• 2 settimane fa
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03:11 Giovani sempre in ansia: colpa (solo) dei social network. In collegamento Ernesto Caffo, presidente e fondatore di Telefono Azzurro

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Trascrizione
00:00con Claudio Micalizio. Bentornati, bentornati a destra. I nostri giovani si sentono soli,
00:14molto spesso non hanno nessuno disposto ad ascoltarli. Il problema è che, altrettanto
00:19di frequente, hanno quasi vergogna a chiedere aiuto. È un identikit allarmante quello
00:26che emerge dai dati diffusi pochi giorni fa in occasione della giornata per l'infanzia
00:31e l'adolescenza da telefono azzurro. Vogliamo parlare in questa puntata di Estra con un
00:35ospite che tra poco vi presenteremo. Adesso, come sempre, la copertina di Silvia Corsi
00:41ci introduce il tema di oggi. Come stanno i nostri bambini e i nostri adolescenti? La
00:47domanda è solo in apparenza banale e forse i genitori dovrebbero porsela un po' più
00:52spesso, al di là dei convenevoli che si scambiano troppo velocemente quando ci si
00:56incrocia a tavola. Perché secondo i dati diffusi da telefono azzurro, in occasione
01:00dell'ultima giornata dell'infanzia e dell'adolescenza, il 21% dei giovani si sente in ansia, ma un
01:07ragazzo su tre si vergogna di chiedere aiuto ad un esperto di salute mentale. Sono dati
01:12drammaticamente reali, ma inevitabilmente sottostimati, dal momento che si riferiscono
01:17alle richieste di aiuto che giungono ogni giorno al centralino dell'associazione che
01:22da decenni è un punto di riferimento per i bambini in difficoltà. Ma poiché anche
01:26trovare la forza di chiamare per chiedere aiuto deve essere tanta, gli esperti temono
01:31che questi dati siano solo la punta dell'iceberg. Il trend però è in crescita e se da una
01:36parte è sbagliato generalizzare sulle cause, almeno un fattore acceleratore è già stato
01:41individuato, l'utilizzo sempre più massiccio e pervasivo delle tecnologie digitali che
01:46evidentemente non comporta solo una trasformazione nel modo di comunicare, ma ha anche un impatto
01:51sulla salute mentale di tutti, adulti ma appunto anche giovanissimi, e proprio loro ovviamente
01:57sono i più fragili. Quando trovano il coraggio di chiamare per chiedere aiuto, snocciolano
02:02tutti le stesse sensazioni. Si sentono costantemente sotto stress, in ansia, ma non hanno nessuno
02:07in grado di ascoltarli e di capirli, anche perché vivono un altro aspetto, con angoscia.
02:13L'idea di doverne parlare con uno psicologo li fa vergognare. In questo silenzio si costruiscono
02:18una gabbia di solitudine, che spesso nei casi più gravi sfocia anche in comportamenti autolesionistici
02:24o in disturbi come anoressia e bulimia, ma che nella quotidianità spinge questi giovani
02:29verso una tempesta di sentimenti che vanno dall'ansia alla paura del futuro, dal senso
02:34di inadeguatezza alla paura di non essere compresi.
02:37Questi dati raggelano perché noi siamo convinti di conoscere i nostri figli, di poterne anche
02:58intercettare gli umori, le preoccupazioni e l'ansia. In realtà molto spesso non ci
03:03rendiamo conto di quali tempeste li pervadano. Che cosa sta succedendo ai ragazzi di oggi?
03:11Da una parte i bambini oggi crescono molto velocemente in un contesto sociale di grandi
03:19cambiamenti. Di fronte a questo mondo, che è un mondo sociale in cui ci sono fenomeni
03:25e situazioni particolarmente complesse, che molte volte è difficile anche per gli adulti
03:31in qualche modo poterle seguire, si aggiunge il fatto che i bambini oggi comunicano in
03:36modo assolutamente pervasivo, tra coetanei ma anche con mondi sempre più articolati
03:43che sono quelli delle piattaforme, sia social che di gaming, in cui acquisiscono competenze
03:49nuove ma anche problemi che in qualche modo non sono facilmente gestibili, che passano
03:54nelle loro menti, talvolta con dei flash di immagini di sofferenze, di disagio, di fronte
04:00ai quali non c'è un filtro che da un'altra parte la figura del genitore o dell'adulto
04:06ed educatore può permettere. Quindi i bambini sono sottoposti a un ampio numero di sollecitazioni
04:16di fronte alle quali non sa bene come affrontare questi aspetti. Quello che è importante invece
04:22è che i bambini abbiano un accompagnamento da parte del mondo degli adulti per capire
04:26e comprendere quello che è accanto a sé. Io credo che da una parte dobbiamo facilitare
04:32questo rapporto tra generazioni, dobbiamo sicuramente parlare di più con i bambini
04:37adolescenti, dobbiamo capire i loro problemi, c'è l'ascolto di essere un elemento centrale
04:41per l'uomo educativo che gli adulti hanno e dall'altra parte occorre cogliere i segnali
04:45di un disagio, di una sofferenza che i ragazzi possono presentare, l'isolamento, la mancanza
04:51molte volte di empatia nei confronti delle realtà che li circondano. Questo richiede
04:59ovviamente un'attenzione da parte di tutti noi, perché sennò il caso che ne vediamo
05:04purtroppo sempre più frequentemente di comportamenti autolesivi diventa un elemento di fronte al
05:10quale è difficile poi fare l'intervento adeguato.
05:12E con molte delle chiamate che arrivano al vostro numero, rivolto proprio ai bambini
05:19e agli adolescenti, partono con la testimonianza di una situazione di disagio, di ansia, poi
05:25nei casi più gravi arriva la bulimia, arriva l'anoressia, ma tutte iniziano con il fatto
05:31che questi giovani non sanno con chi parlarne, quanto per un esperto del mondo adolescenziale
05:39è un dato che è inusuale e quanto in realtà può rappresentare il dialogo un modo per
05:47evitare che si sfoci nei casi più gravi.
05:50Da una parte noi vediamo sempre di più che i ragazzi cercano di poter parare i loro problemi
05:57non con gli adulti ma tra pari, che è un fatto positivo se vogliamo, salvo che questi
06:04pari molte volte non sono all'altezza di affrontare le problematiche più complesse
06:09che in molti ragazzi in qualche modo vengono a presentare subito rumore, subito ansia,
06:14strutturati, non sono affrontabili soltanto con l'aiuto di un amico o di un compagno
06:20di scuola.
06:21Quello che è importante invece è poter dare ai ragazzi il senso che se c'è bisogno
06:26di qualche aiuto reale devono rivolgersi al mondo degli adulti e questo è sicuramente
06:32un percorso che vuol dire avere da parte dei ragazzi fiducia nel mondo degli adulti, una
06:36fiducia che però necessita comprensione da parte dei cosiddetti grandi nei confronti
06:43dei più piccoli, questo non è semplice perché molti adulti di fatto lasciano i ragazzi
06:49da soli in un mondo che molte volte non riescono più a riconoscere, per cui quello che noi
06:54vediamo ad esempio è che i ragazzi sono molte volte anche a casa però senza nessun rapporto
07:03con le figure adulte, condividono i loro problemi, le loro difficoltà, i loro disagi e talvolta
07:08anche i pericoli che molte volte nella rete sono presenti.
07:11Questa manchianza di dialogo è poi quella che d'altra parte porta all'isolamento, porta
07:16al disagio e d'altra parte oggi la sollecitazione come dicevo prima di tante situazioni che
07:23vengono attorno ai ragazzi, faccio esempio situazioni di conflitto, di guerra, di sofferenze,
07:31di omicidi, arrivano ai ragazzi senza essere mediate dal mondo dei grandi, questo vuol
07:37dire che i ragazzi sentirsi soli e non avere il coraggio molte volte di fare le domande
07:43giuste ai genitori e questo porta ovviamente a situazioni che poi possono diventare fortemente
07:48tossiche.
07:49Ma i giovani di oggi, i bambini di oggi sono forse di partenza anche più fragili rispetto
07:54al passato, lei ci dice attenzione perché veniamo da un periodo molto complicato, pensiamo
07:59alle guerre, siamo reduci ancora anche dalla pandemia che sappiamo ha lasciato pesanti
08:04macerie emotive anche nelle nuove generazioni, ma forse di base partono già più svantaggiati
08:10rispetto alle generazioni precedenti oppure no?
08:15Ma che ci sia fragilità complessiva del mondo dei bambini e adolescenti è un dato oggettivo
08:22nel senso che i dati che noi raccogliamo anche dalle ricerche dell'OMS piuttosto che delle
08:29varie altre agenzie internazionali è che in tutto il mondo oggi l'infanzia è una
08:33situazione di grande fragilità e difficoltà.
08:35Tutto questo ci porta a dire che evidentemente l'accompagnamento allo sviluppo fondamentale
08:44di un bambino e di un adolescente è venuto a mancare, quindi credo che dobbiamo sicuramente
08:48oggi riflettere del perché tanti ragazzi oggi vanno verso un percorso di dipendenza
08:55da sostanze ma anche da comportamenti inadeguati, del perché ci accorgiamo delle loro difficoltà
09:01troppo tardi, evidentemente c'è una distanza tra quello che è in qualche modo il mondo
09:07che loro vivono oggi che è molto con delle spinte anche molto precoci a delle esperienze
09:15che evidentemente non ha un accompagnamento adeguato, cioè i bambini oggi da piccoli sono
09:20a contatto con realtà informative quindi cognitive piuttosto che non emotive e senza
09:28molte volte poter avere quella mediazione fondamentale che permette il loro di rafforzarsi
09:33di crescere con la consapevolezza e con un pensiero critico di fronte alle realtà che
09:37vedono.
09:38Le chiedo da tecnico che è a capo da tanti anni di Telefono Azzurro, la famiglia ha un
09:47ruolo importante nell'intercettare intanto il disagio e nel cercare o di prevenirlo
09:53o di condurlo, guidarlo, stando vicino ai giovani e lei ce l'ha ricordato più volte
09:58in questa nostra chiacchierata, che ruolo possono avere le istituzioni posto che talvolta
10:02le famiglie sono inadeguate a gestire anche situazioni complesse come quelle di cui stiamo
10:08parlando?
10:09Ad una parte credo che occorra formare gli adulti e fare i genitori in un'epoca come
10:16la nostra piena di sfide come quella digitale, d'altra parte occorre che il mondo degli
10:20educatori e non parlo solo della scuola ma anche di coloro che fanno gli allenatori sportivi,
10:25di quelli che fanno in qualche modo accompagnamento anche nelle comunità religiose, possano in
10:30qualche modo essere maggiormente attenti ai ragazzi e alle loro emozioni, a quelli che
10:35sono anche i processi di crescita attuali che i ragazzi stanno sviluppando e questo
10:40richiede una maggiore, da una parte un maggior investimento sulla componente della relazione
10:49e questo vuol dire essere più a contatto con i ragazzi, non lasciarli soli, condividere
10:53con loro iniziative, attività, anche perché dalla conoscenza reciproca possono nascere
10:59delle risposte comuni a dei problemi e cercare ad esempio come in queste ore in cui ci sono
11:05situazioni drammatiche che coinvolgono una storia ma tante storie di violenza, dobbiamo
11:11in qualche modo far sì che i ragazzi possano parlarne con gli adulti, discutere insieme,
11:16parlare anche tra di loro ma con la guida di adulti in grado di affrontare queste sfide
11:21complesse e emotive che non sono di semplice gestione se non attraverso una profonda analisi
11:27di quello che si è e di quello che si è nel rapporto con gli altri.
11:32Professore, lei citava la tragedia della povera Giulia Cecchettin che ha coinvolto
11:38io credo forse mai come in questo caso l'opinione pubblica e ha posto l'attenzione su che cosa
11:46si può fare dal punto di vista educativo. Noi abbiamo sentito parlare, e l'ultima domanda
11:51che le faccio, della necessità di introdurre dei corsi all'affettività o comunque imparare
11:57a gestire i sentimenti, l'amore, la fine di un amore, se vogliamo forse anche la frustrazione,
12:04la rabbia. Lei ritiene che sia qualcosa che può aiutare davvero a debellare un fenomeno
12:10drammatico come quello del femminicidio? Sicuramente è importante affrontare questi
12:17temi e noi lo facciamo già da molto tempo cercando in tutti i modi di parlare con i
12:23ragazzi di queste tematiche. Questo riguarda soprattutto le tematiche più vicine a loro
12:27in questo momento, il bullismo, il sexto, in tutte queste situazioni impropri di relazione
12:33tra coetanei e spesso con conseguenze anche drammatiche. Quello che ovviamente va fatto
12:39è formare i genitori, ma è formare gli insegnanti ad affrontare queste tematiche in classe,
12:45parlarne, discutere con loro in tutti i modi possibili, anche cogliendo le loro istanze
12:50che sono molte volte anche complesse da decifrare, ma che richiedono, a mio avviso, un grande
12:56lavoro del mondo educativo perché possa essere più vicino ai ragazzi ed evitare situazioni
13:02drammatiche che possono avvenire soltanto perché non c'è stata attenzione ai comportamenti
13:07inadeguati di chi poi di fatto è diventato autore di queste violenze e d'altra parte
13:12anche dando più forza alle vittime perché possono parlare. Chiedere aiuto e essere per
13:16tutti possibile e quindi questo è l'elemento chiave, parlare e condividere i problemi.
13:22Io ringrazio il professor Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro. Buon lavoro a voi e grazie
13:29per quello che fate per aiutare i nostri giovani. Grazie a voi.
13:35Grazie, grazie al nostro ospite. Ci fermiamo qui. L'ultimo ringraziamento a voi che ci
13:40avete seguito. Adesso gli altri programmi della nostra emittente e noi torniamo domani
13:43alla solita ora. Arrivederci.
13:46I colori dell'attualità con Claudio Michalizio

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