• 15 ore fa
00:00 Inizio
01:16 Agricoltura, i tanti problemi di un settore strategico - Parte I
13:05 Agricoltura, i tanti problemi di un settore strategico - Parte II
27:41 La guerra, l'informazione e le foce ammaestrate

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Trascrizione
00:00con Claudio Micalizio. Bentornati, bentornati a destra. Consentiteci di prenderla un po'
00:11alla larga. Che cosa c'è di più importante che lavorare quotidianamente per garantire
00:18che sulle tavole del maggior numero di persone possibili possa ogni giorno arrivare di che
00:25vivere? Cibo di qualità e inadeguata quantità. Questa se ci pensate è la missione dell'agricoltura
00:32che non a caso sui libri a scuola ci hanno insegnato essere il settore primario del nostro
00:39ambito economico, dell'espressione economica italiana. In realtà il settore agricolo svolge
00:44un ruolo molto importante che forse non adeguatamente gli riconosciamo ed è un settore che al pari
00:50di altri sta attraversando periodi piuttosto complicati per tutta una serie di fattori
00:56che per esempio riguardano anche i rincari delle materie prime e della bolletta energetica.
01:02Di questo parleremo in questa puntata di Estra, tra poco vi presento l'ospite e prima però
01:08la copertina di Silvia Corsi come sempre ci aiuta a focalizzare il tema di oggi.
01:12Quanto è difficile fare agricoltura oggi in Italia? Tra problemi strutturali e altri
01:17collegati all'alternarsi delle fasi socio-economiche, il settore primario da anni deve fare i conti
01:22con costi sempre più elevati e una redditività non adeguata, ma anche con una crescente difficoltà
01:28a reperire personale. Gli ultimi anni hanno ulteriormente aggravato la complessità della
01:32situazione. Ben prima del caro bollette esploso con la guerra, ma iniziato già nel 2021,
01:38gli agricoltori da tempo denunciavano anche l'aumento dei prezzi dei mangimi e dei molti
01:43sementi. Una manovra attenaglia perché, mentre i costi di produzione ed energetici
01:48crescevano, le dinamiche della filiera produttiva nella maggior parte dei casi non permettevano
01:53a chi coltivava i campi di vedere i propri prodotti a prezzi maggiorati. Negli ultimi
01:57mesi poi ci si è messa anche la siccità che ha compromesso la resa produttiva, riducendo
02:03cioè i raccolti che però, per i costi energetici, sono diventati sempre più dispendiosi da
02:08garantire. Poi ci sono i problemi cronici, su tutti la difficoltà a trovare mano d'opera,
02:13ma se in passato il problema veniva risolto dall'abbondante presenza dei lavoratori stranieri,
02:18negli ultimi tempi pure l'immigrazione non sembra più in grado di fornire braccia per
02:22il lavoro nei campi. Un problema al quale la meccanizzazione solo in parte può dare
02:28risposte e che però sembra fotografare perfettamente le dinamiche del mondo del lavoro italiano.
02:34Nonostante tutto gli imprenditori agricoli vanno avanti, è l'amore per la terra che
02:38fa di questo lavoro una sorta di missione, anche se in un Paese che, dalla politica all'opinione
02:43pubblica, sembra sempre meno consapevole del valore rappresentato dal settore primario,
02:49nonostante a parole poi tutti ci si dica entusiasti del ruolo che il Made in Italy agroalimentare
02:55può giocare a livello internazionale. Eppure gli agricoltori lo sanno, se garantire cibo
03:00di qualità per tutti è la sfida più nobile, proprio l'eccellenza dei sapori e delle tradizioni
03:05del nostro Paese può essere la chiave di volta per garantire sempre più competitività
03:10anche nei periodi di crisi economica e anche nella competizione sui mercati internazionali.
03:15Tanti, tanti gli spunti che avremo modo di approfondire con il nostro ospite. Ve lo presento
03:22subito a Tommaso Battista, il presidente di Copagri. Buonasera e benvenuto a Estra.
03:28Buonasera a voi, grazie dell'invito. Un saluto ai vostri radioascoltatori.
03:33Allora noi abbiamo cercato di mettere sul piatto, mi perdoni anche la metafora,
03:38tutta una serie di problematiche, alcune più recenti, altre potremmo dire davvero croniche
03:44del vostro settore che in questo momento raramente fa notizia, ma sta vivendo comunque periodi
03:51difficili perché le bollette non sono un problema soltanto per le imprese. Purtroppo anche chi vive
03:58nei campi, chi lavora nei campi deve farne, deve fare i conti e riuscire a far quadrare i bilanci.
04:04Sì, innanzitutto complimenti per la presentazione perché è stata una presentazione completa.
04:14Alla siccità c'è da aggiungere purtroppo le persistenti piogge e le alluvioni a cui
04:23abbiamo assistito negli ultimi mesi. Il problema dei costi lo stiamo vivendo ormai da un po' di
04:35tempo perché lo abbiamo cominciato a notare con l'aumento dei fertilizzanti, dei concimi,
04:45che ha penalizzato tantissimo i nostri produttori. Poi è subentrata la crisi energetica con gli
04:58aumenti e lì veramente che purtroppo ci sono tante aziende che si sono dovute fermare o
05:07quantomeno hanno ridotto le colture, i lavori di coltivazione. Detto questo noi comunque
05:17continuiamo a lavorare perché da parte dell'agricoltore c'è la passione innanzitutto
05:27per il proprio lavoro e perché deve comunque garantire la produzione in quanto l'agricoltura
05:41è una di quelle attività che non può fermarsi perché i terreni devono essere comunque condotti
05:53in un certo modo per poter garantire la produzione, quindi dobbiamo necessariamente
05:58garantire le opere di concimazione, di aratura, di potatura se parliamo di alberati o se parliamo
06:08di seminativi e di terreni orticoli, anche lì dobbiamo garantire i vari trattamenti dei terreni
06:18con i vari cicli di semina e raccolta. Il problema che noi stiamo vivendo soprattutto
06:29negli ultimi anni è quello della speculazione che aggredisce le aziende, nel senso che noi
06:38comunque garantiamo la qualità dei nostri prodotti, però allo stesso tempo il prezzo
06:48che viene riconosciuto all'agricoltore è una parte minima di quella che poi noi troviamo
06:59sullo scaffale della distribuzione e della vendita al consumatore e per questo noi abbiamo
07:13sollevato questo problema al Ministero e credo più o meno un paio di mesi fa siamo stati convocati
07:22dal Ministro per questo tavolo sul problema dei prezzi dei prodotti agricoli e soprattutto
07:32dei prezzi ortofrutticoli che sono quelli che subiscono di più le forme di speculazione.
07:39Anche perché Presidente, lei prima lo diceva, c'è questo aspetto che mentre voi avete dovuto
07:47contenere tutti i costi che si sono accresciuti, le bollette piuttosto che le sementi fertilizzanti,
07:56voi avete dovuto assorbirli voi questi costi, perché facendo parte di una filiera produttiva
08:01non è detto che chi sta sopra di voi, cioè chi acquista i vostri prodotti per poi commercializzarli
08:08o distribuirli sia disposto a riconoscervi gli aumenti, quindi molto spesso voi avete
08:13dovuto fare da soffietto e contenere voi certi aumenti che pure allo scaffale poi il consumatore
08:21ha dovuto pagare. C'è anche questo paradosso che forse ai nostri tre spettatori sfugge.
08:25Infatti è esattamente così, cioè noi abbiamo dovuto affrontare l'aumento dei costi senza poter
08:36gravare sul prezzo del prodotto, cosa che invece è avvenuta a spese del consumatore e il consumatore
08:45si è ritrovato aumenti piuttosto sostanziosi, in alcuni casi aumenti anche del 30-40% rispetto
08:57alle campagne precedenti. Questo è stato l'argomento di questo tavolo ministeriale,
09:07perché noi chiediamo la tutela del nostro lavoro e soprattutto del prezzo dei nostri prodotti,
09:16perché quantomeno noi chiediamo che sia riconosciuto il prezzo dei costi che noi
09:24sosteniamo. Per questo qui c'è un lavoro in atto con Ismea con delle tabelle relative ai costi di
09:33produzione che sono derivanti e sono il risultato di uno studio che Ismea ha messo in atto già da
09:44qualche anno e adesso contiamo nel chiudere questo lavoro insieme al ministero in modo che poi
09:53potremo rivendicare il prezzo minimo del nostro prodotto in virtù dei costi che andiamo a
10:04sostenere e che ripeto gli ultimi anni sono aumentati notevolmente. Poi tra i costi in più
10:17che noi stiamo affrontando c'è anche quello del personale, perché purtroppo il reperimento
10:27di mano d'opera è diventato un problema molto importante per noi, perché la mano d'opera non
10:35c'è, lo avete illustrato in maniera perfetta nella presentazione. Questo è un problema che
10:45è sorto dal covid in poi, perché il personale extracomunitario che noi avevamo è tornato nei
10:56paesi di origine nel periodo del covid, poi non sono più ritornati in Italia ed è stato un primo
11:05problema. Poi c'è anche una difficoltà di natura burocratica che noi da sempre abbiamo in Italia,
11:14che è quello del decreto Flussi, cioè quella norma che ogni anno ci permette di poter chiedere
11:21l'autorizzazione allo Stato di poter assumere lavoratori che noi contattiamo direttamente nei
11:31loro paesi. Questo però non è sufficiente sia come numero e soprattutto come tempistica della
11:39procedura burocratica, perché è una procedura piuttosto lenta e complessa e quando il Ministero
11:50dell'Interno insieme al Ministero del Lavoro poi concede le autorizzazioni alle aziende per poter
11:58assumere, sono passati diversi mesi e magari la necessità delle aziende ormai è superata.
12:08Presidente, la fermo un attimo perché adesso ho un po' di pubblicità da dare e poi arriento con
12:15lei nell'ultima parte della nostra chiacchierata. Vorrei anche guardare con l'ottimismo che voi
12:21imprenditori agricoli avete al futuro, perché dicevamo prima la missione dell'agricoltore,
12:26certo noi associamo il cibo a un piacere, il piacere della tavola, della convivialità,
12:31ma sappiamo che abbiamo bisogno del cibo anche per sfamarci, per vivere. Però la vostra è una
12:37missione molto importante perché se allarghiamo gli orizzonti è quella di riuscire a garantire a
12:42tutto il pianeta cibo. Voi questa sfida siete pronti ad accettarla e avete una ricetta che è
12:50quella di partire dalla ricerca della qualità. Da qui ripartiamo dopo la breve interruzione
12:56pubblicitaria con l'ospite in collegamento, il Presidente di Copagri, Tommaso Battista,
13:02state con noi. Diciamo la verità, raramente leggiamo sul giornale o vediamo nei TG le
13:11proteste del mondo agricolo che pur tra mille difficoltà hanno una missione importante da
13:17svolgere quotidianamente è quella di garantire il cibo che arriva sulle nostre tavole e se poi
13:22è di qualità oltre che quantitativamente adeguato è anche meglio. Ebbene noi oggi con Tommaso
13:29Battista che è il Presidente di Copagri stiamo cercando di capire quali complessità il settore
13:35debba attraversare. Abbiamo capito che anche qui le bollette si sono fatte sentire in incaria anche
13:40delle materie prime. C'è un problema di manodopera e c'è un problema di prezzo perché forse il
13:46prodotto che arriva dai nostri campi, sugli scaffali dei supermercati e da lì magari sulle
13:52nostre tavole all'origine non è adeguatamente pagato nonostante tutto il lavoro e tutto il
13:57sacrificio che si fa quando si sta tra i campi. Presidente però voi so che siete abituati a
14:03guardare al futuro sempre con ottimismo e quindi anche pochi giorni fa avete ribadito come siete
14:11pronti a giocare la sfida più ambiziosa e più importante che è quella di garantire cibo di
14:16qualità per potenzialmente tutto il pianeta partendo proprio dalla qualità e in tal senso
14:23l'Italia può avere una marcia in più. Ci aiuta a capire perché giudicate proprio la qualità come
14:28l'arma vincente per il futuro? Sì infatti noi sappiamo che Agenda 2030 si presuppone come
14:39obiettivo quello di raggiungere lo sviluppo sostenibile e quindi garantire cibo per tutto
14:46il pianeta per tutta la popolazione ma anche e soprattutto cibo di qualità che tuteli la
14:57salute della popolazione. L'agricoltura italiana può aiutare questi obiettivi perché? Perché la
15:10nostra storia è una storia che parte da sempre dalla ricerca scientifica e noi continuiamo a
15:20farlo tant'è vero che come Copagri insieme al Crea ormai già da qualche anno stiamo collaborando
15:28per ottenere risultati che possano garantire la qualità e la sostenibilità e soprattutto
15:38la resistenza dei nostri prodotti alle fitopatie e alle cause dei danni creati
15:50dalle calamità. In che modo? Ad esempio noi stiamo collaborando in maniera molto
15:58sinergica con il Crea con i progetti relativi alle TEA, le tecniche di evoluzione assistita
16:08e dove non più tardi di qualche settimana fa in merito a questo argomento c'è stato
16:14l'emendamento al decreto sicilità approvato che appunto permetterà a queste nuove tecniche di
16:24passare dalle prove di laboratorio alle prove in campo. Per ottenere che cosa? Innanzitutto non
16:31parliamo di prodotti che siano geneticamente modificati, qui poi magari è una questione
16:40molto più tecnica che potremmo affrontare in un secondo momento, ma per sommi capi noi vogliamo
16:48spiegare e vogliamo illustrare innanzitutto agli agricoltori per poi arrivare ai consumatori che
16:58tutte queste nuove tecniche sicuramente permetteranno l'aumento della produzione
17:04in termini quantitativi, ma anche l'elevata qualità che si riuscirà a ottenere. Perché? Perché
17:14sicuramente ci saranno meno danni e quindi meno prodotto danneggiato inutilizzabile che
17:24purtroppo oggi abbiamo, ripeto, a causa delle fitopatie e danni dalle calamità. Ad esempio
17:32quest'anno a causa delle persistenti piogge e dell'alta umidità stiamo vivendo i danni
17:41della peronospora che hanno danneggiato e stanno continuando a danneggiare le
17:48produzioni viticole da vino e da tavola. Con l'Etea e noi infatti abbiamo in cantiere un
17:56convegno di presentazione appunto di questi progetti nel centro sperimentale del CREA di
18:03Bari. Dicevo, con l'Etea invece in laboratorio si è già ottenuto il risultato. Poi passeremo alle
18:12prove in campo. Si potrà ottenere quella resistenza del prodotto che garantirà la
18:18qualità e poi, e questo in merito all'interesse del consumatore, garantirà anche la quantità
18:28perché ci saranno meno danni e meno prodotto da non poter commercializzare che diventa
18:38l'interesse del produttore. Tutto questo è fondamentale perché così cerchiamo anche di
18:48poter prevenire o di ovviare ai riconoscimenti di stato di calamità che noi ormai chiediamo
18:59periodicamente. Gli eventi dannosi da calamità non sono più eccezionali ma sono ormai quasi
19:09ordinari. In questo modo si potrà evitare questo e quindi poter investire in questa ricerca e
19:18garantire la qualità, la quantità e poi poter anche ovviare a quella insicurezza alimentare,
19:30quella soglia purtroppo di fame che oggi viviamo ancora in parte anche nei Paesi europei ma
19:39soprattutto in America Latina, in Africa, in Asia Meridionale, proprio perché noi esporteremo
19:49questo nostro metodo in questi Paesi. Ripeto, è uno dei 17 obiettivi di Agenda 2030 e
20:00l'agricoltura italiana sicuramente in merito alla ricerca scientifica è storicamente all'avanguardia
20:09e questo è uno dei nostri progetti che servirà sicuramente a raggiungere questo obiettivo.
20:19Presidente, abbiamo ancora una manciata di minuti, li vorrei spendere se lei è d'accordo
20:24ragionando anche un po' sul futuro dell'agroalimentare come delizia per i palati,
20:32come motivo di vanto del nostro Paese in giro per il mondo. Il made in Italy è di moda,
20:39si dice tanto che sia anche un asset strategico dal punto di vista economico. Le posso chiedere,
20:44lei da tecnico è soddisfatto di quello che si sta facendo per la promozione e anche la tutela
20:49contro per esempio chi cerca di falsificare i nostri prodotti della tavola oppure si parla
20:57molto ma non si fa ancora abbastanza? Sì, in effetti la promozione non è sufficiente
21:09per poter garantire il nostro lavoro, nel senso che molti non conoscono appieno la qualità e i
21:22metodi che noi utilizziamo per la produzione. Non a caso noi siamo stati tra i richiedenti di
21:33promuovere l'olio extravergine d'oliva italiano perché noi assistiamo sempre ai prezzi allo
21:42scaffale di un litro di olio extravergine a 2,90 euro, a 3,50 euro. Noi abbiamo sempre
21:50sollecitato ma adesso già lo dicevo prima con questo lavoro con Ismea forse stiamo arrivando
21:59quasi al traguardo di ottenere questa promozione, cioè far capire al consumatore che produrre un
22:08litro di olio extravergine d'oliva comporta una serie di lavori e di costi che non permettono
22:19di poter vendere un litro di olio extravergine confezionato allo scaffale a meno di 7, 8 euro
22:27al litro. Al di sotto di quel prezzo senza alcuna speculazione in atto noi possiamo
22:35tranquillamente parlare di olio che non è extravergine, noi siamo pronti a sfidare
22:41chiunque. Lo stesso discorso possiamo fare anche per la frutta italiana, la frutta è un prodotto
22:51sicuramente di livello eccezionale, tant'è vero che la nostra frutta in quantità è più quella
23:02che è esportata in paesi europei ed extraeuropei che di quella che invece viene commercializzata
23:11nei mercati interni. Sicuramente operazioni di promozione per educare il consumatore,
23:21per spiegare i motivi per cui la qualità debba essere pagata non perché deve andare a intaccare
23:32le tasche dalle nostre famiglie, ma proprio perché si possa mangiare sano, perché è il
23:39nostro obiettivo ed è il riconoscimento del nostro lavoro, i metodi di lavoro perché l'Italia
23:48da sempre è uno dei paesi più virtuosi dove sicuramente i nostri disciplinari prevedono
23:57dei trattamenti fitosanitari minimi che non intaccano la qualità e la salubrità dei nostri
24:09prodotti. Noi in merito a questi ragionamenti stiamo lavorando tantissimo per promuovere i
24:20nostri prodotti e più o meno come è stato fatto per il vino, perché ormai il vino italiano è il
24:28più apprezzato ed è riconosciuto anche a livello di prezzo che paga regolarmente il consumatore,
24:37così dobbiamo cercare di fare per l'olio che è un altro prodotto di punta dell'agroalimentare
24:48italiano e dell'ortofrutta. Io prima osservavo tra le vostre immagini, adesso per esempio l'uva
24:56da tavola come le ciliegie. Noi sappiamo che le ciliegie italiane, la produzione circoscritta
25:10in Puglia e in Emilia Romagna sono ciliegie commercializzate con l'estero e sono le più
25:19richieste, come anche l'uva da tavola. L'uva da tavola nonostante le crisi di prezzi che ha subito
25:29l'anno scorso, la produzione pugliese siciliana in primis, ma poi anche quella calabrese è rispettata
25:41in termini di commercializzazione da tutto il mondo. Dobbiamo sforzarci insieme alle istituzioni,
25:48come giustamente le diceva, a promuoverli questi prodotti e ad avvicinare sempre di più i
25:59consumatori. Ad esempio per l'olio extravergine... Presidente, io la devo congelare, lei è stato
26:05molto chiaro e ci lasciamo con questa immagine. Io l'ho detto anche in altre occasioni, quindi
26:12magari alle orecchie degli ascoltatori mi ripeto, ma noi siamo il paese che non si scandalizza a
26:17spendere 1200 euro per il telefonino dell'ultima generazione e poi quando va al supermercato se
26:23non trova la frutta a 0,99 al chilo si arrabbia. Ecco, ma voi immaginatevi quanto lavoro c'è
26:32dietro quel chilo di frutta a 0,99 centesimi e soprattutto quanti sacrifici ci sono quando si
26:42vuole poi anche un prodotto di qualità con la mano d'opera adeguatamente retribuita,
26:47con il giusto guadagno per l'imprenditore che deve anche poi quadrare i ponti alla
26:51propria azienda. È proprio un approccio di tipo educativo e culturale che va fatto quando si dice
26:57promuovere il made in Italy agroalimentare a livello italiano, ma anche a livello internazionale.
27:02Tommaso Battista, presidente di Copagri, grazie per essere stato con noi. Io la devo lasciare
27:06perché purtroppo ho già un altro ospite collegato, ma torneremo su questi argomenti perché dare voce
27:12a chi come voi quotidianamente si dà da fare per garantirci del buon cibo sulla tavola io credo che
27:19sia una missione che va portata avanti e quindi avremo modo di ritrovarci. Buon lavoro e grazie
27:26davvero per essere stato con noi questa sera. Grazie a voi, buon lavoro anche a voi. Grazie,
27:32grazie al presidente di Copagri, pubblicità e poi un altro ospite per chiudere questa puntata di
27:37Estra. State con noi. Bentornati, adesso ad Estra cambiamo argomenti e ci occupiamo della guerra in
27:47Ucraina. C'è la guerra che si svolge sul campo, quella che purtroppo conta le vittime, si tra i
27:54militari che tra i civili e poi c'è una guerra, quella che viene raccontata da chi fa informazione
28:01e siamo sicuri che la guerra che ci viene raccontata sia davvero fedele a quello che avviene
28:08materialmente sul campo. È uscito un libro che ci offre più di uno spunto di riflessione. Con noi
28:15c'è l'autore Giulio Diluzio che intanto ringrazio. Buonasera e benvenuto a Estra. Buonasera, grazie a
28:22voi. E il libro ha un titolo che è tutto un programma, Le foche ammaestrate, il giornalismo
28:30italiano al servizio della guerra. Questa è anche la copertina di questo libro che è un atto
28:38d'accusa direi piuttosto esplicito nei confronti della nostra categoria. Accomuno anche Giulio
28:45Diluzio che è anche un collega della carta stampata. Chi sono le foche ammaestrate?
28:52Diciamo che il titolo è stato mutuato un po' da quel gruppo di giornalisti che seguivano il
29:02Presidente Uber che affrontò la grande crisi economica del 29 e che erano i suoi consiglieri
29:13nelle sue dichiarazioni ufficiali ai medi di informazioni e vennero simpaticamente chiamate
29:19le foche ammaestrate. Il titolo poco benevolo verso tantissimi giornalisti italiani l'ho
29:26ritenuto fedele al lavoro che essi stanno facendo proprio perché noi assistiamo quotidianamente a
29:34un deficit di informazione. Cioè c'è una larga parte dell'opinione pubblica italiana maggioritaria
29:42che è contraria all'uso dell'invio delle armi in Ucraina e che non ha alcuna forma di
29:51rappresentazione sui media. Noi abbiamo un panorama stereotipato, molto conformista,
29:58uniforme a rete unificate dove sembra che tutta la società italiana sia al 100% allineata alle
30:08scelte del governo, ma anche le forme di visibilità mediatica nelle discussioni che
30:18tutto hanno ma niente di pluralista, cioè una versione non pluralista dell'informazione. Noi la
30:25notiamo negli editoriali della carta stampata, ma anche nei talk show. Io mi sono preso la briga
30:32di guardare, e ne parlo nel libro, tanti talk show di finto pluralismo dove appunto c'è il classico
30:42schema uno contro tutti e dove c'è appunto chi cerca di avanzare le proposte di pace, di discussione,
30:53di aprire tavoli di negoziato, di riconoscere le ragioni dell'avversario quando anche opposte
30:59se non partiamo da riconoscere le ragioni delle parti nel conflitto naturalmente non ci sarà mai
31:07negoziato. Ecco basta pronunciare questa parola di appunto negoziato, discussione, pace che c'è
31:15subito lo stigma di essere un putiniano quando in realtà si tratta semplicemente di essere più
31:25equidistanti dall'informazione, di essere un pochino più obiettivi. Ripeto, tante trasmissioni
31:32televisive sono veramente dei set cinematografici dove tutto è preparato e dove appunto c'è il
31:39tra virgolette putiniano di turno che non riesce a fronteggiare lo schema uno contro tutti e dove
31:52spesso viene impedito di esprimere un giudizio completo proprio per questo motivo.
31:58Esplicitamente di ruolo subalterno dell'informazione italiana e di un'informazione che è piuttosto
32:07guerra fondaia, cioè che al di là del non rappresentare le posizioni della pace come
32:16lei faceva riferimento poco fa, in realtà dice proprio che la via della lotta armata è l'unica
32:23soluzione. Secondo lei a chi giova questo approccio e nei confronti di chi è subalterna l'informazione?
32:30Ma intanto è subalterna diciamo alle veline, alle scelte della politica estera americana e
32:40del pentagono, delle strutture di intelligence della grande macchina mediatica americana ed
32:47europea dell'Unione Europea. A chi giova attualmente questa escalation che sembra
32:57appunto inarrestabile e che ripeto solo fermando l'invio di armi si potrebbe aprire un tavolo di
33:09trattativa, ma oggi ecco in gioco ci sono dei temi molto importanti e certamente non sono quelli
33:16che sbandiera l'affarato mediatico anglo-americano e cioè la libertà, la democrazia, perché non
33:23penso che l'Ucraina possa essere preso ad esempio come paese democratico e libero,
33:28tra l'altro con una chiusura di tutte le forme di opposizione di giornali e televisioni.
33:38Questa è proprio propaganda diciamo, ritenere che l'escalation di armi all'Ucraina debba
33:49servire o possa servire per tenere alti i valori della libertà e della democrazia.
33:55Il problema è un altro, oggi c'è in gioco un nuovo assetto economico, politico, ci sono nuovi
34:03assette appunto economici nel mondo che includerebbero o comunque limitatebbero molto
34:10il potere economico anche della valuta americana e questo dà fastidio diciamo al pensiero unipolare
34:17egemonico degli Stati Uniti che da sempre hanno esercitato sul mondo, quindi nuovi equilibri del
34:24mondo, gli Stati Uniti non sono disposti a fare un passo indietro, a far sì che ci sia un nuovo
34:31equilibrio appunto moltipolare dove il potere non sia appunto concentrato nelle mani solo del
34:39blocco occidentale, questo passo indietro gli Stati Uniti e il blocco anglo-americano non lo vogliono
34:44fare per una presunta superiorità appunto della civiltà occidentale e quindi questa è la posta
34:51in gioco e quindi l'escalation giova ed è voluta dagli Stati Uniti.
34:57Senta, questo fa supporre che l'Italia e l'informazione italiana faccia parte di un
35:04progetto che in qualche modo è etero diretto e che è un argomento spinoso che però spesso
35:11viene rappresentato anche magari con toni un po' macchiettistici nel dibattito anche politico,
35:18nei torsioni ai quali lei faceva riferimento. Io che da a tetto ai lavori ho un approccio diciamo
35:26così molto critico su come l'informazione italiana stia raccontando questa questa guerra,
35:31quindi mi trovo d'accordo sull'analisi clinica del fenomeno, le chiedo ma non sarà semplicemente
35:39che in fin dei conti noi giornalisti abbiamo banalizzo, ognuno ha come dire le proprie sfera
35:46culturale di riferimento, abbiamo una serie di valori anche di pregiudizi che ci condizionano
35:52anche quando siamo convinti di essere super partes e alla fine riteniamo di dover raccontare
36:02la parte di chi viene dipinto come l'aggredito in questa vicenda.
36:08Ma intanto ripeto, quelli che io nel libro chiamo i copioni mediatici, cioè dei canovacci
36:18cronachistici che spesso noi possiamo sovrapporre l'uno all'altro, tra virgolette diversi Tg,
36:26diversi editoriali, diverse aperture di pagine estere, quindi ci sono dei copioni mediatici che
36:34si possono sovrapporre dove non c'è come dire un distingua, dove non c'è un'attenzione alle
36:40ragioni degli assari, c'è come dire un appiattimento, una uniformità, c'è un'informazione
36:48stereotipata e questo oltre a rompere ogni codice deontologico, dovrebbe richiamare come
36:59dire un minimo, l'opinione pubblica se ne sta accorgendo e questo è il problema, mentre
37:05il maim, la narrazione dominante va per conto suo e presenta un'Italia compatta nella decisione
37:12temporaria di Armino Kaina sul terreno dell'opinione pubblica, perché le cose stanno in maniera molto
37:17diversa, perché il mainstream come dire, io noto le trattative visive a bordo dell'imbarazzo dei
37:24conduttori che sono costretti a portare avanti una linea della discussione assolutamente come
37:31dire imbarazzante quando si vede che l'interlocutore pacifista putiniano tra virgolette non ha la
37:39possibilità di esprimere un concetto compiuto. Poi i dati sono quelli che sono, l'informazione non
37:48parla di questo, noi in Italia siamo una colonia militare a stelle e strisci, noi abbiamo 100
37:55basi militari in Italia, basi militari americane, basta questo per poter assumere un atteggiamento
38:02un pochino più equidistante, un pochino più obiettivo, un pochino più critico, ma di questo
38:07non si parla, sono dati come dire che sono stati rimossi completamente dalla narrazione dominante,
38:13per cui viene fuori questo quadro di assoluta adesione alla guerra in corso, ma le cose non
38:19stanno così, l'informazione sta perdendo, secondo me in Italia oggi il giornalismo al servizio della
38:24guerra sta perdendo una grande occasione e sta smarrendo la qualità anche della sua storia in
38:32termini appunto professionali, diontologici, è veramente imbarazzante. Io ho preso alcune
38:40trasmissioni televisive, alcuni editoriali, li ho montati nella mia mossa da lavoro sul
38:46banco come un artigiano e ho destrutturato, ho fatto a pezzi come un lavoro, ho fatto a
38:55pezzettini mostrando come dire l'assoluta unilateralità di certe trasmissioni, come
39:01qualcosa che doveva passare in questa, ecco perché dico, l'impero del male, l'impero della
39:09federazione russa, l'emblema delle malvagità da un lato, esattamente come si divide in due una
39:14mela e dall'altro come dire la rappresentazione della libertà, della civiltà dell'Europa c'è
39:20l'Ucrania, ma le cose non possono stare e non stanno così. Le faccio un'ultima domanda poi
39:26dovremmo congedarci, però mi interessava il suo punto di vista, premesso che già Eschilo,
39:31che lei conosce, autore della tragedia greca, ha vissuto qualche secolo prima di Cristo,
39:36diceva che la prima vittima in guerra è la verità, lei questo cambiamento di narrazione
39:44lo ha visto soltanto in quest'ultima guerra o c'era anche nelle ultime guerre che abbiamo dovuto in
39:51qualche modo noi della nostra generazione raccontare o vivere da spettatori? Sì,
39:58sì, noi siamo andati oltre, diciamo, l'adagio, il saggio adagio di Eschilo, siamo andati oltre,
40:05perché la prima vittima della guerra è la verità, ma noi abbiamo superato proprio ogni limite,
40:11ogni decenza, come diceva qualcuno, troppo e troppo, cioè qui è stata calpestata la verità,
40:19è stata calpestata proprio la rappresentazione mediatica di un conflitto,
40:23sembra che appunto un conflitto a senso unico, raccontato a senso unico...
40:30Abbiamo qualche problema nel collegamento, speriamo di riuscire a ripristinarlo,
40:40perché sono le ultime battute, ma ci tenevo alla chiosa di Giulio Diluzio,
40:45vediamo se la regia ci dà un cenno in tal senso, altrimenti dobbiamo lasciarlo,
40:52però mi pare di aver capito il tenore, diciamo, dei suoi ragionamenti e anche come,
40:58con prove alla mano, nel suo libro verranno raccontate. Le foche ammaestrate, il giornalismo
41:06italiano al servizio della guerra, il titolo di questa pubblicazione è Edita di Alcheringa,
41:12mi pare di capire che Giulio Diluzio non sia più collegato con noi,
41:16lo ringraziamo per essere stato in nostra compagnia, avremo modo di tornare su questo
41:22argomento anche perché la tesi portata avanti dal nostro interlocutore trova rappresentazione
41:27anche in una parte, almeno dell'opinione pubblica, e devo dire, altre volte in questa
41:31trasmissione ci siamo interrogati sull'equilibrio con cui i giornalisti stiano raccontando questo
41:37conflitto, poi è vero anche che è un argomento molto complesso e talvolta le dinamiche dei mezzi
41:44radiotelevisivi, in modo particolare della carta stampata, non facilitano anche lo sviluppo dei
41:51ragionamenti più complessi e più articolati. Allora, grazie al nostro ospite Giulio Diluzio,
41:57avremo modo di ritrovarlo in un'altra occasione e finiamo così, mi spiace ma il bello della diretta
42:02avrebbe detto il grande Gianni Minà, noi di Estra torniamo domani alla solita ora,
42:06poi se volete ci troviamo domenica venerdì come ogni giorno dalle 7 alle 8 e 30 anche in
42:11prima pagina la nostra nuova striscia d'informazione che viene onda qui sul
42:16canale 14 di Radio Roma Television. Buon proseguimento a tutti, arrivederci!

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