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Nel loro antico monastero dell'XI secolo in Toscana, Giovanna Tiezzi e Stefano Borsa hanno creato un legame con l'antica cultura etrusca grazie alla loro cantina e alla produzione di vino, cereali e frutta; Corrado Dottori e Valerio Bochi, provenienti dalla Milano industriale, si sono trasferiti nella cascina dei loro nonni nelle Marche dove si impegnano per un'espressione rurale di giustizia sociale; Elena Pantaleoni, ex bibliotecaria, lavora nei vigneti di famiglia in Emilia sforzandosi di fare della sua tenuta una realtà utopica; Stefano Bellotti è considerato il Pasolini dell'agricoltura italiana, un contadino poeta radicale che ha sconvolto le regole con la sua fattoria d'avanguardia in Piemonte. Nonostante gli sforzi per rispettare le tradizioni eno-agricole del nostro Paese, ognuno dei protagonisti si è dovuto scontrare con una forte resistenza; non tutti, infatti, credono nella loro lotta per un' espressione dell'agricoltura italiana ecologicamente progredita, economicamente giusta e storicamente ricca. Con l'aiuto dell'amico Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna, questi moderni contadini hanno deciso di usare il potere del Cinema per combattere le menzogne istituzionali che rendono ogni atto libero un atto di pericoloso dissenso. A dieci anni di distanza da "Mondovino", l'universo enologico è cambiato proprio come il mondo stesso e il nemico è di gran lunga superiore alla minaccia della globalizzazione. Questi rivoluzionari del vino naturale, che lottano contro il "nuovo ordine economico mondiale", offrono un modello di Resistenza incantato e gioioso; una Resistenza naturale che intreccia documentario e finzione, nella speranza di risvegliare il ribelle nascosto in ognuno di noi.

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