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04:19 Silvio Berlusconi e 60 anni di storia italiana. In collegamento Luigi Spedicato, sociologo UniSalento
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00:00l'attualità. Extra. Tutti i
00:05colori dell'attualità. Con
00:07Claudio Michalizio. Bentornati
00:09bentornati a destra. È la
00:11notizia del giorno ma
00:13probabilmente terrabanco ancora
00:15a lungo. La scomparsa di Silvio
00:18Berlusconi deceduto questa
00:19mattina all'ottanta di ottantasei
00:22anni dopo i problemi di salute
00:24degli ultimi tempi e un nuovo
00:25ricovero che era avvenuto nella
00:27giornata di eh venerdì.
00:29Per raccontare che cosa egli
00:33abbia rappresentato per questo
00:35paese tra politica, mondo
00:38dell'imprenditoria, dello sport,
00:40della finanza, tanti e diversi
00:43erano gli ambiti in cui Silvio
00:45Berlusconi ha lasciato
00:46inevitabilmente un segno, un
00:48personaggio anche molto
00:50divisivo sul piano strettamente
00:52politico, di tutto questo e non
00:54solo parliamo in questa
00:56copertina a cura dell'agenzia di
00:58Milano con un ospite che andrò a
01:01presentarvi. Il sei gennaio del
01:03milanovecentonovantaquattro
01:04quando Silvio Berlusconi la
01:06pronunce in occasione della sua
01:07discesa in campo alla guida di
01:09Forza Italia. Nato a Milano il
01:11ventinove settembre milanovecentotrentasei
01:14il cavaliere soprannome che gli
01:16assegnò Gianni Brera ha
01:17influenzato e per certi versi
01:19rivoluzionato la storia italiana
01:21per decenni. Dalle sue performance
01:23da cantante sulle navi da
01:25crociera Berlusconi dopo la laurea
01:27in realtà imprenditoriale. Nel
01:29milenovecentosettantasei rileva
01:31Telemilano e appena due anni dopo
01:33nasce Fininvest. Inizia così il
01:35duopolio con la Rai. Nel
01:37milenovecentonovanta con
01:38l'acquisizione di Mondadori
01:40diventa il principale editore
01:41italiano. Intanto acquista anche
01:43il Milan e lo trasforma in uno
01:45dei club di calcio più titolati al
01:47mondo. Ventinove trofei in trenta
01:49anni di presidenza. Nel
01:51milenovecentonovantaquattro la
01:52discesa in campo che spariglia le
01:54carte di un mondo politico uscito
01:56e accreditato da mani pulite. Con
01:58forza Italia nasce la seconda
02:00repubblica e il berlusconismo
02:02dilaga. Con tremila trecento
02:04quaranta giorni complessivi
02:06Berlusconi è il politico rimasto
02:07in carica più a lungo nel ruolo
02:09di presidente del consiglio. Un
02:11percorso non tutto rose e fiori
02:13anzi la sua carriera politica è
02:14stata tormentata da procedimenti
02:16giudiziari e scandali dal caso
02:18Noemi a Ruby Gate. Nel
02:20duemilatredici la condanna per
02:22frode fiscali nel processo
02:23Mediaset. Il senato vota la sua
02:25candidatura. Tornato candidabile
02:27nel duemiladiciotto viene eletto
02:29parlamentare europeo nel duemiladiciannove.
02:31Riappare in senato nel duemilaventidue,
02:33eletto nel collegio di Monza.
02:35Città nel frattempo diventata a
02:37prodo della sua nuova avventura
02:39calcistica. Con l'amico di sempre
02:41Adriano Gagliani conduce i
02:43Brianzoli a una storica promozione
02:45in A. Movimentata anche la sua vita
02:47privata dalla prima moglie Carlelvira
02:49Lucia Dall'Oglio nascono Marina e
02:51Pier Silvio. Da secondo matrimonio
02:53Veronica Lario arrivano Barbara, Eleonora
02:55e Luigi. Poi il divorzio
02:57milionario a cui segue la liaison con
02:59Francesca Pascale. Quindi l'incontro
03:01con Marta Fascina, una giovane collega
03:03deputata di Forza Italia
03:05che accompagna Cavaliere nell'ultimo tratto
03:07di una vita che comunque la si pensi
03:09resta straordinaria.
03:15Sì, una vita sicuramente straordinaria
03:17anche se, anche in queste ore
03:19di commiati, di commenti
03:22c'è quell'elemento
03:24di divisione che in qualche modo ha
03:26accompagnato anche la figura di Silvio
03:28Berlusconi. Ma che cosa ha
03:30rappresentato per questo paese
03:32questo imprenditore prestato
03:34alla politica per utilizzare un'espressione
03:36che lui stesso ebbe
03:38a coniare quando negli anni
03:40novanta decise di scendere in
03:42campo? E' quello che vogliamo
03:44comprendere con il professor
03:46Luigi Spedicato. Lui è
03:48sociologo dei processi culturali
03:50e comunicativi, insegna all'Università
03:52del Salento ed è collegato con noi da Lecce.
03:54Professore, buonasera e benvenuto
03:56a Estra. Buonasera
03:58a lei, grazie per l'invito.
04:00Allora, io le chiederai
04:02intanto di partire proprio da quest'ultimo
04:04aspetto. Poi, io so che lei
04:06ritiene Berlusconi
04:08un elemento di sintesi tra
04:10diversi ambiti della nostra società.
04:12Però, le chiedo perché lui
04:14è un personaggio che anche adesso
04:16è così divisivo?
04:20Intanto è un personaggio
04:22che riesce a esprimere,
04:24sintetizzandole,
04:26le trasformazioni che erano intervenute
04:28nella società italiana, sostanzialmente
04:30dalla seconda metà degli anni
04:32settanta, se volessimo periodizzare,
04:34per tutti gli anni ottanta.
04:36Sono gli anni
04:38della Milano da bere,
04:40sono gli anni in cui è finita
04:42l'epoca dei grandi movimenti
04:44di massa, un altro
04:46termine chiave di quegli anni
04:48è il termine riflusso
04:50e questo ha bisogno
04:52di avere una figura in cui
04:54riconoscersi. Vorrei ricordare
04:56che non a caso la fine degli anni ottanta
04:58coincide con due processi
05:00di straordinaria importanza.
05:02Il primo a livello internazionale
05:04è la caduta del muro di Berlino,
05:06quindi la certificazione
05:08della fine delle ideologie,
05:10le grandi ideologie del secolo scorso.
05:12Il secondo
05:14elemento è
05:16Tangentopoli. Tangentopoli
05:18segna in Italia la fine
05:20della prima repubblica,
05:22la fine dei partiti di massa,
05:24partito socialista, partito comunista,
05:26la democrazia cristiana.
05:28Un'intera classe politica
05:30viene spazzata via, ma
05:32attenzione, tutti questi fenomeni,
05:34la nascita del duo polio
05:36televisivo, lei l'ha già ricordato
05:38nell'introduzione, sono processi
05:40che devono trovare uno
05:42sbocco, devono avere un
05:44viso, una storia, una vita
05:46in cui identificarsi.
05:48Berlusconi, con il
05:50famoso discorso della discesa
05:52in campo, io amo questo paese,
05:54in realtà sta dicendo un'altra cosa,
05:56lui sta dicendo, io sono
05:58questo paese, e questo paese
06:00è Berlusconi.
06:02Non a caso è un processo
06:04straordinariamente veloce,
06:06dal discorso della discesa
06:08in campo fino alla prima presidenza
06:10del Consiglio dei Ministri
06:12passano pochissimi anni,
06:14rispetto ai tempi della vecchia politica
06:16è un attimo,
06:18e questo è un elemento che spiazza tutti,
06:20spiazza il sistema della politica,
06:22spiazza il sistema
06:24delle istituzioni, che si trovano
06:26di fronte a un alieno,
06:28una persona estranea
06:30ai rituali, ad esempio
06:32della politica romana, dei
06:34palazzi, come li aveva
06:36denominati, con la P maiuscola,
06:38Pierpaolo Pasolini.
06:40Lì sta la capacità
06:42di questa figura,
06:44di esprimere un cambiamento
06:46che non è stato determinato da lui,
06:48questo forse è un equivoco
06:50che magari andrebbe chiarito,
06:52Berlusconi non sarebbe diventato
06:54il Berlusconi figura pubblica
06:56che conosciamo, se non avesse
06:58appunto intercettato,
07:00espresso e rappresentato
07:02questa Italia, che ormai era un'Italia
07:04cambiata.
07:06Quindi diciamo che lui in qualche modo
07:09è emerso da un'Italia
07:11che stava cambiando e non è
07:13stato l'artefice del cambiamento,
07:15come magari si sarebbe portati
07:17a credere. Lei prima che
07:19iniziassimo la nostra chiacchierata fuori onda
07:21mi diceva, Berlusconi rappresenta
07:23una sorta di punto di sintesi
07:25tra la politica,
07:27la comunicazione e la
07:29società. E prima
07:31lei ha usato un'espressione forte,
07:33io mi immagino i detrattori, che magari sono all'ascolto
07:35in questo momento, saranno
07:37stati sulla poltrona quando lei ha detto
07:39Berlusconi è in qualche modo l'Italia.
07:41Che cosa intendeva dire?
07:43Vogliamo parlare
07:45delle discontinuità
07:47che lui riesce a interpretare
07:49in molti casi anche anticipando
07:51alcune tendenze
07:53che si sarebbero manifestate più tardi.
07:55Allora parliamo del Berlusconi
07:57imprenditore. Vede,
07:59Berlusconi diventa imprenditore come elemento
08:01di rottura, di un quadro stagnante,
08:03quello del capitalismo
08:05familiare che aveva caratterizzato
08:07la ripresa economica in Italia.
08:09Le grandi famiglie, quelle
08:11riunite nel salotto buono,
08:13come era stato definito, di
08:15Mediobanca, la Mediobanca guidata da
08:17Cuccia, piazza degli affari
08:19a Milano, e lui
08:21non è figlio di, non è figlio
08:23di imprenditori. Inizia,
08:25anche questo lei lo ha ricordato,
08:27e lui ci teneva molto a questo,
08:29inizia facendo lo chansonnier
08:31sulle navi da crociera.
08:33Non è un imprenditore, ha
08:35fiuto imprenditoriale,
08:37e rispecchia quella Italia
08:39che vuole farsi da sé,
08:41rispecchia quella Italia
08:43che in qualche maniera aveva dato
08:45la sua prima manifestazione di forza
08:47con la marcia dei
08:4940.000 a Torino,
08:51e i 40.000 erano i quadri della
08:53Fiat, e la marcia chiude
08:55l'ultima stagione delle grandi
08:57lotte operaie e segna
08:59la sconfitta del sindacato e
09:01dell'allora partito comunista.
09:03Lì inizia un percorso
09:05di ridefinizione dell'immaginario
09:07collettivo, e arriva a un certo punto
09:09una persona che è il primo
09:11esempio, o quasi, potremmo magari
09:13soltanto ricordare
09:15l'Olivetti, ma insomma
09:17gli esempi non sono moltissimi,
09:19di un imprenditore
09:21che esce non dai
09:23salotti buoni, ma dalla strada.
09:25Lui comincia a costruire,
09:27come lei sa ci sono stati anche dei
09:29libri che si sono interrogati
09:31sull'origine dei capitali
09:33che gli hanno consentito
09:35di fare il salto, di costruire
09:37Milano 2, poi di
09:39governare l'espansione
09:41nella cintura urbana di Milano,
09:43costruendo milioni
09:45di metri cubi di
09:47alloggi e insediamenti
09:49industriali, la stessa
09:51colonia monzese,
09:53la sede di Fininvest, eccetera.
09:55Primo elemento di rottura,
09:57l'essere imprenditore e
09:59non essere l'erede di una
10:01dinastia di imprenditori.
10:03E' ovvio che una classe
10:05imprenditoriale aggressiva, che
10:07aveva vissuto gli anni del boom,
10:09gli anni 80, quelli del
10:11credito facile, dell'inflazione
10:13a due cifre, ma nessuno si preoccupava
10:15dell'inflazione a due cifre perché il denaro
10:17circolava, lo trova
10:19immediatamente, lo identifica
10:21immediatamente come il proprio portavoce,
10:23il proprio modello ideale.
10:26C'è un secondo elemento,
10:28forse all'inizio sottovalutato, il calcio.
10:30Vedete, noi siamo abituati
10:32adesso alle squadre
10:34che ruotano non
10:36intorno al campione
10:38o all'allenatore, ma al presidente.
10:40Pensiamo a De Laurentiis,
10:42ovviamente, pensiamo
10:44ai proprietari, gli sheikhi
10:46arabi, proprietari del Chelsea, del
10:48Manchester City, pensiamo
10:50agli Zhang
10:52che acquistano la mia
10:54professione di fede.
10:56Berlusconi è il primo
10:58che capisce
11:00che c'è un plusvalore,
11:02se vogliamo usare un termine economico,
11:04nell'essere presidente
11:06di una squadra di calcio. Per esempio, una figura
11:08come Moratti è una figura tradizionale,
11:10il proprietario dell'altra squadra
11:12cittadina. Era un imprenditore,
11:14aveva investito soldi, era un tifoso,
11:16ma non era un presidente come lo intendiamo
11:18oggi, capace di
11:20mobilitare l'entusiasmo
11:22delle masse, dei tifosi.
11:24Naturalmente, a differenza
11:26di De Laurentiis, almeno per ora,
11:28visto la vulcanica natura
11:30di De Laurentiis, non
11:32conta
11:34su un risultato politico,
11:36ma lui capisce immediatamente
11:38che il calcio, venute meno
11:40le grandi identità delle
11:42ideologie del Novecento, è un
11:44fattore di identità collettiva, cioè
11:46tiene insieme
11:48molte persone sulla base
11:50chiamiamola fede,
11:52chiamiamolo valore nella
11:54maglia, chiamiamolo come vogliamo,
11:56ma è un sentimento
11:58identitario. Il Milan
12:00esce dall'anonimato di una grande
12:02squadra, ma che tuttavia non...
12:04Insomma, lui vince
12:0621 titoli in 27 anni,
12:08una stagione straordinaria,
12:10se lo si ripensa
12:12solo nell'ottica dei risultati
12:14calcistici, ma è una stagione
12:16straordinaria. Quindi, come vede,
12:18come imprenditore e come
12:20presidente di una squadra di calcio,
12:22lui introduce
12:24delle innovazioni in molti casi
12:26anticipatorie. Poi, naturalmente,
12:28ma magari ne discutiamo, così non
12:30faccio interventi in fiume,
12:32l'innovazione sulla televisione
12:34e sui partiti, quelle sì
12:36decisive per costruire la figura
12:38di Silvio Berlusconi.
12:40Allora, da qui ripartiamo,
12:42anche perché adesso io devo dare un po' di
12:44pubblicità, e poi con il professor Luigi Spedicato,
12:46sociologo, cerchiamo di capire
12:48anche che impronta lascia
12:50Berlusconi sul piano
12:52editoriale, ma soprattutto
12:54sul piano politico, perché poi è lì
12:56con la sua discesa in campo che probabilmente
12:58ha rotto definitivamente
13:00gli equilibri e ha iniziato
13:02a dividere anche l'opinione pubblica
13:04tra chi lo osannava
13:06come un grande
13:08personaggio e chi invece
13:10gli attribuisce molte
13:12delle problematiche del nostro
13:14paese, ma avremo modo di parlarne tra un attimo.
13:19Bentornati a Estra,
13:21stiamo ricordando la figura di
13:23Silvio Berlusconi nel
13:25giorno della sua scomparsa
13:27all'età di 86 anni, una figura
13:29che in molti stanno celebrando,
13:31divisiva
13:33sotto diversi punti di vista, ma che
13:35sicuramente ha lasciato per
13:37almeno 60 anni
13:39una impronta
13:41da questo punto di vista nel nostro paese,
13:44prima come imprenditore del settore
13:46televisivo, poi come
13:48tycoon e poi
13:50anche come politico.
13:52Il professor Luigi Spedicato dell'Università
13:54degli Studi del Salento
13:56insegna sociologia
13:58dei processi culturali
14:00e comunicativi, ci stava aiutando
14:02a capire come mai questa figura
14:04sicuramente vincente
14:06come imprenditore abbia
14:08lavvero lasciato il segno
14:10anche nel tessuto socioculturale
14:12del nostro paese. E in tal senso la televisione
14:14ha avuto un ruolo importante.
14:16Però, professor Spedicato,
14:18anche qui
14:20l'opinione pubblica è divisa,
14:22se è innegabile
14:24che Berlusconi abbia
14:26rivoluzionato il sistema dei media
14:28italiani, lo dico da
14:30modestissimo addetto ai lavori,
14:32dall'altra molti dicono
14:34eh beh, però attenzione, perché
14:36se l'Italia oggi è quello che è
14:38e sottintende un giudizio un po'
14:40spregiativo, è anche colpa
14:42di quella televisione lì.
14:44Lei che è un sociologo e quindi riesce a darci
14:46un giudizio tecnico scevro
14:48da ogni condizionamento, come
14:50dirigerebbe il Berlusconi imprenditore
14:52radiotelevisivo?
14:54Vede, uno
14:56studioso della guerra,
14:58come Von Clausewitz,
15:00diceva che
15:02la guerra è la prosecuzione
15:04della politica con altri mezzi.
15:06Berlusconi ha capito
15:08prima di tanti altri
15:10che la politica
15:12è la prosecuzione della televisione
15:14con altri mezzi.
15:16E ha fatto
15:18della politica
15:20uno spettacolo.
15:22Qualcosa che era completamente diversa
15:24dalla sfilata dei notabili
15:26che aveva caratterizzato
15:28tutta la storia
15:30della televisione italiana, ma insomma
15:32non so quanti dei nostri
15:34spettatori stasera ricorderanno
15:36le tribune elettorali
15:38condotte dagli aderi Jacobelli
15:40negli anni Sessanta,
15:42che devo dire, col senno
15:44di poi, erano tanto ricche
15:46di contenuti quanto povere
15:48dal punto di vista comunicativo.
15:50Beh, Berlusconi ribalta lo scenario.
15:52Berlusconi dice
15:54la politica è spettacolo.
15:56Lo spettacolo ha bisogno di un attore protagonista.
15:58Quell'attore sono io.
16:00E spazza via, anche approfittando
16:02del vuoto provocato da Tangentopoli,
16:04lo abbiamo ricordato prima,
16:06le forme della politica,
16:08però, attenzione,
16:10in politica le forme sono anche sostanza,
16:12nasce con lui
16:14il partito personale di massa.
16:16Indipendentemente
16:18dalla consistenza effettiva
16:20e numerica del termine massa,
16:22in questo momento forza Italia
16:24da quel punto di vista non gode
16:26per dirla in questo modo
16:28di eccessiva salute, ma nasce con lui.
16:30E il partito individuale
16:32di massa non può che avere
16:34un principale,
16:36un primo attore.
16:38Non può che avere una massa di comprimari
16:40che dipendono
16:42non solo per la loro carriera,
16:44ma anche per la loro visibilità pubblica
16:46dalle decisioni del capo.
16:48Lui non ha mai convocato, se non in rarissime occasioni,
16:50un consiglio nazionale
16:52di forza Italia o un congresso
16:54in cui si siano scontrate,
16:56visione tradizionale,
16:58le correnti. E lui ha governato da solo.
17:01Non era previsto
17:03nel suo modello il fatto
17:05che ci fosse una leadership collettiva.
17:07Quindi la prima
17:09grande grande trasformazione
17:11è aver intuito
17:13che la logica dello spettacolo,
17:15tipica della televisione
17:17commerciale, che aveva
17:19rotto il monopolio
17:21di una televisione, quella italiana,
17:23nata sul modello
17:25educativo degli anni 50 e 60,
17:27quando
17:29la televisione non serviva
17:31a vendere prodotti, se non marginalmente,
17:33ma serviva a
17:35educare, e quindi c'erano
17:37le trasmissioni educative
17:39proprio in senso scolastico,
17:41ma soprattutto c'erano gli sceneggiati,
17:43la grande letteratura
17:45che veniva presentata sullo schermo, e così via.
17:47Questo modello era già entrato
17:49in crisi negli anni 70.
17:51La metà degli anni 70 era già insostenibile
17:53ed era stato messo in crisi dalle
17:55radio private, prima ancora che dalle
17:57televisioni, che non erano ancora nate,
17:59ovviamente. Lui fu geniale
18:01in quegli anni quando aggirò
18:03le sentenze della Corte Costituzionale
18:05che vietavano la
18:07radiodiffusione indiretta
18:09con il sistema delle videocassette.
18:11Due parole per spiegare come funzionava.
18:13Se voglio coprire
18:15tutta l'Italia con i miei prodotti,
18:17io devo mandare il mio programma
18:19e i miei programmi in onda
18:21alla stessa ora, ma la legge me lo impedisce.
18:23E allora lui inventò
18:25nei primi studi di quella che sarebbe
18:27diventata Fininvest, che in realtà era
18:29all'inizio Tele Lombardia
18:31e poi cambiò diverse volte nome,
18:33lui inventò il sistema delle
18:35videocassette. Il programma
18:37veniva registrato, le videocassette,
18:39i VHS,
18:41allora siamo alla preistoria della
18:43tecnologia televisiva, venivano
18:45inviate con i corrieri alle emittenti
18:47sul territorio che erano affiliate
18:49e allora stabilita venivano mandate in onda.
18:51E quindi ci fu un aggiramento
18:53della norma, però era legale,
18:55non c'era una radiodiffusione
18:57contemporanea, ecco era
18:59innovativo anche in queste
19:01modalità, ma
19:03l'innovazione vera è il
19:05ruolo della politica, e il ruolo
19:07della politica viene per la prima volta
19:09da lui modellato
19:11sulla logica dei programmi televisivi,
19:13mentre prima, esattamente come diceva
19:15von Clausewitz a proposito del rapporto
19:17fra politica e guerra,
19:19era la politica
19:21che imponeva il proprio modello alla comunicazione
19:23televisiva. Basta,
19:25stop, tutto questo invecchia
19:27nel giro di pochissimo tempo,
19:29diventa vecchio, e chi si ostinava
19:31a fare una vecchia
19:33comunicazione era fuori dal
19:35gioco politico.
19:37L'amoroso, lo scontro
19:39elettorale tra Berlusconi
19:41e Occhietto, in cui il povero
19:43Occhietto intanto sbagliò colore,
19:45si presentò in televisione vestito
19:47con una giacca del più
19:49antitelevisivo dei colori,
19:51cioè il marrone, che
19:53come dicono i suoi tecnici della regia,
19:55impasta.
19:57Berlusconi era frizzante, aveva
19:59la battuta pronta, non si
20:01dilungava in lunghe
20:03spiegazioni, la sua frase
20:05celebre, che l'abbia detta o meno,
20:07è un altro discorso, che bisogna
20:09considerare il livello
20:11medio dello spettatore,
20:13e quindi anche di chi va a votare,
20:15come il livello medio
20:18della casalinga di Voghera,
20:20ci furono anche molte polemiche su questa espressione,
20:22ovviamente, ma ribadisco,
20:24è una leggenda, non so se
20:26fondata o meno. Quindi,
20:28la rivoluzione politica di Berlusconi
20:30non fu soltanto o tanto
20:32sui contenuti, perché
20:34i suoi atti
20:36legislativi sono stati marcati da
20:38moltissime leggi ad
20:40personam, e dal punto
20:42di vista politico è difficile
20:44riconoscergli una
20:46caratura di innovatore nelle procedure
20:48istituzionali, nelle leggi
20:50che ha varato il
20:52governo, o i governi che lui
20:54ha diretto, ma dal punto di
20:56vista della presa,
20:58della capacità di cambiare
21:00la rappresentazione della politica,
21:02si, lui ha saputo mettere
21:04fuori gioco un'intera classe politica,
21:06quella erede della prima
21:08Repubblica, e ci è voluto
21:10un po' di tempo perché gli altri lo capissero,
21:12il primo probabilmente che lo ha capito,
21:14ma giocando
21:16su un altro terreno che Berlusconi
21:18non poteva presidiare,
21:20era Umberto Bossi,
21:22che recuperò la vocazione
21:24al radicamento territoriale di una forza
21:26politica, quindi la Padania,
21:28il mito della Padania,
21:30delle valli pedemontane,
21:32prealpine, giocandolo
21:34però sulla centralità del leader,
21:36che nel caso di Bossi era
21:38l'incarnare questo mito
21:40della identità padana,
21:42quindi anche quello di Bossi,
21:44e questa identità si è poi mantenuta
21:46anche fino adesso a Salvini,
21:48è centrata sempre
21:50sull'uomo, sul partito
21:52personale che ha il nome
21:54nei cartelli elettorali e sulla
21:56scheda elettorale, ma questo
21:58è frutto delle innovazioni di Silvio Berlusconi.
22:02Anche perché, esatto, lei ha fatto un riferimento
22:04che ci porta alla politica di oggi,
22:06lui fu il primo a personalizzare
22:08la politica, ma da allora
22:10tutti i leader hanno tenuto
22:12ad avere i riflettori su di sé,
22:14pensiamo a Renzi,
22:16se andiamo a guardare il centro-sinistra,
22:18possiamo metterci Salvini,
22:20possiamo dire anche la stessa Meloni,
22:22oggi si vota il personaggio più che ancora
22:24forse il logo
22:26che rappresenta i valori
22:28che in qualche modo incarna.
22:30Quindi se lei dovesse sintetizzare
22:32con una parola,
22:34mi pare di capire che sia
22:36forse genialità quello che
22:38è il fil rouge di
22:40Berlusconi in tutte le sue anime,
22:42in tutti i suoi ambiti
22:44di questa lunga vita che ha
22:46avuto modo di manifestare
22:48dall'edilizia alla
22:50televisione piuttosto che la politica,
22:52o c'è altro secondo lei?
22:54Beh, nella genialità
22:56c'è indubbiamente anche molta spregiudicatezza.
22:58Le ho citato l'episodio
23:00geniale e spregiudicato
23:02allo stesso tempo del sistema delle
23:04videocassette per aggirare la corte costituzionale.
23:06Era difficile pensarci
23:08ma lui ci riuscì. Guardi,
23:10in questi giorni, per misurare la
23:12portata di questa trasformazione,
23:14la politica italiana discute
23:16sulle ipotesi del premierato,
23:18se si debba pensare a una
23:20repubblica semipresidenzialistica,
23:22se si debba pensare a
23:24un'elezione diretta del capo
23:26del governo piuttosto che non
23:28del capo dello Stato. Insomma,
23:30le opzioni sono molte, sono tutte
23:32sul tappeto. Ma attenzione,
23:35questa ipotesi, questo
23:37favore che sembra
23:39circondare, nell'opinione pubblica, questa
23:41idea di un uomo o di una
23:43donna sola al comando
23:45è figlia diretta di quella
23:47innovazione di cui parlavo prima, che
23:49si determina all'inizio degli anni
23:5190, quando dice, guardate,
23:53il partito è
23:55vecchio, giusto? Erano caduti
23:57quando sono cadute le grandi
23:59ideologie del Novecento, non mi riferisco soltanto
24:01all'ideologia socialista,
24:03comunista, ma anche
24:05all'impostazione
24:07alla vocazione cattolica del
24:09cattolicesimo, che tra fine
24:11800 e inizio del Novecento crea i partiti
24:13politici di ispirazione cattolica.
24:15Tutto spazzato via. Oggi
24:17stiamo discutendo di una delle conseguenze
24:19di quella rivoluzione, cioè
24:21se diventare, attraverso
24:23il meccanismo dell'elezione diretta
24:25poi si vedrà di chi, una repubblica
24:27molto molto diversa
24:29da quella che era nata con
24:31la Costituzione che era stata
24:33votata dagli italiani.
24:35Le chiedo se
24:37può concederci ancora qualche minuto,
24:39professore, io dovrei dare la pubblicità,
24:41poi con lei vorrei, proprio da
24:43sociologo, anche raccontare
24:45il clima con cui oggi
24:47l'Italia sta vivendo questo
24:49luto politico
24:51e sociale legato
24:53proprio alla scomparsa di Berlusconi. Ha ancora
24:55qualche minuto da concederci?
24:57Io spero che anche i nostri spettatori
24:59abbiano ancora qualche minuto per sentire me
25:01e lei parlare di questo tema.
25:03Spero di non averli annoiati.
25:05Sono sicuro di no, anche perché
25:07se non ci fosse lei dovrebbero comunque assorbire
25:09me, per cui
25:11non avrebbero mie di scampo i nostri
25:13ascoltatori. Torniamo tra
25:15un attimo, grazie.
25:17Bentornati,
25:19bentornati a destra in questa
25:21giornata di lunedì,
25:23se ci state seguendo in diretta, stiamo
25:25celebrando la figura di Silvio Berlusconi,
25:27scomparso stamani all'età di
25:2986 anni, con tutti i problemi
25:31di salute che negli ultimi tempi lo
25:33affliggevano. Una scomparsa
25:35che inevitabilmente segna
25:37di lutto anche il
25:39mercato editoriale
25:41italiano e
25:43ovviamente riaccende anche
25:45il dibattito tra
25:47chi lo adorava e chi invece
25:49lo ha sempre criticato con tutti i
25:51risvolti che questo ha nell'ambito
25:53della vita quotidiana, del sociale
25:55e della politica. Il professor
25:57Luigi Spedicato è sociologo,
25:59insegna all'Università
26:01del Salento, ci ha aiutato a
26:03tratteggiare molti elementi salienti
26:05di questi 60 anni di vita
26:07pubblica per Silvio
26:09Berlusconi, imprenditore e
26:11Brianzolo, che anche a livello
26:13internazionale è diventato
26:15un personaggio per certi versi
26:17divisivo, anche se
26:19devo dire che poi se
26:21andiamo a vedere
26:23il parere che di lui avevano i vari
26:25capi di Stato, anche lì
26:27c'era la stessa divisione che c'era nella società
26:29italiana, tra chi lo reputava
26:31un
26:33ottimo
26:35anche
26:37amico e chi invece ne
26:39criticava in modi forse un po' troppo
26:41sopra le righe. Se dovesse
26:43aiutarci a tratteggiare Berlusconi
26:45capo di Stato all'estero, lei cosa
26:47ci direbbe?
26:49Ci sono delle immagini
26:51che resteranno negli annali della politica
26:53estera o della politica europea,
26:55per esempio la foto di gruppo con
26:57Berlusconi che fa allegramente le corna
26:59dietro la schiena di
27:01tutti i primi ministri,
27:03i ministri in carica e cose di questo
27:05tipo, oppure ancora
27:07la scena in cui lui è impegnato al telefono
27:09in una conversazione che poi
27:11molti descriveranno come privata,
27:13non quindi per ragioni
27:15istituzionali, mentre Angela Merkel lo
27:17aspettava, oppure la battuta
27:19davvero irriferibile
27:21che qualifica la stessa
27:23Merkel. Guardi, ancora una volta
27:25però, lui ha accorso
27:27il rischio di essere stereotipato,
27:29cioè di essere
27:31l'immagine dell'italiano
27:33allegro, mi faccia usare un termine,
27:35cagiarone, simpaticone
27:37che dà le pacchie sulle spalle a tutte,
27:39ma non è questa
27:41l'essenza della sua politica
27:43estera. L'essenza della sua
27:45politica estera è stata un tentativo di
27:47sostituire un ruolo
27:49primario all'interno dell'Unione
27:51Europea all'Italia.
27:53In questo si è scontrato
27:55con una,
27:57intanto con un asse, quello franco
27:59tedesco, tuttora molto molto saldo.
28:01In secondo luogo,
28:03non ha percepito, in questo
28:05forse anche i suoi ministri non lo hanno aiutato,
28:07la progressiva
28:09centralità della dimensione
28:11economica dell'Unione Europea.
28:13La centralità economica, per esempio,
28:15che attribuisce sempre più
28:17potere alla
28:19banca mondiale,
28:21al Fondo Mondiale Internazionale,
28:23all'FMI, che
28:25attribuisce sempre più valore a Francoforte,
28:27dove vengono prese le decisioni,
28:29soprattutto oggi, per esempio, con la Lagarde
28:31che governa con mano ferrea
28:33il regime dei tassi,
28:35che influenzano direttamente
28:37le scelte,
28:39anzi limitando,
28:41pesantemente, la libertà di scelta
28:43dei governi nazionali. Ecco,
28:45c'è stata una sottovalutazione
28:47molto forte, a mio avviso,
28:49di una trasformazione
28:51progressiva, in gran parte
28:53anche inavvertita, da parte
28:55del nostro governo o dei nostri
28:57governi. Non è stato l'unico
28:59premier a essere caduto in questa
29:01sottovalutazione. Lo leggo anche
29:03nelle polemiche, attualmente,
29:05sul meccanismo europeo di stabilità,
29:07il MES, in cui la
29:09politica italiana ancora non riesce
29:11ad assumere una posizione precisa,
29:13stretta, com'è, fra
29:15il bisogno di attingere
29:17risorse europee e
29:19la paura che il MES
29:21sia lo stesso cappio che
29:23ha strangolato l'economia greca.
29:25Questa è una paura
29:27fondata, ma è anche fondata
29:29la preoccupazione di
29:31richiedere all'Europa,
29:33ai mercati finanziari,
29:35quelle risorse che noi
29:37non riusciamo a generare al nostro interno,
29:39abbiamo il rapporto deficit-pill,
29:41cioè il rapporto fra i nostri debiti
29:43e la ricchezza che
29:45il sistema Italia riesce a creare,
29:47il più alto d'Europa.
29:49Abbiamo molti debiti rispetto
29:51alla nostra capacità di ripagare
29:53in futuro questi debiti.
29:55Questo significa che noi siamo dipendenti
29:57dalla fiducia che
29:59gli altri devono riporre
30:01nell'Italia, non solo gli investitori,
30:03ma anche i governi.
30:05Da questo punto di vista,
30:07le allegre intemperanze
30:09di un Silvio Berlusconi,
30:11che peraltro poi contemporaneamente riceve
30:13con tutti gli onori a Roma
30:15sia Putin che Gaddafi,
30:17e destando quindi non poche
30:19preoccupazioni sulla tenuta
30:21dell'Italia nel sistema delle alleanze
30:23occidentali, beh, non è che
30:25abbiano fatto molto bene al nostro paese.
30:29Professore, veniamo a queste ore
30:33perché lei ha usato
30:35l'espressione spregiudicatezza
30:37per caratterizzare in qualche modo
30:39anche il modo di operare
30:41di Berlusconi, che probabilmente
30:43lì è molto imprenditore,
30:45quando cerca di trovare una soluzione
30:47e quindi getta oltre
30:49l'ostacolo il proprio cuore,
30:51anche se magari deve fare appugni
30:53poi con le leggi vigenti.
30:55Ecco, forse questo è uno
30:57degli elementi più
30:59che gli è valso maggiori critiche,
31:01anche a livello politico.
31:03Oggi, nel momento
31:05in cui l'Italia
31:07lo sta celebrando,
31:09l'Opinione pubblica è ancora una volta divisa,
31:11tra chi lo ricorda
31:13per tutte le cose positive che ha fatto
31:15e chi invece in qualche modo
31:17ritiene che
31:19alla pietas
31:21che è tipica forse del nostro
31:23modo di celebrare le persone che non ci sono
31:25più, bisognerebbe
31:27comunque anteporre la damnazio memorie
31:29per le cose negative che ha fatto.
31:31Un sociologo
31:33quale lei è?
31:35Che rotta ci darebbe?
31:37Oggi come lo dovremmo ricordare
31:39quest'uomo?
31:41Intanto abbiamo bisogno
31:43di tempo. La pietas
31:45è dovuta,
31:47c'è una vicenda umana che si è
31:49conclusa, c'è una vicenda
31:51politica che è tuttora in corso
31:53perché, come ho cercato
31:55di argomentare, è stata
31:57pesantemente, ampiamente determinata
31:59da sue scelte, da sue innovazioni
32:01che sono state introdotte tra la fine
32:03degli anni Ottanta e l'inizio degli anni
32:05Novanta. Abbiamo bisogno di tempo.
32:07Abbiamo bisogno di far
32:09depositare il
32:11fuoco delle polemiche.
32:13Guardate, le polemiche sono state
32:15ovviamente anche alimentate molto
32:17da lui e ancora di più
32:19dalla stampa
32:21amica, ancora di più
32:23dagli schieramenti che a lui
32:25hanno di volta in volta fatto riferimento
32:27in cui all'inizio Forza Italia
32:29era il motore e adesso questo
32:31motore è diventato forse una ruota di scorta.
32:33Il tempo
32:35ci dirà quanto
32:37dell'eredità di Berlusconi
32:39come imprenditore, come
32:41manager, gestore
32:43fulcro di squadre di calcio
32:45avviate ormai da tempo
32:47sulle quotazioni in borsa, sull'ingresso
32:49di capitali esteri, eccetera, ma era
32:51tutto già nella sua avventura al Milan.
32:53Saranno produttive
32:55di innovazioni che siano positive.
32:57Il fuoco delle polemiche è inevitabile
32:59in un sistema di tipo
33:01dualistico, in cui è
33:03uno contro uno,
33:05il leader di un partito
33:07contro il o la leader
33:09di un altro partito, con
33:11l'esasperazione, spinta anche
33:13a molti eccessi,
33:15dello scontro, che non è più uno scontro
33:17di idee, ma è uno scontro di
33:19identità, e i due termini
33:21non sono affatto
33:23corrispondenti. Ecco,
33:25diamoci questo tempo.
33:27Adesso è il tempo
33:29della pietas, come lei diceva, forse
33:31anche il tempo di raffreddare
33:33l'enfasi
33:35celebratoria.
33:37Ne ho sentito molto
33:39da stamattina ad oggi, quando ovviamente
33:41sui social, sulle
33:43testate, ho cercato di
33:45seguire, tra un impegno di lavoro
33:47e l'altro, lo svolgersi
33:49del dibattito. Ecco, francamente
33:51vedere
33:53un'enfasi
33:55celebrativa, sto pensando in particolare
33:57ai canali Rai,
33:59disturba, perché
34:01trasforma un pezzo
34:03di storia dell'Italia
34:05in una identificazione
34:07totale con uno dei
34:09protagonisti. Per carità, un
34:11protagonista non certo secondario, molto
34:13ingombrante, in tutti i sensi.
34:15Ma questa non è l'Italia, questa è Silvio
34:17Berlusconi, e ha contribuito
34:19a modificare,
34:21a fare la storia dell'Italia.
34:23Nessuno potrebbe studiare gli ultimi
34:25quarant'anni prescindendo
34:27dalla sua figura. Ma fermiamoci qui
34:29e assieme al tempo
34:31diamoci anche la freddezza
34:33analitica necessaria
34:35per valutare fino in fondo questa vicenda.
34:37L'ultimissima domanda,
34:39quanto è tipicamente italiano
34:41questo modo di celebrare
34:43i personaggi che in qualche
34:45modo hanno lasciato un segno
34:47tanto da
34:49rischiare talvolta la beatificazione.
34:51Non mi riferisco soltanto a questo
34:53caso. Recentemente
34:55è successo magari con anche
34:57qualche personaggio televisivo famoso,
34:59figure religiose.
35:01Noi ce l'abbiamo un po' questa tendenza.
35:03Siamo solo noi a far così?
35:05No, assolutamente.
35:07La tendenza
35:09a rendere centrali
35:11le biografie individuali
35:13trasformandoli in biografie collettive
35:15è una tendenza che è diventata
35:17clamorosamente evidente, per esempio,
35:19con Donald Trump.
35:21È una tendenza che è diventata
35:23clamorosamente evidente
35:25con
35:27le vicende complicate
35:29della successione
35:31dei governi inglesi, in cui c'è stato
35:33un leader che si è dovuto dimettere perché
35:35festeggiava a base di
35:37molto alcol quando invitava
35:39gli inglesi a chiudersi in casa
35:41perché c'era il Covid.
35:43E' una tendenza
35:45evidente nelle dinamiche
35:47a Est, laddove abbiamo due
35:49leader che sono
35:51un paragone magari impietoso
35:53per Berlusconi, sono l'equivalente
35:55nei loro paesi, parlo della Cina
35:57di Xi Jinping e della
35:59Russia di Putin, di un potere
36:01autocratico centrato
36:03sul comando dell'uomo solo.
36:05Ecco, attenzione, perché
36:07naturalmente eventuali funerali
36:09quando in qualsiasi
36:11non potranno che ripercorrere questo
36:13rituale della celebrazione
36:15collettiva, quello che
36:17non legge la storia ma la trasforma
36:19in mito e leggenda.
36:21Ecco, dalle 9.28 di stamattina
36:23ora del decesso ad oggi
36:25quello che stiamo vedendo è il processo
36:27della costruzione di un mito.
36:31Io ringrazio il
36:33professor Luigi
36:35Spedicato, sociologo dei processi
36:37culturali e comunicativi
36:39dell'Università del Salento. Grazie
36:41per averci aiutato a focalizzare
36:43questa figura di Silvio Berlusconi.
36:45Volevamo dare il nostro
36:47contributo senza
36:49partecipare, se vogliamo, alla
36:51celebrazione in senso
36:53più deleterio al quale
36:55il nostro ospite faceva riferimento
36:57poco, anzi sicuramente
36:59credo che sia una figura importante
37:01che ha lasciato un
37:03segno, poi la storia ci permetterà
37:05forse di valutare nel
37:07giusto modo
37:09l'entità e la portata di queste opere.
37:11Certo, se oggi il sistema
37:13radiotelevisivo italiano, nel bene
37:15e nel male, è quello che è,
37:17lo si deve anche a figure
37:19tipo Berlusconi, ma le potrei citare
37:21altri casi anche nel mondo della radio, per esempio,
37:23che talvolta hanno avuto il coraggio
37:25di andare un po' oltre lo status quo
37:27per scardinare un monopolio,
37:29probabilmente se ciò non fosse accaduto
37:31chissà come sarebbero andate
37:33le cose. Mi permetto di dirlo da umile
37:35studioso del settore
37:37senza voler ovviamente
37:39provare a trarre valutazioni
37:41di chissà
37:43quale valore. Intanto grazie
37:45professore per essere stato con noi e
37:47avremo modo di ritrovarci ancora.
37:49Le auguro un buon proseguimento di serata.
37:51Grazie, grazie a lei anche per
37:53l'invito.
37:55Grazie, grazie professor Luigi Spedicato
37:57in collegamento da Lecce e grazie naturalmente a voi
37:59che ci avete seguito in questa puntata
38:01monografica dedicata evidentemente
38:03alla scomparsa di Silvio Berlusconi.
38:05Ritorniamo domani alla solita ora. Adesso ci sono
38:07gli altri programmi della nostra emittente.
38:09Arrivederci.