Un grande progetto ispirato a Le Corbusier e portato avanti nei luoghi dove l'architetto Chironi ha realizzato le sue visioni abitative, raggiunti con una Fiat 127 Special, ribattezzata Camaleonte, che ogni volta vede i propri colori configurati in maniera diversa. Il Museo Nazionale dell'Automobile di Torino ospita la mostra Torino Stop di Cristian Chironi, che nei giorni di preview ha guidato la sua auto d'artista per le vie del capoluogo piemontese.
«La policromia - ci ha spiegato Chironi durante la performance - è quella di Le Corbusier del 1931: ci sono 43 colori distribuiti per le parti dell'auto e si costruiscono 288 versioni diverse di Fiat 127. Questa di Torino è la 17esima versione, l'auto ha già fatto Magazine Italian Art di New York, Manifesta a Marsiglia, Triennale a Milano, lè stata in Svizzera, ad Arte Fiera, ad ArtVerona. È un progetto che è partito nel 2018 con due anni di pandemia, quindi in tre anni ci sono state 17 versioni che non è male».
La performance Torino Drive è un elemento del progetto, ma anche un modo di allargare lo spazio della mostra nella project room del museo, e racconta del legame di Chironi con il suo paese natale, Orani e il lavoro dell'artista e scultore Costantino Nivola, che in qualche modo è l'ispiratore della performance e dei viaggi con la 127.
A Chironi, inoltre, il MAUTO ha commissionato una luce d'artista che entrerà a fare parte della collezione pubblica della città di Torino, e lui ha scelto un riferimento alla cultura popolare dell'automobile. "Alle 5 e mezza si accende la luce da artista che resterà permanente. Negli anni 80 c'era Knight Rider, c'era K.I.T.T., c'era Supercar, era questo veicolo che aveva uno scanner davanti ed era pensante, era una macchina che per la prima volta aveva un pensiero, aveva delle emozioni. Quando loro mi hanno chiesto la luce da artista io immediatamente ho immaginato la facciata del museo, l'architettura come un anteriore dell'auto".
In qualche modo attraverso la mostra e la performance abbiamo avuto la possibilità di guardare e di sentire il fare arte contemporanea "dal finestrino". Unendo la ricerca concettuale, la pratica radicale e la sensazione di compiere comunque un gesto ordinario e naturale, un'azione di tutti i giorni di cui forse è possibile così avere maggiore consapevolezza.
«La policromia - ci ha spiegato Chironi durante la performance - è quella di Le Corbusier del 1931: ci sono 43 colori distribuiti per le parti dell'auto e si costruiscono 288 versioni diverse di Fiat 127. Questa di Torino è la 17esima versione, l'auto ha già fatto Magazine Italian Art di New York, Manifesta a Marsiglia, Triennale a Milano, lè stata in Svizzera, ad Arte Fiera, ad ArtVerona. È un progetto che è partito nel 2018 con due anni di pandemia, quindi in tre anni ci sono state 17 versioni che non è male».
La performance Torino Drive è un elemento del progetto, ma anche un modo di allargare lo spazio della mostra nella project room del museo, e racconta del legame di Chironi con il suo paese natale, Orani e il lavoro dell'artista e scultore Costantino Nivola, che in qualche modo è l'ispiratore della performance e dei viaggi con la 127.
A Chironi, inoltre, il MAUTO ha commissionato una luce d'artista che entrerà a fare parte della collezione pubblica della città di Torino, e lui ha scelto un riferimento alla cultura popolare dell'automobile. "Alle 5 e mezza si accende la luce da artista che resterà permanente. Negli anni 80 c'era Knight Rider, c'era K.I.T.T., c'era Supercar, era questo veicolo che aveva uno scanner davanti ed era pensante, era una macchina che per la prima volta aveva un pensiero, aveva delle emozioni. Quando loro mi hanno chiesto la luce da artista io immediatamente ho immaginato la facciata del museo, l'architettura come un anteriore dell'auto".
In qualche modo attraverso la mostra e la performance abbiamo avuto la possibilità di guardare e di sentire il fare arte contemporanea "dal finestrino". Unendo la ricerca concettuale, la pratica radicale e la sensazione di compiere comunque un gesto ordinario e naturale, un'azione di tutti i giorni di cui forse è possibile così avere maggiore consapevolezza.
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00:00Un grande progetto ispirato alle Corbusier è portato avanti nei luoghi dove l'architetto
00:04ha realizzato le sue visioni abitative, raggiunti con una Fiat 127 Special ribattizzata Camaleonte
00:11che ogni volta vede i propri colori riconfigurati in maniera diversa.
00:14Il Museo Nazionale dell'Automobile di Torino ospita la mostra Torino Stop di Cristian Chioroni
00:19che nei giorni di preview ha guidato la sua auto da artista per le vie del capoluogo
00:23piemontese.
00:24La policormia è quella delle Corbusier del 1931, ci sono 43 colori distribuiti per le
00:31parti dell'auto e si costruiscono 288 versioni diverse di Fiat 127.
00:36Questa di Torino è la deciasettesima versione, l'auto ha già fatto magazzino di telenauto
00:42in New York, manifesto a Marsiglia, Trenale Milano, l'Asciodifono in Svizzera, arte Fiera,
00:51Verona, insomma, è un progetto che è partito nel 2018 con due anni di pandemia, quindi
00:58in tre anni 17 versioni.
01:00La performance Torino Drive è un elemento del progetto ma anche un modo di allargare
01:04lo spazio della mostra ospitata nella Project Room del Museo e racconta del legame di Chioroni
01:09con il suo paese natale, Orani, e il lavoro dell'artista e scultore Costantino Nivola
01:13che in qualche modo è l'ispiratore della performance e dei viaggi con la Fiat 127.
01:18A Chioroni inoltre il Mauto ha commissionato una luce d'artista che intenderà fare parte
01:22della collezione pubblica della città di Torino e lui ha scelto un riferimento alla
01:26cultura popolare dell'automobile.
01:28Succede che alle 5 e mezza si accende la luce d'artista che resterà qua permanente per
01:34sempre.
01:35Negli anni 80 c'era K9 Riders, c'era KITT, c'era Supercar, era questo veicolo che aveva
01:42uno scanner davanti ed era pensante.
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01:52Quando loro mi hanno chiesto la luce d'artista io immediatamente ho immaginato la facciata
01:59del museo, l'architettura come un anteriore dell'auto.
02:02In qualche modo attraverso la mostra e la performance abbiamo avuto la possibilità
02:06di guardare e di sentire il fare arte contemporanea dal finestrino, unendo la ricerca concettuale
02:12alla pratica radicale e la sensazione di compiere comunque un gesto ordinario e naturale, un'azione
02:18di tutti i giorni di cui forse è possibile così avere anche maggiore consapevolezza.