• 8 mesi fa
Non ha molto in comune con la vecchia Ktm 390 Duke, perché il 90% dei componenti è nuovo. Resta una monocilindrica ma crescono la cilindrata (373,2 cc a 399 cc) e i numeri iniziano a essere davvero interessanti: 44 Cv e 39 Nm. È una piccola naked ma ogni dettaglio spiega che la nuova 390 Duke ha molto in comune con le sorelle di media cilindrata: strumentazione digitale con display Tft a colori da 5” e un’elettronica evolutissima e facile da gestire. La ciclistica non ha nulla in comune con quella della vecchia 390 Duke; l’ammortizzatore è stato montato lateralmente (prima di trovava all’interno del forcellone) e l’airbox non è più posizionato sotto la sella ma nella parte anteriore della moto, modifiche che ha permesso di contenere l’altezza del piano di seduta. La 390 Duke, pur restando una moto adatta a tutti, ha sviluppato un carattere molto sportivo. Il motore, superati i 7000 giri/min, ha un’entrata in coppia vigorosa, che anticipa un allungo degno di nota; non è il massimo dal punto di vista della fruibilità ma, dato che non bisogna gestire prestazioni esagerate, il piacere di guida resta alto. La precisione direzionale, notevole, è abbinata a un’ottima maneggevolezza; merito del peso contenuto ma soprattutto dei cerchi, notevolmente alleggeriti rispetto al passato. Non convincono l’imbottitura minimalista della sella e le vibrazioni percepibili sulle pedane intorno a 7000 giri/min. Due colori disponibili: arancione e blu a 6.780 euro franco concessionario, per una moto che si può guidare anche con patente A2.

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