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Trascrizione
00:00Buonasera, bentrovati ad una nuova edizione del TG Preview di Teletutto, un'edizione che
00:16questa sera dedichiamo al tema della violenza di genere, violenza contro le donne, ne parliamo
00:22come spesso facciamo il 25 di novembre in occasione della giornata internazionale ma
00:27ci siamo ripromessi di riparlarne più volte nel corso di tutto l'anno perché è un tema che ci
00:32sta particolarmente a cuore. Questa sera lo facciamo dal punto di vista degli uomini,
00:36degli uomini maltrattanti e dei percorsi che si possono mettere in atto proprio per contrastare
00:43la violenza agendo dal punto di vista maschile. Lo facciamo come sempre con degli ospiti. Do
00:50quindi il benvenuto in studio a Aldo Braga, psicoterapeuta che rappresenta il cerchio
00:55degli uomini. Buonasera. Buonasera. E in collegamento per Uomini In Meglio abbiamo
01:01Matteo Lecchi Quercia. Buonasera anche a lei. Buonasera, buonasera a tutti. Partirei proprio
01:07da lei perché nei giorni scorsi Uomini In Meglio si è presentato in una occasione diciamo pubblica
01:14anche se non siete nati da pochissimo però è stata la prima occasione per presentarsi davvero
01:21in un contesto così di più ampio per far conoscere la vostra realtà. C'è stato un incontro pubblico
01:28ad Artogne tra l'altro molto partecipato segno che insomma la tematica è particolarmente sentita.
01:35Le chiedo di presentarvi brevemente che cosa che cosa fate, che cos'è Uomini In Meglio?
01:41Allora Uomini In Meglio è un centro per uomini autori di violenza. È nato come progetto
01:49sperimentale nel 2018 e da lì abbiamo iniziato a lavorare con questi uomini che hanno agito
01:58violenza o ogni tipo di violenza in realtà. Noi spesso ci immaginiamo la violenza fisica,
02:04ci sono altri tipi di violenza che sono ancora più succubi e dolorosi per le persone, per le donne e
02:10i bambini. Dal 2018 noi lavoriamo seguendo le linee guida della rete europea per la gestione
02:22degli uomini autori di violenza. Ci siamo formati al CAM, attualmente seguiamo una trentina di uomini
02:31circa da quasi tutto il territorio della provincia di Brescia.
02:36Riguarda invece il cerchio degli uomini, siete una realtà più datata, ormai avete compiuto dieci
02:43anni. Poi invece come affrontate la tematica, qual è il vostro approccio e quanti uomini
02:49avete supportato fin qui? Sono in effetti dieci anni, dieci anni interessanti in cui siamo cresciuti,
02:56in cui la realtà è cambiata. All'inizio era soltanto un accesso volontario, potrei dire che
03:00nei primi 6-7 anni abbiamo aiutato poco più di 120 persone. Poi le cose sono effettivamente
03:09cambiate, è iniziato poi con il codice rosso e soprattutto posso dirle soltanto che negli ultimi
03:16due anni abbiamo ricevuto contatto e aiutato, inserito nel gruppo 200 persone, 200 uomini,
03:24210, e stiamo anche organizzando delle donne, dei gruppi di donne autorizze di violenza che anche
03:31loro iniziano a rivolgersi a noi. Ma comunque ci occupiamo di violenza, ce ne occupiamo in gruppi
03:38terapeutici in cui ci sforziamo di aiutare questi uomini che si occorrono di agire violenza in varie
03:45forme, che può essere quella psicologica molto subdola, tante volte quella fisica soprattutto
03:51per quanto riguarda gli invii dal tribunale, economica, altre sfumature, diciamo ricollocandoli
04:00all'interno delle proprie relazioni, perché è un attratto che sicuramente il collega riconosce
04:06bene, è quello che ognuno di loro si ritiene in un certo senso vittima della situazione,
04:11perché è lei che glielo ha fatto fare, è lei che lo ha portato all'eccesso. Questa è una
04:18cosa naturalmente allarmante, perché significa che la persona non è capace e responsabile delle
04:25proprie emozioni, quindi il percorso è proprio una ristrutturazione del sé in un certo senso
04:29piuttosto ampio, ma comunque di questo si tratta. Le faceva riferimento prima a due canali, cioè da
04:35un lato l'autopresentazione, dall'altro invece sono persone che vengono inviate tramite tribunale.
04:40Esattamente, c'è la possibilità con la legge chiamata codice rosso di avere una sorta,
04:47una penna sospesa si chiama, cioè a seguito della frequentazione del percorso offerto dal
04:54cerchio, in questo ma anche sicuramente da uomini meglio, si potrà avere la cancellazione, no,
05:00insomma si potrà considerare eseguito quello che era da fare e la persona diciamo non dovrà
05:08andare in carcere, perché ci si è accorti che effettivamente più che la punizione ci vuole una
05:14sorta di rieducazione, certo nei casi in cui il percorso non venga abbracciato e non ottenga
05:19risultati la penna è sospesa, quindi che sia incarcerazione, che sia domiciliare, naturalmente
05:25si dovrà agire in quella direzione. Rieducazione che peraltro è prevista anche dalla Convenzione
05:29di Istanbul, che è un riferimento europeo per tutti, ormai attiva già da alcuni anni,
05:36una decina d'anni se non vado errato, da 2011, esatto, insomma quindi un riferimento importante
05:42chiedo a Lecchi, per quanto riguarda il percorso che portate avanti, quanto può durare un uomo
05:52che si rivolge a voi, che si rende consapevole della problematica che lo affligge, a che cosa
05:59va incontro, quanto può durare questo percorso? Bisogna fare la distinzione, come diceva bene il
06:07collega, tra i percorsi volontari di accesso volontario e i percorsi vincolati da obblighi
06:15giudiziari. Per i percorsi vincolati da obblighi giudiziari il tempo minimo è stabilito nella
06:23sentenza con cui si autorizza la sospensione della pena è il percorso alternativo, ragionevolmente
06:30si parla di 6-9 mesi. Il nostro percorso in realtà dura almeno 12 mesi, prevede dei colloqui
06:38individuali, di conoscenza, di anamnesi, di valutazione del rischio e poi anche noi facciamo
06:43un lavoro di gruppo psicoeducativo appunto di ristrutturazione della persona, di ricollocamento
06:49nella sua dinamica familiare, nella sua realtà quotidiana e soprattutto lavoriamo per far sì che
06:58prendano coscienza e responsabilità perché, come diceva bene prima il collega del cerchio
07:04degli uomini, spesso questi uomini si sentono vittime della situazione, vittime della loro
07:09relazione e fanno fatica a responsabilizzarsi sulla violenza agita. Assolutamente sì, non solo
07:24che si tratta di un reato ma che distrugge anche le relazioni che uno ha costruito nel
07:31tempo per cui la compagna piuttosto che la famiglia estesa o addirittura i figli. Quali
07:37sono le maggiori difficoltà che si riscontrano nel approcciare a questi uomini maltrattanti?
07:44Anche per voi operatori intendo? Per noi forse la prima è che omilmente ci troviamo di fronte
07:51a situazioni molto difficili da trattare, nel senso che porci nella dimensione dell'aiuto
07:57soprattutto quando l'approccio non è volontario ma c'è un invio, quindi tante volte arriva
08:02da noi una persona che si sente a sua volta vittima di ingiustizie, ingiustizie in famiglia
08:07e poi del sistema giudiziario e pensieri anche di persecuzione. Riuscire a far breccia di
08:15fronte a un vento contrario così forte è complicato, però la nostra professione serve
08:23un po' anche a quello, prepararci a poter offrire effettivamente comunque sia un aiuto
08:30ma strutturalmente utile, non è un discorso di fare i buoni ma essere efficaci.
08:38E sono percorsi in cui comunque ci si deve mettere molto in gioco immagino?
08:43Decisamente sì, è assolutamente molto impegnativo, ci vuole una preparazione forte, dedicata,
08:49il CAM è un esempio per esempio, molto importante, noi siamo arrivati un pochino prima ma nel
08:55tempo abbiamo potuto poi anche noi pareggiare, ma in ogni caso le nostre preparazioni effettivamente
09:00si sono confezionate su una pratica clinica forte, supervisione personale naturalmente
09:08di chi opera perché bisogna anche tutelarsi e poi il lavoro offre a fronte di un iniziale
09:17impegno particolarmente gravoso, in questi casi soprattutto di codice rosso, le soddisfazioni
09:24di solito sono estremamente elevate perché incontriamo molto facilmente persone in cui
09:30scatta il momento in cui finalmente si inseriscono nella propria autobiografia, in cui tornano
09:35a diventare presenti a se stessi e alla propria vita e il cambio di ottica in quello che
09:41è stata la loro esperienza e quello che effettivamente hanno fatto passare nelle mura domestiche è
09:48notevole, ci dà la misura effettivamente che è stato un buon lavoro e noi valeva la
09:51pena, posso dire che fino adesso da noi non è più tornato nessuno che era passato, questa
09:58è la migliore soddisfazione perché originariamente la nostra preoccupazione era quella di occuparci
10:04di uomini maltrattanti in un momento in cui giustamente e doverosamente ci si occupava
10:08delle vittime, ma il fatto è che un uomo maltrattante poteva fare tante vittime, quindi
10:14andare un po' all'origine del problema era necessario, in più affrontando la questione
10:19poi in termini, in senso su quello che è l'eziopatologia, diciamo così, o comunque
10:24sia l'eziologia della dinamica del problema è stato fondamentale anche poi approcciando
10:29quello che è un lavoro di prevenzione che deve essere fatto e che facciamo, ma che per
10:34fortuna le linee di guida sottolineano che deve essere continuato, per esempio nelle
10:38scuole incontrando e interrogando i ragazzi sulle loro relazioni, molto spesso infatti
10:44noi, mi permetto di prendere un attimo uno spazio, dico una cosa che magari può sembrare
10:48ovvia, noi pensiamo che l'uomo violento sia qualcosa a parte dalla società, in realtà
10:52è un fenomeno che è trasversale a ogni contesto sociale, economico, culturale, quindi
11:01in realtà bisogna proprio inserirsi nello schema di pensiero per riuscire a portare
11:06la persona, aiutare le persone a prendere gusto, a essere responsabili nella propria
11:11vita, sentirsi responsabili delle proprie emozioni, vuol dire riconoscersi nelle proprie
11:15emozioni, tante volte nelle scuole per esempio l'argomento più caldo e importante è quello
11:21dell'alfabetizzazione emotiva, potremmo dire riuscire a comprendere le proprie emozioni
11:26e il loro significato, perché l'altra cosa tipica dei uomini attori di violenza che si
11:32sono rivolti a noi è che o sto bene e va tutto bene o sto male e devo trovare il colpevole
11:37da qualche parte, ed è per questo che molto spesso il colpevole viene trovato vicino a
11:41sé nelle mura domestiche, non solo ma spesso.
11:46L'è che il fenomeno della violenza, anche per l'esperienza che state portando avanti,
11:52è qualcosa di più psicologico e biologico e quindi incentrato sulla persona, sul maltrattante
12:02o è qualcosa che si innesca comunque a una radice più sociale e culturale secondo lei?
12:10SB. Assolutamente una radice culturale e sociale, fattori biologici sicuramente ci sono, ci
12:17sono anche fattori legati alla dinamica psicologica delle singole persone, i vissuti, l'ambiente
12:24in cui uno è cresciuto, ma è un fattore culturale. Non possiamo negare che la nostra
12:29società sia davvero impostata su un sistema patriarcale e che questo sistema stia creando
12:39dei grossi problemi a noi uomini, parlando, riascoltando il collega, il discorso dell'educazione,
12:47l'alfabetizzazione emotiva è una tematica fondamentale a cui dedichiamo tantissimo tempo,
12:54perché questi uomini non si conoscono e devono imparare a darsi il permesso di provare emozioni,
13:00devono essere capaci di riconoscerle e dunque di agire di conseguenza. Per cui è una tematica
13:06veramente a livello di società e di organizzazione della nostra società. Sarebbe semplice e riduttivo
13:15dire che è una questione di pochi, che è una questione psicologica, che sono malati o sono
13:20dei mostri. Non è così, sono persone normali, sono uomini normali che faticano e che poi riversano
13:29le loro immense fatiche nella quotidianità, nelle dinamiche familiari e agiscono violenza quando
13:34non hanno più il potere e il controllo o sentono che sfugge dalle loro mani.
13:41Quindi in qualche modo vi trovate d'accordo nel dire che non c'è una sorta di identikit,
13:46possiamo dire, ma è davvero trasversale a tutte le categorie sociali, culturali.
13:52Dovresto passare di tutto, per privacy non possiamo, però tutto è tutto, qualunque età,
14:00qualunque estrazione sociale, preparazione accademica o meno, ambiti lavorativi, non c'è
14:08proprio limite. Uno degli aspetti effettivamente della filologia sociale del problema è la facilità
14:19di trovare a volte dei riferimenti a giustificazione di certe scelte arbitrarie che sono sempre
14:24comunque responsabilità dell'individuo. Questo è un altro aspetto, c'è sempre un riferimento,
14:30non è vero però, viene tirato fuori, un riferimento che giustifica una reazione violenta per cui alla
14:38fine anche nel momento in cui agiscono sembra che facciano giustizia secondo un principio
14:44superiore che li governa. Purtroppo questa è una cosa diffusa, anche senza arrivare
14:49nell'ambito della violenza, molto spesso c'è questa dinamica di pensieri, di nascondersi
14:53dietro a grandi principi. Purtroppo la cosa dei principi è che i principi sono sempre
14:58buoni, l'uno e il suo opposto. La verità è prendere di petto le cose, essere calati
15:04realmente nella situazione, finalmente in se stessi rende la possibilità di scegliere
15:10per il meglio, perché il meglio nelle situazioni esiste.
15:13Quanto conta anche l'automutuo aiuto nei gruppi, cioè il fatto di confrontarsi, è
15:19parte del percorso. Che ruolo ha appunto il confronto con altri uomini che hanno vissuto
15:25la stessa esperienza o una esperienza analoga? E' molto importante e prezioso, soprattutto
15:31per spezzare le iniziali ritrosie, anche perché tante volte la situazione di un invio giudiziale
15:40è una persona che magari non ha mai avuto a che fare con un psicologo o con testi simili.
15:46Quindi può essere riluttante? Fortissimamente e comprensibilmente. Entrare
15:51nella situazione, entrare nel gruppo, però aiuta perché di solito vedere situazioni
15:58analoghe o anche molto diverse. La diffidenza iniziale viene smontata da vissuti tutto sommato
16:04simili. Trovare nelle parole dell'altro rispecchiamenti spesso aiuta molto a relativizzare quello
16:13che è il vissuto proprio, che molto spesso sono uomini che vivono chiusi all'interno
16:20di una gabbia di pensieri autoreferenziali. Invece trovarsi e confrontarsi con altri che
16:27possono parlare lingue simili e temi simili spesso gli rende evidente quanto tante volte
16:33i loro ragionamenti su cui poggiavano le proprie verità erano fragili, inconsistenti, sentiti
16:39da fuori erano qualcosa di disarmante. Tante volte abbiamo avuto questo feedback nei colloqui
16:45finali quando si tira la somma. Tutti dicono che è stato straordinario aprire nel gruppo
16:53e vedere come veniva raccolta la mia storia e io poter interagire, raccontare e confrontarmi
17:00quasi tra me e me nel discorso portato dall'altro. Questa è una cosa che ricompare spesso.
17:07Qual è il rapporto anche sul territorio? Abbiamo visto prima un incontro molto partecipato
17:14che ci fa supporre che quindi ci sia proprio anche necessità di informarsi, di conoscere,
17:18di parlare di queste tematiche perché, dicevamo anche poco fa, è importante sensibilizzare
17:23partendo dalle scuole, partendo dai luoghi di aggregazione. Qual è il rapporto che c'è
17:28con i centri antiviolenza? C'è assolutamente, è un legame anche di lunga durata da questo
17:39punto di vista. Diciamo anche che la Convenzione Stato-Regioni del 2022, la normativa attuale
17:45lo prevede fortemente, ma è un legame che è cresciuto nel tempo perché lavoriamo per
17:51lo stesso motivo e cioè mettere in sicurezza le vittime, che siano donne o bambini. E dall'altro
17:57lato il potersi confrontare con l'autorizzazione di tutti i coinvolti, il potersi anche solo
18:06fare il contatto partner, che per noi è un aspetto fondamentale, raccogliere la storia
18:10della vittima rispetto al racconto dell'autore, sono passaggi importantissimi per noi. Il
18:17rapporto si sta strutturando in maniera molto forte.
18:22Che vengono insieme, magari possono affrontare un percorso insieme?
18:28No, questo è esplicitamente impossibile. Nei casi di violenza di genere, violenza
18:36domestica, anche la mediazione familiare è sconsigliata dalle linee guida. Diciamo che
18:43entrambi possono intraprendere un percorso e il poter condividere in alcune situazioni
18:49con l'autorizzazione degli interessati alcuni aspetti, ci permette di ricostruire in maniera
18:55adeguata la storia e dunque di avere un lavoro più efficace con l'autore.
19:00Abbiamo poco tempo, però mi piacerebbe dedicare questi ultimi due minuti ad avvicinare se
19:08possibile qualcuno che può trovarsi in una situazione di difficoltà, magari a stimolarlo
19:13a chiedere aiuto. Non so se capita più spesso che familiari di uomini maltrattanti possano
19:21intercedere e favorire un avvicinamento o se siano direttamente gli uomini che si trovano
19:30a chiedere aiuto. Però mi piacerebbe dedicare questi ultimi due minuti proprio per lanciare
19:36direttamente un messaggio a chi può averne necessità, come contattarvi e soprattutto
19:42perché farlo, perché è importante. Penso che sia molto importante effettivamente.
19:48Un'ottima ragione è quella che si può star meglio. La vita è di per sé faticosa, se va tutto bene, può
19:55esserlo un po' di meno se riusciamo a essere alla guida nella nostra vita. Molto spesso
20:00ci sentiamo condizionati dalle circostanze, dagli altri, ed è proprio questo il momento
20:06in cui rischiamo di perderci. Quello che succede è quello che è il dolore che noi riusciamo
20:10ad affrontare e lo provochiamo agli altri. Sicuramente se lo sappiamo prima, se ci rendiamo
20:14conto di questo rischio, non lo vogliamo correre. Quello che si può fare è chiedere
20:20aiuto, sicuramente al cerchio degli uomini, via e-mail cerchiodegliuominibrescia.com
20:25ma anche qualunque altro percorso terapeutico, sarò di parte, ma psicoterapia fa bene.
20:36Molto spesso nel nostro territorio ancora succede così, si pensa che dal terapeuta
20:42ci vadano i matti, una parola di consolazione, i matti non vanno in psicoterapia, vengono
20:47portati in psichiatria. E' diverso. Poter pensare di star bene fa la differenza e questo
20:55è quello che dovete avere in mente. Uomini meglio, anche a lei do la possibilità
20:59proprio telegrafica perché il tempo è davvero agli sgoccioli, però di rilanciare un messaggio.
21:04Per tutti gli uomini che si sentono in difficoltà di fronte alle loro emozioni, che vivono situazioni
21:10di tensione in famiglia, che vorrebbero essere padri migliori, più presenti, più dentro,
21:20più all'interno del rapporto con i figli, l'invito è a contattarci. Noi abbiamo un
21:24numero telefonico, una segreteria, un messaggio WhatsApp che è 351-94-61976, noi se non rispondiamo
21:32al momento rispondiamo successivamente e richiamiamo. Benissimo, io ringrazio davvero i nostri ospiti
21:43per averci aiutato ad approfondire questa tematica che davvero ci sta a cuore, speriamo
21:48di aver lanciato anche un messaggio di aiuto a chi può averne bisogno. Grazie mille a
21:55Matteo Lecchi Quercia. Io vi aspetto tra pochissimo, 19.30 puntuale per una nuova edizione del
22:01Tg. A presto.