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Civonline, 25 anni di nostre notizie nel mondo in un click.
Ospite della puntata Nicola Porro, docente universitario di sociologia.
Conduce Stefano Pettinari

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Novità
Trascrizione
00:00Musica
00:30Buonasera, buonasera e benvenuti alla Cronaca Si Fa Storia, il nostro appuntamento settimanale con quella che è una sorta di celebrazione per il quotidiano telematico CipOnline.it che ha compiuto 25 anni e quindi ogni settimana.
00:55Cerchiamo di trattare un argomento, di incontrare un personaggio che sono stati tra i protagonisti di questi 25 anni.
01:04Oggi però cercheremo di trattare un tema un po' diverso, ovvero proprio dalla nascita di CipOnline.it che è stato un po' il pioniere di questo modo di fare informazione, almeno naturalmente sul nostro territorio,
01:20come è cambiato proprio il modo di parlare il linguaggio, la comunicazione, l'informazione appunto con l'avvento internet e tutto quello che ne è seguito.
01:32Lo faremo come sempre con un ospite, un esperto diciamo in materia perché è venuto a trovarci il professor Nicola Porro, docente di sociologia.
01:41Buonasera professore.
01:42Buonasera.
01:43Buonasera.
01:44Allora, dicevo, 25 anni fa nasceva CipOnline.it.
01:50Da quel momento in poi naturalmente la comunicazione è molto cambiata a livello cittadino, ma lo era già ancora prima a livello nazionale.
02:00Restando soltanto sul campo dell'informazione per ora, come appunto è cambiato il modo di ricevere le notizie che un tempo si leggevano solo sui giornali o si guardavano alla televisione attraverso i telegiornali?
02:16Ma questo è un fenomeno che presenta diversi aspetti. Uno diciamo di tipo storico. L'Italia è il primo paese in Europa e probabilmente nel mondo, a parte il caso degli Stati Uniti che fanno storia a sé, perché le dimensioni del paese, la tradizione di comunicazione sociale che era presente in un universo grande come quello americano, fanno storia a sé.
02:44Ma almeno nel caso europeo l'Italia ha anticipato tutti su questo esperimento della comunicazione, chiamiamola così, territoriale, fra virgolette.
02:55Lo sottolineo perché se noi andiamo a ripercorrere le fasi di inizio di questa dinamica storica, ci accorgiamo che la comunicazione locale precede la nascita dei grandi network privati.
03:10Le reti dell'impero di Berlusconi, quello dell'emittenza privata a scala nazionale, quelle mutuate dalle redazioni internazionali, eccetera, sono venute in Italia qualche anno dopo,
03:27ma il terreno era stato in qualche maniera concimato proprio da questa esperienza del tutto inedita in Europa dell'emittenza locale.
03:37Accennavo prima che un altro esempio è quello degli Stati Uniti, dove però l'emittenza è legata all'esistenza di veri e propri Stati,
03:50sono gli States e ognuno ha le sue, esattamente come ha le sue istituzioni legali, le sue istituzioni cliniche, eccetera, eccetera,
04:00anche una rete riconosciuta formalmente, addirittura in qualche caso finanziata, di emittenza locale,
04:08riconoscendo con questo la funzione pubblica dell'emittenza.
04:12In Europa non c'era nessun precedente, è stata l'Italia il primo paese che ha cominciato a sperimentare,
04:20e ricordiamoci che questa emittenza locale precede anche lo sviluppo poi dell'emittenza vera e propria commerciale,
04:28quindi quella che per semplificare le cose passa come l'era Berlusconi,
04:33cioè la privatizzazione di segmenti importanti della comunicazione sociale.
04:40Allora, questo accenno grossolano tentativo di inquadrare il fenomeno nella sua storicità
04:50ci riporta un po' a un principio che a mio parere è basilare quando noi ci occupiamo,
04:57cerchiamo di occuparci scientificamente del problema della comunicazione sociale e della comunicazione mediatica.
05:04E quale sarebbe?
05:05E mi riferisco a un personaggio che credo sia noto non soltanto agli addetti ai lavori,
05:12ma insomma a tutti quelli che hanno, quantomeno hanno usato la problematica della comunicazione,
05:17parlo di Marshall McLuhan.
05:19Marshall McLuhan è un sociologo della comunicazione,
05:24anzi forse il primo sociologo della comunicazione di nazionalità canadese,
05:28che nel 1964, in un suo lungo articolo che era dedicato alle trasformazioni del sistema dell'emittenza nel Nord America,
05:40cioè quello che lui stava studiando,
05:43conia questa formula che ha avuto una grande fortuna,
05:45il medium è il messaggio.
05:47Cosa significa questa espressione che buttata lì può sembrare un po' criptica,
05:54va un po' decifrata?
05:55Che significa che il medium è il messaggio?
05:58Significa che quando la comunicazione esce fuori dai canali istituzionali tradizionali,
06:04per esempio nel caso italiano,
06:06il fatto che noi abbiamo avuto fino a pochi decenni,
06:10il sono esclusivamente un'emittenza di Stato, un'emittenza pubblica.
06:13Quando vengono meno questi vincoli,
06:19per varie ragioni, le più svariate, alcune ragioni commerciali,
06:25cioè dispogli di uno strumento di comunicazione che veicola risorse,
06:30veicola interessi, soddisfa esigenze anche economiche,
06:34pensiamo all'impatto della pubblicità commerciale,
06:36che anche l'emittenza locale diventa un volano di trasmissione,
06:42quindi svolgendo un servizio di informazione pubblica,
06:45diciamo remunerato attraverso la pubblicità.
06:48Ma soprattutto in questo sistema si coglie qualcosa
06:53che è molto in sintonia con la cultura,
06:56direi anche con la psicologia sociale degli italiani.
07:00Noi non siamo un paese centralista,
07:02non siamo la Francia per capirci,
07:05con il Parigi è la città-stato, la capitale,
07:09tutto il resto è una periferia più o meno attiva,
07:12non siamo nemmeno la Gran Bretagna,
07:16Londra ha sempre assolto una funzione di metropoli internazionale,
07:19che però veicolava anche gli interessi del sistema territoriale.
07:23Siamo una cosa diversa.
07:26Noi siamo il paese delle mille città,
07:30se ci pensiamo Roma è una piccola città
07:32rispetto alle grandi metropoli internazionali,
07:36lo è però dopo Roma non abbiamo Milano,
07:38che ha poco meno della sua popolazione,
07:41abbiamo Torino, abbiamo Genova,
07:42abbiamo una serie di città
07:44che hanno fatto da riferimento esperienze di comunicazione,
07:49oltre che di relazioni sociali sul territorio.
07:54Vale la pena forse ricordare
07:56come il fenomeno dell'emittenza locale
07:58si accompagna anche allo sviluppo del regionalismo in Italia
08:01dal punto di vista istituzionale.
08:04Quindi c'è una fase genetica di questo movimento
08:09in cui gli italiani si appropriano degli strumenti del comunicare
08:14e quindi questo consente di riscoprire l'interesse
08:20per la cronaca locale
08:21e creare anche delle forme di sinergia
08:24con l'informazione tradizionale, l'informazione a stampa.
08:27Quelli meno giovani come me ricordano
08:30come quando comincia ad apparire tutta la rete
08:34prima delle radio private,
08:36le cosiddette,
08:37e poi delle televisioni locali
08:39c'era il grande anatema
08:42del sistema della stampa,
08:44il timore che venisse meno l'interesse
08:47per la stampa scritta,
08:50quella che si leggeva,
08:51che si compra in edicola,
08:52il quotidiano, eccetera.
08:54E ci fu all'inizio anche una fase di resistenze forti
08:58da parte dei poteri,
09:00dei grandi poteri,
09:02penso ai grandi quotidiani,
09:04il Corriere della Sera, la Repubblica, eccetera,
09:06che guardarono per un lungo periodo
09:08con sospetto, con diffidenza,
09:09con un po' di preoccupazione
09:10e la nascita di questo pulviscolo
09:13di esperienze locali,
09:16molte delle quali poi non sono sopravvissute,
09:18che pochi anni
09:20si è creata una specie di selezione naturale
09:23da questo punto di vista,
09:24che evidentemente ha avvantaggiato la qualità,
09:27perché ha selezionato
09:28quelli che erano più competitivi,
09:30più in grado quindi di uscire dal localismo,
09:33dallo sperimentalismo,
09:35alla casareccia,
09:35e cercare di professionalizzare l'offerta.
09:40E quindi si torna a questo principio
09:42che aveva individuato questo studioso canadese
09:46già nel 1964,
09:48scoprire come il medium stesso
09:51rappresenta un messaggio.
09:53Al di là delle cose che voi comunicate
09:56quando fate i telegiornali
09:57o quando allestite una trasmissione,
09:59è il fatto stesso
10:01di aver istituito
10:02una relazione diffusa,
10:05libera,
10:09nemmeno compensata economicamente,
10:11nel senso che c'è un accesso gratuito
10:13da parte dei cittadini,
10:16creando quindi un circuito di relazioni
10:18che col tempo è diventato
10:20sempre più complicato.
10:21Mi spiego nel senso che
10:23la televisione
10:25si è sovrapposta alla radio
10:27ma non l'ha cancellata.
10:28La radio è diventata
10:30uno strumento di comunicazione
10:32più diretta,
10:33più aggiornata
10:33rispetto alla carta stampata
10:35ma non l'ha cancellata
10:36e così via
10:37potremmo risalire
10:38fino ai primordi
10:41della civiltà.
10:41Questo è molto interessante
10:42andando a cercare di capire
10:45che cosa potrebbe succedere
10:47invece il futuro.
10:48Lei dice
10:48la televisione non ha tolto
10:51i giornali,
10:51cioè la radio non ha tolto i giornali,
10:53la televisione non ha tolto la radio
10:54e via dicendo.
10:56Oggi internet
10:57potrebbe invece avere
10:59questo potere?
11:00Certo,
11:01questo è la grande risorsa
11:03e il grande pericolo
11:05di internet.
11:06È la grande risorsa
11:07perché internet
11:08mette a disposizione
11:10praticamente a costo zero
11:11una possibilità
11:13di accesso illimitato
11:15a chiunque abbia
11:16un quarto d'ora di tempo
11:18o poco più
11:19per impratichirsi
11:21delle regole del gioco.
11:22Dopodiché tu sei dentro
11:23una rete sconfinata
11:25che arriva in ogni angolo
11:26del mondo
11:27che comunica
11:28con sistemi,
11:29con strutture di relazione
11:31anche molto complesse,
11:32anche molto distanti
11:34nello spazio,
11:37eccetera.
11:37E quindi questo
11:38diciamo
11:40ha dato vita
11:41a una rivoluzione,
11:43quella che poi
11:44ormai
11:45nella letteratura
11:48si chiama
11:48la rivoluzione telematica.
11:50Sì, sì.
11:51perché la rivoluzione telematica
11:53se noi guardiamo
11:53l'etimologia greca
11:56della parola telematica
11:58è ciò che rende possibile
12:00il comunicare lontano,
12:02colma le distanze,
12:05cancella lo spazio fisico
12:06e quindi
12:07in qualche maniera
12:08dà vita
12:09a un nuovo sistema
12:10di relazioni sociali
12:12più complesso,
12:15più delicato
12:16perché vulnerabile.
12:18Prima facevo riferimento
12:20così a passare
12:21a tutta la problematica
12:23che si sviluppò
12:24in quel periodo
12:26attorno all'emittenza commerciale
12:28al rischio
12:29che la televisione pubblica
12:30diventasse ostaggio
12:32o vassallo
12:33dalla comunicazione privata
12:35o che la comunicazione privata
12:37trasferisse
12:38sul piano dell'emittenza
12:40quelli che erano
12:41i conflitti politici,
12:42i conflitti culturali
12:43del paese
12:43senza avere poi
12:44la capacità di governarla.
12:46Quindi c'erano
12:46tutti questi timori
12:48che devo dire
12:48nel tempo
12:49poi sono stati
12:50in gran parte
12:50superati
12:52e sono stati superati
12:53attraverso il pluralismo
12:54cioè attraverso
12:56una legislazione
12:58e questo è
12:59anche uno dei
13:00pochi casi
13:01in cui l'Italia
13:01si è trovata
13:02all'avanguardia
13:03proprio per ragioni
13:03e necessità
13:04perché doveva
13:05come dicono i giuristi
13:07normare
13:07quindi dare delle regole
13:09a un sistema
13:10che era esploso
13:12e che aveva dato vita
13:13a un'infinità
13:14di circuiti
13:16di relazioni
13:17ma anche di interessi
13:18ovviamente
13:19se pensiamo
13:20che in quel periodo
13:21si formano
13:21anche i grandi
13:22imperi
13:23della comunicazione
13:24cioè Mediaset
13:25ma non solo
13:27con un sistema
13:30anche lì
13:30che è stato
13:31darwiniano
13:32per quelli come me
13:34che hanno
13:35la memoria
13:36del periodo
13:36insomma
13:36non è che le cose
13:38stavano come stanno adesso
13:39nel senso
13:40c'era un'offerta
13:41molto ampia
13:42i tentativi
13:43di insediamento
13:44di radicamento
13:45sono stati numerosi
13:46però
13:47diciamo che
13:49il 90%
13:50di quelle esperienze
13:51sono venute
13:51meno nell'arco
13:52di pochi anni
13:53perché l'emittenza
13:55televisiva
13:56e non soltanto
13:58televisiva
13:59diciamo prima
13:59c'era stata
14:00la lunga fase
14:01della rivoluzione
14:03radiofonica
14:04le radio
14:04le radio locali
14:05evidentemente
14:06richiedono
14:07delle competenze
14:08tecniche
14:08degli strumenti
14:09e
14:10da questo punto
14:12di vista
14:13è importante
14:14che
14:15questo si sia
14:17accompagnato
14:18a qualcosa
14:20che non era
14:21quello che era
14:22temuto
14:22cioè che
14:23col tempo
14:25questo sarebbe
14:26diventato
14:26un sostituto
14:27della vita pubblica
14:28che tutto si sarebbe
14:29trasferito
14:30sull'emittenza
14:31eccetera
14:31questo in parte
14:32è avvenuto
14:33ma non è avvenuto
14:34al punto di
14:35compromettere
14:36diciamo
14:37la
14:37disponibilità
14:39nell'opinione pubblica
14:40di esercitare
14:42in tutte le forme
14:42possibili
14:43la militanza
14:44quando parlo
14:44di militanza
14:45intendo un concetto
14:46generico
14:46viene spontaneo
14:48associarla
14:48alla militanza
14:49politica
14:50e questo
14:53ci dice
14:54anche molto
14:54sulla storia
14:55dell'emittenza
14:56privata
14:56televisiva
14:57perché il caso
14:57di Berlusconi
14:58al quale si
14:59accennava prima
15:00è stato proprio
15:01il caso
15:01di una
15:01commistione
15:02fra
15:03nuovo
15:04sistema
15:05della comunicazione
15:06sociale
15:06quindi
15:07un'emittenza
15:08brillante
15:09disponibile
15:10a qualunque
15:11ora
15:11a costo
15:12zero
15:12eccetera
15:12ma legati
15:14agli interessi
15:14di un sistema
15:15economico
15:16commerciale
15:17potente
15:18che poi
15:18si è trasferito
15:19sulla politica
15:20quindi ha creato
15:21diciamo
15:21un circuito
15:22di ritorno
15:23la politica
15:24in un certo
15:25momento storico
15:26in Italia
15:26ha fatto una scelta
15:27di
15:28chiamiamolo
15:29liberalismo
15:29fra virgolette
15:30cioè ha permesso
15:31a tutti
15:32di accedere
15:32a questa esperienza
15:33poi si è creata
15:35una selezione naturale
15:36direi
15:36darwiniana
15:37sono sopravvissuti
15:38i più forti
15:39il terzo passaggio
15:40è che alcuni
15:41dei più forti
15:42erano molto forti
15:43nel senso che
15:44hanno esercitato
15:45anche
15:45un potere
15:47che poi
15:48si è concretizzato
15:49in una specie
15:50di duopolio
15:51fra l'emittenza
15:51privata
15:52e la rai
15:53invece
15:54oggi
15:55abbiamo anche
15:56i social network
15:57e da questo
15:58punto di vista
15:59ad esempio
15:59la comunicazione
16:00è cambiata
16:01ancora
16:02cioè nel senso
16:03che è velocissima
16:04io noto
16:06che per esempio
16:07molti giovani
16:08soprattutto
16:08purtroppo
16:09è difficile
16:12che stiano
16:13più di pochi
16:15secondi
16:15su una notizia
16:16o su un video
16:18è un bene
16:19o è un male
16:20questo?
16:21ma
16:21dobbiamo guardarci
16:24da giudizi moralistici
16:26perché i giudizi moralistici
16:27sono sempre
16:28retrograti
16:29nel senso
16:30che
16:30chi è più anziano
16:31vi tiene
16:31che è quello
16:32che pensa lui
16:33e che ha vissuto lui
16:34è il giusto
16:34il che non è detto
16:36che sia
16:37però certo
16:38questo problema
16:39che lei
16:40segnala
16:41è molto rilevante
16:43perché
16:44mentre noi
16:47per esempio
16:47nel rapporto
16:48con la televisione
16:49non abbiamo
16:49un'interazione diretta
16:51personale
16:52e quindi
16:52c'è un pubblico
16:54che poi esprime
16:55le preferenze
16:55attraverso gli indici
16:56d'ascolto
16:57per chi vuole andare
16:58a verificare
16:58se quel programma
16:59funziona
17:00o non funziona
17:01eccetera
17:01eccetera
17:02cosa da cui dipende
17:03anche l'indotto commerciale
17:04le trasmissioni
17:05che possono infilare
17:07la pubblicità
17:07con un guadagno
17:09più significativo
17:10si paga per fasce orarie
17:12non per prestazione
17:13e
17:14nello stesso tempo
17:16però
17:16questa
17:17televisione privata
17:19questa
17:19televisione privata
17:21da una parte
17:22ha costruito
17:23come nella logica
17:25dei sistemi
17:26capitalistici
17:27lo dico
17:27senza intenzioni
17:28ideologiche
17:29proprio nel senso
17:29letterale
17:30dove c'è un capitale
17:31da investire
17:32necessariamente
17:33c'è un sistema
17:34di interessi
17:35che si impadronisce
17:36delle risorse
17:37che in quel momento
17:37sono più promettenti
17:39come è stato
17:40nel caso
17:40dell'emittenza locale
17:42però non va perso
17:43di vista
17:44neanche l'altro aspetto
17:45quello che
17:46chiamerei
17:46sociale
17:47o se vogliamo
17:48fra virgolette
17:49democratico
17:50cioè tutto sommato
17:51in un paese
17:52come il nostro
17:53dicevo prima
17:53che
17:54è il paese
17:55delle mille città
17:56in cui
17:57il localismo
18:00non è un limite
18:01non è provincialismo
18:02tutte le nostre province
18:05hanno una cultura
18:06una tradizione
18:07una storia
18:08come si fa a pensare
18:10che
18:10una città
18:12che ha
18:13poco più
18:14della popolazione
18:15della nostra città
18:16come Siena
18:17sia provincia
18:18cioè
18:19Siena
18:19si è inventata
18:21esperienze storiche
18:23artistiche
18:23culturali
18:24che
18:24pari a quella
18:26di un intero
18:27paese
18:28ho fatto
18:28Siena
18:29perché mi è venuto
18:30così spontaneo
18:31forse perché
18:32ci ho fatto
18:32il militare
18:33però
18:33si potrebbero
18:35fare tanti altri
18:36esempi
18:37cioè la provincia
18:38italiana
18:38è una risorsa
18:40di straordinaria
18:41energia
18:41proprio nel momento
18:44in cui
18:45i profeti
18:47di sventura
18:47profetizzavano
18:49che lo sviluppo
18:50dei mass media
18:50avrebbero cancellato
18:52le identità
18:53locali
18:54si diceva
18:55c'è un solo
18:55telegiornale
18:56c'è un solo
18:57programma
18:57tutto
18:57decidono
18:58
18:58la RAI
18:59quindi
18:59anche la lotta
19:00politica
19:00si spostava
19:01su un alto
19:02terreno
19:02chi è che
19:02controlla
19:03i media
19:04pubblici
19:05ecco che
19:06come spesso
19:07accade
19:07nei contesti
19:10storico
19:10sociali
19:11tutto quello
19:12che si era
19:12ipotizzato
19:13è franato
19:14improvvisamente
19:14perché il fenomeno
19:15è stato esattamente
19:16rovesciato
19:17cioè quello
19:18che è esploso
19:18è stato il fenomeno
19:19dei localismi
19:21nel bene
19:21e nel male
19:22e quindi
19:22questo potrebbe essere
19:23la stessa cosa
19:24con i social
19:25cioè questo
19:25parallelo
19:26sta facendo
19:27nel senso
19:28che è più
19:29democratico
19:30cioè c'è una
19:30interazione
19:31attiva
19:32cioè posso
19:33commentare
19:34posso mandare
19:35il messaggio
19:36per dire
19:36sono d'accordo
19:37non sono d'accordo
19:38mentre invece
19:39prima la televisione
19:40ti bevevi
19:40quello che ti proponeva
19:41cioè tu non potevi
19:42fare nulla
19:43se non magari
19:44con l'indice
19:44di ascolto
19:45come diceva prima
19:46un'ultima cosa
19:48volevo chiederle
19:49però
19:49dal punto di vista
19:53sociologico
19:54come
19:56che cosa può
19:57cambiare
19:58con l'avvento
19:59con la grande
20:01frequentazione
20:02di questi social
20:04di questi
20:04di internet
20:07diciamo
20:08soprattutto
20:08ma soprattutto
20:09i social
20:09perché poi
20:10come diceva
20:11ci si può
20:12interagire
20:12con loro
20:13ma i social
20:15sono
20:16diciamo
20:18la terza
20:19rivoluzione
20:20di quelle
20:20di cui
20:21stiamo parlando
20:22prima
20:23abbiamo avuto
20:24abbiamo avuto
20:25la televisione
20:26poi abbiamo avuto
20:27la comunicazione
20:27a distanza
20:28adesso abbiamo
20:29la personalizzazione
20:30di queste
20:31di queste reti
20:32teoricamente
20:33sconfinate
20:34dei social
20:35io quando vado
20:35sulla mia pagina
20:36facebook
20:37premesso che
20:38abitualmente
20:41non chiedo
20:42l'amicizia
20:42a nessuno
20:43ma tanti
20:44la chiedono
20:45a me
20:45tra questi
20:46ci sono
20:46tanti sconosciuti
20:48che però
20:49mi sembrano
20:49persone per bene
20:50mi dispiace
20:52non darmi
20:52l'amicizia
20:53e adesso
20:54mi trovo
20:54migliaia
20:55di sconosciuti
20:56con i quali
20:57istituisco
20:58questo strano
20:59rapporto
21:01per cui ogni
21:01tanto emerge
21:02un ricordo
21:04una memoria
21:04una cosa del genere
21:05a parte
21:06un cerchio
21:07interno
21:08che si forma
21:08che sono quelli
21:09con i quali
21:10si dialoga
21:10comunemente
21:12i suoi studenti
21:13gliel'hanno chiesta
21:13la chiedono
21:14la visita
21:15però è un po'
21:19diciamo
21:21è qualcosa come avviene
21:23un po' anche nel nostro sistema
21:25di relazioni
21:26quasi fisiologico
21:28cioè noi abbiamo perso il conto
21:30di tutta la gente
21:31che abbiamo conosciuto
21:32nella vita
21:32però nello stesso tempo
21:35il circuito
21:36degli amici
21:37ai quali
21:39telefoniamo
21:40magari a mezzanotte
21:41per sfogarci
21:42di un problema
21:42è molto ristretto
21:44in mezzo
21:45fra il cerchio interno
21:46degli amici
21:47e l'universo
21:48dei conoscenti
21:49c'è tutto
21:50un sistema
21:51una rete
21:52di relazioni
21:54che è quello
21:55che sopravvive
21:56della nostra soggettività
21:57perché tutto il resto
21:58si è trasferito
21:59sul nostro computer
22:02si è trasferito
22:02sullo smartphone
22:03sullo nostro smartphone
22:04soprattutto
22:05lo smartphone
22:06poi ha rappresentato
22:07ecco
22:07nella rivoluzione
22:09un'altra rivoluzione
22:10perché significa
22:11portarsi appresso
22:12lo strumento
22:13con cui tu
22:14dialoghi con il mondo
22:15né bene
22:16né male
22:17perché questo
22:18richiederebbe
22:19il vero problema
22:21non è un problema
22:22tecnologico
22:23ma un problema
22:23pedagogico
22:24cioè quanto noi
22:25siamo attrezzati
22:27a gestire
22:28queste risorse
22:29detto così
22:30da una persona
22:30non più giovane
22:31può sembrare
22:32paternalistica
22:33come se qualcuno
22:34dovesse insegnare
22:35ai nostri figli
22:36ai nostri nipoti
22:37a usare
22:38tanto io
22:39delle generazioni
22:40dalla mia
22:41a quella
22:41delle mie figlie
22:42a quella
22:42dei miei nipoti
22:43vedo che c'è
22:44un'accelerazione
22:45costante
22:45cioè penso che
22:46adesso
22:46i figli
22:48dei miei nipoti
22:49avranno lo smartphone
22:49da due anni
22:50penso perché
22:51questi sono i processi
22:53è una battuta
22:55ma fino a un certo punto
22:56nel senso
22:57che effettivamente
22:58lo strumento
23:01che ti identifica
23:02come cittadino
23:04è utilizzato
23:06sempre più precocemente
23:07quindi è quasi
23:08diciamo
23:09un affidamento
23:10di identità
23:11ecco
23:12non ci sono più
23:14diciamo
23:15nelle biografie
23:17individuali
23:19la cresima
23:19la comunione
23:20il primo amore
23:22gli esami di maturità
23:24eccetera
23:25sono tutte le cose
23:26che scandiscono
23:27il tempo
23:29la memoria
23:29individuale
23:30l'hanno fatto
23:31per decenni
23:32per secoli
23:33adesso
23:34questa esperienza
23:36viene trasferita
23:37sul terreno
23:38della comunicazione
23:39immediata
23:39e quindi
23:40direi che forse
23:42il rito
23:43di conferma
23:44dell'appartenenza
23:45a una comunità
23:46è quando ti regalano
23:47lo smartphone
23:47a quel punto
23:49fai parte
23:50della società
23:51professore
23:52è stato veramente
23:52un piacere
23:53farci questa
23:53chiacchierata
23:54magari la rinvito
23:55per proseguire
23:56grazie
23:57è stato un piacere
23:58grazie
23:59grazie davvero
24:00e grazie naturalmente
24:01anche a voi
24:02per averci seguito
24:03una buona serata
24:04grazie a tutti
24:34grazie a tutti