Gli antichi romani lo chiamavano "aria infame" e già Ippocrate lo considerava una minaccia per la salute. L'inquinamento atmosferico riemerge ciclicamente nelle discussioni pubbliche, ma orientarsi tra dati contrastanti e responsabilità politiche resta difficile. Il collettivo giornalistico Flares, fondato da Silvia Boccardi e Silvia Lazzaris, ha esaminato in un video-reportage le convinzioni più diffuse, intervistando chi vive l'inquinamento, chi lo studia e chi ha la responsabilità politica di ridurlo.
Cos'è davvero l'inquinamento
Come spiega Cinzia Perrino del CNR, l'inquinamento è la presenza in atmosfera di sostanze estranee alla sua "composizione naturale". È raro trovare concentrazioni di inquinanti in ecosistemi privi di presenza umana – la loro immissione in atmosfera è una nostra responsabilità. L'inquinamento si distingue in gassoso e particellare.
Quest'ultimo include le note particelle PM2.5 e PM10. Il PM10 è sette volte più sottile di un capello, il PM2.5 è quasi trenta volte più sottile. Per questo il PM10 si ferma in naso e gola, mentre il PM2.5 raggiunge i polmoni. Le particelle ancora più piccole, quelle del PM1, possono entrare nel flusso sanguigno e superare la barriera emato-encefalica, raggiungendo il cervello.
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Le principali fonti di inquinamento in Lombardia
Il reportage si concentra sulla Lombardia, una delle regioni più inquinate d'Europa insieme al resto della Pianura Padana. Qui la prima causa di inquinamento è la combustione di biomasse legnose, cioè caminetti e stufe a legna. «Quel piacevole odore di caminetto nei paesini di montagna è l'odore del PM2.5 che ci entra nelle narici», avverte Perrino. Nelle metropoli come Milano, la fonte primaria di inquinamento è il traffico.
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Ma il problema non sono solo i tubi di scappamento: ogni volta che una gomma tocca l'asfalto lascia una scia invisibile di polveri. Per questo la soluzione non è semplicemente passare all'auto elettrica, ma ridurre il numero di veicoli in circolazione. Un'altra fonte significativa in Pianura Padana sono gli allevamenti intensivi, responsabili fino al 25% dell'inquinamento. Gli escrementi degli animali, raccolti in vasche scoperte, rilasciano grandi quantità di ammoniaca che, reagendo con gli acidi presenti in atmosfera, si trasforma in particolato.
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Il problema geografico e gli effetti sulla salute
La conformazione della Pianura Padana, circondata su tre lati da montagne, aggrava la situazione: è come un catino che intrappola le particelle inquinanti. Gli esperti intervistati nel video-reportage sostengono che questa peculiarità geografica dovrebbe spingerci a fare di più, non a rassegnarci ai progressi che abbiamo fatto finora. Perché è vero che l’inquinamento negli ultimi decenni è diminuito, ma in parallelo è diminuita anche la nostra tolleranza nei suoi confronti: decenni di studi hanno confermato che anche livelli considerati bassi possono danneggiare la salute. Il particolato, dove arriva, provoca infiammazione. Gli effetti a breve termine vanno dalla tosse alle crisi respiratorie, mentre quelli a lungo termine includono malattie polmonari e cardiovascolari e alcuni tipi di cancro. Recenti studi, come riporta il Dottor Michele Carugno, Professore Associato di Medicina del Lavoro dell’Università degli Studi di Milano, mostrano correlazioni anche con il decadimento cognitivo degli anziani, lo sviluppo neurologico dei bambini e il peggioramento dei sintomi depressivi.
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La strada da percorrere per vincere l'inquinamento
E quindi molto lavoro è stato fatto, ma molto lavoro è ancora da fare. Fortunatamente, sappiamo da dove iniziare: riscaldamento, trasporti e allevamenti sono i tre settori chiave su cui intervenire per migliorare la qualità dell'aria che respiriamo.
Una nuova direttiva europea, che saremo tenuti a rispettare entro il 2030 – nel caso l’Italia chiedesse una deroga per cui potrebbe essere tenuta a non rispettarli fino al...
Cos'è davvero l'inquinamento
Come spiega Cinzia Perrino del CNR, l'inquinamento è la presenza in atmosfera di sostanze estranee alla sua "composizione naturale". È raro trovare concentrazioni di inquinanti in ecosistemi privi di presenza umana – la loro immissione in atmosfera è una nostra responsabilità. L'inquinamento si distingue in gassoso e particellare.
Quest'ultimo include le note particelle PM2.5 e PM10. Il PM10 è sette volte più sottile di un capello, il PM2.5 è quasi trenta volte più sottile. Per questo il PM10 si ferma in naso e gola, mentre il PM2.5 raggiunge i polmoni. Le particelle ancora più piccole, quelle del PM1, possono entrare nel flusso sanguigno e superare la barriera emato-encefalica, raggiungendo il cervello.
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Le principali fonti di inquinamento in Lombardia
Il reportage si concentra sulla Lombardia, una delle regioni più inquinate d'Europa insieme al resto della Pianura Padana. Qui la prima causa di inquinamento è la combustione di biomasse legnose, cioè caminetti e stufe a legna. «Quel piacevole odore di caminetto nei paesini di montagna è l'odore del PM2.5 che ci entra nelle narici», avverte Perrino. Nelle metropoli come Milano, la fonte primaria di inquinamento è il traffico.
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Ma il problema non sono solo i tubi di scappamento: ogni volta che una gomma tocca l'asfalto lascia una scia invisibile di polveri. Per questo la soluzione non è semplicemente passare all'auto elettrica, ma ridurre il numero di veicoli in circolazione. Un'altra fonte significativa in Pianura Padana sono gli allevamenti intensivi, responsabili fino al 25% dell'inquinamento. Gli escrementi degli animali, raccolti in vasche scoperte, rilasciano grandi quantità di ammoniaca che, reagendo con gli acidi presenti in atmosfera, si trasforma in particolato.
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Il problema geografico e gli effetti sulla salute
La conformazione della Pianura Padana, circondata su tre lati da montagne, aggrava la situazione: è come un catino che intrappola le particelle inquinanti. Gli esperti intervistati nel video-reportage sostengono che questa peculiarità geografica dovrebbe spingerci a fare di più, non a rassegnarci ai progressi che abbiamo fatto finora. Perché è vero che l’inquinamento negli ultimi decenni è diminuito, ma in parallelo è diminuita anche la nostra tolleranza nei suoi confronti: decenni di studi hanno confermato che anche livelli considerati bassi possono danneggiare la salute. Il particolato, dove arriva, provoca infiammazione. Gli effetti a breve termine vanno dalla tosse alle crisi respiratorie, mentre quelli a lungo termine includono malattie polmonari e cardiovascolari e alcuni tipi di cancro. Recenti studi, come riporta il Dottor Michele Carugno, Professore Associato di Medicina del Lavoro dell’Università degli Studi di Milano, mostrano correlazioni anche con il decadimento cognitivo degli anziani, lo sviluppo neurologico dei bambini e il peggioramento dei sintomi depressivi.
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La strada da percorrere per vincere l'inquinamento
E quindi molto lavoro è stato fatto, ma molto lavoro è ancora da fare. Fortunatamente, sappiamo da dove iniziare: riscaldamento, trasporti e allevamenti sono i tre settori chiave su cui intervenire per migliorare la qualità dell'aria che respiriamo.
Una nuova direttiva europea, che saremo tenuti a rispettare entro il 2030 – nel caso l’Italia chiedesse una deroga per cui potrebbe essere tenuta a non rispettarli fino al...
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NovitàTrascrizione
00:00È colpa dell'industria, sta peggiorando, basta passare alle auto elettriche
00:04e si sta facendo tutto il possibile, ma ci sono queste montagne.
00:07Circolano moltissime convinzioni sull'inquinamento che non sono verificate.
00:11Ecco, noi le abbiamo raccolte, ne abbiamo parlato con esperti
00:14e abbiamo scoperto che la realtà una volta è più complessa di come ce la raccontiamo.