Molestie e violenze sul lavoro, 8 lavoratrici su 10 non denunciano: l'Ass. "6libera" avvia monitoraggio alle aziende pioniere
Ospite in collegamento Tiziana Serretta, tra i soci fondatori di "6libera"
L’81% delle donne che subiscono molestie e violenze sul luogo di lavoro, secondo l’Istat, non sporgono denuncia formale. Una percentuale che sale addirittura all’88% secondo l’Osservatorio 6come6 6libera che ha organizzato un convegno alla Camera dei deputati, a Roma, sul tema "Molestie e violenze sul lavoro: politica e imprese a confronto”.
Secondo Dhebora Mirabelli, presidente dell’Osservatorio, il 18% dei lavoratori assiste a molestie sui luoghi di lavoro e un terzo delle donne molestate dichiara che erano presenti colleghi. “C’è un problema reale di silenzio estremamente importante” precisa la Mirabelli. Il 50% delle testimonianze raccolte hanno ad oggetto le molestie verbali. Il tutto avviene nell’80% dei casi nell’orario di lavoro e nel circa 90% delle volte nelle sedi di lavoro. Il dato è allarmante perché evidenzia che politiche aziendali di prevenzione e contrasto mirate potrebbero realmente fare la differenza".
"Quando le vittime decidono di rivolgersi a un superiore, riferiscono di ricevere comprensione per il 63%, il 30% ha manifestato incredulità e solo il 7% ha agito in modo concreto. Questo perché la maggior parte dei datori di lavoro invita a rivolgersi alle autorità e non considera la possibilità di dotarsi di strumenti e organismi interni preposti alla soluzione del problema, come richiede il codice civile prima ancora che le norme internazionali ratificate come la Convenzione Internazionale ILO n.190 e la Raccomandazione n.206, entrate in vigore in Italia il 29 ottobre 2022 e, di cui ancora oggi si aspettano ancora decreti attuativi”.
L’Osservatorio www.6libera.org ha avviato il monitoraggio del fenomeno nelle aziende italiane attraverso questionari somministrati a lavoratori e manager che presenterà nella sua completezza a fine anno. In soli 3 mesi di indagine, si sono registrati i seguenti dati: solo il 6% delle donne vittime ne parla in azienda. Un dato reso ancora più grave dal fatto che ancora oggi l’ampiezza reale del fenomeno non è nota.
Le molestie sul lavoro hanno anche ricadute sul Pil. Secondo Francesco Napoli, Vice presidente Confapi, Confederazione delle piccole e medie imprese italiane, ”se si lavora insieme per favorire politiche del lavoro più inclusive e capaci di tutelare le donne da ogni forma di discriminazione si avrebbero ritorni positivi sulla partecipazione femminile al mondo del lavoro e, quindi, sul Pil che potrebbe registrare una crescita tra l'8 e il 12%”. “L’impegno delle aziende deve essere concreto e tangibile. Occorre lavorare sui codici di condotta, formare i dipendenti, l’azienda è un fattore chiave per ambienti di lavoro inclusivi. Le donne dovrebbero raggiungere un’indipendenza economica ed essere coadiuvate da politiche capaci di conciliare vita e lavoro”.
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Secondo Daniela Fumarola, segretario generale aggiunto della Cisl, non bisogna parlare di questi temi solo in prossimità dell'8 marzo. "C'è una dipendenza psicologica ed economica della donna nei confronti del suo aguzzino. Deve essere data alle donne la possibilità di entrare e rimanere nel mercato del lavoro. Il welfare deve essere a dimensione di famiglia, uomini e donne, deve essere paritario, L'approccio culturale è complicato da realizzare ma essenziale il ruolo del sindacato per promuovere la cultura della legalità. La Cisl ha attivato sportelli e formazione proprio su questo".
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L’81% delle donne che subiscono molestie e violenze sul luogo di lavoro, secondo l’Istat, non sporgono denuncia formale. Una percentuale che sale addirittura all’88% secondo l’Osservatorio 6come6 6libera che ha organizzato un convegno alla Camera dei deputati, a Roma, sul tema "Molestie e violenze sul lavoro: politica e imprese a confronto”.
Secondo Dhebora Mirabelli, presidente dell’Osservatorio, il 18% dei lavoratori assiste a molestie sui luoghi di lavoro e un terzo delle donne molestate dichiara che erano presenti colleghi. “C’è un problema reale di silenzio estremamente importante” precisa la Mirabelli. Il 50% delle testimonianze raccolte hanno ad oggetto le molestie verbali. Il tutto avviene nell’80% dei casi nell’orario di lavoro e nel circa 90% delle volte nelle sedi di lavoro. Il dato è allarmante perché evidenzia che politiche aziendali di prevenzione e contrasto mirate potrebbero realmente fare la differenza".
"Quando le vittime decidono di rivolgersi a un superiore, riferiscono di ricevere comprensione per il 63%, il 30% ha manifestato incredulità e solo il 7% ha agito in modo concreto. Questo perché la maggior parte dei datori di lavoro invita a rivolgersi alle autorità e non considera la possibilità di dotarsi di strumenti e organismi interni preposti alla soluzione del problema, come richiede il codice civile prima ancora che le norme internazionali ratificate come la Convenzione Internazionale ILO n.190 e la Raccomandazione n.206, entrate in vigore in Italia il 29 ottobre 2022 e, di cui ancora oggi si aspettano ancora decreti attuativi”.
L’Osservatorio www.6libera.org ha avviato il monitoraggio del fenomeno nelle aziende italiane attraverso questionari somministrati a lavoratori e manager che presenterà nella sua completezza a fine anno. In soli 3 mesi di indagine, si sono registrati i seguenti dati: solo il 6% delle donne vittime ne parla in azienda. Un dato reso ancora più grave dal fatto che ancora oggi l’ampiezza reale del fenomeno non è nota.
Le molestie sul lavoro hanno anche ricadute sul Pil. Secondo Francesco Napoli, Vice presidente Confapi, Confederazione delle piccole e medie imprese italiane, ”se si lavora insieme per favorire politiche del lavoro più inclusive e capaci di tutelare le donne da ogni forma di discriminazione si avrebbero ritorni positivi sulla partecipazione femminile al mondo del lavoro e, quindi, sul Pil che potrebbe registrare una crescita tra l'8 e il 12%”. “L’impegno delle aziende deve essere concreto e tangibile. Occorre lavorare sui codici di condotta, formare i dipendenti, l’azienda è un fattore chiave per ambienti di lavoro inclusivi. Le donne dovrebbero raggiungere un’indipendenza economica ed essere coadiuvate da politiche capaci di conciliare vita e lavoro”.
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Secondo Daniela Fumarola, segretario generale aggiunto della Cisl, non bisogna parlare di questi temi solo in prossimità dell'8 marzo. "C'è una dipendenza psicologica ed economica della donna nei confronti del suo aguzzino. Deve essere data alle donne la possibilità di entrare e rimanere nel mercato del lavoro. Il welfare deve essere a dimensione di famiglia, uomini e donne, deve essere paritario, L'approccio culturale è complicato da realizzare ma essenziale il ruolo del sindacato per promuovere la cultura della legalità. La Cisl ha attivato sportelli e formazione proprio su questo".
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NovitàTrascrizione
00:00Non solo Roma, le notizie dalla regione con Elisa Mariani.
00:09Buongiorno a tutti voi, buon 8 marzo a tutte le nostre telespettatrici anche oggi pronti a raccontarvi tutto ciò che succede a Roma e provincia nella giornata internazionale della donna.
00:22E proprio in questa giornata così speciale non solo Roma vuole partire trattando un tema di cui si è discusso in maniera molto accesa soprattutto nell'ultimo periodo.
00:33Un tema, lo sappiamo certamente molto forte, ma che andrebbe trattato?
00:38Questione molestie e violenza sui luoghi di lavoro dati alla mano, lo dice l'Istat.
00:45Il 31% delle donne che subiscono molestie e violenze sul posto del lavoro non denunciano un numero che sale addirittura all'88% secondo l'osservatorio Sei Libera
00:57che ha organizzato recentemente un convegno a Roma dal titolo molestie e violenza sul lavoro politica e imprese a confronto.
01:06È lo stesso osservatorio ad aver avviato un vero e proprio monitoraggio su alcune imprese per un anno intero.
01:13I dati saranno espossi soltanto appunto a fine anno, ma i dati iniziali da questo primo periodo di ricerca evidenziano un aspetto molto importante che andrebbe approfondito.
01:24Il silenzio, non soltanto il silenzio delle donne che decidono di non denunciare se subiscono violenze o molestie sul posto di lavoro, ma anche il silenzio di chi assiste e non fa nulla.
01:35Non dice nulla, non aiuta la persona in difesa, non denuncia quanto ha visto.
01:40Ne parliamo nel dettaglio con Tiziana Serretta, tra i soci fondatori dell'organizzazione Sei Libera e destinataria di una menzione speciale.
01:49Ora ci racconterà tutto. Buongiorno Tiziana.
01:52Buongiorno. Sì, purtroppo tutto quello che hai detto è vero. È triste, ma vero, perché c'è tanto da fare e la situazione è un po' drammatica.
02:04Quindi l'osservatorio, il primo osservatorio europeo, si vuole occupare concretamente di come risolvere questi problemi.
02:11Perché il silenzio? Perché molto spesso si sente soli, non aiutati.
02:17Quindi l'osservatorio, attraverso la denuncia anonima, aiuta il soggetto che ha subito moleste, violenza, con dati concreti.
02:32Cioè un task di esperti, dallo psicologo all'avvocato, a come non perdere il posto.
02:41Perché molto spesso il silenzio nasce dal fatto che anche la famiglia può non sostenere la vittima perché magari il salario è l'unico modo di poter sopravvivere, di poter alimentare economicamente la famiglia.
02:55Certo, assolutamente.
02:57Quindi è importante capire come agire.
03:01L'impresa, la donna all'interno dell'impresa, dobbiamo dire che l'impresa è la sua seconda famiglia, deve stare bene da un punto di vista psicologico.
03:16L'imprenditore deve essere il primo buon padre di famiglia affinché questo debba avvenire.
03:22Quindi non ci devono essere risposte sconfortanti da parte dell'imprenditore, rivolgiti all'autorità, ma prendere atto della situazione.
03:33Se ha subito molestie da qualcuno all'interno, che molto spesso è un soggetto che ha potere, deve assolutamente trovare un rimedio e punire il soggetto in questione.
03:46Tiziana, se mi permetti una domanda un po' personale, tu chiaramente sei un'imprenditrice, sei una donna di successo, posso permettermi di definire questo.
04:00Hai avuto difficoltà sul mondo del lavoro, chiaramente non ti chiedo di raccontarci se hai subito delle molestie o delle violenze, ma se è stato difficile per te raggiungere un determinato livello di indipendenza.
04:15Io devo dirti la verità, per il percorso che ho fatto io, sì, essere donna all'inizio è più difficile, è inutile nascondersi dietro un dito perché magari sei giovane all'inizio.
04:29Ci sono anche delle battute goliardiche che all'interno del lavoro non hanno senso e devi faticare di più, devi faticare molto di più perché sei donna e perché in automatico hai meno credibilità.
04:42Perché questi stereotipi maschili esistono, rompere i tessi di cristallo è un dato di fatto, partire da un dato di non voglio parlare di handicap, ma comunque di non parità con l'uomo è la verità.
05:04E' inutile dire, poi per fortuna per il tipo di lavoro che faccio io, non ho avuto o non avendo dei capi, non avendo determinate situazioni, le ho subite in maniera soft, però sì, secondo me tutte le donne le subiscono nel momento in cui sul posto di lavoro,
05:23determinate galanterie, determinate battute goliardiche sono mortificanti, ti tolgono energia, ti tolgono dal focus di quello che tu stai facendo. Non è essere galanti, è essere irrispettosi.
05:39Certo, assolutamente. E le imprese in tutto ciò che cosa possono fare? Il governo che cosa può fare? Perché questo convegno che si è tenuto a Roma aveva proprio questo al centro del suo titolo, politica e imprese a confronto.
05:53Cosa si può fare di più per cambiare davvero la situazione? Perché si parla tanto di educazione sentimentale nelle scuole, educare le nuove generazioni, ma è sufficiente secondo te Tiziana?
06:04Secondo me, prima di tu abbiamo la convenzione Ilo, fare capire che cosa tecnicamente si considera per molestie o per delle violenze, che chiaramente è una cosa più creatante, ma le molestie sul luogo di lavoro.
06:20E quindi avere creato una categoria di quelle che sono le voci è stato importante. E poi, ripeto, ci deve essere un appoggio alla donna che ha già credibilità nel momento in cui dice questo.
06:37Si deve uscire da questo discorso dello scetticismo e dare delle sanzioni dure, rispettare la donna e soprattutto non farle perdere il lavoro, avere una responsabilità civile e penale sul tutto e fare capire che così non si arriverà mai a una vita sociale ed economica civile se non c'è parità di genere.
07:01Se io accanto al mio collega devo subire una battuta in un momento in cui sono focalizzata in una riunione o nel momento in cui mi sto focalizzando in un lavoro in team, è svilente, non ha senso se noi parliamo di una società civile e di una vita sociale che deve essere al passo con i tempi,
07:28se non c'è una parità di genere, se non c'è un rispetto della donna che è un individuo al di là della sessualità, se mastile, femminile, se non gender, lasciamo perdere che è una cosa ancora più vasta per quello che è il mondo attuale, non c'è rispetto, non è una società che può vivere una vita sociale ed economica sana,
07:50anche perché in base a dati di Stats quelle che sono le imprese che hanno una parità di genere e dove c'è un'armonia di lavoro e dove c'è l'elemento maschile e femminile, c'è anche uno sviluppo economico migliore, quindi parliamo anche di un'impresa che produce al meglio.
08:07E questo monitoraggio che voi avete avviato nelle imprese ha preso in considerazione soltanto determinate realtà, nel caso in cui ci siano degli episodi di molestie o di violenze la donna può denunciare in maniera anonima, corretto?
08:22Assolutamente anonima, è quello che è stato interessante anche partendo dalla Sicilia e in tutta Italia, che le imprese hanno ben accolto questo concetto di potersi appoggiare a un osservatorio europeo come se libera, perché intanto la donna è libera di denunciare, ha concretamente un riscontro perché ci sono professionisti che gratuitamente lavorano per lei,
08:52ma nello stesso tempo, questo è da un lato, dall'altro lato è importante che anche l'imprenditore prenda posizioni, ma la donna che si sente libera, la donna che può denunciare, la donna che non ha paura di perdere il posto, di non trovarsi in una solitudine, in un incubo che alcune volte si è visto, dura da anni.
09:11Ci sono delle donne che subiscono delle molestie o delle violenze all'interno dell'impresa stessa, quindi non va neanche bene che non ci sia solidarietà da parte degli altri colleghi, sia di sesso femminile che di sesso maschile, perché si è visto che staticamente avviene all'interno dell'impresa stessa, anche chi subisce violenza sessuale,
09:39sempre durante le ore di lavoro.
09:41Quello che dicevamo anche un po' all'inizio Tiziana, il fatto che il dato preoccupante è anche legato al silenzio, cioè alle persone che non soltanto la donna che denuncia, ma anche la persona che assiste e non fa nulla.
09:52Tiziana, io purtroppo mi rimane pochissimo tempo a disposizione, questo è un tema che mi piacerebbe affrontare con te in una tempistica un po' maggiore, però io so che tu hai donato una scultura molto bella all'Osservatorio Sei Libera, adesso la faremo vedere.
10:08Mi sembra di capire che rappresenta un cuore, tra le altre cose è stupendo per il significato che vuole dare, è giusto?
10:16Sì, esattamente, io ho proprio un'impresa di arte, cultura e sociale, secondo me l'arte è molto importante per dare messaggi sociali.
10:23Questo è il cuore, il cuore che rappresenta della donna, il cuore pulsante, ha questa linea blu che è la mission di Sei Libera, perché io parto dal presupposto che intanto l'arte colpisce il cuore, l'occhio e dà una possibilità di discussione, di battito, ma anche speranza.
10:40La linea blu del cuore vuol dire una speranza che un osservatorio come questo possa concretamente aiutare la donna a non avere paura, a non sentirsi sola, a non avere paura di perdere il posto, non avere le critiche degli altri colleghi, della famiglia perché non porta più denaro all'interno della famiglia e finalmente sentirsi libera perché la donna ha diritto a vivere una vita felice perché l'impresa è la sua famiglia.
11:08Tante ore noi le passiamo lavorando e quindi abbiamo diritto di vivere in un ambiente armonico, di rispetto e di bella energia. Le donne non chiedono molto, mi sembra il minimo.
11:28È verissimo questo Tiziana, bellissime parole tra le altre cose. In chiusura vorrei ricordare che tu sei stata destinataria di una menzione speciale, ti va di raccontarcelo brevemente?
11:38Una menzione speciale perché ho sempre fatto sì che l'arte possa aiutare il sociale e sono anche dentro l'agenda ONU 2030 perché è anche un messaggio. L'arte ai giovani, dobbiamo distruggere determinati stereotipi e quindi dobbiamo puntare sulla nuova generazione.
11:58Stereotipi culturali, se non si distrugge questo, se finalmente la donna non si vede come individuo e senza questo concetto di uomini, donne, ma parità di genere e soprattutto parità di energie, di collaborazione, a questo punto è molto triste, non abbiamo futuro.
12:20Quindi l'arte vuole dare questo messaggio, per me l'arte che rimane relegata nella sua torre Burnia, dove è ancora relegata nel concetto di bellezza ed estetica filosofica, per me oggi con tutte le problematiche che ci sono, per me non ha più senso.
12:37Deve avere anche un valore sociale, no?
12:41Sì, l'arte contemporanea per me sia un valore sociale e un valore aggiunto.
12:45Assolutamente, poi la scultura che tu hai donato è davvero bellissima, ricchissima di significato, io non posso fare altro che ringraziarti Tiziana per queste bellissime parole, per questo discorso che spero sia arrivato il più possibile a tutti.
12:59Ho voluto scegliere un uomo, Giacomo Rizzo, un bravissimo artista siciliano che ha fame internazionale e volevo che fosse proprio un uomo a creare la scultura.
13:10Beh sì, anche qui c'è un messaggio importante da cogliere. Grazie Tiziana, è stato un piacere.
13:16Grazie a te, grazie.
13:18E ovviamente buon 8 marzo, grazie.
13:20Grazie anche a te.
13:22Bene, ci fermiamo per un brevissimo momento di pausa, restate in nostra compagnia tra pochissimi istanti, chiaramente continuiamo a parlare dell'8 marzo ma sotto un'altra veste, restate qua.