In studio, Mauro Valentini giornalista di cronaca giudiziaria, scrittore, abbiamo parlato del suo ultimo libro "Lo chiamavano Tyson", il suo primo noir. Ospite a Radio Roma Magazine
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NovitàTrascrizione
00:00Sandra, Maria Magdalena, un pezzo anni 80, 1985, insomma primi con la musica di ieri
00:07qui a Radio Roma. Allora lo vedete già inquadrato, è un piacere, un grande ritorno, è un amico
00:11proprio di Radio Roma, un amico che ci conosciamo da molti anni, torna a trovarci lo scrittore
00:16e il giornalista Mauro Valentini. Grazie Alessandra, un saluto a tutti. Buon pomeriggio, allora
00:21un piacere ritrovarti, ci siamo visti in tante occasioni, ci siamo visti anche con Vanni
00:25e con Matteo naturalmente, Mauro. Sì, beh ti confesso un po' di emozione nel rientrare
00:32in questo studio che ho vissuto insomma con loro e mi ha colpito molto perché nel libro
00:40che di cui probabilmente parleremo adesso, non avevamo preparato di cosa parlare, io
00:45vengo sempre volentieri con te e con voi a prescindere, però mi ha colpito molto, ci
00:52stavo pensando lì, quando ero lì fuori, al fatto che l'ultima immagine che ho di tutti
00:57e due, di Vanni e di Matteo, è con il mio libro in mano. E con Matteo che aveva già
01:04nel cuore mille progetti su come poterlo sfruttare e raccontare in una forma diversa e aveva
01:10questa sua questa prelogativa. Insomma per cui devo dirti è un ritorno molto particolare
01:16per me, non sarà un collegamento normale. Non è semplice anche perché ora a Radio
01:22Roma, ma insomma se andiamo indietro con gli anni, Mauro, abbiamo fatto tante cose insieme
01:25a loro in altri emittenti. Un libro per uno, uno di tutti e due i tuoi libri presentati
01:31prima con Vanni e poi con Matteo. Pensa che Matteo aveva intenzione, desiderio con me
01:35di poterlo portare anche nella provincia, nei comuni, insieme e poterlo presentare quindi
01:40era un progetto anche questo. Il nostro Tyson aveva fatto innamorare Matteo, è vero? Assolutamente
01:48sì, sono innamorata anche io di questo libro che ho riletto due volte, l'ho portato anche
01:52in vacanza. Vogliamo oggi ricordarlo perché lo chiamavano Tyson Armando Editore. Allora
02:00è veramente uno spaccato, un tratteggio importante e interessante sulle periferie. La periferia
02:06soprattutto romana è un po' anche un tratteggio pasoliniano, possiamo dire, no? Il riscatto,
02:11la voglia di trovare un futuro che magari nelle periferie, si parla tanto di periferia
02:16a livello politico poi, Mauro, io da quando sono bambina che sento parlare del disagio
02:21sociale nelle periferie. La periferia non è solo quello. No, è vero, è un pasoliniano
02:27post pasoliniano, nel senso che poi i personaggi non hanno quella sofferenza e quella drammaticità
02:34dei tratti, per carità, dell'inarrivabile narratore che era Pasolini. Non volevo fare
02:41nessun paragone perché qualsiasi paragone fai con lui sei perdente. Mi sono permessa
02:46io di fare questo tratteggio e richiamo. Però è vero che i problemi di quella periferia
02:52di 50 anni fa sono tuttora visibili nel tessuto sociale. Io non ho voluto fare un libro sociologico
03:00né volevo fare un'analisi sociale di quella che è stata la periferia romana degli anni
03:0570 e 80. Ho voluto raccontare una storia di una ventina di persone per lo più pazze di
03:15loro, ma che avevano comunque una giustificazione nei loro comportamenti derivata da quella
03:22che è stata, e lo dico subito nel libro, una sorta di deportazione, di sradicamento
03:29di tantissime famiglie romane, prese dai quartieri di origine e confinati in certi
03:37posti come Spinaceto, come Laurentino 38, come Torbella Monaca, come Vigne Nuove, presi
03:42e sradicati e portati lì. E in quel contesto non è stato facile farcela. Il mio Fausto
03:51Colasanti, detto Dyson, e il suo amico di scorribande Alcide Pennello in realtà sono
03:58due ex ragazzi che superati i 50 anni si trovano ancora nella stessa condizione di quando erano
04:04arrivati in quel quartiere 40 anni prima. E la loro storia esplode nel posto più ricco
04:11di Roma che è a 500 metri da uno dei posti più poveri di Roma, che è la contraddizione
04:17poi classica del quartiere dell'Eur. Forse non esiste un quartiere al mondo che ha, divisa
04:23da una strada come la Cristoforo Colombo, il massimo della società romana e chi invece
04:31vive, mi stava venendo da dire, ma ci può stare, campa di espedienti.
04:36Esmeralda, oggi conosci la nostra giovane collega che tra l'altro è una blogger di filosofia.
04:41Quindi faccio la domanda a tutti e due, esmeralda, stavolta la faccio anche a te. Zero Calcare
04:45ha detto recentemente che quando va in centro si sente a disagio, perché lui dice che nella
04:51periferia comunque oggi trova tutto. Siete d'accordo?
04:54Eh sì, secondo me a parte Zero Calcare ha una capacità di osservare, di raccontare,
04:59poi questo suo unire le parole alle immagini sono sempre toccanti. Io devo dire che è
05:03una domanda a cui faccio fatica a rispondere, perché io vivo proprio fuori Roma, vivo più
05:07in campagna diciamo, quindi Roma l'ho sempre vissuta quasi da turista, da persona che ci
05:12va per lavoro, per studio, ma non ci vive. Perciò è una domanda rispetto alla quale
05:16io mi trovo in difficoltà, perché credo ci possa rispondere solo chi vive Roma ogni
05:19giorno nel quotidiano.
05:21Mauro, sei d'accordo con Zero Calcare sulla periferia?
05:23Io sono d'accordo con la narrazione della periferia romana di Zero Calcare, però quello
05:30che è un ragazzo rispetto a me e rispetto a Tyson non ha vissuto, non ha vissuto quei
05:3610-15 anni tra gli anni 75 e il 90 in cui veramente noi abbiamo fatto, io dico noi perché
05:42ho vissuto all'Aurentino 38, noi abbiamo fatto fatica ad essere considerati in maniera
05:49dignitosa, cioè chi veniva da certi quartieri era un reietto e questa difficoltà fortunatamente
05:55Zero Calcare non l'ha vissuta e la racconta in maniera molto più comica e divertente
06:00di come la racconto io, però non sono d'accordo su quello che dice nello specifico perché
06:07secondo me Roma è il centro, tutto quello che c'è attorno è stato forzatamente incastrato
06:15intorno a queste cinta murarie e ne hanno determinato secondo me un dramma, io vengo
06:20adesso da una gita tra il culturale e il gastronomico, si può dire, in Lombardia ed ecco una città
06:29come Milano, a differenza di Roma è stata protetta, è stata protetta da un nucleo che
06:34è tutto attorno ma è fatto di comuni, come diceva lei, periferici che però sono vivi
06:40a sé stanti, in certi quartieri di Roma non c'è neanche un cinema, non c'è neanche una
06:44libreria, non c'è neanche un polo culturale, non c'è niente.
06:47E è molto settoriale poi la capitale, molto settoriale, questo io lo notavo anche negli
06:51anni 80.
06:52Beh, i protagonisti del mio racconto in effetti hanno quasi vergogna a presentarsi a quest'uomo
06:59che li deve assumere in questa villa come custodi, ne hanno vergogna e l'unico mezzo
07:04che ha Tyson è quello della sua cultura musicale.
07:08La musica diventa in questo romanzo il collante tra le varie classi sociali, possiamo definirlo
07:14così.
07:15Lui ama il progressive rock e trova quest'uomo che è un imprenditore di grandissimo successo
07:20che ama gli stessi dischi del nostro povero Tyson e questo legame fa sì che fa scatenare
07:29diciamo così il racconto e poi tutto quello che succede che mi dispiace tanto non potervi
07:34dire.
07:35Allora adesso ci fermiamo per un po' di musica Mauro, resta con noi e ripartiamo proprio
07:39dalla colonna sonora che tu hai inserito proprio nel libro, lo chiamavano Tyson e poi raccontiamo
07:45anche chi è Tyson.
07:47Benissimo.
07:49Eccoci rientrati qui Radio Roma Magazine, Radio Roma ovviamente stiamo con Mauro Valentini
07:54giornalista e scrittore, stiamo parlando di lo chiamavano Tyson Armando Editore, ci siamo
07:59lasciati con la scelta musicale, la colonna sonora proprio di questo tuo ultimo libro,
08:04una scelta precisa, dettagliata, il rock progressiva accompagna e unisce un po' questi due protagonisti
08:10Tyson e quest'uomo ricchissimo in questa villa che gli offre questo lavoro.
08:15Attraverso una conoscenza comune di un personaggio che poi comunque è centrale in questa storia
08:20Fausto Colasanti e il suo collega, non lo chiamerei neanche amico, Alcide, arrivano
08:27al cospetto di questo uomo, di questo commendatore Peroni che è l'uomo più ricco d'Italia,
08:32lo viene definito così.
08:33Ebbene, come si può legare il destino di un uomo che è abituato a vivere sullo spazio
08:41praticamente e l'altro che è abituato a vivere sottoterra, cos'è che lega la musica?
08:46Si scoprono amanti tutti e due dei Jethro Tull ma non solo, anche dei Genesis e di tutta
08:51quella parte del progressive rock degli anni 70 e fino all'inizio degli anni 80 e questo
08:57loro legame li cementa e diventa una sorta di fiducia reciproca.
09:02Addirittura Tyson, cioè Fausto, ha questo sogno di diventare a un certo punto l'uomo
09:11di fiducia di questo commendatore.
09:13Fausto tenta un riscatto sociale Mauro?
09:16Fausto tenta di ritornare Fausto perché tutti lo chiamavano Tyson e questo chiamarlo Tyson
09:21in qualche modo lo ha relegato da sempre, da quando era ragazzo, a una figura che lui
09:27non sente più sua, perché il fatto di farsi chiamare Tyson non è difficile da comprendere
09:34perché qualcuno tra i 16 e i 20 anni viene chiamato Tyson, evidentemente uno che con
09:41le mani risolve i problemi.
09:43Ora però che succede?
09:44Che lui è diventato grande ma non si è mai separato da questa figura, qui in questa storia
09:53ha un'occasione di riscatto, ma certo non sarà semplice tornare ad essere una persona
09:59normale.
10:00Tornare ad essere se stesso in certi sensi, un se stesso modificato da un ambiente perché
10:06sappiamo tutti poi quanto magari le circostanze influiscano su quello che siamo.
10:10Hai detto la cosa chiave di questa storia tu perché in effetti lui cerca in tutti i
10:16modi di dimostrarsi un altro e il fatto che l'altro, questo datore di lavoro lo chiami
10:22Fausto, signor Colasanti, per lui è una sorta di ultima occasione, cioè decontestualizzato
10:31dal posto dove ha sempre vissuto, forse lui potrebbe diventare una persona diversa perché
10:35lui si sente una persona diversa, lui legge Simonon, sente la musica, si commuove quando
10:41legge alcuni brani, è una persona diversa da quella che invece tutti lo hanno collocato
10:47in qualche modo.
10:48Quindi questa è un'occasione d'oro, irripetibile proprio anche per l'accettazione, però ci
10:53fermiamo un momento, c'è il tassativo, ripartiamo proprio da questa accettazione sociale.
10:57Benissimo.
10:58Rebel Heart qui sul Radio Roma, Radio Roma Magazine, sono le 14.43 e stiamo parlando
11:04di un libro, giusto?
11:05Un libro molto interessante perché poi Mauro Valentini che è qui con noi, giornalista
11:10e scrittore, è la prima volta Mauro che ti affacci proprio al noir perché tu solitamente
11:14appunto sei scritti, sei scrittore di cronaca giudiziaria, ricordiamo lo chiamavano Tyson,
11:19Armando Editore.
11:20Tre punti fondamentali Mauro, l'etichetta sociale, il riscatto e la gabbia come metafora,
11:27non vogliamo spoilerare nulla, ma c'è questa gabbia che ha una metafora molto metaforica,
11:33importante.
11:34Sì, beh insomma tutto avviene in questa villa dove Tyson e il suo compagno fanno da guardiani
11:40e devono farlo per quattro mesi.
11:42In questa villa c'è un sistema di dissuasione al furto che è praticamente una sorta di
11:49corridoio che poi porta in una gabbia, questa gabbia si chiude, chi fa il custode deve chiamare
11:55la polizia, la polizia sblocca la gabbia e loro hanno finito il loro lavoro.
12:01Il problema è che quando tra i custodi c'è uno come Tyson, questa storia che sembra
12:06molto semplice, purtroppo semplice non è e per fortuna direi per la narrazione per
12:11cui questa gabbia diventa una sorta di centro del mondo dove accade qualcosa e a quel punto
12:19quello che dicevamo un po' fuori dalla diretta e cioè la metafora a me piaceva moltissimo
12:23di questa gabbia perché chi è dentro la gabbia a un certo punto inizierà a gestire
12:30il gioco rispetto a chi è fuori e a quel punto chi legge non saprà più chi è veramente
12:35ingabbiato.
12:36Se quello che è fuori che non avendo chiamato la polizia si è messo nei guai o quello che
12:42è dentro che nei guai c'è perché ha tentato di fare un furto.
12:46Mauro, gabbie che ci costruiamo noi o gabbia in cui siamo inseriti, quindi la gabbia sociale?
12:51La gabbia secondo me come divisione, non c'è qualcuno che è dentro e almeno nel tentativo
12:59di narrazione che ho voluto fare io la gabbia divide, divide due mondi che non si possono
13:07non si possono mescolare, non si possono mettere a contatto.
13:09In realtà la gabbia, l'illusione di aver buttato giù questo muro, questa gabbia che
13:15c'è tra il commendatore Peroni e il nostro reietto, il nostro amico Tyson, quella è
13:21solo un'illusione perché quella diversità, quella divisione rimane e rimarrà sempre.
13:29Ecco, è un po' una metafora di quello che è la società e la vita e anche nei rapporti.
13:35Lo stai presentando, questo libro, in tutta Roma, in tutta la regione,
13:38sei andato anche in molte parti anche fuori, oggi sei a Pomezia.
13:42Oggi per la prima volta sono a Pomezia, a casa mia, all'associazione Tema Esperia,
13:47oggi alle 5 e mezza, quindi tra un po' saremo lì a raccontare questa storia con i coraggiosi
13:53che sono rimasti, come dire, innanzitutto non contagiati ed è già una grandissima,
13:58un grandissimo colpo e soprattutto con chi ha voglia di leggerlo.
14:03Oggi sarà per la prima volta una chiacchierata con molti che l'hanno letto, è un gruppo di
14:09lettura oltre ad un'associazione culturale e sarà divertente spoilerare, ma non spoilerare,
14:15con chi invece ancora non l'ha letto. È un esperimento e vediamo cosa succede.
14:19Ci sarà un proseguimento di questo noir?
14:21Continuavano a chiamarlo Tyson, dici tu. Io me lo auguro perché l'ho promesso nel caso
14:31che questa storia diventasse o una pista teatrale, perché si presta molto al teatro,
14:36oppure qualcosa di cinematografico. Se fosse così, allora il nostro Fausto Colasanti
14:42meriterebbe una seconda opportunità.
14:46Hai già in mente lo svolgimento oppure ci penserai quando si presenterà l'occasione?
14:51Io l'avevo detto che era furba, perché è repugnente. Sì, un'idea ce l'ho. Se non altro
15:01ho l'idea di come ritornerà lui in un contesto che non lo riconoscerà più stavolta. Non sarà
15:09più Tyson, ma non sarà neanche più quello che era prima. Dovrà ricostruirsi da solo,
15:17alle soglie dei 60 anni e sarà una storia difficile, però secondo me c'è materiale.
15:23Sai che è molto teatrale, si presta molto al teatro, perché con un paio di scenografie c'è
15:29molto contenuto e magari con una gabbia al centro hai creato davvero la storia, il fulcro, il cuore.
15:35Sarebbe un sogno questo, perché io che ho portato a teatro Marta Russo,
15:40nel libro che avevo scritto sulla storia di Marta Russo, l'ho portato a teatro e credo
15:46che in certi contesti e sul palco di un teatro è forse il metodo migliore per la narrazione.
15:54Sai, ci ho pensato spesso da lettore, per esempio leggendo i libri di Simeon, che è il mio autore
16:00di riferimento. No, di riferimento no, sennò si offende anche lui e le sue memorie, le sue figlie
16:06e tutto il resto. Però di ispirazione sì. E ti dico che in effetti quelle storie sembrano storie
16:12teatrali, in fondo tutta la vita si può portare a teatro, tutta meno gli effetti speciali, ma è
16:18proprio quello il bello. Il bello, si può portare a teatro un monologo di una persona, un racconto e
16:23lì c'è tutta l'anima, basta quello per il teatro. Io credo che il teatro sia la massima espressione
16:27di quella che è l'empatia tra chi fa spettacolo e chi lo guarda lo spettacolo. Quel legame lì
16:34esiste nella lettura e nel teatro. Hai toccato Marta Russo, Il delitto della sapienza, lo
16:39ricordiamo. Allora approfittiamo per ricordare gli altri tuoi libri di grande cuore, grande
16:43successo sulla cronaca giudiziaria. Ricordiamolo, ricordalo tu. Insomma parlo magari solo degli
16:49ultimi due che sono Mirella Gregori, cronaca di una scomparsa, quella storia orribile di una
16:55famiglia messa in disparte e di una ragazza sparita a Roma a maggio del 1983 mai cercata,
17:03se non in funzione della più famosa scomparsa di Emanuela Orlandi. E poi la storia di Marco
17:11Vannini scritto insieme alla mamma di Marco che è stato, possiamo dirlo, ormai le carte parlano,
17:19è stata una storia che ha colpito tutti gli italiani ed è stato un libro che ancora oggi
17:25è tra i più venduti ed è una vicenda che ha colpito tutti soprattutto per il modo di narrazione
17:33che io ho voluto coinvolgere, la mamma di Marco Marina e il papà anche Valerio ed è un libro che
17:43mi tocca molto il cuore non solo per la storia e per la vicinanza ma anche perché con i proventi
17:50sono stati già fatte delle azioni molto importanti al punto di vista sociale nei
17:55comuni di Ladispoli e Cerveteri che erano i due comuni del cuore di Marco. Quindi azioni fatte
18:00proprio mirate per ricordare in maniera giusta, dignitosa e valida il nome di Marco Vannini per
18:06i giovani. Salutiamo anche noi insieme a te Marina Conte con cui ha scritto il libro Quattro Mani e
18:11Valerio Vannini. Mauro grazie, ogni tanto nell'anno ci risentiremo e ci ritroveremo qui.
18:17Spero di venirvi a trovare spesso e permettimi di dire che sarete i primi a presentare se lo
18:24vorrete il mio secondo noir che uscirà a maggio che si chiama Cesare e il sottotitolo sarà Come
18:33quando fuori piove che ricorda i quattro segni delle carte ma non è un libro sul poker come
18:39Tyson non è un libro sulla box. È una cosa che ci tengo a dirla perché abbiamo anche colto con
18:46un certo sorriso in certe librerie il mio libro messo nella sezione sport. Ora per carità se Mike
18:54Tyson vuole leggerlo io sarei contento però insomma è tutt'altro che un libro sulla box.
18:59Prima di sistemare i libri negli scaffali lungo il corrido guardate, leggete almeno la quarta di
19:07copertina. Allora ti aspettiamo e grazie di essere stato qui con noi. Grazie a te,
19:12grazie a voi e grazie a tutti. A presto e buon lavoro Mauro Valentini. E qui su Radio Roma David Ghetta.