NAPOLI (ITALPRESS) - “La pizza è sempre più il simbolo dell’Italia nel mondo, ma è anche un prodotto amico dell’ambiente, un alimento sostenibile che rappresenta il perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione”. Lo dichiara Alfonso Pecoraro Scanio, già promotore della campagna che ha portato nel 2017 al riconoscimento dell’Arte del Pizzaiuolo Napoletano come Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco, intervenendo alla presentazione del libro relativo allo studio scientifico sulla pizza napoletana verace realizzato da varie università italiane capitanate dalla federicoII di Napoli, curato dal preside emerito della facoltà di agraria prof Masi e sostenuto da Antimo Caputo.
“Questo percorso è stato possibile anche grazie al prezioso contributo dell’Università Federico II e del Dipartimento di Agraria della Reggia di Portici, che hanno saputo connettere il mondo dell’artigianato della pizza con il grande settore dell’agroalimentare. È fondamentale comprendere che senza ingredienti di qualità - farine selezionate, pomodori eccellenti, mozzarella e fior di latte d’eccellenza, olio extravergine d’oliva - non può esserci una vera pizza napoletana” - sottolinea Pecoraro Scanio.
“Oggi più che mai, dopo il riconoscimento UNESCO, è necessario che lo Stato, la Regione, gli enti locali e le istituzioni scientifiche si impegnino attivamente per tutelare questa tradizione, preservandone l’identità e promuovendo un’innovazione intelligente e sostenibile. Il patrimonio della pizza napoletana non è solo un’eredità culturale, ma un modello da valorizzare a livello globale per la qualità, la sostenibilità e il legame con i territori” conclude Pecoraro Scanio
pc/gtr
“Questo percorso è stato possibile anche grazie al prezioso contributo dell’Università Federico II e del Dipartimento di Agraria della Reggia di Portici, che hanno saputo connettere il mondo dell’artigianato della pizza con il grande settore dell’agroalimentare. È fondamentale comprendere che senza ingredienti di qualità - farine selezionate, pomodori eccellenti, mozzarella e fior di latte d’eccellenza, olio extravergine d’oliva - non può esserci una vera pizza napoletana” - sottolinea Pecoraro Scanio.
“Oggi più che mai, dopo il riconoscimento UNESCO, è necessario che lo Stato, la Regione, gli enti locali e le istituzioni scientifiche si impegnino attivamente per tutelare questa tradizione, preservandone l’identità e promuovendo un’innovazione intelligente e sostenibile. Il patrimonio della pizza napoletana non è solo un’eredità culturale, ma un modello da valorizzare a livello globale per la qualità, la sostenibilità e il legame con i territori” conclude Pecoraro Scanio
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