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TVTrascrizione
00:00Buonasera, bentrovati, benvenuti a questa nuova edizione del nostro Tg Preview, l'approfondimento
00:16curato dalla redazione del Giornale di Brescia, della redazione di Teletutto. Oggi non è
00:23il 7 febbraio, ma noi abbiamo comunque deciso di occuparci di bullismo e cyberbullismo. Il
00:307 febbraio è la giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo e in quella
00:36occasione spesso ci occupiamo di questi temi. Abbiamo deciso di farlo oggi prendendo spunto
00:43da quanto è accaduto un mese fa, circa il 13 ottobre, il suicidio di un ragazzino di
00:4915 anni, Leonardo Calcina. Il suicidio è avvenuto a Senigallia. Leonardo si è sparato
00:56con la pistola d'ordinanza del padre, un vigile urbano, in una cascina abbandonata
01:01e lo ha fatto perché era bullizzato. Bullizzato a scuola da tre ragazzi, due ragazzi e una
01:07ragazza e tre compagni di classe. Aveva avvisato i professori, ne aveva parlato a casa, insomma
01:16non era stato evidentemente capito il problema grave che affrontava e che viveva Leonardo.
01:23Quello del suicidio fa notizia, non fanno notizia però i tanti episodi che accadono
01:28nelle nostre scuole con i nostri ragazzi. Noi vi racconteremo oggi anche la vicenda
01:33di una ragazzina in provincia di Brescia che è stata bullizzata a scuola e si procurava
01:41dei gesti autolesionisti e sentiremo la madre che ci racconterà questa vicenda. Ne parliamo
01:50con una persona, insomma un poliziotto scrittore, Domenico Gelacitano. C'è Domenico con noi
02:00perché Domenico Gelacitano si occupa da tanti anni di questi eventi. Ci sarà con noi, appena
02:07riusciamo a collegarci, anche il professore Giuseppe Maiolo che ci aiuterà anche a capire
02:13che cosa scatta nella mente di un ragazzino che arriva appunto al suicidio, nel gesto
02:18più estremo, ma anche a procurarsi delle ferite per sentire meno evidentemente il dolore
02:26che deriva appunto dalle offese subite a scuola. Ecco il professore che si è appena collegato
02:34con noi. Buonasera professore Giuseppe Maiolo, grazie di averci raggiunto. Io comincerei subito
02:41con lei, Gelacitano, chiedendo anzitutto che fenomeno è nella provincia di Brescia quello
02:48del bullismo e del cyberbullismo. Ci sono dati, è possibile tracciare un quadro, una
02:53fotografia di quello che accade nelle nostre scuole?
02:55Sì, più che altro al di là di quello che è il contesto del problema del bullismo e
03:00del cyberbullismo, di questa trasformazione che passa da quella che è la violenza fisica
03:05alla violenza psicologica, che magari si trasferisce anche con le parole, credo che il problema
03:09maggiore sia proprio legato all'ignoranza di questo fenomeno, all'ignoranza di quello
03:14che è il contesto dove il bullismo si manifesta, queste tre figure che possono essere rappresentate
03:19dal bullo, dalla vittima e dallo spettatore. E spesso nelle giovane generazioni, ma anche
03:25in noi adulti, manca la consapevolezza della forza di quelle parole che spesso vengono
03:29ad essere espresse all'interno di quegli strumenti tecnologici che i ragazzi oggi
03:33utilizzano sempre di più. Quindi dovremmo soffermarci su questi tre attori, sul bullo
03:38che è colui che insulta, deride, minaccia, ricatta, talvolta ruba l'identità pur di
03:43cagionare del male ad un altro minore. E questo è molto sottile, perché a volte l'insulto
03:48può essere banalizzato, ma dall'altra parte c'è una vittima che può recepire questo
03:52insulto come qualcosa di molto più forte rispetto a quello che lo lancia e quindi c'è
03:57la carenza della consapevolezza. Ci dovremmo soffermare anche sulla figura dello spettatore,
04:04perché oggi spesso e volentieri ci sono tanti spettatori e ci sono tanti indifferenti. E
04:09allora dovremmo soffermarci sull'idea di far capire che oggi il primo gesto di illegalità
04:13è proprio l'indifferenza. E noi, attraverso l'attività che facciamo come Polizia di Stato,
04:19al di là di vedere quello che è il quadro che ci manifestano anche gli insegnanti dalle
04:23numerose richieste di intervento, ma sempre in forma educativa e quindi preventiva, cerchiamo
04:30di trasferire questi concetti.
04:31E adesso parleremo anche di questo, del progetto Coltiva Rete che porta avanti da tanti anni
04:37la Polizia Postale, che tra l'altro è il titolo del suo libro, perché ha scritto un
04:41libro su questo tema, quello del bullismo e del cyberbullismo. Io vorrei andare però
04:46un attimo dal Professor Maiolo. Noi nell'introduzione della trasmissione, Professore, abbiamo parlato
04:52di Leonardo Calcina, questo ragazzino di Senigallia, che è arrivato al punto di togliersi la vita
04:58perché era bullizzato a scuola. Con lei vorrei capire che cosa scatta nella testa di un ragazzo
05:07di 15 anni, quindi bullizzato, per arrivare a togliersi la vita addirittura.
05:12Scatta la disperazione, ovvero la sensazione di non potercela fare, di non poter trasmettere
05:22e andare avanti, di non poter sopportare queste offese che normalmente si protraggono per
05:29tempi lunghi e che non trovano sostegno da nessuna parte. C'è anche da dire che la vittima
05:37di solito non comunica, non si confida, non si confida in casa, non si confida con i genitori
05:47anche se in questo caso pare proprio che invece il ragazzo abbia parlato, abbia detto alcune
05:52cose alla madre. Ma normalmente no, non lo fa, se ne vergogna, si sente colpevole, in
05:59qualche modo questo è un meccanismo che attraversa un po' tutte le vittime di violenza e quindi
06:05in questo senso l'isolamento, la solitudine produce, fa iniziare ad avere una serie di
06:12pensieri, quelli che vengono chiamati proprio in termini tecnici ideazione suicidaria, pensieri
06:19di suicidio e quindi portando avanti queste idee di non farcela arriva al punto di costruirsi
06:29appunto un progetto, un progetto suicidario. E' drammatico, spesso accade proprio questo.
06:36Ecco, purtroppo sì è molto drammatico, noi abbiamo detto anche che il gesto estremo che
06:42ha portato appunto Leonardo a suicidarsi è un gesto che fa notizia, ce ne sono tanti
06:50compiuti dai ragazzi e dai ragazzini che invece notizia non ne fanno, un po' perché come
06:54diceva giustamente lei, non si confidano, quindi non si sa, un po' perché tante volte
07:01anche non si riesce a intercettare questo disagio. Succede però anche, grazie a un
07:09progetto che è quello che dicevamo che è Coltivarete, un progetto teatrale che si riesce
07:15invece a sfogarsi con i propri genitori o con la scuola. E' successo, a questa mamma
07:27che alla fine ha deciso anche di parlare con noi, la figlia si è confidata dopo aver visto
07:34il progetto teatrale Coltivarete. Prima di arrivare all'intervista della mamma però
07:40pregherei la regia di mandare il servizio su Coltivarete per capire di cosa stiamo parlando.
07:52Il terreno è rappresentato da internet e noi dobbiamo saper coltivare insieme, che porterà
08:01i prodotti attraverso la giusta coltivazione degli spazi virtuali. Promuovere la cultura
08:07della legalità, la sicurezza online, la solidarietà e l'inclusione attraverso il teatro inteso
08:12come strumento educativo. E' questo l'obiettivo di Coltivarete, progetto ideato dalla Questura
08:18di Brescia con il patrocinio di Comune Regione che ha coinvolto oltre 400 ragazzi e ragazze
08:24delle scuole superiori del territorio. Insieme abbiamo organizzato una serie di seminari
08:30nelle scuole per informare i ragazzi su quelli che sono i rischi ma anche le grandi opportunità
08:37che il web ci porta. Gli effetti negativi sono innanzitutto la dipendenza, magari chi
08:42usa questo strumento crea il proprio avatar e non riesce a scindere più quello che è
08:47il personaggio virtuale da quello reale e quindi questo è il rischio maggiore che nasce
08:52dall'ignoranza, da quel prima che noi dovremmo dare ai ragazzi, prima di regalare uno smartphone
08:56regala la conoscenza perché dobbiamo essere noi ad usare questi strumenti e non gli strumenti
09:01ad utilizzare noi. I reati informatici sono in costante aumento perché in aumento la
09:05tecnologia, le abitudini dei cittadini, soprattutto per quanto riguarda i reati online, bisogna
09:10prestare molta attenzione ai reati sessuali online, bisogna prestare molta attenzione
09:14ai comportamenti degli adolescenti. Organizzato in collaborazione con l'ufficio scolastico
09:18territoriale, il progetto che trae spunto dall'omonimo libro di Domenico Geracitano
09:24ha portato sul palco del Teatro Sociale alcuni studenti già coinvolti in percorsi
09:28educativi con la questura. A loro il compito di trasmettere la cultura dei valori civili
09:33attraverso le parole, la danza e la musica. Sono tutte situazioni che tutti sperimentiamo
09:39e che portiamo in questo palco proprio per far capire quanto sia difficile superarle
09:44ma che si può fare. Noi diamo voce e corpo e musica ai sentimenti.
09:52Il progetto è un progetto nato a Brescia e che poi si è diffuso in tutta l'Italia
10:00perché Geracitano, insomma, lei ha girato un po' i teatri di gran parte delle regioni
10:06italiane. Quanti studenti avete incontrato finora? Circa 8 mila in presenza e oltre 30
10:12mila online perché tante di queste performance teatrale venivano poi ad essere trasmesse
10:19in diretta nelle scuole. L'altra attività importante che abbiamo fatto con Coltivare
10:24Te, come diceva il signor Questore, era legato al fatto che questo percorso si costruiva
10:29facendo prima degli interventi mirati molto più specifici su questa specificità che
10:35riguarda proprio il bullismo, il cyberbullismo, ma anche la consapevolezza dell'utilizzo
10:39della rete e la cultura della web reputation perché noi non dobbiamo solo dire quello
10:43che non devono fare in rete, ma dobbiamo anche dire quello che devono fare e quindi c'è
10:48stata questa rete dove ci ha permesso poi di arrivare anche al vittoriale in una data
10:52un po' sperimentale che era il 27 giugno e trovarci di fronte 1.700 persone tra cui
10:58tanti genitori e quello, un po' come diceva Francesco Longo, uno dei ragazzi che è stato
11:04coinvolto perché è un progetto particolare perché non è fatto per i ragazzi ma è fatto
11:08insieme ai ragazzi. Noi crediamo che oggi per comunicare ai ragazzi abbiamo bisogno
11:14di loro stessi che riescono, diciamo così, a trasformare le nostre parole, quindi dove
11:18la musica, la danza, l'arte in generale possa creare uno stimolo e possa far trovare
11:25a loro le giuste emozioni per innamorarsi della bellezza della vita. Questo è coltivare
11:29te e quindi deve accendere le loro emozioni. Ecco, professore, come si fa ad accendere
11:35le emozioni di un ragazzino di 13 anni, di 11 anni che subisce queste molestie, questi
11:44trattamenti? Questa è la scommessa, la sfida, voglio dire, nel senso che bisogna cominciare
11:53il più presto possibile a educare alle emozioni, a educare alle relazioni. Certo, sono tutte
12:01pregevoli queste reazioni e sono convinto che servano, però la prevenzione deve partire
12:08non dalle scuole medie superiori o dalle scuole medie, deve partire molto prima, deve partire
12:13forse anche dalla scuola dell'infanzia, visto come stanno le cose oggi. Quindi sicuramente
12:21fare educazione alle emozioni, fare questi interventi che devono partire dalla scuola
12:27medica, ma anche dalla famiglia vuol dire costruire delle competenze che oggi sul piano
12:34emozionale i ragazzi hanno davvero poco, soprattutto per quanto riguarda l'empatia. Quando parliamo
12:42di condividere, di fare con i ragazzi delle cose, delle attività, che è giusto che sia
12:50fatto così, dobbiamo parlare ovviamente, per esempio, di peer education, di educazione
12:57anche tra i pari, dove i pari possono essere in grado di vedere, di sentire cosa sta provando
13:05un compagno, cosa sta vivendo in quel momento un compagno, magari come vittima, bullizzato,
13:11e aiutarlo. Ecco, questa è, secondo me, la sfida educativa che ci attende oggi.
13:18Geracitano, prima lei parlava dello spettacolo al Vittoriale, 1.800, 1.700 persone. Tra queste
13:27persone al Vittoriale c'era una mamma con la figlia. Al termine dello spettacolo la figlia
13:32è scoppiata in lacrime e ha raccontato tutto alla madre. Noi l'abbiamo intervistata. Non
13:37vedrete il volto della donna, abbiamo voluto proteggere evidentemente la figlia più piccola,
13:44vedrete però uno dei disegni, uno dei tanti disegni che invece fa questa ragazzina.
13:51E cos'era successo negli Stati Uniti? Un abuso. Era una bambina che era quattro anni più grande
14:08di lei e un po' la usava. E lei questa cosa l'ha raccontata alle amichette a scuola? Un po'
14:16l'ha raccontata. Non del tutto, ma ha raccontato qualcosa. Poi dopo lei ci ha scoperto che le
14:26bambine non erano come lei. Le bambine qua erano un po' diverse. Piano piano aveva sentito,
14:35aveva ascoltato che si prendevano beffa di lei, parlavano alle sue spalle, le chiacchieravano.
14:44Poi a volte la minacciavano di raccontare le loro cose. Poi un giorno siamo andati a uno
14:51spettacolo che ci avevano invitato, un spettacolo di domenico, e lei si è sentita come se tutto
15:02quello che lui raccontava, tutto quello che succedeva nel scenario, lei lo stesse vivendo.
15:11Si sentiva in questo buio qua che raccontavano nello spettacolo. E quando siete tornati a casa
15:23poi ti ha raccontato quello che stava subendo? Sì, esatto. Che cosa ti ha detto? Dopo che
15:30abbiamo finito di vedere questo tuo spettacolo, lei ha iniziato a piangere e mi ha detto mamma
15:36io mi sento così, mi sento così. Allora siamo andati in questura a cercare a domenico. Prima
15:45di partire lo spettacolo ho detto chi è questo Domenico, dove è, così possiamo anche parlare
15:51con lui. Io nella mia disperazione di aiutare a mia figlia ho cercato un modo di contattarmi
16:03con lui. Per fortuna era qua nella costrua di Brescia e siamo andati a trovarlo e abbiamo
16:12parlato un po' con lui. Lei si praticava dei tagli? Sì, sulle braccia. Ha avuto una ravia
16:25un giorno e si è graffiata le mani. E di lì ha sentito questa sensazione, non diceva di piacere,
16:37come se si staccasse delle cose che lei sentiva. Ti chiedo un'ultima cosa, la scuola. Dopo quello
16:52che hai scoperto, ne hai parlato con la preside, con i professori, la scuola si è attivata in
16:58qualche modo per proteggere le tue figlie? Sì, guarda sono stati molto bravi. Per fortuna io
17:06ho trovato delle maestre meravigliose e anche la preside all'inizio quando mia figlia chiedeva
17:13magari l'aiuto psicologico a scuola le avevano dato. Poi mi hanno chiamato perché vedevano comunque
17:23che lei a voce, a urli chiedeva aiuto. In qualche modo allora si è attivata a trovare una psicologa
17:32dove lei potesse andare molto frequentemente. Più frequentemente allora lei sta meglio. Però
17:41sono stata affortunata, sono stata veramente. Questa è la testimonianza, una testimonianza
17:53molto toccante di una mamma che ha sofferto tanto, che sta soffrendo evidentemente perché
17:57la figlia adesso sta meglio, ma è ancora un percorso evidentemente. Professore vengo da lei
18:03perché la mamma ha detto una cosa che colpisce e cioè che la figlia si curava i tagli perché
18:12quello che ho capito io, cioè il dolore fisico, riusciva a spegnere o comunque ad attenuare
18:20quel dolore invece che la ragazza si portava dentro. Sì è proprio così in effetti. La pratica di gesti
18:31autolesionistici non sempre è pericolosa, cioè un autolesionismo non suicidario, però nei casi in
18:41cui questi nascono e sorgono l'abitudine a tagliarsi, a bruciarsi, a crearsi delle lesioni su varie
18:50parti del corpo è molto spesso connessa a atti di dibulismo, quindi a questa sensazione di non
19:00riuscire a muoversi e diventano effettivamente dei segnali molto importanti che possono portare
19:11a situazioni molto più gravi come avveri e propri tentati suicidi. Quindi sicuramente sono i gesti
19:17da tenere più in considerazione, sono quelli che di solito precedono atti suicidari e quindi è il
19:26fenomeno più allarmante. Io credo che appunto i genitori molto spesso che non ne sono a conoscenza
19:35proprio perché i figli sono abili nel nascondere questi segni e non parlarne neanche con i loro
19:43compagni più intimi eccetera, hanno bisogno però di essere attenti osservatori, osservatori appunto
19:51e ascoltatori di non tanto delle parole quanto dei gesti del linguaggio non verbale del corpo
19:59di sento. Questa appartiene secondo me a un altro progetto che è quello di fare formazione degli
20:06adulti, costruire una competenza degli adulti che possano essere capaci di leggere i segnali
20:16pericolosi e di dialogare, di intervenire. Ecco così come va fatto, adesso sto vedendo questo
20:24filmato anche con i ragazzi stessi proprio perché uno degli aspetti che io ritengo importante sia
20:32proprio quello dell'aiuto tra i pari, i pari che diventano sostegno e capaci di intervenire,
20:40di segnalare, di dare un aiuto concreto, di accompagnare magari anche dallo specialista
20:47o dalla persona che può intervenire per dare loro un aiuto. Ecco c'è un altro aspetto importante
20:55di cui parlava la mamma, cioè la scuola, perché noi abbiamo il caso da cui siamo partiti,
21:00di Senigallia, di Leonardo. Leonardo aveva parlato con il professore di sostegno, si sfogava anche
21:07nei messaggi con la madre, vedete la foto di Leonardo alle mie spalle, però non c'è stato,
21:13evidentemente non si è capito il problema, quanto fosse grave. Nel caso, per fortuna,
21:20della nostra ragazza, della nostra amica, la scuola è intervenuta appena ha saputo e ha fatto
21:26un buon lavoro. E' naturalmente l'importanza di parlarne con i pari, come diceva il professore,
21:31negli spettacoli. Quello è fondamentale, tra l'altro, un po' come diceva il professore Magliolo,
21:37c'è questo aspetto che noi cerchiamo di mettere come primo obiettivo, cioè nel momento in cui
21:44andiamo in una scuola noi andiamo con l'obiettivo di trasferire tutti quei concetti educativi,
21:48formativi, eccetera, ma noi andiamo lì per ascoltare i ragazzi. Tant'è vero che alla fine
21:53dei nostri interventi non chiediamo gli applausi come si suol fare quando i ragazzi finiscono un
21:59evento, ma chiediamo a questi ragazzi, se veramente quel momento vi è piaciuto, di scriverci una
22:05lettera e quindi raccontare le nostre emozioni. Ok, siamo in chiusura. Vorrei chiedere una cosa,
22:09chi è bullizzato a scuola? Chi è che subisce di più il bullismo? Io rispetto a qualche anno fa noto
22:14che dalla parte di quelli che segnalano casi di bullismo spesso sono quelli più bravi, cioè nel
22:19senso quello che è troppo grande e allora il bullo che vive il suo proprio malessere ha bisogno
22:24di rendere piccolo quello che è più grande e quindi spesso e volentieri può essere la ragazza
22:28più carina della scuola, la ragazza che studia, che fa sport, che fa musica e che quindi ha le
22:33capacità di essere più brava rispetto a chi emerge per abbassare la propria autostima. Purtroppo
22:40che ci sono anche i tanti che invece magari vanno male a scuola o magari chi è più fragile, più
22:47facile ad attaccare. Abbiamo finito, abbiamo finito il tempo. Io ringrazio il professore
22:52Giuseppe Maiolo per il contributo che potremmo, tra l'altro editorialista del giornale di Brescia
22:58che ci accompagna su questi temi. Grazie a Domenico Geracitano. Il TG Preview finisce
23:05qui, tra pochi minuti andrà in onda invece il nostro telegiornale. Apriremo con la Guardia
23:12di Finanza l'operazione di truffa con 7 milioni di euro sequestrati e poi ancora purtroppo
23:18vittime sulla strada, un 83enne che ha perso la vita a Flero oggi pomeriggio, tra pochi minuti.