Giulia Carla De Carlo intervista la scrittrice Rosella Postorino
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NovitàTrascrizione
00:00Benvenuti a Il piacere della lettura, il podcast di quotidiano nazionale dedicato ai libri,
00:07agli scrittori, alle scrittrici e alle storie. Oggi abbiamo il piacere di ospitare la scrittrice
00:13Rosella Postorino. Ciao Rosella. Ciao, buongiorno. Il libro di cui parleremo oggi è Nei nervi e nel
00:20cuore, edito da Solferino. Quando ho letto il tuo libro ho sentito la sinfonia di Bach. Sei
00:27riuscita a toccare sentimenti, argomenti, emozioni con una lingua che ti contraddistingue e quindi
00:35veramente ho sentito una sinfonia. E' un memoriale per il presente, come suggerisce il sottotitolo,
00:41è un diario pubblico di Rosella. Cosa ha significato per te rendere pubblico questo diario?
00:47Allora questo libro nasce da una rubrica che io ho mensile su sette e in questa rubrica io
00:55posso parlare di tutto e mi sono resa conto che quando ho accettato di scrivere in questa rubrica,
01:01probabilmente l'ho fatto perché nella mia testa avrei potuto scrivere di tutto ciò che mi
01:07interessava partendo dal mondo e arrivando però a me stessa, quasi come se fosse un discorso unico.
01:13Cioè questi pezzi insieme, selezionati e montati, avevano già di per sé la compattezza di un libro,
01:20perché io credo di aver scritto questa rubrica come se già stessi scrivendo un libro. I pezzi che
01:26sono usciti mese per mese in qualche modo sono stati per me una sfida formale nuova, perché
01:33appunto la lingua e anche proprio il tono e il ritmo che tu usi in un pezzo è diverso da quello
01:40che usi in un romanzo. Ma poi montare insieme questi pezzi e costruire questo libro mi ha fatto
01:46proprio scoprire, a me stessa mi ha fatto scoprire, che io mi sono molto esposta con questi pezzi.
01:53Cioè in questo libro io sono molto esposta e sono esposta soprattutto in quanto donna e in
01:59quanto corpo femminile. Ed è un libro in cui io uso me stessa in qualche modo come un campione
02:06dell'umano per raccontare gli altri, per raccontare il mondo. È un libro in cui la correlazione fra me
02:12e gli altri è continua, quasi osmotica. Ed ecco la sinfonia, eccola che l'hai costruita. L'esergo
02:18è tratto dalla vita materiale di Marguerite Duras, resterà un libro che vuole andare dappertutto e va
02:25in un solo posto alla volta. Come mai hai deciso di iniziare con Duras? So che la ami molto. Sì,
02:32Marguerite Duras è la scrittrice della mia vita in assoluto e la vita materiale è il primo libro
02:38in italiano che io ho letto di Marguerite Duras perché l'ho letta subito anche in francese. Il
02:42primo libro in francese che ho letto è Moderato Cantabile che poi ho tradotto, cioè poi in futuro
02:48avrei tradotto ma a 15 anni non potevo saperlo. Invece il primo libro in italiano è La vita
02:52materiale che non è un romanzo ed è quello perché alla biblioteca civica d'imperia dove io sono andata
02:58a cercare Duras ho trovato quello. È stato per me un modello per questo libro perché anche La
03:03vita materiale non è un romanzo, non è un vero e proprio saggio, è un libro ibrido come Inenarvio
03:10nel cuore ed è un libro che può raccontare di cose molto intime, molto domestiche, anche molto
03:15prosaiche. Per esempio nella vita materiale addirittura Marguerite Duras fa una lista delle
03:20cose che non possono mai mancare in casa, cioè l'olio, l'aceto, lo scotch per pacchi e cose di
03:25questo tipo. Poi può parlare anche di che cosa significa avere la dipendenza dall'alcolismo e
03:32del perché l'alcol sostituisce l'esistenza di Dio. Può parlare della periferia della banlieue
03:37francese e può parlare di un abuso sessuale. Cioè è davvero un libro in cui lei può toccare
03:46argomenti più vari in questa continua correlazione appunto fra il presente che la stimola e il
03:53passato della propria memoria e Inenarvio nel cuore è così. Infatti come dire io ho accettato
04:00di scrivere la rubrica perché Marguerite Duras ha avuto delle rubriche nella sua vita. Io faccio
04:05sempre questo tipo invece di chiedere consiglio a un'amica dico ma Marguerite Duras l'avrebbe
04:09fatto, Ingeborg Bachmann l'avrebbe fatto. Se loro l'hanno fatto allora anche io posso farlo,
04:14non perché mi sento ovviamente paragonabile a loro ma perché sono i miei modelli. La vita
04:19materiale così come Inenarvio nel cuore o meglio Inenarvio nel cuore così come la vita materiale
04:24è un libro che appunto vuole andare da tutte le parti. Forse questa è anche la sinfonia che tu
04:30avverti ma può andare da una parte sola alla volta. Lei dice Marguerite Duras ha meno di tacere
04:36ma questo tacere non si scrive. Perché hai scelto Cesare Pavese invece per il titolo del tuo libro?
04:42Anche Cesare Pavese quando avevo 15 anni era uno degli autori della mia vita soprattutto come poeta
04:48però anche come romanziere e ovviamente come l'autore del Messiere di Vivere. È un libro
04:54meraviglioso, imprescindibile ma è un diario che diventa pubblico, che non nasce con l'intenzione
04:59di diventare pubblico ma poi diventa pubblico. Cesare Pavese dà il titolo al mio libro Inenarvio
05:04nel cuore e con questa frase, che adesso non la cito a memoria ma cito il senso, lui dice,
05:10ed è una frase a cui io penso sempre, almeno una volta all'anno, il 27 agosto perché il giorno del
05:17mio compleanno è il giorno del suicidio di Pavese e quindi io mi vado sempre ad aprire il Messiere
05:23di Vivere e molto spesso mi capita questa frase anche perché fra quelle sottolineate con le
05:29orecchiette. Allora lui dice che tutti, tutti anche i pazzi, anche i criminosi, lui dice quando erano
05:37bambini, quando avevano tre, sette, nove anni, lui dice quando nulla era ancora accaduto e dormiva
05:45solamente nei nervi e nel cuore, ecco tutti hanno pensato che qualcosa di bello li aspettasse e
05:51questa frase per me è dolorosa e commovente perché racconta esattamente quella dimensione
05:57dell'infanzia, edenica quantomeno perché a un certo punto c'è la cacciata e la cacciata la
06:03prevede e la cacciata dell'infanzia è appunto il fatto che bisogna crescere, che prevede questo
06:08strappo. Racconta appunto che gli esseri umani, un po' come diceva anche Simone Weil, che gli
06:13esseri umani benché abbiano esperienza del male, in qualche modo continuano da quando sono bambini,
06:20secondo lei addirittura fino all'età adulta, fino alla fine della vita, ad aspettarsi di ricevere
06:25il bene. Ecco questa illusione del bene che può arrivare, del bello che ci può aspettare che hanno
06:31i bambini è sturgente, commovente, persino straziante se pensi invece a quanto poi la vita
06:37adulta possa essere complicata e quanto la vita adulta di Pavese sia stata complicata per com'è
06:43finita, perché il modo in cui finita sicuramente ne racconta la difficoltà. Allora questo libro è
06:50un libro che parla anche molto dell'infanzia perché è un libro che parla probabilmente di
06:57quello di cui parlano tutti i miei libri e l'ho capito forse solo scrivendo e pubblicando questi
07:03libri. Parla dello stupore che mi genera il fatto che si venga al mondo, cioè del venire al mondo
07:11che è qualcosa che è contemporaneamente uno stupore, una meraviglia e però anche una condanna,
07:17quella che Ingeborg Bachmann avrebbe chiamato un'offesa atroce. Infatti tu parti proprio
07:23dall'infanzia, non dalla tua anche se ne parli subito dopo, ma dall'infanzia dei figli delle
07:30detenute di Re Bibbia. Cos'è l'infanzia secondo te in questo senso? Io parto da lì perché io ho
07:36fatto volontariato per qualche anno con la sezione Nido di Re Bibbia che è quella in cui i bambini
07:42piccoli stanno in prigione con le loro madri, quindi sono bambini che per antonomasia non
07:52possono aver commesso nessuna colpa ma stanno reclusi nel luogo della colpa a pagare una pena
07:58di cui non sono responsabile. Questo è un po' la vita, nel senso non che io non intendo che le
08:05colpe dei padri ricadano necessariamente sui figli, anzi credo che appunto lo scopo di ciascuna
08:11esistenza è di emanciparsi da quelle che sono come dire le catene che la intrappolano. Però
08:17è vero che nessuno sceglie di essere al mondo, nessuno ha deciso di nascere e quindi questa è
08:25una cosa come dire nessuno ha dato il suo consenso per la vita che può avere sicuramente bellezza,
08:31incanto e meraviglia ma che prevede proprio senza deroga il dolore, il dolore, la perdita e anche
08:38la morte. Allora questo è inaccettabile per tutti, figuriamoci per i bambini. Il bambino
08:43secondo me rappresenta in maniera radicale l'impossibilità di accettare l'ingiustizia e
08:48tuttavia il fatto che spesso all'ingiustizia non c'è rimedio, spesso la vita è qualcosa che non ha
08:54riparo e i bambini del carcere sicuramente lo dimostrano, lo mostrano. Parli molto di tuo papà
09:01all'interno del libro e a proposito di lavoro, mi è piaciuto nel senso tenero del termine quando
09:10hai parlato della sua mano, della sua mano che era ruvida e diciamo nodosa all'inizio e poi ringiovanita
09:17dopo che non ha più lavorato. Sì, guarda adesso se tu avrei le mani mio padre l'altro giorno, il mio
09:22compagno ha detto comunque veramente ha le mani da pianista adesso perché comunque aveva delle
09:28belle mani ma queste mani, la loro bellezza io non sono mai riuscita a vederla perché non ho
09:33conosciuto mio padre da ragazzo e mio padre ha iniziato a lavorare veramente molto presto, già a
09:3814 anni già lavorava e siccome faceva un lavoro fisico, un lavoro in cui aveva a che fare con le
09:43spine dei carciofi che si infilavano nella pelle, aveva a che fare con il freddo, la pioggia, quindi
09:49erano delle mani sempre rovinate, screpolate e ricordo che lui addirittura si metteva la crema
09:55glissolide coi guanti per avere un maggiore beneficio quindi davvero gli facevano male queste
10:00mani, erano sempre spaccate e oggi che lui ha smesso di lavorare ha di nuovo delle mani che io
10:08come dire ho pensato probabilmente dovevano essere così quando lui era ragazzo, quindi è come poter
10:13vedere un pezzetto di mio padre prima che nascessi io, prima che ci fossi io, però invece adesso io
10:19ci sono e posso e posso vederlo. Sempre tuo padre l'hai disegnato come maschilista nella tua crescita
10:27però nello stesso tempo sei stata molto tenera con lui quando hai detto però mi ha fatto fare
10:32quello che volevo, quindi questo maschilismo che in realtà è radicato in molti uomini dell'età
10:38di tuo papà, si sta sradicando pian piano, si sta sciogliendo? No, non credo che sia questo,
10:44credo che questo sia il percorso di mio padre ma non un percorso culturale anche perché io non
10:49vedo mio padre come uno che partecipa al percorso culturale di un paese, mi sembra uno
10:55che è rimasto comunque poi nella sua epoca. Gli è capitato di avere questa figlia, quando dico
11:00che mio padre è maschilista lo dico in senso oggettivo senza alcun rimprovero, dico anzi è
11:05possibile amare fortemente un maschilista, io ho amato mio padre, mio padre è uno che è nato negli
11:11anni 50 alla periferia di Reggio Calabria in una famiglia di contadini con una madre
11:15analfabeta, cosa possiamo aspettarci? Poi però ha avuto questa figlia che voleva prendere parola,
11:21che voleva autodeterminarsi e di fronte a questo lui non ha un posto di esistenza ma
11:28anche proprio non ha chiesto, il suo maschilismo, il suo autoritarismo anche si è espresso soprattutto
11:35nella mia adolescenza perché lui aveva il dovere di proteggermi, era proprio il suo dovere di padre
11:41però spesso la protezione e la proibizione si somigliano, il confine molto sottile e quindi
11:48diventava proibitivo appunto. Di fronte alla scrittura che era qualcosa che lui non conosceva
11:53è proprio come se avesse fatto un passo indietro e avesse lasciato a me la libertà di percorrere
11:59una strada che lui non avrebbe proprio saputo come percorrere, non aveva la mappa, non aveva
12:03gli strumenti per percorrerla. Quando io dico che mio padre dichiara apertamente di non
12:10leggere i miei libri e spesso la gente mi dice ma questo non ti fa arrabbiare, non ti mortifica,
12:15ma no per nulla, non sto mentendo, la lettura non ha mai fatto parte della vita di mio padre come
12:21i carciofi, le pesche non hanno fatto parte della mia vita, cioè io non mi sono interessata del
12:28lavoro di mio padre, non significa che io li abbia voluto meno bene o li voglia meno bene,
12:31perché dovrebbe volermi meno bene mio padre perché non legge i miei libri? Semplicemente il
12:36mio lavoro non fa parte della sua esistenza, è classista pensare che il mio lavoro sia più figo
12:40del suo, sì io per forza penso che il mio lavoro è più figo del suo, ma c'è la scrittrice, però
12:45non so come dire, io con le mie amiche del cuore non parlo quasi mai dei miei libri, non per forza
12:51le persone che ci amano ci amano anche per ciò che noi siamo diventati nel mondo, io sono una
12:57scrittrice ma prima di esserlo sono la figlia di mio padre e lui mi ha vista fare moltissime altre
13:02cose prima, così come le mie amiche mi hanno visto fare moltissime altre cose prima di diventare
13:07una scrittrice, è chiaro che io sento che la mia identità più profonda è nelle cose che scrivo,
13:14non tutti riescono ad accedere a quel linguaggio e quindi l'unico modo per andare d'accordo con
13:21le persone è accettare che ci amino nel modo in cui ci amano se lo fanno in buona fede.
13:27Tu parli tanto anche di corpo, l'hai detto anche all'inizio, di corpo proprio in maniera fisica e
13:32tra le cose che hai raccontato ce ne sono tantissime, però quello che mi ha colpito è la
13:36Rosella di 25 anni che voleva fare qualcosa ma non l'ha potuto fare perché il professore non
13:42vedeva più una persona ma una femmina. E' stato detto da altri maschi, beh ma in fondo alla fine
13:49è stato carino questo professore perché non ci ha provato direttamente, ti ha proprio detto
13:55guarda non posso lavorare con te perché è stato carino, ha condizionato la mia esistenza per un
14:02problema suo però secondo degli uomini, e non erano degli uomini sporveduti, erano degli uomini
14:08che facevano parte del mondo culturale, degli intellettuali, mi è capitato nel mondo culturale
14:13di trovare degli atteggiamenti evidentemente maschilisti e inconsapevoli che per esempio
14:19mio padre non ha. E' pervasivo il problema del del sessismo, del maschilismo, del non rendersi
14:25conto del proprio privilegio. E' come un po' una calamità, cioè quando non dipende da te,
14:30no? Non dipende dai tuoi mariti, non dipende dalle tue sforze, non dipende dal tuo impegno,
14:35non dipende dalle tue colpe, non dipende da te. Ti arriva una roba che è tipo il terremoto e ti
14:41distrugge la casa, per me è stato questo quella cosa lì, mi ha fatto pensare che il corpo femminile
14:48a volte può essere, non a volte, il corpo femminile è per le donne spesso un ostacolo.
14:54Scrivo perché voglio sentirmi amata, però c'è di più, tu l'hai detto un po' di tempo fa e adesso
15:01te la rifaccio la domanda, magari hai cambiato il motivo, perché scrivi?
15:06Quando ho detto che scrivo perché voglio sentirmi amata era un festival, ho fatto una
15:10confessione molto privata e suscettibile di essere ridicolizzata, quindi trovo tra le cose più
15:19coraggiose che io abbia fatto in realtà questa. Io scrivo perché non posso fare altro, nel senso,
15:25no, io posso fare moltissime altre cose, mi piace fare un sacco di cose, anche tipo le pulizie di
15:29casa per esempio, mi piace tantissimo, però scrivo perché non posso fare altro, con questo intendo
15:34che non saprei proprio come stare al mondo in un altro modo, proprio perché io nel momento in cui
15:40ho smesso di essere credente, con grandissima difficoltà perché volevo a tutti i costi
15:45credere, perché volevo a tutti i costi che ci fosse un ordine, un disegno, un progetto, qualcosa
15:51che desse senso, nel momento in cui ho smesso di essere credente e non c'è alcun senso, il senso
15:58devo darlo io, allora dentro il caos dell'esistenza, l'unico modo, il modo che io ho trovato per dare
16:05un senso che non è completo, esaustivo, definitivo, che va incontro per forza al fallimento, perché non
16:13c'è, come dire, tu puoi scrivere quanto vuoi, ma non è che troverai la verità sull'esistenza,
16:19quella continuerà a mancarti, questo pensiero mancato di Dio, come lo chiama Marche di Touras,
16:24è il pensiero di tutti gli esseri umani, in fondo anche per chi crede, perché appunto non può
16:32accettare questa mancanza e lo è per chi non crede, perché è sgomento di fronte a questa mancanza,
16:38ecco la scrittura è l'unico modo in cui io posso provare a dare un senso, che ripeto non è esaustivo,
16:47non è definitivo, però è il mio, in fondo se dovessi proprio sintetizzare al massimo dovrei
16:53dire che io scrivo perché la morte esiste. Oggi al piacere della lettura abbiamo parlato di
16:58Nei nervi e nel cuore, edito da Solferino e tu Rosella quale libro consiglieresti per il
17:04piacere della lettura? Non posso che consigliare un libro di Marche di Touras, questo è il primo
17:10romanzo di Marche di Touras, è un romanzo del 43 e non era mai stato tradotto in italiano e quindi
17:17io veramente devo dirlo perché devo squattarmela per questa cosa, però mi vanto del fatto di essere
17:24nata da Feltrinelli e aver detto ma traduciamo l'esempio d'Ogni impudente, quindi è uscito
17:30quest'anno nel 2024 con la traduzione di Letizia Imola, è un mio saggio critico, una postfazione
17:38che è un saggio critico, perché questo romanzo? Intanto perché appunto consente di conoscere
17:43Marche di Touras da piccola, cioè i suoi esordi, i suoi primi passi ed è fenomenale la differenza
17:51stilistica che c'è, cioè è davvero possibile capire come una scrittrice si forma e come cambia
17:57nel tempo, però contemporaneamente anche se dal punto di vista formale è diversissima, in nuce
18:04ci sono tutte le ossessioni che si dipaneranno poi nei suoi libri successivi e quindi vale davvero
18:11la pena leggerlo per questo. Grazie mille. Grazie a voi.