• 7 months ago
(Adnkronos) - "Valutare le politiche pubbliche a partire dai dati" e rifiutare il "negazionismo economico": sono alcuni dei principi chiave che guideranno le scelte editoriali di 'eco', il nuovo mensile di economia edito da Enrico Mentana e diretto da Tito Boeri. Ed è proprio il direttore Boeri a illustrare nell'editoriale del primo numero, disponibile in edicola e in digitale, le linee guida, i temi e i principi alla base di 'eco', che vuole essere il "tentativo di rispondere a una domanda crescente di informazione di qualità sui temi economici". "Non troverete su queste pagine consigli per gli acquisti in borsa", spiega Boeri, ma "cercheremo di offrirvi strumenti per meglio capire l’intricato mondo della finanza. Ci occuperemo poi di lavoro, di prezzi, di casa, di salute, di tasse, di distribuzione del reddito, stato sociale, innovazione, immigrazione e coesione sociale e di tanti altri temi rilevanti nel quotidiano per la stragrande maggioranza degli italiani". "Nella diversità delle opinioni che verranno ospitate su 'eco' - prosegue il direttore - ci sono alcuni principi che guideranno le nostre scelte editoriali. Il primo è quello di valutare le politiche pubbliche a partire dai dati. In Italia i numeri vengono usati ancora troppo poco nel guidare la politica economica. Spesso - sostiene - si prendono decisioni 'a intuito', sulla base di ragionamenti privi di riscontri oggettivi. E non si capitalizza l'esperienza di politiche varate in precedenza. Questo va a scapito delle decisioni che si prendono. Non si impara dai successi - rimarca Boeri - e ancor meno dagli errori. Per valutare ci vogliono metodi e dati. Per questo, a costo di essere pedanti, sulla rivista troverete tanti numeri, molte figure e tabelle corredate da spiegazioni dettagliate su come i dati sono stati raccolti e analizzati". "Il secondo principio - si legge nell'editoriale - è che i dati non si fanno intimidire. C’è una pericolosa abitudine nel confronto pubblico, soprattutto in Italia. Quando le statistiche dicono cose diverse dal messaggio che si intende trasmettere, non si cerca di capirne le ragioni; ce la si prende con le statistiche anziché con le proprie convinzioni. Si sostiene che le statistiche non sono attendibili, si cerca così di svilirle. Questo atteggiamento è deleterio perché ci priva di una base condivisa di conoscenze a partire dalle quali formarsi un’opinione. Rimaniamo ancorati ai nostri pregiudizi, alle nostre convinzioni aprioristiche senza avere il coraggio di verificarne la validità. Come in Dostoevskij - sottolinea - ognuno crede quel che vuole, cioè di essere l’unico depositario della verità. In questo modo non impariamo nulla dal confronto pubblico. Si riduce anche il controllo democratico sull’operato dei governi e delle istituzioni". "Il terzo principio è il rifiuto del negazionismo economico. Si respira da tempo, non solo in Italia - sostiene Boeri - un atteggiamento di ostilità contro gli esperti, accentuato dalla retorica populista e dall’accesso acritico a Internet. Avviene soprattutto nel campo delle scienze sociali. Il fatto è che il linguaggio dell’economia è entrato nella mente di tutti e questo porta molti a immaginarsi economisti, così come ai mondiali si è tutti allenatori della nazionale di calcio". "Il fatto più grave è che in questo clima trovano spazio tesi alimentate di proposito da gruppi di interesse che traggono vantaggio dall’attuazione di piani tanto avvincenti (e avventurosi) quanto astrusi. Ecco il mercato del lavoro descritto come un autobus in un’ora di punta, in cui, per fare posto a chi vuole salire, bisogna prima far scendere altri (magari mandandoli in pensione). Ecco i tagli alle tasse che si finanziano da soli, ecco le criptovalute descritte come monete sicure che ci sottraggono alla dittatura delle banche. Ecco il mattone come panacea di tutti i mali dell’economia italiana. E potremmo continuare. Il modo migliore di contrastare il negazionismo economico - afferma Tito Boeri - è l’umiltà di documentare il più possibile tutte le affermazioni, non rinunciando mai a sottolineare l’impossibilità di generalizzarle a contesti molto diversi. Sarà questo il metodo che ci proponiamo di seguire", conclude.

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Transcript
00:00We decided to try to think of a self-governing magazine, but popular, that would talk every month about the economy.
00:13For this reason, I remember that I called Professor Tito Boeri, to whom I owe a fifty-year friendship.
00:23Our idea is to entrust to a great economist, a figure that is within the academy,
00:35within the capacity to teach economics to the students of the most authoritative economic university in Italy,
00:45the possibility of doing this extensive speech with a much wider audience.
00:51A product was born right away, which in some encyclopedias no longer exists,
00:59which is always a good sign and of which we are proud.
01:04Paper is an instrument with which you can go deeper.
01:09People are used to reading a little more than on the screen,
01:17so you can try to take that further step that Voce.info had not taken.
01:25Voce.info has always been a product taken abroad with the Box.eu project.
01:32It has always been a project aimed at a relatively narrow audience of opinion makers,
01:37which worked on the multiplicative effect.
01:39In fact, there is a very strong demand for economic and human information in Italy.
01:44We see it at all levels.
01:47The structure is minimal.
01:49Let's say that the editorial staff of ECO is composed,
01:55by a vice-director from Voce.info,
02:04who is in charge of the entire network of Voce.info contacts.
02:08Then there is a vice-director who has a journalistic experience,
02:15Angela Pira,
02:17and then we have a coordinator of the magazine,
02:22who is a person who follows the machine,
02:26together with Alice Mentana,
02:30who follows the machine and sees that everything is well organized.
02:35The magazine, first of all, is interesting,
02:38because it keeps the point,
02:40and therefore there is a need for paper,
02:42which helps from this point of view,
02:44to be able to tell the contemporaneity.
02:48On the other hand, as economists,
02:50we have to start looking outside,
02:53to see what is happening,
02:56from the point of view of Italy,
02:58because the economy is no longer absolutely national,
03:02it is by force globalized.
03:04It is true that,
03:06citing the artificial intelligence,
03:08something that does not happen here,
03:10has happened elsewhere in the world.
03:12It is changing radically,
03:14not only the local economy,
03:16but if we talk from the point of view of labor,
03:18it is changing radically also the population,
03:20the perspective of work and labor.
03:23The closed opposition,
03:25and also the trade union,
03:27is a kind of negationism.
03:29It says that there is no increase in employment,
03:33there is a problem of precariousness,
03:36the precariousness increases.
03:38This is the government that does a lot of precariousness,
03:40but we see that in February,
03:42compared to February last year,
03:44there were 600,000 more indefinite contracts,
03:48and 200,000 less indefinite contracts.
03:51So all the employment is permanent.
03:54So there is a reduction of the so-called precariousness,
03:58if we consider it as an adjective,
04:01we have contracts at the end.
04:03And above all, the trade union,
04:05which in this article you can see
04:07is losing its grip,
04:09at least in some part,
04:11is launching a series of initiatives
04:14that are agitation and political activism.
04:16We need, like bread in this country,
04:21economic themes
04:25to become a breadbasket of interests,
04:29not of a few, but of many,
04:32particularly of our young people.
04:36So we need texts that are not only snarky,
04:41this is the case,
04:43because in a contained dimension
04:45it really deals with many, many themes,
04:48but also with an interesting language.
04:52We have to bring it to schools,
04:55something of this nature.

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