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SportTrascrizione
00:00cari amici di Bike Channel benvenuti a questa nuova
00:29puntata di Mondotriatron. Io sono Dario D'Addonardone e quest'oggi con noi
00:33abbiamo il grande, grandissimo piacere di avere Serena Banzato.
00:37Benvenuta Serena, ciao come stai? Benissimo grazie, grazie mille per
00:40l'invito. Bene, allora vi dico subito ragazzi che oggi mi voglio godere questa
00:44bellissima anche chiarata che so già che sarà strepitosa per tantissimi motivi
00:48che andremo a scoprire ovviamente con Serena. Innanzitutto la domanda ad
00:53obbligo per rompere un po' il ghiaccio, ovviamente parliamo di sport e quindi è
00:57quando e come è entrato lo sport nella tua vita Serena? Da quando eri bambina
01:02ovviamente? Ma io penso che si è entrato proprio dai primi passi perché noi siamo
01:06tutta una famiglia comunque di sportivi quindi partendo dal classico nuoto ma
01:11dopo ho avuto la fortuna di avere una famiglia che mi ha permesso di
01:14sperimentare e quindi nella mia vita veramente ho potuto passare dal nuoto al
01:20judo al calcio femminile a sport di squadra, sport di gruppi, l'atletica
01:25quindi sì sono stata fortunata e sostenuta in questo. Ecco in questi
01:30passaggi in questi tanti sport che hai vissuto qual è stato se c'è stato uno in
01:34particolare quando eri più giovane che ti ha preso più il cuore che ti ha fatto
01:38innamorare di più? È successo un po' come nel film Forest Gump, a un certo punto tra i
01:44vari sport mi sono ritrovata a correre e a scoprire che avevo questo talento
01:48naturale quindi la corsa è diventato un amore di sottofondo a tutti gli altri
01:53sport che comunque ovviamente hai amato tra l'altro anche il judo quindi arti
01:59marziali e una certa rigorosità dal punto di vista mentale e fisico. Sì ho
02:04fatto tanti anni di judo poi sono passata anche alla kickboxing per un
02:07periodo. Hai capito. Però sicuramente anche il judo mi ha dato tanto e ho
02:14scoperto subito il connubio tra mente e corpo. Comunque mi pare di capire più
02:18sport individuali che sport di squadra in generale. In generale io sono più
02:24predisposta per quelli dove devo in qualche modo misurarmi con me stessa. E
02:29poi ci arriviamo perché si è misurata alla grande e si misura tuttora alla
02:33grande la nostra Serena. Per quanto riguarda la corsa, introduciamo perché
02:37ovviamente fa parte della nostra triplice, è il grande amore di
02:42tanti triatleti la corsa nelle sue varie sfaccettature. Come l'hai approcciata?
02:47Quali sono state le prime gare che hai fatto? Perché spiegaci
02:52anche poi l'aspetto agonistico perché se era per te un solo una valvola di sfogo
02:56e subito hai voluto metterti alla prova anche con delle gare. Allora a Padova
03:01la corsa è molto sentita e quindi io in realtà sono entrata nel mondo della
03:06corsa con la corsa veloce, quindi gli ostacoli, la corsa di velocità con
03:11Assi Industria Sport Padova che è un'associazione molto riconosciuta insomma
03:15in realtà molto riconosciuta e quindi subito mi sono ritrovata a misurarmi
03:19abbastanza in maniera abbastanza importante con allenamenti importanti e
03:23con gare importanti. Un giorno è successo che ho sostituito una ragazza in un
03:28lungo e ero partita come una velocista, quindi primo giro senti banziate
03:34davanti, banziate davanti, secondo giro ero morta e da lì è nata in me l'idea ma
03:38come fanno invece le persone a durare nella corsa e ricordo che andavo per le
03:43strade di Padova con un pallone per avere una motivazione in più nell'allungare
03:48i tempi della corsa e da lì poi mi sono approcciata alle corse lunghe quindi il
03:53mio grande amore sono le maratone, le mezze maratone. Eccoci qua insomma le
03:58maratone. Quando è stato il tuo esodio? Ti ricordi la tua prima maratona?
04:03Sì la mia prima maratona è stata adesso l'anno non me lo ricordo però avevo ma
04:09in realtà non ero neanche giovanissima però avevo 19 anni, lavoravo alla Decathlon
04:15di Padova e con tutti i runner possibili insomma dei miei colleghi
04:22abbiamo fatto la maratona di Padova perché all'epoca era la maratona del
04:26santo quindi percorsa vecchio e ho provato dal nulla a fare questa maratona
04:31a 19 anni? Sì. Scusa ti interrompo un secondo perché già dal punto di vista
04:36dell'approccio mentale si dice che il maratone deve essere anche esperto quindi
04:42magari ci si approccia un po' più in là invece tu subito hai voluto...
04:46È stato anche un caso, mi sono ritrovata a vivermi questa maratona senza chilometri
04:50sulle gambe con le scarpe nuove, errore terribile, abbigliamento della Decathlon
04:56ma appunto nuovo non sperimentato a correre questa maratona senza neanche
05:01sapere quando mangiare e quando bere e però ricordo di aver vissuto
05:05con l'esperienza sono arrivata ovviamente ma anche con un buon tempo da
05:09inesperta perché ci ho messo 4 ore 4 ore e 10 forse sono arrivata e mi ricordo
05:14sanguinante, distrutta, capendo tutto dopo cosa avevo sbagliato ma è stata
05:20un'esperienza bellissima e lì ho detto qua devo semplicemente imparare
05:24costruirmi insomma un percorso d'atleta reale quindi non si può improvvisare una
05:29maratona e quel momento lì è stata un'esperienza e quello è stato un po' il
05:34mio esordio. Che bello se dovessimo dire ai nostri amici che ci stanno seguendo
05:37quello che è scattato dentro di te qual è quella magia che hai sentito che cos'è
05:42che ti ha spinto poi ad andare avanti ho detto nonostante le ferite di guerra
05:46voglio andare avanti con questa strada. Ma la maratona per me è sempre stata un
05:51po' una metafora di vita quindi quello che mi piace nelle partenze
05:56delle maratone è che tra pochissimi ci diciamo ci vediamo all'arrivo
06:00poi quanto ci metti quante volte ti fermi quanto veloce vai quella è una
06:04cosa tua ma in realtà va finita e questo dopo nel racconto della mia storia sarà
06:10un'immagine che mi sono portata dentro e quindi l'idea è proprio di avere gli
06:14occhi ben dritti all'obiettivo al traguardo e poi appunto contare sulle
06:21proprie energie quindi in una maniera però che vai al tuo ritmo scopri il tuo
06:25ritmo quindi è proprio un viaggio interiore non soltanto fisico. Ok com'è
06:29data avanti la storia delle maratone perché evidentemente se non ti sei
06:33fermata qui ti sarei tolta delle altre soddisfazioni immagino. Sì dopo io
06:38insomma dopo sono andata in vari gruppi di corsa dopo anche nel paesino dove
06:42sono andata a vivere abbiamo creato un piccolo gruppo di corsa c'è stato un
06:46periodo in cui insomma ho ricevuto anche dei buoni risultati per esempio nella
06:50maratona di primiero sono arrivata la terza donna assoluta che insomma la
06:53maratona con una bella pendenza in montagna
06:57anche quello un altro mondo da conoscere e poi per un periodo mi
07:02divertivo ad accompagnare delle persone che erano al loro primo esordio e
07:06quindi non con la pretesa di diventare una personal trainer però una
07:10accompagnatrice forse già lì c'era dentro di me una vena di mental coach e
07:15le persone che mi chiedevano degli amici che mi chiedevano caspita mi piacerebbe
07:20nella vita fare una maratona supportate poi da persone ovviamente che
07:24potevano allenarle in maniera un po più specifica però poi la facevo con loro e
07:28quindi l'accompagnavo al traguardo vedere la soddisfazione a volte ci
07:32mettiamo dei tempi meravigliosi a volte anche di più ma non importa era
07:36meraviglioso il fatto di riuscire a farla e vedere che l'arrivo vedere la
07:41soddisfazione quando arrivavano era mi ripagava fantastico entriamo subito in
07:46uno degli argomenti che sono cardine della nostra trasmissione dei nostri
07:51racconti l'aspetto mentale perché chiaramente da maratonetta bisogna
07:54farsi scusa termine tecnico un bel mazzo negli allenamenti però se a un
07:59certo punto la testa non ti supporta in questo gran volume che fai c'è il rischio
08:04realmente di spegnersi alla prima difficoltà quindi visto che poi fa
08:08parte della tua vita non solo sportiva ma della tua vita tutto tenendo anche
08:12prenderti cura del come la gente vive e qual è l'atteggiamento di una persona
08:18verso determinate sfide che si pone ecco nella nell'atteggiamento che
08:23bisogna avere da maratonetti qual è la cosa vincente che si può fare quando
08:27per esempio arrivi al fantastico muro dei 30 chilometri che non si sa se esiste o
08:32non esiste per alcuni sì per altri no però come l'hai vissuto per esempio
08:36questa questa cosa allora il muro dei 30 chilometri probabilmente esiste nella
08:41nostra testa quindi potrebbe essere prima potrebbe essere dopo è proprio il
08:46fatto che la mente a un certo punto potrebbe introdurre dei pensieri
08:50negativi quindi non ce la faccio troppa fatica non riesco in realtà l'aspetto
08:54mentale è fondamentale in tutti i contesti della nostra vita quindi in
08:58tutti gli sport io poi nel tempo sono diventata psicoterapeuta e psicologa
09:02dello sport appunto e faccio l'esempio di dell'uomo più veloce che è stato
09:08l'uomo più veloce del mondo che è Jacobs all'esordio della sua gara che
09:13l'ha reso più importante lui fisicamente perfetto prestante la
09:18notte prima l'ha passata a telefono con la sua psicologa dello sport dicendo io
09:21sui blocchi non ci vado perché a livello mentale ed emotivo lo dichiara è molto
09:26fragile e l'approccio la mentalità vincente si chiama negli sportivi è
09:32fondamentale che ti rende vincente nella vita non per forza con una medaglia al
09:37collo però le tue medaglie cioè i tuoi obiettivi costruiti bene che puoi
09:40riescere a raggiungere nel maratoneta il lavoro principale è quello di riuscire a
09:46trasformare la fatica perché ovviamente porti un po all'estremo il tuo corpo in
09:50un tempi molto lunghi insomma in chilometraggi che superano un po il
09:55livello tra virgolette naturale del corpo quindi vai e ci sono anche gare
09:59ancora più lunghe delle maratone e lì bisogna lavorare proprio nel piacere
10:03della fatica ed è una trasformazione non semplice
10:08che belle parole che stai utilizzando ascolta poi c'è da parlare anche di
10:13quest'altro aspetto con l'arrivo del mental coaching diciamo in anche in
10:17italia l'arrivo anche di tanti fuffa guru diciamo di persone che lavorano
10:24sulla motivazione in maniera un po particolare un po l'aspetto del farsi
10:28allenare la mente aiutarsi quindi avere un coach che ti allena anche quell'aspetto
10:34negli anni adesso sta finalmente venendo fuori anche questa valenza però è stato
10:39un po complicato tu come l'hai vissuto anche da professionista il fatto di
10:42lavorare nello sport a fianco degli atleti che magari avevano anche il
10:46timore di dirlo vado dallo psicologo dello sport perché potevano essere
10:49tacciati come che ne so hai dei problemi allora sì il termine tecnico sarebbe
10:53psicologo dello sport siamo in italia e io faccio parte degli psicologi dello
10:57sport è chiaro che mental coach suona un po più figo più e allora usiamo il
11:02un po meno problematico appunto però in realtà quello che dico sempre gli
11:06psicologi non lavorano con i problemi lavorano con le risorse se no sai che
11:11noia che vuole che il nostro lavoro quindi con in qualsiasi che sia uno
11:16psicologo clinico che sia uno psicologo del lavoro che sia appunto dello sport
11:21dimentichiamo il concetto di risorsa quindi il vero lavoro non è
11:25chirurgicamente solo sui problemi e quindi bisogna sempre andare a scavare
11:30quindi hai un problema e quindi no il nostro corpo come lo posso dichiarare va
11:36avanti di compensazione quindi quando qualcosa non va nella nostra vita in
11:40realtà la lettura giusta sarebbe vedere invece cosa va e fortificare la parte
11:44che funziona quindi il lavoro di un mental coach va a pari passo e quindi
11:49un psicologo dello sport con quello di un personal trainer con quello di un
11:53allenatore con quello di un coach sportivo dove riesci veramente a vedere
11:57la persona e lo sport e quindi l'atleta in maniera olistica mente corpo
12:02emozioni e diventano tutti una risorsa allora ragazzi faremo le prossime 30
12:06puntate per spiegare questi concetti che sono fondamentali pillole sportive
12:13ascolta saranno poi succede a un certo punto entriamo nel vivo di questo
12:16racconto che ha veramente qualcosa di eclatante da raccontare di molto forte
12:22a un certo punto per festeggiare anzi un mese prima mi sembra della tua seconda
12:27laurea in psicoterapia in psicologia clinica psicologia clinica decidi di
12:31intraprendere un cammino il cammino di santiago ci racconti cos'è successo
12:35sì allora diciamo che ricevo questi due biglietti un regalo pre laurea ma la
12:41tesi era pronta qui mancava un mesetto settembre mi sarei laureata per la
12:45seconda volta e ricevo questi biglietti per il cammino di santiago io vengo
12:49anche da tanti anni di scautismo è abituato a una vita di corsa in tutti i
12:52sensi perché ero anche ragazza madre di un bambino di tre anni lavoratrice
12:57studentessa insomma mille cose e maratoneta quindi sempre di corsa l'idea
13:02di prendere lo zaino di rallentare di camminare per me era la vacanza ideale
13:07quindi quando ho ricevuto questa era un piccolo sogno nel cassetto e quando ho
13:12ricevuto questi due biglietti per me era proprio il modo migliore per arrivare poi
13:16alla laurea ancora più distesa e la mia compagna di viaggio che mi ha regalato
13:21appunto i biglietti abbiamo scelto insieme il cammino del nord che è il
13:25cammino meno gettonato è quello più lungo quello con tappe più lunghe sono
13:3150 chilometri a tappa attraverso i paesi fantasma perché è anche quello più
13:35difficile dal punto di vista proprio di sali e scendi però è il più bello
13:40perché fai tutta la costa spagnola arrivi in galizia poi appunto a
13:43santiago ed è quello a livello proprio emozionante livello proprio di
13:48paesaggi di clima e partiamo quindi immaginatevi due ragazze giovani zanno
13:52in spalla adrenalina mille l'unico rimpianto che avevo lo dico anche nel
13:57mio libro è un po il rammarico di lasciare mio figlio a casa perché me lo
14:01portavo dietro ovunque e partiamo il viaggio va benissimo io sono anche un
14:07atleta prestante quindi figurati camminare per me non era un problema mi
14:11ricordo che quando arrivavo all'ostello mettevo il girozane mettevo le scarpe da
14:15corsa andavo a correre e gli spagnoli la mi chiamavano loca che vuol dire
14:20matta perché tutti i pellegrini invece stremati a terra e correre per me era un
14:25modo anche per vedermi il posto quindi era proprio al massimo della della
14:30felicità e mancano 100 chilometri da santiago quindi due tappe e sul tallone
14:36sinistro del della mia caviglia si sviluppa una semplice vescica vescica
14:40che credo che ogni sportivo nella sua vita abbia avuto perché come maratoneta
14:44di certo non ho pedi da fatire io ecco e quindi questa vescica che io ne ho una
14:51qualche altro pellegrino ne ho due tre eccetera la disinfettiamo eccetera parto
14:57mai avrei pensato che quella vescica potesse così tanto cambiare la mia vita
15:02non solo il cammino ma proprio la mia vita perché inizio a star male prima con
15:07dei sintomi che cerco di ovviamente di riassumere per una storia molto complessa
15:13inizio ad avere dei sintomi di malessere generale che all'inizio sembrano legati
15:19forse a un'influenza forse ho mangiato qualcosa di male forse ho bevuto poco
15:24stanchezza quindi faccio quella tappa un po così sentendomi un po strana passo la
15:29notte un po così il giorno dopo il cammino è fatto per andare avanti non hai nessun
15:34nessuno poi appunto eravamo isolate quindi non c'era proprio modo di
15:38comunicare a livello telefonico a livello di aiuti del paese mi rimetto in cammino e
15:44quella è una tappa indimenticabile perché i sintomi peggiorano continuamente ricordo
15:49che quei 50 chilometri sono stati un'agonia e faccio proprio fatica siamo arrivati a notte
15:55all'ostello mi trascinavo il respiro arrancava e a un certo punto del cammino non riesco più
16:00ad appoggiare la gamba quindi riesco a collegare che forse c'è qualcosa la caviglia la fatica è
16:05stata quella di chiedere aiuto perché riuscire a trovare un centro medico la farmacia più vicina
16:12era 6 chilometri quindi trova un passaggio dalla farmacia che non può far niente andiamo in un
16:17centro medico che altri 15 chilometri da lì altri 30 fino all'ospedale perché capiscono che c'è
16:24qualcosa che non va quando arrivo all'ospedale lì per lì mi tranquillizzano è un'infezione
16:28probabilmente appunto questa viscica e mi dicono con un cocktail di antibiotici il cammino finisce
16:34qua però torna a casa io avviso a casa mia mamma insomma di 70 anni aveva mio figlio avviso a casa
16:41dispiaciuta e invece tutto precipita perché all'improvviso a parte i dolori lancinanti la
16:47mia gamba diventa dal piede nera come i miei pantaloni fino al linguine e ricordo che
16:53all'improvviso arrivano i medici tutto questo senza capire nulla di quello che mi stava
16:56chiepeteando e arrivano i medici con un tablet con tre lingue diverse quindi era scritto in
17:02galiziano che è un dialetto spagnolo in galiziano inglese e in italiano c'era questa frase devi
17:08chiamare tutti a casa salutare perché dobbiamo operarti in urgenza e potresti non risvegliarti
17:14wow altro che il muro del trentesimo serena eh sì cosa come si reagisce a una cosa del genere
17:23beh sicuramente sono talmente minuti concitati perché nel frattempo che mi dicevano questa
17:28cosa che io rimanevo scioccata insieme a laura la mia compagnia di viaggio mi stavano già
17:33preparando per l'operazione io ho fatto tre cose la prima è stata quella di attaccarmi al camice
17:40della chirurga e di dirle dovete amputarmi la gamba io torno a casa anche senza un pezzo ma
17:45viva perché un bambino di tre anni e mezzo la seconda è stata quella di telefonare a casa e
17:51quindi in poco tempo salutare mia mamma chi a chi volevo bene affidare mio figlio a loro consapevole
17:58che potrei che poteva essere la mia ultima telefonata e la terza mi sono affidata non potevo
18:04fare altro ho detto mi è venuto spontaneo dire la stessa frase che ha detto in punto di morte
18:11mio padre che non è mai stato un grande religioso però nel momento in cui lui è mancato davanti ai
18:16nostri occhi ha detto in manus tuas che è la frase che dice gesù sulla croce quando affida
18:21lo spirito ed è quella parte proprio secondo me al di là della religione in cui uno crede
18:27è quel affidarci anche a qualcosa di più al più grande più altro che c'è nella nostra vita perché
18:33noi siamo fatti di finito di controllabile e di infinito di incontrollabile in quel momento lì
18:38io non potevo controllare nient'altro avevo implorato di portarmi a casa viva ho chiamato
18:44casa non potevo fare altro che pregare che le mani dei medici mi potessero salvare non
18:49sapendo ancora cosa mi stava capitando e così ho chiuso gli occhi ho detto in manus tuas. Io
18:54credo che ci siara cari amici solo da accogliere queste parole che ci sta raccontando Serena
18:59ovviamente sappiamo già il finale fortunatamente nonostante comunque poi tante operazioni perché
19:05poi sono state mi sembra 13 racconti anche nel libro. Sono state 13 operazioni tre salvavita
19:11poi 13 per la gamba due possibili amputazioni camera iperbarica svuotamento della gamba pulizia
19:18ed avevo stato da un cammino è diventato un calvario. Scusa ti volevo chiedere perché è
19:24particolare anche il risveglio quello che ti sei detta appena ti sei risvegliata mi
19:28sembra che sia una cosa significativa da raccontare anche quella. Quando ho aperto gli occhi e che
19:33ero intubata ero ovviamente non so neanche a quante ore fossi in rianimazione e ricordo
19:39che non ho guardato se c'era o no la gamba ma la prima cosa che ho pensato è grazie sono viva
19:45poi in realtà ha avuto altri crolli però quel grazie è quello che ha guidato poi tutta la mia
19:50vita dopo. Che bello proviamo a raccontare adesso nei pochi minuti che ci rimangono anche qui
19:55dovremmo fare altre tre quattro puntate come è andata avanti la tua vita dopo perché te
20:00la sei ripresa e anche dal punto di vista sportivo hai fatto delle cose che prima avevi
20:04un po di timore di fare e qui arriviamo anche ovviamente alla triplice. Ma allora quello che
20:09mi era successo perché non abbiamo spiegato è ho contratto un batterio mortale rarissimo si
20:14chiama mangiacarne e ho avuto una fascite necrotizzante. Quando vado nelle scuole a
20:19raccontarlo per far capire ai ragazzi nella puntata di Grace Anatomy del dottor House il
20:24paziente muore perché la probabilità di sopravvivenza è bassissima e quindi io sono
20:30proprio una sopravvissuta a un'infezione rarissima che lascia 48 ore di vita e io un giorno e mezzo
20:35ero nel cammino a trascinarmi. Cosa ha comportato però perché non c'è una cura e quindi in realtà
20:42è soltanto chirurgica e solo camera iperbarica. Cosa ha comportato io alla fine non sono stata
20:47amputata però il mio arto dal ginocchio in giù è stato svuotato e quindi ad oggi vengo definita
20:53amputata con l'arto quindi non ho più sensibilità nella gamba soffro di dolore cronico e non muovo
20:59il piede che per spiegare in maniera semplice vado in giro con uno stivale da sci attaccato
21:04alla mia gamba. Però dal letto dell'ospedale e questo è quello che cerco anche nel mio libro
21:10un po' di spiegare in maniera anche preventiva ho continuato a prendermi cura delle mie passioni
21:15avevo una laurea da prendermi quindi sono andata a laureare in carrozzina, ho continuato a fare
21:20sport in carrozzina, mi guardavo le carrozzine olimpiche e poi mi sono presa delle stampelle
21:25particolari per poter camminare e correre e dentro e fuori per 13 volte ho imparato a camminare
21:30di nuovo stese di nuovo in piedi finché a un certo punto ho cercato proprio realtà che
21:36dessero spazio avevo capito che avrei vissuto con una disabilità che la mia vita non era più come
21:42prima e ho cercato delle realtà che potessero dare spazio alla mia voglia di ritornare in pista
21:48non tutti i medici erano d'accordo anzi la frase che ho sentito dirmi è dedicati al ping pong perché
21:54non tornerai a correre e ho detto no io so che il mio corpo può farcela e da lì c'è stato un
22:01incontro quasi casuale nel senso che ho visto un video in internet delle woman triatron italia
22:09dell'antonella salemi e tutti le ragazze e vedendo queste ragazze che facevano triatron che è sempre
22:17stato il mio sogno sempre rimandato perché noi rimandiamo un sacco di cose nella vita quindi
22:22da podista dicevo ecco quando sono pronta potrò fare anche il triatron adesso non rimando nulla
22:27perché ho visto che la vita è proprio fragile e va vissuta nell'oggi e ho fatto un piccolo
22:33commentino sotto il loro video dicendo che bello che sarebbe far parte di voi subito mi hanno
22:38risposto ho raccontato la mia storia e sono entrata nella loro famiglia non sapendo nulla
22:42di triatron e ripartendo quindi grazie ai fisioterapisti i medici grazie a tony grazie
22:48alle ragazze mi sono allenata in realtà prima mi sono approcciata all'atletica con la fispes
22:54quindi raggiungendo anche dei titoli italiani nelle corse veloci però il mio amore è tutt'altro
23:01sono quelle lunghe sono e quindi mi sono poi alla fine approcciata al triatron mi sono ho
23:08imparato ad andare in bici spingendo con una gamba ho imparato a nuotare spingendo con una
23:12gamba e a ricorrere. Allora a proposito di corsa poi ci racconti il primo triatron perché è doveroso
23:18qui nella nostra trasmissione però vorrei anche che ci raccontassi di quello che hai fatto nella
23:22maratona dopo l'operazione perché ragazzi cioè ascoltiamola. Allora beh in realtà quando ero
23:31ancora operata e tutto io ero dentro un'associazione di ragazzi che spingono carrozzine ok però io ero
23:36in ospedale con tutta la mia malattia e avevo già l'iscrizione alla maratona di venezia in
23:41quell'anno lì e allora ho chiamato il ragazzo che dovevo spingere dicendo ma hai imparato a camminare
23:46perché mi serve la tua carrozzina e ridendo e scherzando con l'ok dei medici io sono uscita
23:51un giorno con la gamma ancora aperta e fasciata e mi sono fatta spingere tutta la maratona quindi
23:55nell'anno del 2018 io ho fatto la maratona di venezia in carrozzina spinta che era ancora nel
24:01pieno della malattia per poi arrivare però nel 2021 a farla sulle mie gambe seguita da un'assistente
24:09con le stampelle ma sono riuscita a farle sulle mie gambe in un tempo di tre ore e venti. Quant'era
24:14il tuo personale prima dell'operazione? La norma dotata era 3 e 30. Si è tolto solo dieci minuti
24:21dopo l'operazione. Questa è la nostra serenata giusto per capire anche dal punto di vista
24:26sportivo. Primo triathlon quando è stato come è andata che aspettative avevi cosa hai trovato poi
24:32nella famiglia del paratriathlon che sappiamo bene anche io ho la fortuna spesso di poter raccontare
24:38queste gare sui campi gara e ce lo dicevamo prima anche ai microfoni spenti l'energia che si crea
24:43è realmente unica e avvolgente non solo per voi atleti ma anche per noi che siamo lì a vedere
24:49quello che fate. Allora il primo triathlon che ho nel cuore perché dopo ne ho fatti qualcuno per
24:54sperimentare per vedere se la gamba reggeva però quello che ho nel cuore è sempre nell'anno 2020
24:59quando proprio mi sono rimessa in pista completamente ed a Imola. A Imola io ho potuto
25:07vivere la prima la mia prima esperienza sostenuta appunto dalle women è stato bellissimo. Cosa ti
25:14dice cosa ti dà questo triathlon in più anche degli altri sport? Cos'è che hai trovato la sfida
25:19tra diverse discipline? Che cos'è che trovi di così particolare? Beh allora ce lo dicevamo un
25:24po' venendo qua l'atmosfera che c'è nel paratriathlon quindi il legame che ho con gli altri
25:31paratletti conoscere i nuovi arrivati conoscere quelli invece più datati più esperti e sentirci
25:41tutti uguali è proprio un'esperienza bellissima oltre allo sport in sé che mi diverte tantissimo
25:47cioè allenare la mente a staccare da una cosa e partire con un'altra e il corpo che a un certo
25:53punto è a budino quando stacchi da quando scendi dalla bici devi correre sei un budino ma è
25:57bellissimo quello è divertente c'è proprio il tifo il fatto che c'è uno speaker che che ti
26:04accompagna il fatto che c'è la tua squadra poi che è tutto un tifare l'uno per l'altro e questo
26:11è proprio sì è proprio essere siamo tutti lì ed è quello che cerco sempre di dire siamo tutti
26:18dei guerrieri nella vita perché è vero la mia storia particolare delle volte mi sento dire che
26:22brava che sei che combattente che sei perché tu non lo sei perché non hai una battaglia nella
26:27tua vita che hai superato che stai superando quindi siamo tutti dei guerrieri la siamo tutti
26:31dei guerrieri normo para che si stanno divertendo insieme fantastico allora prima di chiederti il
26:37sogno nel cassetto è un po paura di chiedere di quello qual è il sogno nel cassetto sportivo di
26:42serena perché ci potrebbe davvero stupire però vediamo cosa cosa ci vorrei condividere vorrei
26:47che ci raccontassi anche un pochettino prima dicevi del tuo libro innanzitutto se ci dici
26:51dove lo possiamo trovare il titolo e quant'altro in modo tale che diamo delle informazioni importanti
26:55per chi ci sta guardando e poi anche dell'attività che fai con i più piccoli nelle scuole perché
27:00credo che sia veramente molto significativa allora il libro nasce proprio dall'esperienza
27:05così nelle scuole quindi dopo un po nel paese nelle scuole nelle associazioni nel gruppo di
27:11scout mi chiedevano di raccontare la mia storia e di riflettere insieme sull'importanza della
27:16mentalità vincente dello sport dello studio delle passioni e anche di come affrontare gli
27:21imprevisti che a volte la vita ti mette davanti al cammino e quindi in realtà poi ho pensato
27:28dato che il feedback che mi davano questi ragazzi era preziosissimo e ho pensato proviamo a scrivere
27:34qualcosa per un pubblico un po più più ampio non è né un'autobiografia né un libro di autoaiuto è
27:41proprio un percorso come faccio con i miei pazienti dove un pochino sullo sfondo io ci sono nel cammino
27:49di santiago però poi invito le persone a camminare dentro di sé il titolo è cammina vivi amati pillole
27:54per ripartire un passo alla volta edito pm fantastico per quanto riguarda invece i più
28:01piccoli ogni tanto che ti arrivano questi messaggi anonimi o queste letterine cosa ci dici sia mi
28:06piace tantissimo nelle scuole andare da loro a parlare proprio per un pochino fargli capire
28:11quanto è importante muoversi nella vita non per forza per diventare dei campioni ma proprio campioni
28:16nel proprio contesto nella propria vita e si mi arrivano tantissime tantissimi feedback belli
28:22tantissimi bigliettini e tantissime lettere che dove si possono che ne so a volte aprire dal punto
28:29di vista del bullismo a volte mi dicono caspita vederti con la gamma a volte vado apposta in tuta
28:35pantaloni corti per far vedere la gamba con le cicatrici mi dicono vedere le tue cicatrici come
28:39le porti e perché ho anche fatto un tatuaggio dove c'è scritto le cicatrici sono un segno che è
28:45stata dura ma il sorriso è il segno che ce l'hai fatta e a volte mi arrivano anche dei messaggi su
28:50questo dicendo cavoli vedere come non ti vergogno le tue cicatrici mi fa superare magari altri
28:55disagi che ho fisicamente che quell'età ovviamente il corpo è una tematica ancora più importante
29:02quindi incontrarli è bellissimo proprio per essere nella loro testa nel loro percorso di crescita
29:09una storia che si possono portare dentro e poi apriamo altre 4.000 5.000 puntate sulle
29:15dedicazioni dei più piccoli che faremo con la nostra dottoressa e io torno quando volete allora
29:20siamo quasi in chiusura purtroppo l'ultima domanda che ti voglio fare riguarda il tuo sogno nel
29:24cassetto sportivo se nel trietro ancora meglio vi lascio una chicca che mi è piaciuto un sacco
29:29ho letto una frase che diceva io non ho sogni nel cassetto perché potrei dimenticarmeli ma ho
29:34mensole io i sogni li metto sulle mensole così le vedo diventano obiettivi allora posso dirti
29:42per quest'anno spero di farmi delle esperienze estere quindi mi piacerebbe farmi magari un world
29:51triathlon da qualche parte ci sto già pensando mi sto organizzando quindi intanto allargare non
29:56ho grandi pretese però dato che è tanto quello che fino adesso ho fatto mi sta ancora più
30:01appassionando il mondo del triathlon vorrei crescere questo è il mio sogno e sicuramente noi
30:06avremo modo di continuare a raccontare le storie fantastiche della nostra serena grazie di cuore
30:11grazie anche per aver condiviso il tuo bellissimo sorriso che è davvero una testimonianza
30:16importantissima finisce qui la nostra puntata purtroppo di mondo triathlon con serena ci
30:22vediamo sempre sulla prossima su bike channel da docceio triamo buon triathlon a tutti ciao amici