• mese scorso
“Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta, alla sua gestione, all’umanità che ne scaturisce", così scriveva Pier Paolo Pasolini decenni fa anticipando un tema davvero caro dei nostri tempi: la facoltà di non essere vincenti a tutti i costi.

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Trascrizione
00:00Non solo Roma. Le notizie dalla regione con Elisa Mariani. Bentornati a Non Solo Roma. Iniziamo questa
00:09seconda parte della nostra trasmissione, del nostro spazio dedicato all'approfondimento delle
00:15notizie su Roma ma anche sul territorio con una bellissima citazione. La vorrei leggere insieme a
00:22voi. Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta, alla sua
00:28gestione, all'umanità che ne scatorisce. Queste parole sono state scritte da Pierpaolo Pasolini,
00:34uno dei più grandi poeti, scrittori, sceneggiatori, regissi della storia della
00:39letteratura italiana qualche decennio fa ma sono estremamente attuali soprattutto oggi nei
00:46confronti delle nuove generazioni che stanno rivendicando in un certo senso la loro facoltà
00:52anche di fallire, anche di perdere, ma queste parole sono inserite perfettamente in un bellissimo
00:58progetto che si chiama Io sono vulnerabile e che, pensate un po', quest'anno rientra nella ventesima
01:05edizione della giornata del contemporaneo ma ha anche delle novità, devo dire, molto importanti
01:11in questa nuova edizione che inizia con una storia bellissima e chi ci segue da tempo forse
01:16ricorderà, fu una delle cose che facciamo proprio qui in questo spazio. Io ho il piacere di riavere qui su questi schermi
01:23in nostra compagnia proprio il curatore del progetto Sergio Mario Illuminato a cui do ovviamente il
01:29buongiorno e il bentornato. Buongiorno e bentornati perché per noi è obbligo passare alla vostra radio
01:37da te, dalla tua trasmissione, dai tuoi telespettatori perché non apriamo se prima non facciamo un piccolo
01:44discorso con te. Questo mi fa molto piacere Sergio, per me è un onore davvero anche perché il tuo
01:50tema, come ho anticipato, è estremamente attuale oggi, cioè la bellezza della sconfitta, però
01:56magari chi ci segue, chi ha iniziato a seguire non solo Roma da poco, non sa precisamente di
02:02cosa parliamo perché questo progetto affonda le radici in qualche anno fa, non è proprio
02:08giovanissimo e questo è una cosa ancora più bella secondo me. Guarda è un progetto in tre
02:13capitoli, non andremo avanti per moltissimo tempo perché ci siamo dati dei limiti come bisogna
02:19darsi su ogni cosa, quindi siamo partiti dall'ex carcere pontificio di Belletri dove ti ricorderai
02:25abbiamo riunito tantissimi giovani delle scuole, i ragazzi dell'accademia e i professionisti del
02:32cinema, della danza, del teatro, della musica, dell'arte. Avevamo intenzione di capire cosa si
02:37prova a stare in un carcere dell'Ottocento, ormai dismesso, dove ancora ci stanno le scritte dei
02:44detenuti che raccontano i drammatici momenti della loro sconfitta. Io credo che quella sconfitta
02:51l'abbiamo recepita ed è anche la nostra sconfitta, tant'è vero che la prima edizione dedicata a
02:58scoprire la vulnerabilità passa il testimone a questa edizione di Parigi, molto importante,
03:05dove parleremo del fallire come conquista e che l'arte è amare l'errore. Sono elementi fondamentali
03:13che assumiamo direttamente da Pierpaolo Pasolini che ci ha dato una lezione enorme che nessuna
03:20generazione deve mai dimenticare. È vero, è verissimo. Hai detto una cosa molto importante
03:25che io voglio ricordare ai nostri telespettatori brevemente, dal 3 ottobre al 29 novembre questo
03:31progetto approda all'Istituto Italiano di Cultura a Parigi e poi arriverà a Roma qualche giorno dopo
03:37al Museo Storico di Villa Altieri, parliamo del 6 dicembre. Qui si vanno a mischiare tantissimi
03:44settori, tutti diversi tra loro ma accumunati dall'arte in generale. Sì, dall'arte e dalla
03:53vulnerabilità dell'arte. Prima ho seguito il vostro intervento precedente, trovo stranissimo
04:02che rispetto alla realtà che ci circonda, l'arte sia stranamente silenziosa in questo
04:08momento, sia troppo silenziosa rispetto ai fatti che succedono. Non è mai accaduto,
04:13l'arte è sempre stata una pripista per fare vedere delle cose che preferivamo non vedere
04:18e invece in questi anni l'arte è diventata silenziosa, non è quel tipo di silenzio che
04:25noi apprezziamo ed è il motivo per cui abbiamo deciso di fare una puntata a Parigi, che è una
04:33platea internazionale rispetto all'appuntamento, e diffondere queste parole che sono preziosissime,
04:39i nostri gesti che sono altrettanto importanti a livello internazionale. Certo, come mai avete
04:48deciso di prendere come esempio Pierpaolo Pasolini? Lui è veramente un maestro in tal
04:58senso, però è importante capire perché vi siete affidati alle parole di Pierpaolo Pasolini.
05:06Un intellettuale di quel livello dovremmo averlo nella nostra pelle tutti i giorni,
05:14perché non è semplicemente il problema di sentirlo e di farlo arrivare al cuore. Lui che
05:20l'altro lo ha sempre approcciato a qualsiasi livello, soprattutto il livello più emarginato,
05:26più disagiato, è la nostra elezione ed è la stessa elezione che cerchiamo di portare a Parigi. Il
05:32nostro gesto che sarà molto forte a Parigi è che tutti i dispositivi artistici che sono stati
05:39realizzati a Velletri, i dispositivi di pittura, di scultura, di musica, di danza, finiranno il
05:47loro percorso per essere degradato a Parigi per poi chiudere l'operazione a Roma. Significa che
05:55tutto ciò che un artista può fare, cioè creare arte, non può essere promotore di onnipotenza,
06:06di un palcoscenico. L'arte che noi realizziamo deve essere semplicemente testimone di un momento,
06:13di uno sguardo sul presente e sulla realtà e gli artisti devono fare un passo indietro,
06:20così come Pierpaolo Pasolini sapeva dire le cose più importanti con moltissima umiltà,
06:26senza necessariamente raggiungere nessun palcoscenico, perché la forza era la forza
06:32di raggiungere tutti nel tempo. Questo è il valore dell'arte e quindi tutti i nostri dispositivi
06:38che saranno allestiti nel giardino dell'Istituto Italiano di Cultura sono destinati a sparire,
06:45sono destinati a sparire nell'ultima puntata di Parigi e quindi a Roma. Ricomincieremo un
06:52percorso diverso, ha significato che l'importanza della nostra umanità è quella dell'esperienza.
07:01L'esperienza è una cosa emozionante, è il contatto che tu hai con te e con gli altri,
07:06se non hai questo contatto non c'è testimone che tu possa consegnare all'onipotenza del tempo.
07:13Sergio ti chiedo, tu prima hai detto una cosa secondo me molto importante,
07:20l'arte non riesce più a farsi sentire nei tempi odierni, come mai secondo te? C'è un motivo?
07:26Ti ricordo che l'anno scorso dicevo, ma perché siete andate a finire all'ex carcere di Velletri?
07:30Perché eravamo stufi di quest'arte contemporanea nelle gallerie bianche dove la gente dà le
07:36spalle ai quadri per bere e parlare con gli amici. L'arte va vissuta, è un momento di
07:43trasformazione, è l'unico motivo per cui la vulnerabilità se non è una moneta da scambiare
07:50è semplicemente qualcosa da vivere in una trasformazione. In questo c'è una bellissima
07:58metafora di Stefano De Mattesi, lo scrittore, che parlando delle ragoste ci racconta un lato
08:08della nostra umanità tra i più importanti. La ragosta nasce senza corazza, è molto vulnerabile
08:16in quel momento, scusate il citofono, è molto vulnerabile in quel momento, però scusami
08:23solo un secondo se non continua a suonare. Assolutamente sì, noi intanto continuiamo
08:27a raccontarvi che siamo in compagnia di Sergio Mario Illuminato che è il curatore di Io
08:33sono vulnerabile, un progetto che è diramato in diversi capitoli, quest'anno arriva a Parigi
08:39per poi concludersi a Roma il 6 dicembre e ci stava raccontando un po' il fulcro di
08:47questo bellissimo progetto che significa anche collegarsi un po' al valore della sconfitta
08:53in un certo senso. Sai, essere vulnerabili è appunto come la ragosta che preda di chiunque
09:00fino a quando non si forma la corazza, però questa stessa corazza che la protegge a un
09:05certo punto diventa così stretta mentre la ragosta continua a crescere che può condurla
09:11alla morte e quindi ciclicamente la ragosta deve riliberarsi dalla propria corazza, diventare
09:18di nuovo vulnerabile perché nella vita ci sono dei cicli di trasformazione fondamentali.
09:23Quante volte e quanti sono disposti ad abbandonare la propria corazza fatta di conoscenza, di
09:30esperienze condotte in quel momento, di pregiudizi, di punte di vista ormai blindati. Ti ricordi
09:38parlavamo di gabbie, ecco perché la prigione esce sempre fuori. Abbiamo necessità di liberarci
09:45continuamente o almeno ciclicamente delle nostre gabbie ed è il motivo per cui ci libereremo
09:51anche delle nostre opere pur di fare una trasformazione importante, aprire il nostro sguardo ed essere
09:58capace poi di approdare in una nuova prigione perché lo stesso museo di Villaltieri è un'ex
10:05prigione femminile che è stata trasformata in museo dove noi riprenderemo l'atmosfera di quel
10:12posto in un allestimento davvero straordinario. Riporteremo il carcere di Villaltieri, oggi museo
10:21storico, a essere un atelier. Abbiamo bisogno di ritornare nel silenzio di un atelier per
10:28incontrare la gente, gli spettatori finalmente attivi e fare una riflessione insieme rispetto
10:35a questi quattro anni passati in questo progetto. Bellissimo, devo dirti Sergio mi hai emozionato
10:42anche tra le altre cose con questi che sono discorsi secondo me di un'attualità incredibile
10:46che dovrebbero interessare soprattutto le nuove generazioni che hanno cambiato un po' secondo
10:51me il loro punto di vista. Sono più morbide nei confronti della sconfitta e secondo me è davvero
10:58molto nobile. Com'è nobilissimo questo progetto? Ti ringrazio di cuore per essere tornato qui a non
11:03solo Roma a raccontarcelo. Noi aspettiamo le tue immagini, ci riaggiorneremo. Ti porteremo le nuove
11:09immagini di Parigi e poi ti racconto una cosa inedita che succederà proprio a Roma dove
11:14raccoglieremo in una giornata le scuole di Roma per parlare proprio di questi argomenti con gli
11:20iscrittori. E' un'occasione del giubileo e provare ad approfondire il percorso che facciamo
11:26comunque con tutte le scuole tutto l'anno. Quindi siamo felici di non staccare mai il
11:31cordone umbilicale dai ragazzi. Perfetto, allora noi ti aspettiamo di nuovo qui così tireremo un
11:37po' le somme insieme ovviamente in maniera positiva. Grazie davvero Sergio, è stato un
11:41piacere. Grazie a te, a tutti voi. A presto. Non solo Roma, le notizie dalla regione con Elisa Mariani.

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