gumbo. La presenta ad Askanews il curatore Alberto Salvadori, direttore e fondatore di ICA Milano. "Gumbo è la prima mostra in Italia in un'istituzione pubblica di Tomoo Gokita. Nasce come grafico e si forma all'interno di una cultura ovviamente giapponese, ma con dei forti riferimenti agli Stati Uniti negli anni Ottanta in Giappone: i magazine, le fanzine, tutto ciò che era pre-internet. I riferimenti iconografici soggetti prediletti sono sempre stati quelli della cultura pop più o meno ufficiale: i lottatori di wrestler, le riviste pornografiche, i magazine di moda, la musica, tutto quello che era espressione di una creatività molto viva, molto legata anche a tematiche sociali. È rimasto legato anche a una passione, quella per i grandi pittori europei e americani e per le grandi correnti artistiche. Questa capacità che lui ha di mixare i vari riferimenti iconografici: questa multivisione tipica di una presentazione simultanea dell'immagine attraverso tanti punti di vista che era alla base del cubismo oppure questo assemblaggio di figure spontanee apparentemente senza un significato, ma che invece costruiscono quella rappresentazione onirica e anche impalpabile che era alle base del surrealismo e la grafica pubblicitaria o il mondo dei fumetti. Tutto convive in questi assemblaggi e in questa pittura fortemente espressiva.Il titolo della mostra è Gumbo. Il gumbo è una ricetta degli afroamericani degli stati del sud degli USA ed è una zuppa estremamente ricca, estremamente gustosa che ha delle regole di base per la sua realizzazione ma anche lascia a chi la prepara una grande libertà di interpretazione". Sedici dipinti, quattro sculture e un corpus di disegni realizzati appositamente per gli spazi di Fondazione ICA Milano esplorano il tema centrale della ricerca di Tomoo Gokita: la banalita del quotidiano, raccontata al pubblico attraverso l'accostamento di soggetti profondamente ordinari e atmosfere distorte e inverosimili.
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00:00Gumbo è la prima mostra in Italia, in un'istituzione pubblica, di Tomohiko Kita, nasce come grafico
00:06e si forma all'interno di una cultura ovviamente giapponese ma con dei forti riferimenti agli
00:12Stati Uniti negli anni 80 in Giappone, i magazine, le fanzine, tutto ciò che era pre-internet
00:18e i riferimenti iconografici, i soggetti prediletti sono sempre stati quelli della cultura pop
00:25più o meno ufficiale, i lottatori di Westler, le riviste pornografiche, i magazine di moda,
00:31la musica, tutto quello che era espressione di una creatività molto viva, molto legata
00:38anche a tematiche sociali, è rimasto legato anche a una passione che è quella per i grandi
00:45pittori europei e americani e per le grandi correnti artistiche, questa capacità che
00:50lui ha di mixare i vari riferimenti iconografici, quindi questa multivisione tipica di una presentazione
00:59simultanea dell'immagine attraverso tanti punti di vista che era ovviamente la base
01:03del cubismo oppure questo assemblaggio di figure spontanee apparentemente senza un significato
01:10ma che invece costruiscono quella rappresentazione onirica e anche impalpabile che è alle basi
01:18del surrealismo e la grafica pubblicitaria o il mondo dei fumetti, tutto convive in
01:24questi assemblaggi e in questa pittura fortemente espressiva.
01:28Il titolo è Gumbo, il Gumbo è una ricetta degli afroamericani degli stati del sud ed
01:37è una zuppa estremamente ricca, estremamente gustosa che ha delle regole di base per la
01:44sua realizzazione ma anche lascia a chi la prepara una grande libertà di interpretazione.