Era il 17 maggio del 2015 e in una villetta di Ladispoli un giovane di 21 anni perde la vita in un modo assurdo e, ancora oggi, avvolto in un alone di dubbio. Un giallo lungo 10 anni quello relativo all'omicidio di Marco Vannini. Bugie, depistaggi, processi che hanno solo parzialmente restituito giustizia a due genitori, Marina Conte e Valerio Vannini.
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NovitàTrascrizione
00:00Non solo Roma, le notizie dalla regione con Elisa Mariani.
00:07Mercoledì buongiorno, bentrovati ad una nuova diretta di Non solo Roma.
00:12Come tutti i giorni fino alle 14 vi racconteremo la nostra capitale, ma anche i casi più controversi della nostra regione.
00:20Infatti è proprio da qui che partiremo in questa puntata, in questo mercoledì tratteremo poi chiaramente anche le notizie di Roma.
00:29Concluderemo anche con un'iniziativa molto interessante che riguarda per il momento il nono municipio di Roma,
00:36ma che il Comune già pensa di estendere a tutto il territorio, ma partiamo dall'inizio.
00:42Oggi partiremo parlando di cronaca giudiziaria e devo dire che la cronaca giudiziaria italiana ci ha regalato tristemente dei casi davvero controversi.
00:52Tantissimi casi che negli anni sono stati avvolti da un vero e proprio giallo, da un alone di mistero inspiegabile.
00:59Come è il caso relativo alla Dispo nel 2015, era il 17 maggio e un ragazzo di 21 anni muore in circostanze davvero assurde,
01:09in circostanze ancora oggi inspiegabili che non hanno un senso.
01:14Letteralmente una vicenda, quella di Marco Vannini, che ancora oggi continua a far discutere e che vogliamo tornare a raccontarvi,
01:23se non altro per commentare anche un po' gli ultimi sviluppi di questa vicenda davvero incredibile,
01:29che coinvolge due famiglie, una completamente distrutta che ancora oggi cerca di ricostruire in vano la verità,
01:36anche con una certa rabbia in un certo senso, e un'altra che continua ad avere una certa ritrosia nel voler raccontare effettivamente come sono andate le cose.
01:45Sono andate davvero così le cose, come ci è stato raccontato in questi lunghi dieci anni?
01:51Ne parliamo con il giornalista e scrittore Mauro Valentini, che è il nostro ospite qui oggi in studio.
01:56Buongiorno Mauro.
01:57Buongiorno Elisa, saluto a tutti.
02:00Grazie per essere di nuovo in nostra compagnia per trattare questo tema incredibile su cui tu ti sei occupato,
02:07ti stai occupando da ormai diverso tempo.
02:10C'è anche un libro che mostreremo tra pochissimo ai nostri telespettatori che tu hai scritto con una madre coraggio,
02:16mi permetto di dire, Marina Conte, la mamma di Marco Vannini.
02:20Però io con te oggi, visto che affronteremo questo tema così particolare in circa mezz'ora, voglio proprio partire dall'inizio.
02:29Allora, 17 maggio 2015, comincia a non quadrare tutto fin dall'inizio, poi arriveremo ai 110 minuti di caos,
02:39le due chiamate confusionali al 118 prima da parte di Federico Ciontoli e poi dal padre Antonio.
02:47Poi arriva l'ambulanza, Antonio che dice un po' svenuto, poi prima si era ferito con un pettino.
02:53Insomma, partiamo un po' dall'inizio, ti lascio la parola.
02:56Insomma, hai detto tu, quel giorno accade qualcosa, intorno alle 23.15 di quella sera, ma qualcosa di grave e di certo.
03:06Su questo siamo certi. Antonio Ciontoli spara a Marco Vannini.
03:11Gli spara e il motivo purtroppo non ci è chiaro, non ce l'ha chiarito.
03:17Da quel momento in poi, dallo sparo fino all'arrivo dei soccorsi passeranno appunto, come hai detto tu, 110 minuti.
03:24In questi 110 minuti cosa è successo in quella casa non ci è ancora dato saperlo,
03:29ma quello che è certo è che nessuno, nonostante un colpo sparato a bruciapelo da una beretta calibro 9,
03:36nessuno decide di chiamare i soccorsi e dire una frase che avrebbe salvato Marco.
03:42Questo lo dice la perizia e non lo dico io.
03:44Cioè, bastava dire colpo d'arma da fuoco.
03:47Bastava quello per attivare tutta una serie di protocollo di soccorsi e per salvare in quel momento Marco.
03:55Marco purtroppo invece non viene salvato, morirà nel tentativo di trasportarlo al Policlinico Gemelli,
04:04al pronto soccorso di Ladispoli, quello territoriale, attraverso l'elicottero.
04:10Morirà per una emorragia interna dovuta alle ferite che incredibilmente, e permettimi anche,
04:18fortunatamente non lo avevano ucciso sul colpo.
04:21Cioè c'è stata una ferita che per fortuna aveva colpito diversi organi, tra cui purtroppo il cuore,
04:29ma non lo aveva colpito in maniera irreversibile.
04:33Questa decisione incredibile fatta da Antonio Ciontoli, dai due figli, dalla moglie,
04:40era presente anche se è stata assolta.
04:47Insomma sono comunque cinque adulti che decidono di non chiamare i soccorsi,
04:51o meglio, li chiamano ma non spiegano che cosa succede.
04:54Per cui il pronto soccorso manda una macchina senza medico per un codice bianco,
05:02e quando si rendono conto che la situazione è grave si perde altro tempo,
05:06per cui poi, come abbiamo detto, sarà fatale alla vita di Marco.
05:12Questo è quanto.
05:14Poi ci sono addirittura cinque processi per determinare una cosa che secondo me,
05:18attraverso le intercettazioni fatte poche ore dopo l'omicidio di Marco,
05:23dentro la caserma dei carabinieri di Civitavecchia,
05:27in quelle intercettazioni i Ciontoli dicono tante di quelle cose
05:31che avrebbero chiarito immediatamente tutta questa vicenda.
05:34Invece ci sono voluti tanti anni e tanto sacrificio.
05:37Hai parlato di madre coraggio.
05:39Io sono d'accordo con questa definizione, anche padre coraggio,
05:44perché insomma anche Valerio in maniera molto più silenziosa,
05:46però è sempre stato molto presente, soprattutto deciso ad avere giustizia,
05:52perché quello che è accaduto e che un po' ha colpito tutta l'opinione pubblica
05:56è questo, cioè che una famiglia si deve mobilitare per chiedere giustizia
06:02quando la giustizia dovrebbe arrivare dagli organi inquirenti in maniera semplice.
06:06Purtroppo abbiamo avuto diversi pasticci, questo mi sento di dirlo,
06:10lo dice addirittura la Cassazione.
06:12Insomma chi meglio di loro, in secondo grado,
06:16addirittura verranno assolti e derubricati ad omicidio colposo.
06:20Poi la Cassazione annulla.
06:22Insomma Antonio Ciontoli attualmente sta scontando una condanna a 14 anni di caccia.
06:27L'ultima sentenza è 14 anni per lui per omicidio volontario,
06:319 anni per i due figli e la moglie.
06:36Però ecco sulla vicenda processuale vorrei tornarci con te tra un po',
06:42perché ci sono tanti piccoli particolari che francamente chi ascolta non ha ben chiari.
06:49Partiamo proprio dall'inizio.
06:51Secondo il racconto, perché c'è un solo racconto possibile,
06:54che è quello della famiglia Ciontoli,
06:56purtroppo Marco non può raccontarci come sono andate le cose,
06:59questo ventunenni si rega in bagno per farsi la doccia,
07:03si stava facendo un bagno.
07:05Perché un uomo adulto entra in bagno?
07:09Cioè io immagino di essere a casa, sono un giovane di 21 anni,
07:13sono a casa della mia fidanzata,
07:15lascio mio suocero entrare in bagno in un momento così intimo,
07:18anche questo è un po' particolare se non altro.
07:21Poi chiaramente ognuno ha le sue abitudini.
07:24Addirittura Ciontoli racconta che Marco non solo gli consente di entrare,
07:29ma addirittura intavola una discussione sulle armi,
07:33cioè fammi vedere la pistola, questo racconta Antonio Ciontoli.
07:37La verità secondo me è da un'altra parte,
07:39ma proprio fisicamente è da un'altra parte.
07:42Sono convinto che lo sparo non è avvenuto in bagno,
07:46sono convinto che in quei 110 minuti si sia anche immaginato
07:51un scenario che potesse essere credibile quantomeno,
07:54quindi il bagno, la doccia, la mostra della pistola.
07:59Io credo invece che ci sia stata una motivazione per cui un uomo
08:03come Ciontoli che doveva alzarsi la mattina presto,
08:06il giorno dopo per andare a lavorare,
08:0823.15 decide invece che andare a dormire di prendere una pistola,
08:14scarrellare, puntare e sparare contro il fidanzato della figlia
08:20per una motivazione che lui non ci racconterà,
08:22ma che secondo me ci deve essere e deve essere importante.
08:25Non può essere un errore, un gioco, ci deve essere qualche altra cosa
08:29e di questo sono assolutamente convinto perché nella logica non c'è.
08:34E soprattutto c'è anche questo, che se fosse stato un mero incidente,
08:37uno scherzo, una stupidaggine, come lo dice lui,
08:40si sarebbero chiamati i soccorsi immediatamente, istintivamente.
08:45Il fatto che si sia deciso di non chiamare oppure poi di chiamare,
08:50di dire che era un pettino a punta, un attacco di panico
08:53e tutto quello che è stato purtroppo terribilmente ascoltato da tutti
08:57sta a significare che c'era qualcosa...
08:59Comprese le urla di Marco Sotto.
09:01Comprese le urla di Marco Sotto sta a significare che c'era qualche altro motivo.
09:06E secondo l'accusa questo motivo è importante anche per i familiari
09:12che hanno, pur sapendo della gravità della situazione di Marco,
09:16non hanno fatto quanto era il loro dovere per salvare una vita umana.
09:22E proprio questo è il punto.
09:23Tu credi a chi magari ha ipotizzato in questi dieci anni,
09:26perché se ne sono state fatte tante di ipotesi,
09:28che possa essere stato Federico, il figlio, il padre,
09:31nell'estremo tentativo di coprire la bravata del figlio si sia preso la responsabilità?
09:37Tu ci credi a questo?
09:38No, non ci credo perché c'è una intercettazione molto chiara.
09:43In quella intercettazione di cui parlavo prima nella caserma dei Carabinieri
09:47c'è già la verità.
09:48E la verità è che Ciontoli è affranto da quello che gli è accaduto
09:53e i figli sono ignari proprio di essere,
09:56che saranno da lì a poco coinvolti a livello processuale, giudiziario.
10:00E parlano liberamente e serenamente di questo gesto che fa il padre.
10:05Non si accoglie, non si apprezza il motivo per cui si sia sparato.
10:11Perché potrebbe essere veramente un motivo sciocco, abietto.
10:13Però comunque che sia stato Antonio è certo, secondo me.
10:19Secondo te è assodato.
10:20Secondo me è assodato perché altrimenti saremmo di fronte all'Accademia delle Arte Drammatiche.
10:24Per cui se Federico o la sorella e la fidanzata parlano in quella maniera
10:29non possono veramente fingere di sapere altro e di fingere di che abbia sparato Antonio.
10:36No, secondo me è chiaro sotto quel punto di vista.
10:40Quello che purtroppo viene imputato ai figli e alla moglie
10:44è di non aver agito per riportare la ragione dove ragione in quel momento non c'era.
10:48E ripeto, bastava anche dopo 110 minuti dire che era stato un colpo di pistola per salvare Marco.
10:55E questa qui è la colpa più grave.
10:59Guarda, pensa al paradosso.
11:01Tu spari con una calibro 9 volontariamente a un ragazzo inerme, a casa tua, indifeso.
11:08Eppure la condanna avviene per il fatto che non hai effettuato i soccorsi.
11:14Non hai chiamato i soccorsi.
11:16Quindi si chiama a correo, quindi a colpa, anche tutta la famiglia.
11:21Che purtroppo in tutti questi anni, mi dispiace dirlo,
11:25nonostante poi la tardiva disperazione, però in tutti quegli anni di processo
11:31ha cercato in ogni modo di sminuire, secondo me, questa è una mia opinione personale
11:36da quello che ho visto durante i processi, di sminuire il reale fatto.
11:40Quanto è accaduto?
11:41Probabilmente c'è stata una rimozione proprio della presa di coscienza della gravità del fatto.
11:47Purtroppo non è che accade solo allora, accade in molti.
11:50Potremmo dire anche che hanno iniziato a minimizzare, tra virgolette,
11:53già nel momento in cui hanno cercato di chiamare i soccorsi,
11:56lo ricordiamo, in quei 110 minuti caotici.
11:59Allora Mauro, noi dobbiamo andare in pubblicità, ma ti lascio con una domanda
12:02alla quale tu risponderei quando rientreremo.
12:05Il fatto che loro abbiano minimizzato e poi abbiano fatto passare tutto questo tempo
12:11prima di chiamare i soccorsi può essere legato alla qualifica di Antonio Ciontoli,
12:16ricordiamolo, era all'epoca sottofficiale della Marina,
12:20tra le altre cose anche legato ai servizi segreti.
12:24Potrebbe essere una spiegazione fattibile questa.
12:27Ne torniamo a parlare tra pochissimi istanti qui a Non Solo Roma.
12:32Bentornati a Non Solo Roma.
12:34Chi ha seguito questa puntata dall'inizio, siamo partiti circa un quarto d'ora fa,
12:38certamente si starà chiedendo come mai stiamo ripercorrendo un omicidio
12:42che è risalente a dieci anni fa.
12:44Era il 17 maggio del 2015, in una villetta di Ladispoli, Marco Vannini veniva ucciso
12:50in una maniera inspiegabile, un giallo che è ancora possibile definire così
12:55dopo dieci anni, processi, condanne, perché ci sembra che la verità che ci è stata consegnata
13:01non sia effettivamente una verità vera, scusate il gioco di parole,
13:05ma una verità un po' opaca, se non altro.
13:08Siamo in compagnia del giornalista e scrittore Mauro Valentini
13:11che si sta occupando di questo caso come di tantissimi altri casi controversi
13:15della cronaca giudiziaria italiana e stiamo cercando di approfondire questa tematica.
13:20Torneremo tra pochissimi istanti sulla strettissima attualità,
13:23per questo che ti ho invitato Mauro.
13:25Ma partiamo dalla domanda con la quale ci siamo lasciati prima della pubblicità,
13:29cioè, lo ripetiamo per chi magari avesse acceso il canale 14 in questo momento,
13:33il fatto che si sia aspettato così tanto per intervenire,
13:37110 minuti di completo caos in cui Marco poteva essere salvato,
13:42hanno a che fare con il ruolo ricoperto da Antonio Sontoli secondo te?
13:47Allora, è complessa come domanda, perché loro lo dicono subito,
13:52per questo motivo adesso mio padre perderà il lavoro, dicono i ragazzi,
13:56e anche la moglie dirà, mio marito perderà il lavoro.
13:59E io credo che centri in un'altra funzione,
14:03nella misura in cui lui ha cercato di trovare una soluzione non lineare,
14:14ma magari cercando l'aiuto, e questo lo posso solo ipotizzare,
14:19però ho la sensazione che lui abbia cercato l'aiuto in altri ambiti,
14:24che non siano quelli sanitari immediati,
14:28e che probabilmente questo gli ha fatto perdere tempo,
14:31e gli ha dato forse questa vana, sbagliata, sicurezza,
14:35di potersela gestire lui questa vicenda,
14:38senza coinvolgere le istituzioni, le istituzioni ufficiali.
14:43Questo potrebbe essere figlio di quella sua professione,
14:48delle sue conoscenze, perché lui ha delle conoscenze,
14:51mi ha colpito una cosa per esempio,
14:53che lui parlando al telefono, sempre intercettato col fratello,
14:56chiama il comandante della stazione di Carabinieri di Latispoli per nome,
15:02ho chiamato Roberto e gli ho spiegato questa cosa.
15:06Ora, chiamare Roberto, dall'altra parte quello capisce chi è Roberto,
15:10significa che c'è una confidenza con le autorità,
15:14che probabilmente gli ha dato questa fatale sicurezza, sono convinto.
15:20Questi elementi sono presenti nel libro che tu hai scritto
15:23con Marina Conte, mio figlio Marco,
15:26un libro che penso sia anche un po' difficile da gestire a livello di stomaco,
15:31soprattutto per chi è madre, per chi è genitore.
15:34No, lo stomaco no, c'entra il cuore.
15:36Perché con Marina ci siamo conosciuti a un premio,
15:40io ho vinto un premio, lei insieme a Valerio consegnava questo premio,
15:47ci siamo conosciuti, ci siamo trovati sulla stessa lunghezza donne,
15:51in un momento in cui non sapevamo ancora se la Cassazione rimandasse il processo,
15:55quindi eravamo proprio in balia di una situazione di grave prostrazione
16:00da parte della famiglia.
16:02Con Marina abbiamo deciso di scrivere insieme questa storia,
16:06è stato un libro che è stato tra i primi più venduti in Italia
16:11e appena finito il lockdown abbiamo iniziato un percorso di conoscenza
16:18in giro per l'Italia a raccontare questa vicenda.
16:21In questo libro c'è la storia di Marco Vivo,
16:24io volevo raccontare Marco e tra te che il titolo l'ho scelto proprio per questo,
16:28Mio figlio Marco, lasciando proprio la parola a Marina,
16:31ma poi c'è una controinchiesta giudiziaria da parte mia,
16:35secondo me, non lo dico per carità per vantarmi,
16:40ma è molto efficace perché in quella rilettura delle carte
16:44abbiamo comunque trovato delle novità che non erano state ancora chiarite
16:48e portate a processo, come per esempio la cosa più eglatante
16:54che nella intercettazione che viene fatta nella caserma famosa
16:59di cui ho parlato prima di Civitavecchia,
17:02a un certo punto padre e figlio Federico e Antonio
17:05parlano apertamente di una sorta di rigonfiamento
17:10del lato sinistro del costato di Marco,
17:14mettendosi un po' d'accordo come dicendo
17:16ma gli hai detto al PM che quella per noi non era l'oggiva,
17:22parlano di oggiva quindi non di proiettile,
17:24dando già la sensazione di essere esperti,
17:26oggiva e che noi pensavamo fosse una ciste,
17:30questa giustificazione detta poche ore dopo sta a significare
17:33che loro avevano secondo me e anche secondo poi il giudice
17:38che li ha condannati, loro erano a conoscenza del fatto
17:42che quel proiettile non si era fermato nel braccio
17:45ma avesse percorso il costato di Marco
17:47e quindi la situazione era certamente molto più grave
17:50di come loro hanno pensato, ci hanno spiegato che fosse.
17:55Questo secondo me è un elemento importante che noi abbiamo trovato
17:59rileggendo e riascoltando soprattutto i documenti
18:05ma poi c'è tanta vita di Marco, un ragazzo amato dalla sua comunità
18:10in maniera quasi commovente, io sono stato pochi giorni fa
18:17sei stato per il Murales, vero?
18:19Sì, pochi giorni fa la scuola dove lui che frequentava dei superiori
18:23gli ha dedicato un Murales che è visibile a tutti passando
18:27per il centro di Cerveteri, è una cosa che mi ha colpito molto
18:31perché la comunità non ha dimenticato Marco
18:35ed è diventato quasi un esempio
18:38e questo esempio secondo me dà molto orgoglio ai due genitori
18:43perché certo che Marco adesso avrebbe avuto 30 anni
18:47chissà che cosa avrebbe fatto
18:49Sì, tra le altre cose il suo sogno era entrare nell'aeronautica militare
18:54aveva preparato anche tutti gli incartamenti che aveva consegnato
18:57tra le altre cose al suo osero, quindi anche qui
18:59potrebbe essere uno dei moventi possibili
19:02perché Marco si era rivolto ai suoi familiari e non più ad Antonio Ciontoli
19:09per provare ad entrare in un concorso per la ferma volontaria nell'esercito
19:15chissà se questa potrebbe essere stata una scintilla di una discussione
19:20probabilmente c'è una discussione all'interno della casa
19:23perché tra Marco e Martina, mi permetto di dirlo
19:25c'era un rapporto tra fidanzati ma un rapporto tossico
19:28di grande controllo e gelosia
19:30si erano rilasciati tra le altre cose
19:31si erano rilasciati, si erano ripresi
19:32c'era una morbosità da parte di questi ragazzi
19:36che probabilmente ha funzionato da detonatore per l'esplosione
19:40poi che è avvenuta in quella casa
19:42permettimi di dire che Marco era certamente il figlio che tutti noi vorremmo avere
19:47un ragazzo d'oro
19:48però io guarda, lo dico con commozione ma con serenità
19:52ma Marina e Valerio sono i genitori che tutti noi meriteremmo di avere
19:57sono due genitori modello che stanno cercando di mantenere viva il ricordo di questo figlio
20:04ripeto, così tanto amato dalla comunità
20:07e immagino che stiano facendo anche abbastanza fatica
20:11perché qui ci agganciamo un po' agli spunti della strettissima attualità
20:15perché Martina Ciontoli, restiamo proprio nel tema
20:18ha ottenuto un permesso lavorativo, chiamiamolo così
20:23sta di fatto che lei lavora alla bancone di un bar dalle 7.30 alle 14.30
20:28e poi ritorna a Rebibbia
20:30e Marina Conte giustamente sulle pagine del messaggero ha espresso un po' il suo disappunto
20:36perché ha detto ma come detenuta modello non ci ha neanche chiesto scusa
20:40qui attiene a quello che qui siamo su due campi
20:46due binari che sembrano non incontrarsi mai, lo dico con dispiacere
20:50il lato giudiziario, giuridico, le regole e il lato umano
20:56non c'è stata una richiesta di scuse
21:01non c'è stato neanche un'attestazione di verità
21:04perché insomma basterebbe raccontare il fatto che Martina
21:08quando viene interpellata dai soccorritori
21:11lei dice che non ha visto niente, che non sa niente
21:14quindi probabilmente anche la presa di responsabilità da parte della famiglia
21:18sarebbe importante, questo lo capisco
21:21poi però c'è il lato giudiziario, Martina ha diritto a richiedere
21:25dei permessi per rimanere viva all'interno della società
21:30fa una cosa che erroneamente è passata come semplificazione giornalistica
21:36Martina è libera, no, cioè Martina ha i permessi, no
21:40Martina lavora in un ambiente ristretto e dopo ritorna in cella
21:45i tempi sono evidentemente quelli di legge
21:48posso permettermi Mauro, lei lavora al bancone di Umbarra
21:51che è gestito dal Ministero della Giustizia
21:54sembra un vero paradosso, posso permettermi
21:57oppure è proprio perché è gestito dal Ministero della Giustizia
22:00che è consentito a un detenuto di poterci lavorare
22:03perché il controllo probabilmente, probabilmente poi il giudice ha valutato
22:09ha valutato anche insieme al direttore evidentemente di Rebibbia
22:15ha valutato il fatto che Martina non c'è nessun pericolo di fuga
22:19perché chiaramente poi il problema di far agire in un luogo pubblico
22:24un detenuto è quello della fuga, solo quello
22:27o della reiterazione del reato che non crediamo proprio possa accadere
22:31per cui c'è un lato giudiziario che purtroppo è per fortuna
22:36perché è garanzia di tutti, va assistito
22:39poi c'è il lato umano che significa rivedere
22:42pensare che questa ragazza che non ha fatto nulla per salvare il proprio figlio
22:46sta dietro a un bancone e sorride e ritorna alla vita
22:50che effetto fa? Questo purtroppo è quell'effetto che fa
22:54tutti quanti quelli che hanno subito un torto così
22:57e che si vedono liberi gli assassini dei loro figli o dei loro parenti
23:03E io vorrei concludere con una domanda, con l'ultima domanda Mauro
23:06perché secondo te lei non ha mai chiesto scusa ai familiari di Marco
23:11per vergogna? Mi sembra l'unica spiegazione possibile
23:16Loro nell'immediato hanno dato la sensazione a tutti
23:19ed è per questo che poi ha colpito tutti questa storia
23:23questa sensazione di glacialità, io penso che loro abbiano
23:26ma lo dico non perché sono uno psicologo
23:30ma perché ne vedo diversi di casi come questo
23:33loro abbiano proprio rimosso la parte della colpa
23:36l'abbiano così tanto rimossa all'inizio, poi adesso chissà
23:39nelle loro coscienze, si sono autoconvinti dell'accidentalità
23:43e convinti di poterla far franca
23:47questo magari anche aiutati da qualcuno che li assisteva
23:50perché secondo me loro se avessero preso coscienza immediatamente
23:54della loro colpa probabilmente adesso sarebbero liberi
23:58ed è questa loro ostinazione nel nascondere quello che è stato evidente a tutti
24:04che li ha portati in carcere per 9 anni a loro e per 14 al padre
24:09non me lo so spiegare perché credo che davanti a fatti così gravi
24:13ci sia una autorimozione, autodifesa che porti addirittura
24:17a essere quasi convinti che quello che hai fatto non hai fatto
24:2114 anni di carcere per Antonio, 9 anni per tutti gli altri componenti della famiglia
24:27mi permetto di dire carcere a vita per i genitori di questo ragazzo
24:31che poteva davvero ancora essere con noi
24:34grazie davvero Mauro per aver affrontato insieme a noi questo tema
24:38invito ovviamente i nostri telespettatori a leggere questo libro
24:41perché è un libro che tocca davvero il cuore e ci spiega anche tanti dettagli
24:45che magari è difficile raccontare soprattutto nelle pagine giudiziarie
24:51grazie davvero Mauro, noi torneremo a disturbarti per parlare di altri casi controversi
24:55è un piacere
24:57sei un esperto, allora a prestissimo